Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Proverbi 15


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Della benigna risposta dell'utile correzione: della vera fortezza: delle vittime degli empj: dei veri tesori: del pigro, insensato, avaro, empio; paragonati al diligente, saggio, liberale, pio.

1Una dolce risposta rompe l'ira: una parola cruda accende il furore.2La lingua dei saggj da ornamenta alla scienza: la bocca degli insensati versa stoltezza.3In ogni luogo gli occhi del Signore contemplano i buoni, ed i cattivi.4La lingua di pace o albero di vita: ma quella, che non ha freno infrange lo spirito.5Lo stolto si burla della correzione di suo padre ma chi fa caso delle riprensioni diventerà più saggio. Nella abbondante giustizia si trova somma fortezza: ma gli empj co' lor disegni saranno schiantati.6La casa del giusto è ben munita: i guadagni dell'empio son dissipati.7Le labbra dei saggi semineranno la scienza: il cuor degli stolti sarà variabile.8Il Signore ha in abbominazione le vittime degli empj: i voti dei giusti lo placano.9Il Signore ha in abbominazione la via dell'empio: chi segue la giustizia è amato da lui.10La disciplina è ingrata a colui, che abbandona la via della vita: chi odia la riprensione perirà.11L'inferno, e la perdizione sono sotto gli occhi del Signore: quanto più i cuori degli uomini?12L'uomo corrotto non ama chi lo corregge: e non va in cerca dei saggi.13Il cuore allegro esilara il volto: la tristezza dell'anima abbatte lo spirito.14Il cuore del saggio cerca di imparare: e la bocca degli stolti si pasce di ignoranza.15Tutti i giorni del povero son cattivi: ma la mente tranquilla è come un perenne convito.16Val più un pocolino col timor del Signore, che i grandi tesori, i quali non saziano.17Val più essere invitato con amore a mangiar dell'erbe, che essere invitato di mala grazia ad un grasso vitello.18L'uomo iracondo fa nascere le risse: il paziente spegne quelle, che sono nate.19La strada dei pigri è quasi cinta di spine; la via de' giusti è senza inciampo.20Il figliuol saggio è la letizia del padre: l'uomo stolto vilipende la propria madre.21Lo stolto gode di sua stoltezza: ma l'uomo prudente è circospetto ne' suoi andamenti.22Dove il consiglio manca vanno in fumo i desegni: ma acquistan fermezza dove sono molti consiglieri.23L'uomo si affeziona alla opinione detta da lui; ma ottima parola è quella, che è opportuna.24L'uomo intelligente va in alto pel sentiero della vita per ischivare l'abisso dell'inferno.25Il Signore demolirà le case de superbi: e stabili farà i termini (del podere) della vedova.26I mali pensieri souo l'abbominazione del Signore: i discorsi casti sono accettissimi, e approvati da lui.27Chi va dietro all'avarizia mette in iscompiglio la propria casa: colui, che odia i regali, avrà vita. Mediante la misericordia, e la fede si purgano i peccati, e mediante il timor del Signore, l'uomo schiverà il male.28La mente del giusto fa suo stadio dell'ubbidienza: la bocca degli empj ridonda di malvagità.29Il Signore va lungi dagli empj: ed esaudirà le preghiere de' giusti.30La luce degli occhi è letizia dell'anima: e la buona fama impingua le ossa.31L'orecchio, che ascolta le riprensioni salutevoli, avrà luogo nel consesso de' saggj.32Chi rigetta la disciplina, odia l'anima propria; ma chi piega il capo alle riprensioni, è padron del suo cuore.33Il timor del Signore è maestro di sapienza: e alla gloria va innanzi l'umiltà.

Note:

15,1:Una dolce risposta rompe l'ira: una parola cruda ec. L'esempio di quel che possa la soavità e umiltà delle parole a franger l'ira altrui, si ha nel fatto di Abigail, 2 Reg. XV.; e quel che possa una cruda parola, è dimostrato nel fatto di Roboamo, 3. Reg. XII. Vedi ancora 2. Reg. XX. 18. 19, Jud. VIII. I. 2. 3.

