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Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Isaia 17


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1Oracolo su Damasco.
Ecco, Damasco cesserà di essere una città,
diverrà un cumulo di rovine.
2Le città di Aroèr saranno abbandonate;
saranno pascolo delle greggi,
che vi riposeranno senza esserne scacciate.
3A Èfraim sarà tolta la cittadella,
a Damasco la sovranità.
Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte
della gloria degli Israeliti.
Oracolo del Signore degli eserciti.
4In quel giorno verrà ridotta la gloria di Giacobbe
e la pinguedine delle sue membra dimagrirà.
5Avverrà come quando il mietitore
prende una manciata di steli,
e con l’altro braccio falcia le spighe,
come quando si raccolgono le spighe
nella valle dei Refaìm.
6Vi resteranno solo racimoli,
come alla bacchiatura degli ulivi:
due o tre bacche sulla cima dell’albero,
quattro o cinque sui rami da frutto.
Oracolo del Signore, Dio d’Israele.
7In quel giorno si volgerà l’uomo al suo creatore e i suoi occhi guarderanno al Santo d’Israele.8Non si volgerà agli altari, lavoro delle sue mani; non guarderà ciò che fecero le sue dita, i pali sacri e gli altari per l’incenso.
9In quel giorno avverrà alle tue fortezze
come alle città abbandonate,
che l’Eveo e l’Amorreo evacuarono
di fronte agli Israeliti
e sarà una desolazione.
10Perché hai dimenticato Dio, tuo salvatore,
e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza,
tu pianti giardini ameni
e innesti tralci stranieri.
11Nel giorno in cui li pianti, li vedi crescere
e al mattino vedi fiorire i tuoi semi,
ma svanirà il raccolto nel giorno della sventura
e del dolore insanabile.
12Ah, il tumulto di popoli immensi,
tumultuanti come il tumulto dei mari,
fragore di nazioni
come lo scroscio di acque che scorrono veementi!
13Le nazioni fanno fragore
come il fragore di molte acque,
ma egli le minaccia, esse fuggono lontano;
come pula sono disperse sui monti dal vento
e come vortice di polvere dinanzi al turbine.
14Alla sera, ecco, era tutto uno spavento,
prima del mattino, già non è più.
Questo è il destino di chi ci depredava
e la sorte di chi ci saccheggiava.

Note:

Is 17,1:Oracolo su Damasco: malgrado questo titolo, Damasco è presa in considerazione solo nella prima strofa e in parallelo con Israele che sarà il soggetto delle strofe seguenti. L'oracolo può datare dal 735 circa, quando Damasco e Israele erano alleati contro Giuda (cf. Is 7,1+). Damasco sarà presa da Tiglat-Pilèzer nel 732 e Samaria da Sargon nel 721.

Is 17,2:Le sue borgate saranno abbandonate: secondo il gr.; l'ebr. ha: «(saranno) abbandonate le borgate d'Aroer»; ma si conoscono solo due Aroer: uno in Moab, sull'Arnon, l'altro nel territorio di Gad, dunque molto lontano da Damasco.

Is 17,5:il mietitore: conget.; il TM ha: «la messe».

Is 17,7-8:I vv 7-8, che annunziano una conversione, sembrano un'aggiunta a questo oracolo di sventura.

Is 17,9:come alle città abbandonate: BJ traduce: «come lo furono i boschi e le selve». Invece dei boschi e delle selve, il greco, seguito da BC, parla di amorréi e di evéi, vinti dagli israeliti al momento della conquista di Canaan. E possibile che sia il testo primitivo. In ogni caso, l'invasione attuale è messa in parallelo con la gloriosa conquista del paese, sotto Giosuè.

Is 17,10:piante amene: allusione ai «giardini di Adonide», piantagioni effimere che si facevano spuntare in onore del dio della vegetazione, Adonide-Tammuz (cf. Ez 8,14).

Is 17,12-14:I vv 12-14 devono riferirsi all'invasione di Sennàcherib e alla liberazione di Gerusalemme nel 701 (confrontare Is 29,5-7 e Is 37,36).