Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Genesi 44


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Giuseppe comanda, che la sua coppa sia nascosta nel sacco di Beniamin: e di poi fatala trovare, ai fratelli, fatti tornare indietro, rimprovera il furto. Ma Giuda si offerisce ad essere schiavo in luogo di Beniamin.

1Comandò poi Giuseppe al suo maestro di casa, e disse: Riempi i loro sacchi di grano, quanto posson capirne; e il denaro di ciascheduno mettilo alla bocca del sacco.2E la mia coppa d'argento col prezzo dato pel grano mettila in cima del sacco del più giovine. E così fu fatto.3E venuto il mattino, furon lasciati partire co' loro asini.4Ed eran già usciti dalla città, e avean fatto un po' di strada, allorché Giuseppe chiamato a sé il maestro di casa: Su via, disse, va' dietro a coloro, e raggiuntili dirai: Per qual motivo avete renduto male per bene?5La coppa, che avete rubato, è quella, alla quale beve il signor mio, e colla quale è solito di fare gli augurii: pessima cosa avete voi fatto.6Eseguì egli il comando. E raggiuntili ripeté parola per parola.7Risposer quelli: Per qual motivo così parla il signor nostro, quasi i tuoi servi avesser commessa sì grande scelleraggine?8Il denaro ritrovato nella cima de' sacchi noi lo riportammo a te dalla terra di Chanaan: e come dopo di ciò fia vero, che noi abbiamo rubato di casa del tuo padrone oro, o argento?9Presso chiunque de' tuoi servi si trovi quel che tu cerchi, egli muoia: e noi saremo schiavi del signor nostro.10Quegli disse loro: Facciasi come voi avete sentenziato: presso chiunque si trovi, egli sia mio schiavo; voi altri poi sarete senza colpa.11Gettati adunque in tutta fretta a terra i sacchi, gli aprirono un dopo l'altro.12E quegli avendoli frugati, principiando da quel del maggiore fino a quel del più piccolo, trovò la coppa nel sacco di Beniamino.13Ma quelli, stracciatesi le vesti, e ricaricati gli asini, se ne ritornarono in città.14E Giuda il primo entrò in casa di Giuseppe (perocché non era fino allora uscito di lì), e si prostrò insieme con tutti i fratelli per terra dinanzi a lui.15Egli disse loro: Per qual motivo avete voi voluto trattar così? non sapete, che nissuno è simile a me nella scienza d'indovinare?16E Giuda a lui: Che risponderem noi, disse, al signor mio? ovvero che diremo, o qual porteremo giusta scusa? Dio ha scoperto l'iniquità dei tuoi servi: ecco che noi siam tutti schiavi del signor nostro, e noi, e quegli, presso di cui si è trovata la coppa.17Rispose Giuseppe: Guardimi il cielo dal far così: colui che ha rubato la mia coppa ei sia mio schiavo; voi poi andatevene franchi al padre vostro.18Ma fattosi più dappresso Giuda animosamente disse: Concedi di grazia, signor mio, al tuo servo, ch'egli ti parli, e non ti adirare col tuo schiavo: perocché tu dopo Faraone sei19Il signor mio. Tu domandasti già a' tuoi servi: Avete il padre, o altro fratello?20E noi rispondemmo a te, signor mio: Abbiamo il padre vecchio, e un fanciullo più piccolo, il quale è nato a lui in sua vecchiaia, di cui un fratello uterino morì: e questi solo rimase di sua madre; e il padre lo ama teneramente,21E tu dicesti a' tuoi servi: Conducetelo a me, e io lo vedrò volentieri.22Noi replicammo al signor nostro: Non può il fanciullo scostarsi dal suo padre: perché ove si partisse, quegli morrà.23E tu dicesti a' tuoi servi: Se non verrà il fratello vostro minore con voi, non vedrete più la mia faccia.24Essendo noi dunque arrivati a casa del tuo servo il padre nostro, raccontammo a lui tutto quello che il signor mio avea detto.25E nostro padre ci disse: Tornate a comprare un poco di grano.26Dicemmo a lui: Non possiamo andare: se il fratello nostro più piccolo verrà con noi, partiremo insieme: altrimenti senza di lui non abbiamo ardire di mirar la faccia di quell'uomo.27A questo egli rispose: Voi sapete, come due figli partorì a me quella mia moglie.28Uno uscì di casa, e mi diceste: Una fiera lo ha divorato: e finora non compare.29Se vi pigliate anche questo, e che qualche cosa succeda a lui pel viaggio, precipiterete con la tristezza la mia vecchiaia nel sepolcro.30Se io pertanto tornerò al padre nostro tuo servo, e che manchi il fanciullo (siccome dall'anima di questo pende l'anima di lui),31Veggendo egli, che questi non è con noi, morrà, e i tuoi servi precipiteranno coll'afflizione la sua vecchiaia nel sepolcro,32Sia io stesso tuo proprio schiavo, io, che sulla mia fede ho ricevuto questo garzone, e ne entrai mallevadore, dicendo: Se io nol riconduco, sarò per sempre reo di peccato contro del padre mio.33Resterò adunque io tuo servo a' servigi del signor mio in luogo del fanciullo: e questi se ne vada co' suoi fratelli.34Perocché non poss'io tornare al padre mio senza il fanciullo: non volendo essere testimone della miseria, che opprimerà il padre mio.

Note:

44,2:Mettila in cima del sacco del più giovine. Volle con questo Giuseppe venir in chiaro se i fratelli amassero veramente Beniamino, ovvero gli portassero invidia particolarmente dopo la parzialità, ch'egli avea dimostrata verso di lui nel convito. A questo fine poté egli recare un breve travaglio a Beniamino, il quale nol meritava; e a questo fine ancora mostrò di credere, che i fratelli avesser rubata la coppa. Quindi S. Agostino stesso pretende, non essere stata veruna menzogna nelle parole fatte dire dal maestro di casa ai fratelli.

44,5:Colla quale è solito di fare gli augurj. E' stato già osservato da varii interpreti, che la parola augurio e augurare non sempre significa indovinamento magico, e superstizioso. Tutti sapevano, che Giuseppe era stato innalzato al posto in cui si trovava, per la sua perizia e virtù nell'interpretare i sogni e presagire il futuro. Giuseppe, il quale non era ancor tempo, che si facesse conoscere a' fratelli, fa dire ad essi, che la coppa che hanno rubato, era quella usata da lui, allorché dovea interpretare alcun sogno, facendo con essa delle libagioni a Dio. Questa sposizione mi sembra assai chiara; e certamente Giuseppe non volea né pur per giuoco farsi credere mago, o incantator Egiziano.

44,16:Dio ha scoperta l'iniquità dei tuoi servi: ec. Giuda conoscendo, che la presunzione del furto era contro Beniamino, qualunque motivo abbia di dubitare della verità dello stesso furto, vuol piuttosto prendere sopra di se, e sopra dei suoi fratelli la colpa, che mostrare sospetto verso di alcun altro. Ma si osservi a questo passo l'umiltà e la carità di questi fratelli, e come il cuor loro è mutato da quel, ch'era prima. Qual tenerezza verso del padre, qual impegno per riaver Beniamino! Dalla grande eloquenza, di quella eloquenza, che parla al cuore, e lo muove, e lo sforza, di quest'eloquenza il primo esemplare ella è la parola dettata da Dio.