15,2:La lingua de' saggi dà ornamento ec. La grazia del parlare dà bello e grande ornamento alla scienza dei saggi, e la loro dottrina esposta con gradevole eloquenza acquista forza, e guadagna i cuori degli uomini.
La bocca degl'insensati versa stoltezza. Un antico filosofo disse, che il discorso è ritratto dell'animo, dipingendo l'uomo nel suo parlare le qualità e il buono e cattivo della sua mente.

15,4:La lingua di pace è albero di vita: ec. La lingua, che istilla sentimenti di pace e di carità, porta frutti dolcissimi e salutari simili a quelli dell'albero di vita, che era nel paradiso terrestre. Ma una lingua sfrenata, perversa, violenta accende liti e discordie, e dà morte all'anima e di colui che parla, e di quelli che ascoltano.

15,5:Nell'abbondante giustizia ec. Il giusto, secondo che cresce nella giustizia, cresce in fortezza, onde tutte supera le tentazioni, le persecuzioni e i mali esteriori, i quali non han possanza per fargli abbandonar la virtù; l'empio è privo di vera fortezza, e con facilità sarà abbattuto, e con tutti i suoi disegni ridotto in nulla.

15,7:Sarà variabile. Sarà dominato or da una, or da un'altra passione, e perciò ripieno d'incostanza e di contraddizione.

15,8:Ha in abbominazione le vittime degli empi. I sacrifizi, che l'uomo offerisce col cuore corrotto dal peccato, senza aver dolore del proprio stato, nè volontà di emendarsi, sono atti piuttosto a irritare Dio contro del peccatore, che a placarlo, perocchè, come dice s. Agostino, Dio il cuore interroga, e non la mano, Serm. XIX. de verb. Dom., bada egli cioè non tanto a quel, che si fa esteriormente, quanto alle disposizioni interiori, colle quali si fanno le cose che al culto di lui appartengono. Lo stesso incruento sacrifizio de' nostri altari offerto da un sacerdote, che abbia nel cuore l'amor della colpa, sarà utile a quelli, pei quali è offerto, e a quelli, che ad esso partecipano, ma renderà sempre più reo e odioso negli occhi di Dio il ministro del Signore, il quale con mani impure consacra, e offerisce le carni sante, e il prezioso sangue di Cristo. Vedi Eccli. XXXIV. 23. Vers 11

15,13:La tristezza dell'anima abbatte lo spirito. Così Salomone tacitamente esorta a fuggir la tristezza, come l'Apostolo esorta i Cristiani ad essere sempre allegri, Philip. IV. 4. Havvi una tristezza, che è secondo Dio, come insegna lo stesso Apostolo I. Cor. VII. 10., ed è la compunzione e il dolore de' peccati, il qual dolore è moderato e alleggiato dalla speranza nella divina bontà, e questa tristezza è giusta e lodevole. Quella poi, che Paolo chiama tristezza del secolo, sempre è biasimevole, come quella, che nasce da principi bassi e terreni, dalla perdita di ciò che si amava, o da' mali temporali, che l'uomo di malavoglia sopporta. Vedi Prov. XXV. 20. Eccli. XXXVIII. 19.

15,14:Si pasce d'ignoranza. L'ama e ne fa suo nutrimento.

15,15:Tutti i giorni del povero son cattivi: ec. La seconda parte del versetto illustra la prima, e fa vedere quali sieno que' poveri, i giorni de' quali sono tutti cattivi. La povertà ha seco una gran serie di molestie, di afflizioni, di affanni: l'uomo, che è privo di sapienza e di virtù sopportando malvolentieri lo stato di povertà menerà vita inquieta e miserabile: ma se il povero è giusto e virtuoso, la tranquillità dell'anima, la buona coscienza lo tengono lieto e contento quanto può esserlo un uomo che vivesse in continue feste e conviti. Il Grisostomo hom. 2. in ep. ad Roman.: Chi pura ha la coscienza, ancorchè sia cencioso, e colla fame combatta, e gli è più felice e più tranquillo di quelli, che vivono tra le delizie.

