Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Genesi 27


font

Giacobbe consigliato dalla madre ottiene la benedizione in luogo di Esaù; e per metterlo al coperto dall'ira di lui, la madre lo esorta a ritirarsi ad Haran presso di Laban.

1Ma Isacco era invecchiato, e se gli era infiacchita la vista, e non poteva vedere: e chiamò il figlio suo maggiore Esaù, e gli disse: Figliuol mio? E quegli rispose: Eccomi qui.2A cui il padre: Tu vedi, disse, che io son vecchio, e non so il giorno della mia morte.3Prendi le tue armi, il turcasso, e l'arco, e va' fuori: e quando avrai preso qualche cosa alla caccia,4Fammene una pietanza nel modo, che sai, che a me piace, e portamela, perché io la mangi: e l'anima mia ti benedica avanti che io muoia.5La qual cosa avendo udito Rebecca, ed essendo quegli andato alla campagna per fare il comando del padre,6Disse ella a Giacobbe suo figliuolo: Ho sentito tuo padre parlare con Esaù tuo fratello, e dirgli:7Portami della tua cacciagione, e fammi una pietanza, perché io la mangi, e ti benedica dinanzi al Signore prima di morire:8Ora dunque, figliuol mio, attienti al mio consiglio:9E va' alla greggia, e portami due de' migliori capretti, affinché io faccia pel tuo padre le pietanze, delle quali con piacere si ciba:10Le quali quando tu avrai portate a lui, ed egli le avrà mangiate, ti benedica prima di morire.11Le rispose egli: Tu sai che Esaù mio fratello è peloso, ed io senza un pelo.12Se mio padre viene a palpeggiarmi, e mi riconosce, temo, che ei non si pensi, che io abbia voluto burlarlo, onde io mi tiri addosso la maledizione in cambio della benedizione.13La madre a lui: Sia sopra di me, disse, questa maledizione, figliuol mio: solamente fa' a modo mio, e va' tosto, e porta quello che ho detto.14Andò, e portò, e diede alla madre. Ella condizionò le pietanze, come sapeva esser di genio del padre di lui.15E lo rivestì delle vesti migliori di Esaù, le quali ella teneva in casa presso di sé:16E le mani di lui involse colle delicate pelli de' capretti, e ne ricoprì la parte nuda del collo.17E diede (a lui) le pietanze, e i pani, che ella avea cotti.18I quali avendo egli portati dentro, disse: Padre mio? E quegli rispose: Che vuoi? Chi sei tu, figliuol mio?19E Giacobbe disse: Io sono il tuo primogenito Esaù: ho fatto quel che m'hai comandato: alzati, siedi, e mangia della mia cacciagione, affinché l'anima tua mi benedica.20E soggiunse Isacco al figliuol suo: Come, figliuol mio, hai potuto trovare così presto? Egli rispose: Fu volere di Dio, ch'io tosto m'imbattessi in quello ch'io bramava.21E Isacco disse: Appressati qua, ch'io ti tocchi, figliuol mio, e riconosca, se tu sei, o no il figliuol mio Esaù.22S'appressò egli al padre, e quando l'ebbe palpato, disse Isacco: La voce veramente ella è la voce di Giacobbe, ma le mani sono quelle di Esaù.23E nol riconobbe perché le mani pelose eran del tutto simili a quelle del maggiore. Benedicendolo adunque,24Disse: Tu sei il figliuol mio Esaù? Rispose: Io sono.25E quegli: Dammi, disse, figliuol mio, le pietanze di tua cacciagione, affinché l'anima mia ti benedica. Portate le quali, e mangiate, (Giacobbe) gli presentò anche il