Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Prima lettera di Giovanni 1


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1Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita2(poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi),3quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.4Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.

5Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.6Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità.7Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.

8Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.9Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa.10Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.

Note:

1Gv 1,1:ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita: altra traduzione: «ciò che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita». La parola di Dio era sorgente di vita (Dt 4,1; Dt 32,47 , ecc., Mt 4,4; Mt 5,20; Fil 2,16). Qui il nome di «verbo» o «parola» è dato al Figlio di Dio col quale gli apostoli sono vissuti, e il genitivo «della vita» evoca l'augurio di 1Gv 1,3; 1Gv 5,11-13 (cf. Gv 1,1+; Gv 1,14+).

1Gv 1,3:in comunione: questo termine (cf. 1Cor 1,9+; 2Pt 1,4) esprime uno dei temi più importanti della mistica giovannea (Gv 14,20; Gv 15,1-6; Gv 17,11; Gv 17,20-26): unità della comunità cristiana, fondata sull'unità di ogni fedele con Dio, nel Cristo. Questa unità è espressa in diversi modi: il cristiano «dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1Gv 2,5; 1Gv 2,6; 1Gv 2,24; 1Gv 2,27; 1Gv 3,6; 1Gv 3,24; 1Gv 4,12; 1Gv 4,13; 1Gv 4,15; 1Gv 4,16 ; cf. Gv 6,56+1 . E' nato da Dio (1Gv 2,29; 1Gv 3,9; 1Gv 4,7; 1Gv 5,1; 1Gv 5,18). E' da Dio (1Gv 2,16; 1Gv 3,10; 1Gv 4,4; 1Gv 4,6; 1Gv 5,19). Conosce Dio (1Gv 2,3; 1Gv 2,13; 1Gv 2,14; 1Gv 3,6; 1Gv 4,7; 1Gv 4,8 ; su conoscenza e presenza, vedere anche: Gv 14,17; 2Gv 1,1-2). Questa unione con Dio è manifestata dalla fede e dall'amore fraterno (cf. 1Gv 1,7+; Gv 13,34+). La testimonianza apostolica è strumento di questa comunione (v 5; 1Gv 2,7; 1Gv 2,24-25; 1Gv 4,6; Gv 4,38; Gv 17,20+ ; cf. At 1,8+; At 1,21-22 , ecc.).

1Gv 1,4:la nostra gioia: C, volg. e altri leggono: «la vostra gioia».

1Gv 1,7:siamo in comunione gli uni con gli altri: l'unione con Dio (1Gv 1,3+), che è luce (1Gv 1,5) e amore (1Gv 4,8; 1Gv 4,16), si riconosce dalla fede e dall'amore fraterno (1Gv 2,10; 1Gv 2,11; 1Gv 3,10; 1Gv 3,17; 1Gv 3,23; 1Gv 4,8; 1Gv 4,16).

1Gv 1,10:Probabile allusione ai sedicenti spirituali (pneumatici), che si distinguevano dagli altri, giudicati inferiori (psichici, cf. 1Cor 15,44+; Gd 1,19 , oppure ilici). Giovanni parla qui di mancanze passeggere, sebbene la comunione con Dio che ha liberato dal peccato (1Gv 2,2; 1Gv 3,5) comporti di per sé una vita santa e senza peccato (1Gv 3,3; 1Gv 3,6; 1Gv 3,9; 1Gv 5,18).