Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Genesi 43


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I fratelli di Giuseppe con gran pena ottengono dal padre, che ritornando in Egitto con doni, e col doppio del denaro vada con essi anche Beniamino. Sono invitati a un convito, e tratto fuor di prigione Simeone, banchettano tutti con Giuseppe.

1Frattanto la fame vessava crudelmente tutta la terra.2E consumati i viveri, che aveano portati d'Egitto, disse Giacobbe a' suoi figli: Tornate a comprarci qualche poco da mangiare.3Rispose Giuda: Quell'uomo c'intimò con giuramento, dicendo: Non vedrete la mia faccia, se non menate con voi il fratello vostro più piccolo.4Se adunque tu vuoi mandarlo con noi, anderemo insieme, e compreremo quello che ti bisogna:5Se tu non vuoi, non andremo: perché quell'uomo, come abbiam detto più volte, ci ha intimato, e ha detto: Non vedrete la mia faccia senza il fratello vostro più piccolo.6Disse a lui Israele: Per mia sventura avete fatto sapere a colui, che avevate ancora un altro fratello.7Ma quelli risposero: Quell'uomo c'interrogò per ordine intorno a tutta la nostra stirpe: se il padre era vivo: se avevamo altro fratello; e noi gli rispondevamo a tenore delle sue ricerche: potevamo noi sapere, ch'ei fosse per dire: Conducete con voi il vostro fratello?8Disse ancor Giuda a suo padre: Manda con me il fanciullo, affinché partiamo, e possiamo salvar la vita, e non muoiamo noi, e i nostri pargoletti.9Io entro mallevadore pel fanciullo: fammene render conto: s'io nol riconduco, e nol rendo a te, sarò per sempre reo di peccato contro di te.10Se non fossimo stati a bada, saremmo già ritornati la seconda volta.11Disse adunque ad essi il padre loro Israele: Se bisogna così, fate quel che volete: prendete ne' vostri vasi de' frutti più lodati di questo paese; e portategli in dono a quell'uomo, un po' di resina, e di miele, e dello storace, e della mirra, e del terebinto, e delle mandorle.12Portate anche con voi il doppio del denaro; e riportate quello che avete trovato ne' sacchi, che forse non sia stato sbaglio.13Ma prendete ancora il vostro fratello, e andate a trovar quell'uomo.14E il mio Dio onnipotente vel renda propizio, e rimandi con voi quel vostro fratello, che ha nelle mani, e questo Beniamin. Io poi sarò come uomo rimaso privo di figliuoli.15Presero adunque quegli i doni, e il doppio del denaro, e Beniamin, e calarono in Egitto, e si presentarono a Giuseppe.16E quegli avendogli veduti, e insieme con essi Beniamin, diede ordine al suo maestro di casa, dicendo: Conduci costoro in casa, e uccidi le vittime, e prepara il convito: perocché questi mangeranno a mezzogiorno con me.17Fece egli quello che gli era stato imposto, e condusse coloro dentro la casa.18Ed ivi pieni di paura dicean tra di loro: Per ragion del denaro, che riportammo già ne' nostri sacchi, siam condotti qua dentro: volendo egli aggravarci con questa calunnia per ridurre violentemente in ischiavitù noi, e i nostri asini.19Per la qual cosa sulla stessa porta si accostarono al maestro di casa,20E dissero: Ti preghiamo, signore, che ci ascolti. Siam già venuti altra volta a comprar da vivere:21E compratone, giunti che fummo allo albergo aprimmo i nostri sacchi, e trovammo il denaro alla bocca dei sacchi, il quale abbiamo ora riportato dello stesso peso.22E abbiamo ancor portato altro denaro per comprare quello che ci bisogna: noi non sappiamo chi rimettesse quello nelle nostre borse.23Ma quegli rispose: Pace con voi, non temete: il vostro Dio, e il Dio del padre vostro ha posti que' tesori ne' vostri sacchi, perocché il denaro, che deste a me, lo ho io in buona moneta. E condussegli a veder Simeone.24Ed entrati che furono nella casa, portò dell'acqua, e lavarono i loro piedi, e diede da mangiare a' loro asini.25Ed eglino approntavano i regali, per quando fosse venuto Giuseppe a mezzo giorno: perocché avevano udito, come ivi doveano mangiare.26Entrò dunque Giuseppe in casa sua, e quelli offerirono a lui i doni, presentandoli colle loro mani, e lo adorarono inchinandosi fino a terra.27Ma egli, renduto loro benignamente il saluto, gl'interrogò dicendo: Il vecchio padre vostro, di cui mi parlaste, è egli sano? vive egli ancora?28Risposero: Sta bene il tuo servo il padre nostro; ei vive tuttora. E incurvatisi lo adorarono.29Ma Giuseppe alzati gli occhi vide Beniamin suo fratello uterino, e disse: È egli questi il fratel vostro più piccolo, di cui mi avevate parlato? E soggiunse: Abbia Dio misericordia di te, figlio mio.30E in fretta si ritirò, perché le viscere di lui si erano commosse a causa del suo fratello, e gli scappavano le lacrime: ed entrato in camera pianse.31E di poi lavatosi la faccia venne fuora, e si fe' forza, e disse: Portisi da mangiare.32E imbandita che fu la mensa a parte per Giuseppe ed anche a parte per gli Egiziani, che mangiavano insieme, e a parte pe' fratelli (perocché non è lecito agli Egiziani di mangiar cogli Ebrei, e profano credono tal convito),33Sederono alla destra di lui, il primogenito secondo la sua maggioranza, e il più piccolo secondo la sua età. E restavano maravigliati oltre modo,34Ricevendo le porzioni, che eran loro mandate da lui: e la porzione maggiore, che era cinque volte più grossa fu per Beniamino. E bevvero, e si esilararono con lui.

