Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Giobbe 31


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BIBBIA CEI 2008DIODATI
1 Ho stretto un patto con i miei occhi,
di non fissare lo sguardo su una vergine.
1 Io avea fatto patto con gli occhi miei; Come dunque avrei io mirata la vergine?
2 E invece, quale sorte mi assegna Dio di lassù
e quale eredità mi riserva l’Onnipotente dall’alto?
2 E pur quale è la parte che Iddio mi ha mandata da alto? E quale è l’eredità che l’Onnipotente mi ha data da’ luoghi sovrani?
3 Non è forse la rovina riservata all’iniquo
e la sventura per chi compie il male?
3 La ruina non è ella per lo perverso, E gli accidenti strani per gli operatori d’iniquità?
4 Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
4 Non vede egli le mie vie? E non conta egli tutti i miei passi?
5 Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
5 Se io son proceduto con falsità, E se il mio piè si è affrettato alla fraude,
6 mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconosca la mia integrità.
6 Pesimi pure Iddio con bilance giuste, E conoscerà la mia integrità.
7 Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguìto i miei occhi,
se la mia mano si è macchiata,
7 Se i miei passi si sono stornati dalla diritta via, E se il mio cuore è ito dietro agli occhi miei, E se alcuna macchia mi è rimasta attaccata alla mano;
8 io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
8 Semini pure io, e un altro se lo mangi; E sieno diradicati i miei rampolli
9 Se il mio cuore si lasciò sedurre da una donna
e sono stato in agguato alla porta del mio prossimo,
9 Se il mio cuore è stato allettato dietro ad alcuna donna, E se io sono stato all’agguato all’uscio del mio prossimo;
10 mia moglie macini per un estraneo
e altri si corichino con lei;
10 Macini pur la mia moglie ad un altro, E chininsi altri addosso a lei.
11 difatti quella è un’infamia,
un delitto da denunciare,
11 Perciocchè quello è una scelleratezza, Ed una iniquità da giudici.
12 quello è un fuoco che divora fino alla distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
12 Conciossiachè quello sarebbe stato un fuoco Che mi avrebbe consumato fino a perdizione, E avrebbe diradicata tutta la mia rendita.
13 Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
13 Se io ho disdegnato di comparire in giudicio col mio servitore, E con la mia servente, Quando hanno litigato meco;
14 che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare,
e che cosa risponderei, quando aprisse l’inquisitoria?
14 E che farei io, quando Iddio si leverà? E quando egli ne farà inchiesta, che gli risponderei?
15 Chi ha fatto me nel ventre materno,
non ha fatto anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel grembo?
15 Colui che mi ha fatto nel seno non ha egli fatto ancora lui? Non è egli un medesimo che ci ha formati nella matrice?
16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano,
se ho lasciato languire gli occhi della vedova,
16 Se io ho rifiutato a’ poveri ciò che desideravano, Ed ho fatti venir meno gli occhi della vedova;
17 se da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse anche l’orfano
17 E se ho mangiato tutto solo il mio boccone, E se l’orfano non ne ha eziandio mangiato;
18 – poiché fin dall'infanzia come un padre io l’ho allevato
e, appena generato, gli ho fatto da guida –,
18 Conciossiachè dalla mia fanciullezza esso sia stato allevato meco, Come appresso un padre; Ed io abbia dal ventre di mia madre avuta cura della vedova;
19 se mai ho visto un misero senza vestito
o un indigente che non aveva di che coprirsi,
19 Se ho veduto che alcuno perisse per mancamento di vestimento, E che il bisognoso non avesse nulla da coprirsi;
20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi,
riscaldàti con la lana dei miei agnelli,
20 Se le sue reni non mi hanno benedetto, E se egli non si è riscaldato con la lana delle mie pecore;
21 se contro l’orfano ho alzato la mano,
perché avevo in tribunale chi mi favoriva,
21 Se io ho levata la mano contro all’orfano, Perchè io vedeva chi mi avrebbe aiutato nella porta;
22 mi si stacchi la scapola dalla spalla
e si rompa al gomito il mio braccio,
22 Caggiami la paletta della spalla, E sia il mio braccio rotto, e divelto dalla sua canna.
23 perché mi incute timore il castigo di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
23 Perciocchè io avea spavento della ruina mandata da Dio, E che io non potrei durar per la sua altezza
24 Se ho riposto la mia speranza nell’oro
e all’oro fino ho detto: “Tu sei la mia fiducia”,
24 Se ho posto l’oro per mia speranza; E se ho detto all’oro fino: Tu sei la mia confidanza;
25 se ho goduto perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano,
25 Se mi son rallegrato perchè le mie facoltà fosser grandi, E perchè la mia mano avesse acquistato assai;
26 se, vedendo il sole risplendere
e la luna avanzare smagliante,
26 Se ho riguardato il sole, quando risplendeva; E la luna facendo il suo corso, chiara e lucente;
27 si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
27 E se il mio cuore è stato di nascosto sedotto, E la mia bocca ha baciata la mia mano;
28 anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare,
perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto.
28 Questa ancora è una iniquità da giudici; Conciossiachè io avrei rinnegato l’Iddio disopra.
29 Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico?
Ho esultato perché lo colpiva la sventura?
29 Se mi son rallegrato della calamità del mio nemico, Se mi son commosso di allegrezza, quando male gli era sopraggiunto,
30 Ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurandogli la morte con imprecazioni?
30 Io che non pure ho recato il mio palato a peccare, Per chieder la sua morte con maledizione;
31 La gente della mia tenda esclamava:
“A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?”.
31 Se la gente del mio tabernacolo non ha detto: Chi ci darà della sua carne? Noi non ce ne potremmo giammai satollare….
32 All’aperto non passava la notte il forestiero
e al viandante aprivo le mie porte.
32 Il forestiere non è restato la notte in su la strada; Io ho aperto il mio uscio al viandante
33 Non ho nascosto come uomo la mia colpa,
tenendo celato nel mio petto il mio delitto,
33 Se io ho coperto il mio misfatto, come fanno gli uomini, Per nasconder la mia iniquità nel mio seno…
34 come se temessi molto la folla
e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse,
tanto da starmene zitto, senza uscire di casa.
34 Quantunque io potessi spaventare una gran moltitudine, Pure i più vili della gente mi facevano paura, Ed io mi taceva, e non usciva fuor della porta.
35 Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L’Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
35 Oh! avessi io pure chi mi ascoltasse! Ecco, il mio desiderio è Che l’Onnipotente mi risponda, O che colui che litiga meco mi faccia una scritta;
36 vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
36 Se io non la porto in su la spalla, E non me la lego attorno a guisa di bende.
37 Gli renderò conto di tutti i miei passi,
mi presenterei a lui come un principe».
37 Io gli renderei conto di tutti i miei passi, Io mi accosterei a lui come un capitano.
38 Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono a una sola voce,
38 Se la mia terra grida contro a me, E se parimente i suoi solchi piangono;
39 se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare i suoi coltivatori,
39 Se ho mangiati i suoi frutti senza pagamento, E se ho fatto sospirar l’anima de’ suoi padroni;
40 ]Sono finite le parole di Giobbe.40 In luogo del grano nascami il tribolo, E il loglio in luogo dell’orzo. Qui finiscono i ragionamenti di Giobbe