Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Proverbi 5


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Fuggire la meretrice, amare la propria moglie.

1Figliuol mio, sta attento alla sapienza, che io ti insegno, e porgi l'orecchio alla mia prudenza.2Onde tu custodisca i miei concetti, e le tue labbra ritengano la disciplina. Non credere alle false lusinghe della donna:3Perocché le labbra della meretrice stillano miele, e molti più dell'olio sono le sue parole:4Ma alla fine la troverai amara come l'assenzio, e trinciante come una spada a due tagli.5I piedi di lei si stradano verso la morte, e i suoi passi per termine hanno l'inferno.6Ella non batte la via della vita, i suoi andamenti sono instabili, e incom prensibili.7Adesso pertanto, figliuol mio, ascoltami, e non recedere dalle parole della mia bocca.8Vanne lungi da lei co' tuoi passi, e non appressarti alle porte della sua casa.9Affinchè tu non dia l'onor tuo a gente straniera, e gli anni tuoi ad una crudele:10Se non vuoi, che delle tue facoltà si empiano gli estranei, e le tue fatiche vadano a finire in casa d'altri.11Onde abbi tu da sospirare alla fine, allorché averai consunte le carni tue, e il tuo corpo,12Ed abbi a dire: Perché ebbi io in odio la disciplina, e non si arrendè alle riprensioni il mio cuore,13Ed io non ascoltai la voce di quelli, che mi ammonivano, e non diedi retta ai maestri?14Son quasi ingolfato in ogni sorta di male in mezzo alla Chiesa, e alla Sinagoga.15Bevi l'acqua di tua cisterna, e le acque vive del tuo pozzo:16Si diramino le tue fonti al di fuori, e le tue acque si spandano per le piazze.17Siine tu solo il padrone, e non ne entrino a parte con te gli stranieri.18Benedetta sia la tua vena, e lieto vivi colla moglie sposata da te in tua giovinezza:19Sia ella carissima come corvetta, e grata come un piccolo cervo: ti esilari l'amor di lei in ogni stagione, e nell'affetto di lei riponi sempre la tua contentezza.20Per qual motivo, o figliuol mio ti lascerai sedurre da una estranea, e riposerai in seno ad un'altra?21Il Signore sta osservando le vie dell'uomo, e nota tutti i suoi passi.22Dalle sue iniquità, riman preso l'empio, e stretto dalle funi de' suoi peccati.23Egli morrà, perché non ha abbracciato la disciplina, e dalla sua molta stoltezza si troverà ingannato.

Note:

5,2:Onde tu custodisca i miei concetti, ec. Ho aggiunto la voce miei, che dee sottintendersi secondo l'Ebreo, o secondo le antiche versioni. Unendo la prima parte di questo versetto col precedente il senso è questo. Figliuol mio, ascolta in silenzio, e pondera attentamente i documenti della sapienza e della prudenza, che io ti espongo, affinchè tu possa osservare i miei consigli, e le tue labbra faccian conserva delle regole di vita, che io t'insegno, onde tu sii saggio non solo per te, ma possa insegnar la sapienza anche ad altri. Non credere alle false lusinghe della donna. Parla principalmente delle artifiziose parole, come apparisce da quello, che segue; ma alle lusinghiere parole aggiunge sempre una grandissima efficacia la naturale avvenenza, e l'ornato esteriore, onde con tutte queste cose insieme affascinano e tirano nei loro lacci gl'incauti. S. Girolamo in cap. 6. Ezech. e altri adattano alla eresia in senso mistico tutto quello, che qui si dice della cattiva donna.

5,3:Le labbra della meretrice stillano miele, ec. Un antico filosofo disse, che le parole di tali donne sono laccio di miele. Nè potea meglio lo Spirito santo esprimere la facilità, con cui i discorsi della cattiva donna s'insinuano e penetrano il cuore di chi gli ascolta, che paragonandogli coll'olio, il quale ha particolar virtù di penetrare nel corpo dell'uomo, e con somma difficoltà si toglie dalle parti che egli ha toccato.

5,4:La troverai amara come l'assenzio. Lo Spirito santo in questa forte e patetica descrizione non dice nulla, che non sia stato detto e scritto anche da mille autori profani; più ancora non dice nulla, che non sia stato, e non sia per infinite continue dolorose sperienze provato. E ciò dimostra l'estrema miseria dell'uomo dopo il peccato, mentre nè la ragione, nè la fede, nè l'amore 'di loro stessi non serve per tanti e tanti di freno, che vaglia a tenerli lontani dal pestifero amore di tal donna.

5,5:I piedi di lei si stradano verso la morte. Intendesi e l'una e l'altra morte, la morte temporale, e l'eterna; perocchè l'impuro piacere accelera la morte del corpo, a cui va unita la perdizione dell'anima nell'inferno, onde s. Cipriano: Dopo gl'infiniti vituperi, l'impurità seco trae più d'una morte a rovina degli sciagurati. De singul. Cler.