Note:

43,8:Manda con me il fanciullo. Gli Ebrei davano al figliuolo minore il nome di fanciullo senza badare all'età. Beniamin avea ventiquattro anni.

43,16:Uccidi le vittime, e prepara ec. Vittime son qui detti, come in altri luoghi, gli animali uccisi per farne banchetto. Ma dee riflettersi, che presso gli Ebrei anche prima della legge il sangue degli animali, che si uccidevano, era riserbato al Signore. Gen. IX. 4. 5.Quindi il motivo di dar il nome di vittima agli animali scontati per uso anche domestico. Nella legge poi fu comandato, che si conducessero alla porta del tabernacolo le bestie, che uno volca ammazzare per mangiarlo, Levit. XVII. 5. 6. 7.

43,18:Noi, e i nostri asini. Gli antichi contavano nella famiglia i più utili animali domestici. Cosi Esiodo mette in mezzo colla moglie e'l marito il bue oratore.

43,22:Nelle nostre borse. Dal versetto 35 del capo precedente, e da questo luogo intendiamo, come l'argento, o sia denaro contavasi a borse, come si fa anche in oggi in levante, e che in tante borse avean pagato i figliuoli di Giacobbe il grano comprato, e questo borse tali quali furono rimesse ne' loro sacchi; onde dove la volgata ha ligatas pecunias, che si è tradotto il denaro rinvolto, si potrebbe tradurre il denaro imborsato, il denaro nelle borse. Di queste borse e fatta menzione in Aggeo, cap. 1. 6.

43,23:Il denaro, che deste a me, lo ho io ec. Io ricevei il vostro denaro, e benché ve l'abbia renduto, lo tengo per pagato a me lealmente.

43,32:Non è lecito agli Egiziani di mangiar cogli Ebrei. Si sa, che gli Egiziani fuggivano di mangiare coi forestieri in generale; onde non è meraviglia, che credessero illecito di mangiar cogli Ebrei. Tralle varie cagioni, che sogliono addursi di questa loro ripugnanza, crederci, che la più vera fosse il sapersi dagli Egiziani, che le altre nazioni mangiavano di continuo certi animali, e altre cose, dalle quali si asteneva tutto l'Egitto, che lo adoravan come tante divinità. Quindi la generale proibizione di mangiare colle altre nazioni, riguardato da essi come impure, e sprezzatrici de' loro dei.

43,33:Restavano meravigliati ec. L'ordine, col quale erano stati fatti sedere ciascuno secondo la sua età, e l' umanità di Giuseppe e il cangiamento grande di scena li tenga quasi fuori di se.

43,34:Ricevendo le porzioni... la, porzione maggiore, ec. Giuseppe mandò ad ognuno dei fratelli la porzione secondo l'uso di quei tempi. Ne'conviti generalmente davansi da colui, che era il capo di tavola, le porzioni uguali a ciascuno dei comitati; ma alle persone di maggior conto si dava la porzione più grossa. Così fece Giuseppe riguardo a Beniamino.
Bevvero e si esilararono. Letteralmente s'inebriarono; ma dee intendersi nel modo, che abbiamo tradotto, perché non può supporsi veruna intemperanza nei fratelli, che mangiavano in un tal luogo, e dinanzi a un Signore cosi grande non conosciuto per loro fratello, e in tali circostanze. Nello stesso senso è usato il verbo inebriarsi in altri luoghi della scrittura. Vedi Cant. V. I. Agg. I. 6., Joan. V. 10.