Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Giobbe 7


font
NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 Nonne militia est vita hominis super terram,
et sicut dies mercennarii dies eius?
1 L’uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario?
2 Sicut servus desiderat umbram,
et sicut mercennarius praestolatur mercedem suam,
2 Come lo schiavo sospira l’ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
3 sic et ego habui menses vacuos
et noctes laboriosas enumeravi mihi.
3 così a me sono toccati mesi d’illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
4 Si dormiero, dicam: Quando consurgam?
Et rursum exspectabo vesperam
et replebor doloribus usque crepusculum.
4 Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”.
La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all’alba.
5 Induta est caro mea putredine et sordibus pulveris;
cutis mea scinditur et diffluit.
5 Ricoperta di vermi e di croste polverose è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si dissolve.
6 Dies mei velocius transierunt quam navicula texentis
et consumpti sunt deficiente filo.
6 I miei giorni scorrono più veloci d’una spola,
svaniscono senza un filo di speranza.
7 Memento quia ventus est vita mea,
et non revertetur oculus meus, ut videat bona.
7 Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
8 Nec aspiciet me visus hominis;
oculi tui in me, et non subsistam.
8 Non mi scorgerà più l’occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi mi cercheranno, ma io più non sarò.
9 Sicut consumitur nubes et pertransit,
sic, qui descenderit ad inferos, non ascendet
9 Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende al regno dei morti più non risale;
10 nec revertetur ultra in domum suam,
neque cognoscet eum amplius locus eius.
10 non tornerà più nella sua casa,
né più lo riconoscerà la sua dimora.
11 Quapropter et ego non parcam ori meo;
loquar in tribulatione spiritus mei, confabulabor cum amaritudine animae meae.
11 Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell’angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell’amarezza del mio cuore!
12 Numquid mare ego sum aut cetus,
quia posuisti super me custodiam?
12 Sono io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu metta sopra di me una guardia?
13 Si dixero: Consolabitur me lectulus meus,
et assumet stratum meum querelam meam,
13 Quando io dico: “Il mio giaciglio mi darà sollievo,
il mio letto allevierà il mio lamento”,
14 terrebis me per somnia
et per visiones horrore concuties.
14 tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.
15 Quam ob rem eligit suspendium anima mea,
et mortem ossa mea.
15 Preferirei morire soffocato,
la morte piuttosto che vivere in queste mie ossa.
16 Desperavi; nequaquam ultra iam vivam.
Parce mihi, nihil enim sunt dies mei.
16 Mi sto consumando, non vivrò più a lungo.
Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
17 Quid est homo, quia magnificas eum?
Aut quid apponis erga eum cor tuum?
17 Che cosa è l’uomo perché tu lo consideri grande
e a lui rivolga la tua attenzione
18 Visitas eum diluculo
et singulis momentis probas illum.
18 e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metta alla prova?
19 Usquequo non avertes oculos a me?
Nec dimittis me, ut glutiam salivam meam?
19 Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?
20 Peccavi; quid faciam tibi,
o custos hominum?
Quare posuisti me contrarium tibi, et factus sum mihimetipsi gravis?
20 Se ho peccato, che cosa ho fatto a te,
o custode dell’uomo?
Perché mi hai preso a bersaglio
e sono diventato un peso per me?
21 Cur non tollis peccatum meum
et quare non aufers iniquitatem meam?
Ecce, nunc in pulvere dormiam;
et, si mane me quaesieris, non subsistam! ”.
21 Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia colpa?
Ben presto giacerò nella polvere
e, se mi cercherai, io non ci sarò!».