5,6:

5,8:Vanne lungi da lei ec. L'unico mezzo di preservarsi dalla peste della impurità nella fuga delle occasioni consiste. Fuggite la fornicazione, dice l'Apostolo I. Cor. VI. I8. Vedi anche il trattato de' singular. Cleric. tralle opere di s. Cipriano.

5,9:Affinchè tu non dia l'onor tuo ec. Per l'onore intendesi in questo luogo il fiore della giovinezza; il vigor della età, onde questa prima parte del versetto è spiegata nella seconda. E (affinchè tu non dia) gli anni tuoi ad una donna crudele, la quale alla fine ti ruberà e le ricchezze, e il buon nome e la vita.

5,10:Se non vuoi, che delle tue facoltà ec. Questo riguarda la dilapidazione delle facoltà, le quali si profondono a soddisfare l'avidità di tali donne, fatte apposta per ispogliare la incauta gioventù, le quali perciò disse il Grisostomo che sono sirti e scogli de' patrimoni, Hom. 67. Vedi Luc. XV. 17.

5,11:Allorchè averai consunte le carni tue, ec. Accenna gli obbrobriosi malori, e la distruzione dalla sanità corporale sacrificata agli impuri piaceri. Quanti mali (dice s. Agostino), quante afflizioni portano seco i turpi amori qui in questa vita. Dell'inferno non parlo. Guarda di non essere in questa vita inferno a te stesso. In Ps. 102.

5,14:In mezzo alla Chiesa e alla Sinagoga. Vale a dire con iscandalo del popolo fedele mi sono precipitato nell'obbrobrio, e in ogni sorta di calamità.

5,15:Bevi l'acqua di tua cisterna, ec. L'Apostolo I. Cor. VII. pone il matrimonio come rimedio a preservare dalla fornicazipne quegli, i quali nella nuova legge non sono chiamati da Dio a uno stato di maggior perfezione. Così qui lo Spirito santo parlando ad uomini viventi sotto la legge di Mosè per ritrargli dal male, gli esorta ad amare le proprie mogli, a conviver con esse nel modo, che conviene al fine del matrimonio, che è la generazione della prole. Questo vuol dinotare lo Spirito santo colla parabola della cisterna e del pozzo.

5,16:Si diramino le tue fonti al di fuori, ec. Dalla onesta e santa unione colla tua moglie veggasi nascere bella, e numerosa figliuolanza, che si mostri, e sia ammirata per la città, a cui sia di ornamento e di presidio, come sarà a te e alla consorte tua di gaudio e di onore.

5,17:Siine tu solo il padrone, ec. Vivi in tal guisa colla tua moglie, che tu non abbi a temere d'infedeltà: tu come suo capo governala, custodiscila, e colla tua sapienza e virtù insegnale ad esser saggia e ad amare la virtù, e particolarmente la castità coniugale.

5,18:Benedetta sia la tua vena, ec. Iddio benedirà questa tua vena di acque; darà fecondità e virtù alla tua consorte, e tu viverai contento con quella sposa, che egli teco congiunse nella prima tua gioventù.

5,19:Come un piccolo cervo. Questa similitudine si ha anche Cant. II. 9.

5,21:Il Signore sta osservando le vie dell'uomo. Come se dicesse: Non ti dare a credere di poter mai nascondere agli occhi di Dio il male, che tu facessi, quantunque l'oscurità, e le tenebre tu cercassi per coprire il tuo peccato. Dio tutto vede, e tutto considera, e tutto manifesterà ancora un giorno al cospetto di tutti gli uomini nel finale giudizio. Vedi Eccli. XXIII. 25.

5,22:Dalle sue iniquità riman preso l'empio. Disse che Dio vede e considera i peccati degli uomini. Egli però non sempre subito dopo il peccato punisce il peccatore, ma pazienta e dissimula, e lo lascia vivere a suo talento. Ma sappi, che frattanto il peccatore è già come un reo preso e legato colle funi dei propri peccati, e questo reo a suo tempo sarà presentato al Giudice eterno per esser punito. I peccatori (dice l'Apostolo) sono ne' lacci del Diavolo, da cui sono tenuti schiavi a sua voglia, 2. Tim. II. 26. Queste funi ancora significano l'abito cattivo, il quale nella materia di cui si parla si contrae prestissimo, e avvince e stringe talmente il peccatore, che quasi lo necessità a peccare, onde senza una grazia grande di Dio non può egli rimettersi in libertà. Vedi August. Confess. VIII. 5.

5,23:Egli morrà, perchè ec. Morrà di doppia morte ingannato dalla sua propria stoltezza; perocchè lusingandosi egli di aver sempre tempo di emendarsi e di convertirsi, per giusto giudizio di Dio morrà repentinamente, o quand'anche Dio gli lasci tempo di far penitenza, la forza delle prave consuetudini prevarrà, ed egli morrà infelicemente nel suo peccato.