vino, e bevuto che l'ebbe,26Disse a lui: Accostati a me, figliuol mio, e dammi un bacio.27Si appressò, e baciollo. E tosto che egli sentì la fragranza delle sue vestimenta, benedicendolo disse: Ecco l'odore del figliuol mio è come l'odore di un campo ben fiorito e benedetto dal Signore.28Dia a te il Signore la rugiada del cielo, e la pinguedine della terra, e l'abbondanza di frumento, e di vino;29E servi a te sieno i popoli, e ti adorino le tribù: sii tu il signore de' tuoi fratelli, e s'inchinino dinanzi a te i figliuoli della tua madre. Chi ti maledirà, sia egli maledetto; e chi ti benedirà, sia di benedizioni ricolmo.30Appena avea Isacco finite queste parole: e Giacobbe se n'era andato, quando arrivò Esaù.31E le pietanze di sua cacciagione cucinate portò al padre suo, dicendo: Alzati, padre mio, e mangia della caccia del figliuol tuo; affinché l'anima tua mi benedica.32E Isacco gli disse: Ma chi sei tu? Rispose egli: Io sono il figliuol tuo primogenito Esaù,33Inorridì per grande stupore Isacco: e oltre ogni credere stupefatto disse: Chi è adunque colui, il quale già a me portò la presa cacciagione, e io di tutto mangiai prima che tu venissi? e io l'ho benedetto, e benedetto sarà.34Udito il discorso del padre, ruggì Esaù, e diè grande strido, e costernato disse: Da' la benedizione anche a me, padre mio.35Disse egli: Venne con astuzia il tuo fratello, e si prese la tua benedizione.36Ma quegli soggiunse: Con giustizia fu a lui posto nome Giacobbe: imperocché ecco che per la seconda volta egli mi ha soppiantato: mi tolse già la mia primogenitura, e di nuovo la mia benedizione mi ha tolto. E di nuovo disse al padre: Non hai tu, o padre, serbata benedizione anche per me?37Rispose Isacco: Io lo ho costituito tuo signore, e ho soggettati al suo servaggio tutti i suoi fratelli: lo ho fatto forte a frumento, e a vino: e dopo di ciò, che farò io ancora per te, figlio mio?38Disse a lui Esaù: Hai tu, o padre, sol una benedizione? benedici, ti prego, anche me. E piangendo egli, e urlando altamente,39Commosso Isacco gli disse: Nella pinguedine della terra, e nella rugiada di su dal cielo40Sarà la tua benedizione. Viverai della spada, e sarai servo del tuo fratello: e tempo verrà, che tu scuoterai, e scioglierai dal tuo collo il suo giogo.41Esaù adunque avea sempre in odio Giacobbe per la benedizione, che questi avea ricevuto dal padre; e disse in cuor suo: Verranno i giorni del lutto pel padre mio, e io ammazzerò Giacobbe mio fratello.42Fu ciò riferito a Rebecca: la quale mandò a chiamare Giacobbe suo figlio, e gli disse: Ecco che Esaù tuo fratello minaccia d'ucciderti.43Or adunque, figlio mio, credi a me, e fuggi tosto a casa di Laban mio fratello in Haran:44E con lui ti starai per un poco di tempo, fintantoché si ammansisca il furore di tuo fratello;45E passi la sua iracondia, e si scordi delle cose, che tu gli hai fatte: poscia io manderò chi di là ti riconduca in questo luogo. Perché dovrò io perdere tutti due i figli miei in un sol giorno?46E disse Rebecca ad Isacco: Mi viene a noia la vita a causa di queste figliuole di Heth. Se Giacobbe prende una moglie della razza di questo paese, io non voglio più vivere.

