Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Genesi 8


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Scemate appoco appoco le acque del diluvio, dopo aver messo fuori il Corvo, e la Colomba, Noè esce fuori con tutti quegli, che eran nell'Arca: e alzato un Altare offerisce a Dio olocausti in rendimento di grazie; onde placato Dio promette, che non sarà mai più il diluvio.

1Ma il Signore ricordandosi di Noè, e di tutti gli animali, e di tutti i giumenti che erano con esso nell'arca, mandò il vento sopra la terra, e le acque diminuirono.2E furon chiuse le sorgenti del grande abisso, e le cataratte del cielo; e furono vietate le pioggie dal cielo.3E le acque andando, e venendo si partivano dalla terra: e principiarono a scemare dopo cento cinquanta giorni.4E l'arca si posò il settimo mese a' ventisette del mese sopra i monti d'Armenia.5E le acque andavano scemando sino al decimo mese: perocché il decimo mese, il primo giorno del mese, si scoprirono le vette dei monti.6E passati quaranta giorni, Noè, aperta la finestra, che avea fatta all'arca, mandò fuori il corvo:7Il quale uscì, e non tornò fino a tanto che le acque fosser seccate sulla terra.8Mandò ancora dopo di lui la colomba, per vedere se fossero finite le acque sopra la faccia della terra.9La quale non avendo trovato, ove fermare il suo piede, tornò a lui nell'arca: perocché per tutta la terra eran le acque; ed egli stese la mano, e presala la mise dentro l'arca.10E avendo aspettato sette altri giorni, mandò di nuovo la colomba fuori dell'arca.11Ma ella tornò a lui alla sera, portando in bocca un ramo di ulivo con verdi foglie. Intese adunque Noè, come le acque erano cessate sopra la terra.12E aspettò nondimeno sette altri giorni, e rimandò la colomba, la quale più non tornò a lui.13L'anno adunque secentesimo primo di Noè, il primo mese, il dì primo del mese, le acque lasciaron la terra: e Noè avendo scoperchiato il tetto dell'arca mirò, e vide, che la superficie della terra era asciutta.14Il secondo mese, a' ventisette del mese, la terra rimase arida.15E Dio parlò a Noè, dicendo:16Esci dall'arca tu, e la tua moglie, i tuoi figliuoli e le mogli de' tuoi figliuoli con te.17Conduci teco fuori tutti gli animali, che sono insieme con te, di ogni genere, tanto volatili, che bestie, e rettili, che strisciano sulla terra, e scendete sulla terra: Crescete e moltiplicate.18E uscì Noè, e con esso i figliuoli di lui, e la sua moglie, e le mogli de' suoi figliuoli.19E tutti ancora gli animali, e le bestie e i rettili, che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dell'arca.20E Noè edificò un altare al Signore: e prendendo di tutte le bestie, e uccelli mondi, gli offerì in olocausto sopra l'altare.21E il Signore gradì il soave odore, e disse: Io non maledirò mai più la terra per le colpe degli uomini: perocché la mente, e i pensieri degli uomini sono inclinati al male fin dall'adolescenza: io adunque non manderò più flagello sopra tutti i viventi, come ho fatto.22Per tutti i giorni della terra non mancherà giammai la semenza e la messe, il freddo e il calore, l'estate e il verno, la notte e il giorno.

Note:

8,1:Mandò il vento sopra la terra. Questo vento gagliardo non venne per sua propria efficacia, quanto per divina virtù dovea parte consumare le acque, e alzande in vapori, parte respingerle ne gran seni, ond'erano state tratte.

8,2:E furono vietate le piogge dal cielo. Dio trattenne ogni pioggia per sette mesi, e più, cioè da' diciassette del settimo mese, in cui le, acque cominciarono a scemare, fino ai ventisette del mese secondo del seguente anno, vers. 14.

8,4:Sopra i monti dell'Armenia. L'Ebreo legge: sopra le montagne di Ararat. Il Caldeo: sopra i monti Cordu, chiamati Gordici da altri scrittori. S. Girolamo scrive, che il monte Ararat è una parte del monte Tauro. Che l'arca si posasse su' monti dell'Armenia, vien riferito anche da vari scrittori profani citati da Giuseppe e da Eusebio; e lo stesso l'atto è confermato dalla tradizione di quel paese conservata fino al dì d'oggi, intorno alla quale vedi. S. Basilio di Seleucia orat. IV de arca.

8,5:Il decimo mese. Non dal cominciamento del diluvio, ma del principio del secentesimo anno della vita di Noè, come apparisce dal vers. 13, e 14, e del capo precedente vers. 11.

8,7:Il quale usci, e non tornò. Nell'Ebreo manca la particella negativa; ma i LXX. il Siro e tutti i Padri hanno la lezione della vulgata; e l'Ebreo con vari dotti interpreti si può ben conciliare col Latino; imperocchè queste parole il corvo uscì andando, e tornando posson significare, che il corvo veggendo de' cadaveri sopra i monti, amando il farne pasto, non tornava a Noè dentro l'arca; ma perché a cagione del gran fango non potea nemmen posare sopra la terra, andava a riposarsi sul tetto dell'arca. Fino a tanto che le acque fossero seccate. Questa maniera di parlare non significa, che il corvo tornasse poi, quando le acque furon seccata, ma solamente, che per tutto quel tempo prima dell'asciugamento delle acque, egli mai non tornò dentro l'arca; onde Noè non pote: per tal mezzo sapere, in quale stato fosse la terra; e di fatto non vi tornò egli mai più, nemmeno dopo. E da notarsi questa espressione, che trovasi anche in altri luoghi delle Scritture. Vedi Matth. I vers. ult. Ps. 119,2 ec.

8,11:Tornò a lui alla sera, ec. Ella, dice il Grisostomo, pensò il giorno a mangiare; la sera poi, fuggendo il freddo notturno, se ne tornò a trovare sua compagnia. Il ramoscello d'Olivo, che ella portava, poté benissimo serbare la sua verdura anche un intero anno sotto dell'acqua, affermando Plinio, che il lauro e l'olivo vivono e fruttificano anche nel mar rosso. Vedi anche Theoprast. hist. plant. lib. 4. 8. Il ritorno adunque della colomba, e molto più il ramoscello d'olivo fece intendere, che non solo i monti più alti, ma anche le colline dove ben riesce l'olivo, erano asciutte.

8,13:Mirò, e vide, che la superficie della terra ec. Una tal vista quanto dover consolare Noè, e qual impeto doveri svegliare in lui di uscire fuori dell'arca, ma egli si sia in pazienza aspettando l'ordine di Dio: qual virtù, e qual fede. La terra era senz'acque; ma v'era ancora la belletta e il fango, che non permetteva di camminarvi.

8,21:Il Signore gradì il soave odore. S. Gio. Grisostomo: La virtù del giusto cambiò in dolce fragranza il fumo, e il sito delle arse vittime.
Io non maledirò mai più la terra ec. Dio promette di non punire mai più con simil gastigo universale l'umano malizia, e che avrà compassione dell'infermità degli uomini, e della propensione loro al male; propensione nata con essi per difetto della corrotta natura. Vedesi qui notata la colpa originale e la concupiscenza, che nascono coll'uomo, e sono il principio di tutti i peccati.

8,22:Non mancherà giammai la semenza, ec. La vicissitudini delle fatiche di seminare e di raccogliere, le vicissitudini dell'anno, l'estate e il verno, finalmente le vicissitudini dei temporali, il freddo e il caldo, l'alternativa delle notti e de' giorni, promette Dio, che saranno costanti sino alla fine del mondo.