Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Genesi 28


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Giacobbe ricevuta la benedizione del padre, parte verso la Mesopotamia. Vede in sogno una scala, alla quale era appoggiato il Signore. Promessa a lui fatta di quella terra, e della moltiplicazione della stirpe. Voto, che egli fa al Signore nello svegliarsi.

1Isacco adunque chiamò a sé Giacobbe, e lo benedisse, e gli diede questo comando, dicendo: Non prender moglie della stirpe di Chanaan:2Ma parti, e va' nella Mesopotamia di Siria alla casa di Bathuele, padre di tua genitrice, e quindi prenditi una moglie delle figlie di Laban tuo zio.3E Dio onnipotente ti benedica, e ti faccia crescere, e ti moltiplichi; onde tu sii capo di una turba di popoli.4E dia egli le benedizioni di Abramo a te, e alla tua stirpe dopo di te; onde tu sii padrone della terra, dove sei pellegrino, promessa da lui al tuo nonno.5Licenziatosi Giacobbe da Isacco, si partì, e giunse nella Mesopotamia di Siria alla casa di Laban, figliuolo di Bathuele Siro, fratello di Rebecca sua madre.6Ma veggendo Esaù, come il padre suo avea benedetto Giacobbe, e lo avea mandato nella Mesopotamia di Siria a prendervi moglie, e come dopo la benedizione gli avea dato quest'ordine dicendo: Non prenderai in moglie alcuna delle figlie di Chanaan:7E come obbedendo Giacobbe a' suoi genitori, era andato nella Siria:8Avendo ancora sperimentato, che non di buon occhio vedeva il padre suo le figlie di Chanaan:9Andò alla casa d'Ismaele, e prese moglie, oltre quelle che prima avea, Maheleth, figliuola d'Ismaele, figliuolo di Abramo, sorella di Nabajoth.10Ma Giacobbe partito da Bersabee, andava verso Haran.11E arrivato in un certo luogo, e volendo ivi riposare dopo il tramontare del sole, prese una delle pietre, che erano per terra, e se la pose sotto del capo, e nel luogo stesso si addormentò.12E vide in sogno una scala appoggiata alla terra, la cui sommità toccava il cielo: e gli Angeli di Dio, che salivano per essa, e scendevano,13E il Signore appoggiato alla scala, il quale a lui diceva: Io sono il Signore Dio di Abramo tuo padre, e Dio d'Isacco: la terra, in cui tu dormi, la darò a te, e alla tua stirpe.14E la tua stirpe sarà come la polve della terra: ti dilaterai a occidente, e ad oriente, e a settentrione, e a mezzo giorno, e IN TE, e nel seme tuo SARAN BENEDETTE tutte le tribù della terra.15E io sarò tuo custode, in qualunque luogo anderai: e ti ricondurrò in questo paese: e non ti lascerò senza avere adempiuto tutto quello che ho detto.16E svegliatosi Giacobbe dal sonno, disse: Veramente il Signore è in questo luogo, e io nol sapeva.17E pien di paura: Quanto è terribile, diss'egli, questo luogo! non è qui altra cosa, se non la casa di Dio, e la porta del cielo.18Alzatosi adunque al mattino Giacobbe, prese la pietra, che avea posta sotto il suo capo, e la eresse in monumento, versandovi sopra dell'olio.19E alla città, che prima chiamavasi Luza, diede il nome di Bethel.20Fece ancora voto, dicendo: Se il Signore sarà con me, e sarà mio custode nel viaggio da me intrapreso, e mi darà pane da mangiare, e veste da coprirmi,21E tornerò felicemente alla casa del padre mio, il Signore sarà mio Dio,22E questa pietra alzata da me per monumento, avrà il nome di casa di Dio: e di tutte le cose, che darai a me, ti offerirò la decima.

Note:

28,2:Ma parti, e va ec. I LXX, sorgi, fuggi. Vedi Osea XII. 12. Sap. X. 10.

28,4:E dia egli le benedizioni di Abrahamo a te, e alla tua stirpe ec. Così le promesse di Dio concernenti il dominio della terra di Chanaan, la moltiplicazione della stirpe, e (quello che ogni altra felicità sorpassa) il Cristo. che da questa stirpe dovea nascere, queste promesse fatte ad Abrahamo o ad Isacco sono appropriate a Giacobbe, e ai discendenti di Giacobbe, come osserva S. Agostino de civ. XVI. 38.

28,9:Andò alla casa d'Ismaele. Ismaele era già morto quattordici anni prima. Con questo nuovo matrimonio sembra, che Esau cerchi di riacquistare la grazia de' genitori; ma per picca verso il fratello, che era andato a cercare una moglie della casa di Nachor, egli va a prendere una figliuola di Ismaele. Mahelcth è chiamata altrove Basemath. Vedesi Genesi XXXVI. 3.

