Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Giobbe 13


font

1Ecco, tutto questo ha visto il mio occhio,
l'ha udito il mio orecchio e l'ha compreso.
2Quel che sapete voi, lo so anch'io;
non sono da meno di voi.
3Ma io all'Onnipotente vorrei parlare,
a Dio vorrei fare rimostranze.
4Voi siete raffazzonatori di menzogne,
siete tutti medici da nulla.
5Magari taceste del tutto!
sarebbe per voi un atto di sapienza!
6Ascoltate dunque la mia riprensione
e alla difesa delle mie labbra fate attenzione.
7Volete forse in difesa di Dio dire il falso
e in suo favore parlare con inganno?
8Vorreste trattarlo con parzialità
e farvi difensori di Dio?
9Sarebbe bene per voi se egli vi scrutasse?
Come s'inganna un uomo, credete di ingannarlo?
10Severamente vi redarguirà,
se in segreto gli siete parziali.
11Forse la sua maestà non vi incute spavento
e il terrore di lui non vi assale?
12Sentenze di cenere sono i vostri moniti,
difese di argilla le vostre difese.
13Tacete, state lontani da me: parlerò io,
mi capiti quel che capiti.
14Voglio afferrare la mia carne con i denti
e mettere sulle mie mani la mia vita.
15Mi uccida pure, non me ne dolgo;
voglio solo difendere davanti a lui la mia condotta!
16Questo mi sarà pegno di vittoria,
perché un empio non si presenterebbe davanti a lui.
17Ascoltate bene le mie parole
e il mio esposto sia nei vostri orecchi.
18Ecco, tutto ho preparato per il giudizio,
son convinto che sarò dichiarato innocente.
19Chi vuol muover causa contro di me?
Perché allora tacerò, pronto a morire.
20Solo, assicurami due cose
e allora non mi sottrarrò alla tua presenza;
21allontana da me la tua mano
e il tuo terrore più non mi spaventi;
22poi interrogami pure e io risponderò
oppure parlerò io e tu mi risponderai.
23Quante sono le mie colpe e i miei peccati?
Fammi conoscere il mio misfatto e il mio peccato.
24Perché mi nascondi la tua faccia
e mi consideri come un nemico?
25Vuoi spaventare una foglia dispersa dal vento
e dar la caccia a una paglia secca?
26Poiché scrivi contro di me sentenze amare
e mi rinfacci i miei errori giovanili;
27tu metti i miei piedi in ceppi,
spii tutti i miei passi
e ti segni le orme dei miei piedi.
28Intanto io mi disfò come legno tarlato
o come un vestito corroso da tignola.

Note:

Gb 13,6:Giobbe fa ritorno alla procedura giuridica (cf. v 18 e Gb 9,14+). Vuol porre sotto interrogatorio Dio stesso, scartando i falsi sapienti che si fanno sfrontatamente suoi avvocati.

Gb 13,14:Sono state soppresse le prime due parole del TM, ripetizione della fine del v 13. - Queste locuzioni di tono proverbiale significano che si rischia la vita, si gioca il tutto per tutto (cf. Gdc 12,3; 1Sam 19,5; 1Sam 28,21).

Gb 13,15:Più che ristabilire il proprio benessere, Giobbe vuole rivendicare il suo onore agli occhi degli uomini e soprattutto di Dio.

Gb 13,18:Giobbe immagina un processo tra Dio e lui. Questa volta dimentica che non c'è un arbitro al di sopra delle parti (Gb 9,32-33). Adesso riduce il suo giudice al ruolo di parte avversa.

Gb 13,19a:Giobbe ritorce contro Dio la sfida giuridica che Jahve (Is 1,18; Os 2,4; Mi 6,1-2) o il suo servo (Is 50,8) lanciavano al popolo. Il secondo stico, alla lettera «perché da ora io tacerò e perirò», può essere un'altra formula giuridica. Colui che sfida un avversario accetta in partenza di essere smentito e di sottoporsi alla pena. Giobbe, sicuro del suo diritto, vi acconsente.

Gb 13,20:due cose: dapprima incontrare Dio su un piano di parità e ricuperare la propria libertà; poi, un ordine per il dibattito: Giobbe parlerà per primo.

Gb 13,24:Dio «nasconde la sua faccia» quando rifiuta di dare segni della sua presenza di benevolenza e di grazia.

Gb 13,28:io: conget. con i LXX (cf. sir.); BJ con il TM legge: «egli», cioè l'uomo di cui si parla nel v seguente; per questo alcuni esegeti propongono di leggere questo v dopo Gb 14,2 o dopo Gb 14,6 .