Note:

27,1:Era invecchiato. Egli avea allora cento trentasette anni, e Giacobbe ne avea settantasette.
Se gli era infiacchita la vista, ec. Fosse per malattia, o per ragion dell'età, egli avea perduto la vista; cosi disponendo pe' suoi altissimi fini la Previdenza. Non sappiamo, se nei quarantatrè anni, ch'ei sopravvisse, gli fosse renduto il lume degli occhi. Isacco adunque ridotto in tale stato fu mosso interiormeme da Dio a fare quello, che vedremo.

27,7:Dinanzi al Signore. Alla presenza di Dio, e colla autorità datami da Dio. Osservisi in questo luogo, quanto ammirabile sia Dio nell'eseguire i suoi disegni, e adempir le promesse. Esau non fu mai più sicuro di adesso della benedizione del padre: Giacobbe non ebbe mai minor motivo di sperare d'esser egli il benedetto; contuttociò Esau perde la benedizione, e Giacobbe la guadagna in suo luogo. Ma qual benedizione volea Isacco dare ad Esau? Volea egli forse opporsi all'espressa dichiarazione di Dio, il quale avea detto: il maggiore servirà al minore? Alcuni sciolgono questa difficoltà con dire, che ad Isacco non fosse nota questa dichiarazione: ma non è così facile a concepirsi, che Rebecca avesse tenuta per tanto tempo una tal cosa occulta al marito; e non è nemmeno credibile, che Isacco ignorasse la vendita de' diritti di primogenitura fatta da Esau a favor di Giacobbe. Sembra adunque piuttosto da dirsi, che Isacco vicino com'ei credevasi, a morire, determinasse di benedire Esau, seguitando l'ordine della natura; e di regolarsi dipoi, quanto a' termini della benedizione, secondo l'ispirazione di Dio. Può anch'essere, ch'egli pensasse, che la parola di Dio dovesse aver suo effetto non riguardo ai due fratelli, ma solo riguardo a' loro discendenti.

27,13:Sia sopra di me questa maledizione. Parla cosi non per disprezzo della maledizione d'Isacco; ma per quella interna certezza, che ella avea del buon esito del suo disegno; certezza fondata sulle promesse di Dio.

27,15:E lo rivestì delle vesti migliori di Esau, le quali ec. Gli Ebrei presso S. Girolamo, e dietro ad essi alcuni interpreti credono, che queste vesti fossero non vesti comuni; porocchè questo è da credere, che fossero sotto la custodia delle mogli di Esau; ma dicono, che fossero le vetimenta, delle quali si serviva Esau, quando in qualità di primogenito offeriva i sacrifizj; le quali perciò, come cosa sacra erano dalla madre di famiglia serbate in case odorose: irriperocchè non a caso è stato notato, che queste vesti le avea Rebecca presso di se in casa, ovvero nella cassa, come potrebbe tradursi, vedendosi, che le casse d'avorio piene di odori, nelle quali conservavansi le vesti, sono chiamate casse d'avorio nel Salmo 44. vers. 10.

27,19:Io sono il tuo primogenito Esau. Sono qui divisi i padri, e gl'lnterpreti, alcuni biasimando assolutamente Giacobbe, altri difendendolo o in tutto, o in parte. Ecco adunque in poche parole quello che può servire a giudicare di questo fatto.
In primo luogo. La menzogna è sempre illecita, ed è sempre di natura sua un peccato, come egregiamente dimostra S. Agostino.
In secondo luogo. Giacobbe mentì e colle parole e coi fatti; perocchè e colle parole e coi fatti procurò e ottenne di farsi credere Esau.
In terzo luogo. La ragion del mistero riconosciuto da tutta la Chiesa in questo avvenimento non senso la bugia di Giacobbe: imperocche quantunque Dio e lo Spirito santo siasi servito dell'inganno fatto al patriarca per adombrare e predire un grandissimo arcano; l'inganno però, e la falsità di Giacobbe non cangiano perciò di natura, come da tanti altri fatti apparisce, nei quali il mistero per essi significato non toglie la colpa; cosi l'incesto di Thamar, ec.
In quarto luogo. Posto però, che Giacobbe uomo semplice e schietto non fa altro, che obbedire alla madre, persuaso, che secondo il volere di Dio i diritti di primogenito a lui appartengano, e che sopra di questi avea egli acquistata nuova ragione colla rinunzia e, la vendita fattane a lui dal fratello, mi sembra perciò potersi dire non solamente, che l'inganno usato da Giacobbe non essendo nè dannoso, nè ingiurioso ad alcuno, poté essere colpa meramente leggera; ma ancora, che poste le circostanze già dette, poté ed egli e Rebecca creder lecita la menzogna, e l'inganno come usan soltanto a vendicare quello, che era già suo. Se tanti grandi uomini celebri per virtù e per dottrina nella Chiesa cristiana hanno potuto credere esente da colpa e Giacobbe e Rebecca, sembrò potersi dire, che molto più poté l'uno e l'altra credere, benché erroneamente, lecito quello, che l'una consigliò, e l'altro esegui.

