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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Isaia 42


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1Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
2Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
3non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
4Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
5Così dice il Signore Dio,
che crea i cieli e li dispiega,
distende la terra con ciò che vi nasce,
dà il respiro alla gente che la abita
e l’alito a quanti camminano su di essa:
6«Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
7perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.
8Io sono il Signore: questo è il mio nome;
non cederò la mia gloria ad altri,
né il mio onore agli idoli.
9I primi fatti, ecco, sono avvenuti
e i nuovi io preannuncio;
prima che spuntino,
ve li faccio sentire».
10Cantate al Signore un canto nuovo,
lodatelo dall’estremità della terra;
voi che andate per mare e quanto esso contiene,
isole e loro abitanti.
11Esultino il deserto e le sue città,
i villaggi dove abitano quelli di Kedar;
acclamino gli abitanti di Sela,
dalla cima dei monti alzino grida.
12Diano gloria al Signore
e nelle isole narrino la sua lode.
13Il Signore avanza come un prode,
come un guerriero eccita il suo ardore;
urla e lancia il grido di guerra,
si mostra valoroso contro i suoi nemici.
14«Per molto tempo ho taciuto,
ho fatto silenzio, mi sono contenuto;
ora griderò come una partoriente,
gemerò e mi affannerò insieme.
15Renderò aridi monti e colli,
farò seccare tutta la loro erba;
trasformerò i fiumi in terraferma
e prosciugherò le paludi.
16Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono,
li guiderò per sentieri sconosciuti;
trasformerò davanti a loro le tenebre in luce,
i luoghi aspri in pianura.
Tali cose io ho fatto e non cesserò di fare».
17Retrocedono pieni di vergogna
quanti sperano in un idolo,
quanti dicono alle statue: «Voi siete i nostri dèi».
18Sordi, ascoltate,
ciechi, volgete lo sguardo per vedere.
19Chi è cieco, se non il mio servo?
Chi è sordo come il messaggero che io invio?
Chi è cieco come il mio privilegiato?
Chi è cieco come il servo del Signore?
20Hai visto molte cose, ma senza farvi attenzione,
hai aperto gli orecchi, ma senza sentire.
21Il Signore si compiacque, per amore della sua giustizia,
di dare una legge grande e gloriosa.
22Eppure questo è un popolo saccheggiato e spogliato;
sono tutti presi con il laccio nelle caverne,
sono rinchiusi in prigioni.
Sono divenuti preda e non c’era un liberatore,
saccheggio e non c’era chi dicesse: «Restituisci».
23Chi fra voi porge l’orecchio a questo,
vi fa attenzione e ascolta per il futuro?
24Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio,
Israele ai predoni?
Non è stato forse il Signore contro cui peccò,
non avendo voluto camminare per le sue vie
e non avendo osservato la sua legge?
25Egli, perciò, ha riversato su di lui
la sua ira ardente e la violenza della guerra,
che lo ha avvolto nelle sue fiamme
senza che egli se ne accorgesse,
lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione.

Note:

Is 42,1-9:Questo è il primo dei quattro «canti del servo» (Is 42,1-4; Is 42,5-9); Is 49,1-6; Is 50,4-9; Is 50,10-11; Is 52,13; Is 53,12), sui quali vedere l'introduzione ai profeti: Isaia. Alcuni fanno terminare questo primo canto nel v 7, altri già nel v 4. In questo poema, il servo è presentato come un profeta oggetto di una missione e di una predestinazione divina (v 6, cf. v 4; Ger 1,5) animato dallo Spirito (v 1) per insegnare a tutta la terra (v 1 e 3) con discrezione e fermezza (vv 2-4), malgrado le opposizioni. Ma la sua missione supera quella degli altri profeti, poiché egli stesso è alleanza e luce (v 6) e compie un'opera di liberazione e di salvezza (v 7).

Is 42,1:L'elezione del servo è accompagnata da una effusione dello Spirito, come per i capi carismatici dei tempi antichi, i Giudici (cf. Gdc 3,10+) e i primi re, Saul (1Sam 9,17 ; cf. Is 10,9-10) e Davide (1Sam 16,12-13 ; confrontare Is 11,1-2). - Il racconto del battesimo di Gesù (cf. Mt 3,16-17p) associa alla discesa dello Spirito una citazione che combina questo v e Sal 2,7 ; i vv 1-4 da Matteo (Mt 12,17-21) sono applicati a Gesù. - Precisando «Giacobbe, mio servo, ... Israele, mio eletto» (v 1), la versione greca testimonia, come la glossa di Is 49,3 , una tradizione ebraica che riconosceva nel servo la comunità di Israele, così designata in altri testi del Deutero-Isaia (cf. Is 41,8+).

Is 42,4:non si abbatterà: con i LXX e il Targum; il TM legge: «non correrà».

Is 42,6:ho formato o plasmato: termine uguale a quello usato in Gen 2,7 per descrivere come Jahve «modella o plasma» il corpo del primo uomo.

Is 42,8:il Signore, alla lettera «Jahve»: è il nome rivelato a Mosè (Es 3,14+), quello di colui che solo esiste. Non c'è altro Dio che lui (cf. Is 40,25; Is 43,10-12; Is 44,6-8; Is 45,3; Is 45,5-6; Is 45,14-15; Is 45,18; Is 45,20-22; Is 46,5-7; Is 46,9; Is 48,11 ; cf. Is 41,21-29). E' il creatore universale (Is 40,12s; Is 40,21s; Is 40,28; Is 42,5; Is 43,1; Is 44,24; Is 45,9; Is 45,12; Is 45,18; Is 48,13; Is 51,13; Is 54,5), eterno (Is 41,4; Is 44,6; Is 48,12). Egli «non cederà la sua gloria a un altro» (qui e Is 48,11). Questo monoteismo trionfante del «libro della Consolazione» riprende così, ampliandolo con l'affermazione esplicita della trascendenza divina, il tema precedente della «gelosia» di Jahve (Dt 4,24+ ; cf. Es 20,3).

Is 42,10-17:Questo «canto nuovo» (v 10, cf. Sal 96,1; Sal 98,1; Sal 149,1) è una celebrazione lirica della vittoria di Jahve, alla quale tutta la terra è invitata a partecipare.

Is 42,11:Kedàr: tribù nomade (cf. Is 21,16-17). - Sela: in ebraico significa «roccia» (BJ); i LXX traducono Petra; città del deserto nel paese di Edom (cf. Is 16,1; 2Re 14,7).

Is 42,15:in stagni: alla lettera «in isole»; BJ traduce: «in terra ferma». - Il v 15 è in parallelismo antitetico con Is 41,18 , ma non contiene una minaccia; vuol esprimere la sovranità assoluta del Signore sulla natura.

Is 42,18-25:Non è Dio che, sordo e cieco alla sorte di Israele, attira su di esso la sventura; è Israele che è sordo e cieco: non comprende ciò che gli accade né perché ciò gli accade. Questo oracolo è parallelo alle direttive date a Isaia al momento della sua chiamata (cf. Is 6,10+). I vv 21 e 24b sembrano aggiunte.

Is 42,19:il mio privilegiato: BJ traduce: «colui che avevo fatto mio amico»; senso incerto. La parola ebraica significa altrove «retribuito o ricompensato», ma si può intenderla nel senso di «ricevuto amichevolmente». - sordo: con Simmaco e 2 mss; il TM ripete: «cieco». - Tutta questa ripetizione di l9a deve essere una glossa.