28,12-13:Vide una scala appoggiata alla terra ec. E il Signore appoggiato alla scala ec. In questa scala, secondo la più ordinaria sposizione, si ha una immagine della Providenza divina; onde in capo di essi vedesi Dio. Gli Angeli, che salgono e scendono, sono i Ministri ed esecutori della Providenza. Volle Dio con questa visione consolare Giacobbe, il quale fuggiasco dalla casa dei genitori per timor del fratello, coll'animo pieno di tristezza riposava sopra di un sasso. A lui dunque fa vedere questa scala, che va fino al cielo; gli fa vedere gli Angeli, che per ordine di Dio si adoperano a benefizio e consolazione dei giusti: e gli fa vedere Dio stesso protettore e rimuneratore della virtù. Ma forse con più ragione diremo che per questa scala lo Spirito santo volle significare l'incarnazione del verbo di Dio, il quale dovea nascere di Giacobbe, e scendere per vari gradi e generazioni fino alla terra, quando lo stesso Verbo fu fatto carne, e il cielo riuni colla terra, e le somme alle intime cose, e l'uomo congiunse con Dio. Scendono ad annunziare si gran novità gli Angeli e salgono a riportare i ringraziamenti e le benedizioni, che a Dio danno i giusti per un'opera così grande. Qual consolazione all'afflitto e ramingo Giacobbe il vedere adombrato sotto i suoi occhi un mistero si grande, vedere il Cristo, che dovea nascere del suo sangue, e nel quale tutte le promesse di Dio fatte a lui, e a tutti i suoi padri doveano avere il pieno e perfetto loro adempimento!
La terra, in cui tu dormi ec. Giacobbe era tuttora nel paese di Chanaan, ma presso ai confini.
A te, e alla tua stirpe. Vuol dire a te, o sia alla tua stirpe; perocchè la particella e molte volte è esplicativa.

28,14:E IN TE, e nel seme tuo SARAN BENEDETTE ec. Anche questo parole debbono intendersi nella stessa maniera: IN TE, osia nel seme tuo: il quale seme è Cristo. Cosi Dio viene qui egli stesso colle parole ad esporre al Patriarca quello, che avea voluto dimostrare col simbolo della misteriosa scala.

28,16:Svegliatosi... disse: Veramente il Signore e in questo luogo. Giacobbe sveglia così colla mente piena di tutto quello che avea veduto, e udito, crede di essersi messo a dorire senza saperlo in un luogo consacrato al Signore; mentre ivi se gli era dato a vedere, e gli avea parlato con tanto amore.

28,17:Quanto è terribile... questo luogo! non è qui altra cosa, ec. Quanto venerabile e sacrosanto è questo luogo, dove Dio si fa vedere, come in sua casa, e dove mi è stata mostrata la mistica scala, per cui gli Angeli scendono, e salgono, e la via, e la porta dimostrano per entrare nel cielo! Questa via, e questa porta è Cristo, come dicemmo. Vedi Joan. X. 9. Non sarà inutile di osservare, come fin da quei tempi si degnò Dio d'illustrare certi luoghi con apparizioni, e miracoli, e favori a pro degli uomini.

28,18:La eresse in monumento, versandovi ec. Giacobbe alza in quel luogo la pietra per memoria sacra e religiosa del gran favore ivi ricevuto da Dio, e perciò unge con olio, la stessa pietra, come per consacrarla. La Chiesa cattolica prese quindi l'esempio della unzione sacra, colla quale a Dio si dedicano i suoi tempii egli altari. Giacobbe non si fa un idolo di questa pietra, né verun culto superstizioso le rende; ma la innalza soltantoin commemorazione delle grazie ivi ricevute da Dio. Vedi cap. XXXV. 3. Ma gl'idolatri, a' quali si vedo evidentemente, che passò la notizia di questo gran fatto, lo depravarono, e della pietà di Giacobbe si fecero argomento dell'antichissimo vituperoso culto, che da lor si rendette alle pietre, le quali furono chiamate Bethule dal luogo stesso di Bethel, dove lasciò Giacobbe il suo monumento. Alcune erano consacrate a Saturno, altre al sole, altre ad altri dei; e di esse raccontavano grandissime favole, come per esempio, che avessero vita e moto, rendessero oracoli, ec.

28,19:E alla città, che prima chiamavasi Luza, ec. il luogo prima chiamavasi Luza dalla copia de' mandarli, che vi si trovava, e lo stesso nome avea la città, o sia il borgo, presso il quale dormi Giacobbe; e questi al luogo, e alla città diede il nome di Bethel, cioè casa di Dio.

28,21-22:Il Signore sarà mio Dio, e questa pietra ec. Con queste parole il Signore sarà mio Dio. Giacobbe non promette a Dio il culto interiore ed esterno, secondo il quale egli lo avea per suo Dio fin dal primo momento della sua nascita; ma promette le speciali esteriori dimostrazioni di culto e di gratitudine, come l'erezione di un altare in quel luogo, l'offerta delle decime, ec.