27,27:Sentì la fragranza delle sue vestìmenta, ec. Abbiamo detto di sopra, che queste vesti erano custodite in casse piene di odori. Vedi oltre il Salmo 44. Cant. IV. II. E generalmente gli antichi amavano le vesti profumate di odori. Vedi Plin. lib. XXI. cap. 19. XII. 3.

27,28:Dio a te il Signore la rugiada del cielo, ec. Avendo paragonato il figliuolo a un campo ben fiorito e benedetto da Dio, persistendo in quella similitudine, Isacco domanda a Dio, che dia' al figliuolo la rugiada del cielo: perché nella Palestina, non piovendo per lo più, se non circa il settembre, e circa l'aprile, le piante e l'erba sono nei tempi di mezzo bagnate dalle copiose rugiade. Vedi Jud. VI. 38.

27,29:Servi a te siano i popoli, e ti adorino le tribù. I LXX leggono: siano a te servi i popoli e ti adorino i principi.
Sii tu il Signore dei tuoi fratelli ec. Nelle parole precedenti possono intendersi i popoli e i regni stranieri, che saranno soggetti ai discendenti di Giacobbe; in queste i posteri di Esau e quelli di Agar, e quelli di Cetura.

27,33:Inorridì per grande stupore ec. I LXX Uscì fuor di se per una grande estasi: e in questa grande estasi, dice S. Agostino, che gli fu svelato tutto il mistero, ed ebbe cognizione dei decreti di Dio: ciò ben si conosce dal raffermare, ch'egli fa immediatamente la benedizione già dato: io l'ho benedetto, e benedetto sarà: e ciò in un tempo, in cui pareva, che piuttosto dovesse accendersi d'ira contro chi lo avea ingannato, e ritrattare quello, che avea fatto per ignoranza. Non si può qui non riconoscere il dito di Dio, e l'operazione del suo spirito nel cuore d'Isacco.

27,34-38:(Versetti 34-38) Ruggì Esau, e diè grande stride, ec. A queste parole allude l'Apostolo, quando dice, che Esau non trovò luogo a penitenza, benchè con lagrime la ricercasse. Hebr. XII. 17. Vedi le note in questo luogo.

27,39:Nella pinguedine della terra, e nella rugiada, ec. Avrai una terra fertile,e renduta vie pìù feconda della rugiade del cielo. I monti di Seir erano molto fertili, Gen. XXVI. 6. 8., e furon di Esau Jud. XIV. 4. Ma questa fu la minima delle benedizioni date a Giacobbe.

27,40:Viverai della spada. Predice lo spirito feroce e guerriero degl'Idumei discendenti di Esau. Intorno al che vedi Giuseppe de Bel. lib. VI. cap. V.
Sarai servo del tuo fratello: e tempo verrà, ec. Gl'Idumei furon soggetti a' re di Giuda da David fino a Joram. Vedi 4. Reg. VIII. 20. Al tempo di Joram si ribellarono e si crearono un re. Egli è da notare, come la benedizione stessa data ad Esau è una confermazione di quella che avea avuta Giacobbe.

27,41:Verranno i giorni del lutto pel padre mio, ec. Può significare primo: Verrà il tempo, che mio Padre morra, e si farà duolo per lui, e allora io ammazzerò mio fratello; ovvero: Verrà il tempo che mio padre avrà da piangere per quel, ch' egli ha fatto in favor di Giacobbe, perché io ucciderò Giacobbe, e il padre morrà di dolore. I LXX, leggono: Vengano presto i giorni del lutto del padre mio. Ho tradotto in guisa da lasciar luogo al doppio senso. Dal versetto 42. 45. apparisce che Rebecca credette Esau disposto a uccidere Giacobbe alla prima occasione.

27,65:Perché dovrò io perdere ambedue i figli miei in un sol giorno? Ucciso l'uno, l'altro sarà costretto ad andare ramingo, onde io resterò senza figli.

27,66:Mi viene a noia la vita a causa di questo ec. Ecco un altro gran motivo, per cui Rebecca spinge Giacobbe ad andare nella Mesopotamia; affinchè egli prenda ivi per moglie una fanciulla della sua stirpe, i costumi della quale convengano a lei più, che quelli delle moglie di Esau.