Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Isaia 63


font

1«Chi è costui che viene da Edom,
da Bosra con le vesti tinte di rosso,
splendido nella sua veste,
che avanza nella pienezza della sua forza?».
«Sono io, che parlo con giustizia,
e sono grande nel salvare».
2«Perché rossa è la tua veste
e i tuoi abiti come quelli di chi pigia nel torchio?».
3«Nel tino ho pigiato da solo
e del mio popolo nessuno era con me.
Li ho pigiati nella mia ira,
li ho calpestati nella mia collera.
Il loro sangue è sprizzato sulle mie vesti
e mi sono macchiato tutti gli abiti,
4perché il giorno della vendetta era nel mio cuore
ed è giunto l’anno del mio riscatto.
5Guardai: nessuno mi aiutava;
osservai stupito: nessuno mi sosteneva.
Allora mi salvò il mio braccio,
mi sostenne la mia ira.
6Calpestai i popoli con sdegno, li ubriacai con ira,
feci scorrere per terra il loro sangue».
7Voglio ricordare i benefici del Signore,
le glorie del Signore,
quanto egli ha fatto per noi.
Egli è grande in bontà per la casa d’Israele.
Egli ci trattò secondo la sua misericordia,
secondo la grandezza della sua grazia.
8Disse: «Certo, essi sono il mio popolo,
figli che non deluderanno»,
e fu per loro un salvatore
9in tutte le loro tribolazioni.
Non un inviato né un angelo,
ma egli stesso li ha salvati;
con amore e compassione li ha riscattati,
li ha sollevati e portati su di sé,
tutti i giorni del passato.
10Ma essi si ribellarono
e contristarono il suo santo spirito.
Egli perciò divenne loro nemico
e mosse loro guerra.
11Allora si ricordarono dei giorni antichi,
di Mosè suo servo.
Dov’è colui che lo fece salire dal mare
con il pastore del suo gregge?
Dov’è colui che gli pose nell’intimo
il suo santo spirito,
12colui che fece camminare alla destra di Mosè
il suo braccio glorioso,
che divise le acque davanti a loro
acquistandosi un nome eterno,
13colui che li fece avanzare tra i flutti
come un cavallo nella steppa?
Non inciamparono,
14come armento che scende per la valle:
lo spirito del Signore li guidava al riposo.
Così tu conducesti il tuo popolo,
per acquistarti un nome glorioso.
15Guarda dal cielo e osserva
dalla tua dimora santa e gloriosa.
Dove sono il tuo zelo e la tua potenza,
il fremito delle tue viscere
e la tua misericordia?
Non forzarti all’insensibilità,
16perché tu sei nostro padre,
poiché Abramo non ci riconosce
e Israele non si ricorda di noi.
Tu, Signore, sei nostro padre,
da sempre ti chiami nostro redentore.
17Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie
e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?
Ritorna per amore dei tuoi servi,
per amore delle tribù, tua eredità.
18Perché gli empi hanno calpestato il tuo santuario,
i nostri avversari hanno profanato il tuo luogo santo?
19Siamo diventati da tempo
gente su cui non comandi più,
su cui il tuo nome non è stato mai invocato.
Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti,

Note:

Is 63,1-6:Questo frammento di poema è concepito come un dialogo tra l'A. ispirato e Jahve, che si presenta come un vendemmiatore i cui abiti sono sporchi di mosto. Coloro che ha calpestato nel torchio sono popoli nemici di Israele; Edom, il nemico tradizionale (cf. Is 34,1-7) è il tipo. Si è tentato, correggendo «Edom» e «Bozra», di tradurre: «Che arriva tutto rosso, in abiti splendidi come un vendemmiatore», interpretazione che favorirebbe l'applicazione del testo al Messia sofferente.

Is 63,1:che avanza: co`ed, conget; il TM legge co`eh, «che si piega»

Is 63,3:del mio popolo: BJ con 1QIsa legge: «della gente del mio popolo»; il TM presenta: «popoli» - il loro sangue, alla lettera «il loro succo»: è la metafora della vigna che continua. Si noti che, per un'immagine contraria, talvolta il succo è chiamato il «sangue» dell'uva.

Is 63,7ss:Il lungo poema Is 63,7-64,11 ha la forma di un salmo di supplica collettiva (cf. specialmente Sal 44 e Sal 89 e le Lamentazioni). I riferimenti di Is 63,18 e Is 64,9-10 alla rovina di Gerusalemme e del tempio nel 587 indicano che il ricordo è ancora molto vicino. Il poema data dall'inizio dell'esilio. Il richiamo della storia passata (Is 63,7-14) è conforme alla teologia deuteronomista: Dio castiga il suo popolo ribelle, poi lo salva.

Is 63,9:un inviato: cir, con i LXX; il TM legge car, «angoscia».

Is 63,11:suo servo: con mss, sir.; il TM legge «il suo popolo».

Is 63,14:I vv 11-14 richiamano il primo grande atto salvifico di Dio, la liberazione dall'Egitto, come il pegno della salvezza futura.

Is 63,15:Qui comincia propriamente la supplica, inquadrata dai due appelli di Is 63,15 e Is 64,11 che si corrispondono. Tra i due, i temi ordinari delle suppliche si succedono senza un piano definito. Si noti l'insistenza sulla paternità divina (Is 63,16; Is 64,7).

Is 63,19:La frase continua in Is 64,1(b) . Questo appello alla venuta di Jahve è interrotto dall'evocazione dei tratti ordinari delle teofanie (cf. Sal 18,6-7; Sal 144,5 , ecc.) .