15,16:I quali non saziano. E irritano sovente la cupidità, e fanno l'uomo doppiamente infelice, vale a dire nel tempo e nell'eternità; onde l'Apostolo: ella è un gran capitale la pietà con il contentarsi di poco, 1. Tim. VI. 6.

15,19:E quasi cinta di spine. La via per giungere all'acquisto della virtù sembra all'uomo infingardo piena di difficoltà, e quasi del tutto impraticabile: il giusto, che animosamente la batte, la trova piana e senza inciampo; perocchè aiutato dalla grazia e dall'amore del bene supera agevolmente qualunque contrarietà.

15,20:Vilipende la propria madre. E così la contrista.

15,23:Ma ottima parola ec. È cosa naturale, che un uomo s'impegni per sostenere la propria opinione già messa fuori, ma la prudenza esige che nel dire il proprio parere si abbia riguardo alle circostanze del tempo; perocchè sovente accade, che una cosa buona e utile in se stessa, in un dato tempo non sia più utile, ma più tosto nociva. Vedi XXV. II.

15,24:Va in alto pel sentiero della vita. Il giusto, il vero sapiente in tutte le sue azioni mira Dio, e sale per la strada, che mena al cielo, allontanandosi sempre più da quella che all'inferno conduce.

15,27:Mette in iscompiglio la propria casa. Dalla maniera di parlare sembra, che si alluda al fatto di Achan (Jos.VII. 25.), di cui il furto fece tanto male agli Ebrei. Colui, che odia i regali, ec. Applica la sentenza generale a' giudici, a' quali è comandato nelle Scritture il disinteresse, ed è minacciata la maledizione divina a quelli, che si lasciano dominare dall'avarizia. Vedi Exod. XXIII. 8, Deuter. X. 17., XVI. 19. ec.
Mediante la misericordia e la fede ec. Mediante le opere di misericordia, e le opere di giustizia. Che la voce fede sia posta qui per la giustizia apparisce dal capo XVI.6., dove si legge: mediante la misericordia, e la verità, e abbiam veduto più volte, che ciò significa la misericordia, e la giustizia.

15,28:Fa suo studio dell'obbedienza. Alcuni per la obbedienza intendono la perfetta sommissione alla legge di Dio: altri l'umiltà.

15,30:Impingua le ossa. La buona riputazione consola, letifica, corrobora l'uomo.

15,31:Le riprensioni salutevoli. Letteralmente le riprensioni di vita, che portano vita, correggendosi per mezzo di esse, e sanandosi i mali e i vizi dell'anima; per la qual cosa chi le ascolterà, meriterà di giungere ad aver luogo tra' saggi.

15,32:È padron del suo cuore. Ovvero: ha un cuore, vale a dire è saggio, perocchè gli antichi dissero, uomo di cuore, uomo cordato per uomo saggio. Preferisco però la prima traduzione: è padron del suo cuore; è padrone dei suoi affetti, e li regge e li modera a suo talento; non serve alle proprie passioni, ma le corregge, e le tien soggette alla ragione e alla fede.

15,33:Alla gloria va innanzi l'umiltà. Il timore di Dio correggendo i vizi per mezzo della buona disciplina insegna la vera sapienza, cioè la virtù, la quale è la dignità e la gloria somma dell'uomo: così a tal gloria va innanzi l'umiltà, la quale per timor del Signore alla disciplina e alla correzione si soggetta. Siccome le sciagure vanno dietro all'arroganza; così lo splendore, e la gloria accompagnano l'umiltà; perocchè il Signore a superbi resiste, e agli umili dà grazia. Il Nazianzeno Orat. 3.