Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 1


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1Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell'intera Acaia:2grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
3Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione,4il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.5Infatti, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.6Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo.7La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.
8Non vogliamo infatti che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita.9Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti.10Da quella morte però egli ci ha liberato e ci libererà, per la speranza che abbiamo riposto in lui, che ci libererà ancora,11grazie alla vostra cooperazione nella preghiera per noi, affinché, per il favore divino ottenutoci da molte persone, siano rese grazie per noi da parte di molti.
12Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza della carne ma con la grazia di Dio.13Non vi scriviamo in maniera diversa da quello che potete leggere o comprendere; spero che comprenderete sino alla fine,14come ci avete già compresi in parte, che noi siamo il vostro vanto, come voi sarete il nostro, nel giorno del Signore nostro Gesù.
15Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, perché riceveste una seconda grazia,16e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi ed avere da voi il commiato per la Giudea.17Forse in questo progetto mi sono comportato con leggerezza? O quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da dire allo stesso tempo "sì, sì" e "no, no"?18Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è "sì" e "no".19Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu "sì" e "no", ma in lui c'è stato il "sì".20E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute "sì". Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro "Amen" per la sua gloria.21È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione,22ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.
23Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a Corinto.24Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi.

Note:

2Cor 1,3:La consolazione è annunziata dai profeti come caratteristica dell'èra messianica (Is 40,1) e doveva essere portata dal Messia (Lc 2,25). Consiste essenzialmente nella fine della prova e nell'inizio di un'èra di pace e di gioia (Is 40,1s; Mt 5,5). Ma secondo il NT, il mondo nuovo è presente già nel mondo antico e il cristiano unito al Cristo è consolato proprio in mezzo alla sua sofferenza (2Cor 1,4-7; 2Cor 7,4 ; cf. Col 1,24). Questa consolazione non è ricevuta passivamente: è nello stesso tempo conforto, incoraggiamento, esortazione (concetti espressi dall'unica parola greca par klesis). L'unica sorgente della consolazione è Dio (2Cor 1,3; 2Cor 1,4), per mezzo del Cristo (2Cor 1,5) e del suo Spirito (At 9,31+) e il cristiano deve comunicarla (2Cor 1,4; 2Cor 1,6; 1Ts 4,18). Tra le cause, il NT cita: il progresso della vita cristiana (2Cor 7,4; 2Cor 7,6; 2Cor 7,7), la conversione (2Cor 7,13), la Scrittura (Rm 15,4). E' sorgente di speranza (Rm 15,4).

2Cor 1,7:In 2Cor, Paolo insiste costantemente sulla presenza di realtà antagoniste, anzi contraddittorie nel Cristo, nell'apostolo e nel cristiano: sofferenza e consolazione (2Cor 1,3-7; 2Cor 7,4); morte e vita (2Cor 4,10-12; 2Cor 6,9); povertà e ricchezza (2Cor 6,10; 2Cor 8,9); debolezza é forza (2Cor 12,9-10). E' il mistero pasquale, la presenza del Cristo resuscitato in mezzo all'antico mondo del peccato e della morte (cf. 1Cor 1-2).

2Cor 1,8:tribolazione: una delle numerose prove enumerate in 2Cor 11,23s .

2Cor 1,10:e ci libererà: alcuni mss hanno: «e ci libera».

2Cor 1,11:siano rese grazie: il ringraziamento ha un posto importante in san Paolo (cf. l'inizio delle lettere dove ringrazia Dio per la fede di coloro ai quali scrive, Rm 1,8; 1Cor 1,4; 1Ts 1,2; 2Ts 1,3; Fil 1,3; Col 1,3; Fm 1,4). Non è una formula vuota: la sua assenza in Gal è significativa (Gal 1,1+). Il ringraziamento deve animare tutte le azioni del cristiano fatte in nome del Cristo e assunte da lui nel suo ringraziamento al Padre (Col 3,17; Ef 5,20). E' un dovere verso la volontà di Dio, non solamente per i cristiani (1Ts 5,18), ma anche per i pagani (Rm 1,21). Perché il ringraziamento «rende», sebbene imperfettamente, la grazia a Dio (1Ts 3,9 , traduzione letterale). Anzi esso rappresenta lo scopo ultimo inteso anche dalla preghiera che domanda la grazia (2Cor 1,11; 2Cor 4,15) e dalle manifestazioni di carità fraterna (2Cor 9,11-15). Da qui la sua importanza nel culto (1Cor 14,16; Col 3,16; Ef 5,19s) e nella preghiera personale (1Ts 5,18; Fil 4,6).

2Cor 1,11:per noi (2): il codice vaticano e altri leggono: «per voi».

2Cor 1,12:santità: volg., codice di Beza, ecc. hanno: «semplicità».

2Cor 1,15:grazia: vari codici, fra cui il vaticano, hanno: «gioia».

2Cor 1,16:Paolo ha dunque modificato l'itinerario che progettava (1Cor 16,5-6).

2Cor 1,18:testimone: BJ preferisce: «fedele»; è traduzione letterale di pistos. La fedeltà di Dio è innanzitutto la sua «solidità». Egli è la rupe d'Israele (Dt 32,4), ci si può appoggiare su di lui con tutta sicurezza. Questa solidità spiega la costanza nei suoi disegni, la fedeltà alle sue promesse (Sal 89,1-9; Sal 89,25s) e, soprattutto nel NT, la fedeltà di Dio al suo disegno di misericordia e di salvezza (1Cor 1,9+; 1Cor 10,13; 1Ts 5,24; 2Ts 3,3).

2Cor 1,19:Silvano è il discepolo che gli Atti chiamano Sila.

2Cor 1,20:«sì»: la fedeltà di Dio alle sue promesse (2Cor 1,18+) si è espressa con pienezza in Gesù Cristo. Sarebbe dunque contraddittorio che Paolo, per il quale l'annunzio di Cristo è l'unica ragione di essere, smentisca il suo messaggio con un atteggiamento di doppiezza. - Amen significa: «è solido, è degno di fiducia». E' la risposta della fedeltà dell'uomo alla fedeltà di Dio in Gesù Cristo (cf. Rm 1,25+).

2Cor 1,22:Questo sigillo e questa unzione designano sia il dono dello Spirito accordato a tutti i credenti (forse con una allusione ai riti dell'iniziazione cristiana, cf. Ef 1,13+; Ef 4,30+; 1Gv 2,20+; 1Gv 2,27+), sia la consacrazione al ministero apostolico (poiché «noi» è opposto a «voi», v 21) con un dono speciale dello Spirito che fa dell'apostolo il messaggero fedele della fedeltà di Dio nel Cristo (vv 17-20). Notare la formulazione trinitaria dei vv 21-22.