Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Proverbi 31


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Avvertimenti dati a Salomone dalla madre intorno al fuggire la libidine, e guardarsi dal vino, e amministrar la giustizia. Elogio della donna forte.

1Parole del re Lamuele. Profezia, colla quale lo istruì la sua madre.2E che, o mio diletto? e che, o caro frutto del mio seno? e che, o amato oggetto de' voti miei?3Non consumare il tuo bene nelle donne, nè le tue ricchezze in quello che fa lo sterminio dei re.4Non permettere ai re, o Lamuele, non permettere il vino: perocché dove regna ebbrezza, non v'è segreto:5E perché dopo aver bevuto non si scordino di far giustizia, e non tradiscano la causa de' figliuoli del povero.6Date la sicera agli afflitti, e il vino a quelli, che hanno il cuore amareggiato:7Questi bevano, e si scordino di lor miseria, e non abbiano più memoria del lor dolore.8Apri tu la tua bocca in favore del mutolo, e a difesa di tutti i passeggeri:9Apri la tua bocca, ordina quello che è giusto, e rendi ragione al meschinello, ed al povero.10Chi troverà una donna forte? il pregio di lei è come delle cose portate di lontano, e dalle estremità della terra.11In lei riposa il cuor del suo sposo, il quale non avrà bisogno di proccurarsi bottino.12Ella del bene darà a lui, e non del male, per tutti i giorni che durerà la sua vita.13Ella si proccura della lana, e del lino, e lo mette in opra colla perizia delle sue mani.14Ella o simile alla nave di un mercatante, la quale porta da lungi il suo sostentamento.15Ella si alza, che è ancor notte, e distribuisce il vitto alla gente di casa, e il mangiare alle sue serve.16Pose gli occhi sopra un podere, e io comperò; del guadagno delle sue mani piantovvi una vigna.17Ella si cinge di fortezza i suoi fianchi, e fa robusto il suo braccio.18Ella provò, e vide come il suo negozio le frutta: la sua lacerna non si spegne la notte.19Ella a forti cose stende la mano: le sue dita maneggiano il fuso.20Apre la mano ai miserabili, e stende le palme ai poverelli.21Non teme per que' di sua casa il freddo, o la neve; perché tutti i suoi domestici han doppia veste.22Ella si fa dei tappeti di varj colori: il suo abito è di bisso, e di porpora.23Bella figura farà il suo sposo alle porte assise trai senatori del luogo.24Fabbrica fine vesti di lino, e le vende, e da ai Cananei mercatanti delle cinture.25Ella si ammanta di fortezza, e di decoro, e sarà lieta negli ultimi giorni.26Con saggezza apre ella la sua bocca, e la legge della bontà governa sua lingua.27Sta attenta agli andamenti di sua gente, e il pane non mangia nell'ozio.28Sorgono i figli di lei, e la annunziano per sommamente beata; il suo marito, e le dà lode.29Molte son le fanciulle, che hanno adunate delle ricchezze: tu le hai superate tutte quante.30Fallace è l'avvenenza, ed è vana la beltà: la donna, che teme il Signore sarà quella, che avrà lode.31Date a lei de' frutti delle sue mani, e lo opere sue la celebrino alle porte.

Note:

31,1:Parole del re Lamuele. Tutti generalmente gli Interpreti Ebrei e Cristiani hanno sempre creduto, che Lamuele egli è lo stesso Salomone. Questo nome credesi dato a lui dalla madre per significare, che egli a Dio era dedicato e consacrato; perocchè Lamuel vuol dire uno, che ha Dio, o, come spiega un dotto Rabbino, uno che è di Dio; e dello stesso Salomone fu detto da Dio medesimo: io sarò gli Padre ed ei sarà mio figliuolo, 2. Reg. VII.14 Profezia, colla quale ec. Non possiamo dubitare che le ammonizioni, che seguono, fossero ispirate a Bethsabea dallo Spirito del Signore, mentre sono dette profezia, ovvero visione, e fanno parte di questo libro de' Proverbi; conciossiachè la profezia è una dottrina ricevuta per rivelazione divina. Anzi molti dotti Interpreti affermano, che Bethsabea dopo aver fatta penitenza del peccato commesso con David, non solo fu donna di gran virtù, e cara a Dio, ma previdde e profetizzò la caduta di Salomone, e per tempo lo avverti con tanta tenerezza di affetto, e con sollecitudine veramente materna a guardarsi da' pericoli, a' quali conobbe dover lui essere più esposto.

31,2:E che, o mio diletto? ec. Ho voluto conservare nella traduzione la maniera di parlare piena di enfasi, e di appassionatissimo affetto qual'ella è nell'originale e nella Volgata. Il discorso è tronco, e vi si sottintende, come ognun vede, che dirò io o che chiederò a Dio per te? che raccomanderò io a te? A te, che se' il mio diletto, a te, che se' il caro frutto di questo mio seno, a te, cui riguardano, e in cui finiscono tutti i miei voti e tutti i miei desiderii? I LXX lessero: figliuolo delle mie orazioni, lo che può anche ridursi al senso della Volgata quasi volesse dire, per cui tutte sono le orazioni, ch'io fo a Dio; ovvero può intendersi, che questo figliuolo ella avesse domandato a Dio, perchè avendo veduto come Dio avea fatto morire il primo, ch'ella ebbe da Davidde, temè, che lo stesso non avvenisse di questo, e colle sue orazioni ottenne non solo di partorirlo, ma anche che gli fosse conservata la vita.

31,3:Fu quello, che fa lo sterminio de' re. Tale è il senso della nostra Volgata paragonata col testo originale: non profondere le tue ricchezze in quelle cose, che fanno perdere a' re la fortezza dell'animo e del corpo, e la prudenza, e consumano la sanità, la vita, e l'erario.

31,4:Non permettere a' re..., il vino. Cioè, non credere permesso a' re il vino, o sia lo smoderato uso del vino, che porta seco l'ubbriachezza. Un filosofo pagano scrisse lib. III. de repub. Abbiam detto, che tutti dall'ubbriachezza debbon guardarsi, e questo a chicchessia, ma principalmente al custode della repubblica debb'essere vietato, ch'egli oppresso dal vino non sappia in qual parte del mondo si trovi, e ridicola cosa sarebbe che di custode avesse bisogno lo stesso custode. Questa maniera di parlare: non permettere a' re il vino, è piena di quel rispetto, che è sempre dovuto alla maestà de' regnanti anche quando si tratta di dar loro degli utili e importanti consigli. Nell'originale è qui la voce sicera, di cui altrove si è parlato, e comprende il vino e tutti i liquori forti capaci di ubbriacare, come era particolarmente il vino di palma comune assai nell'Oriente.

31,6:Date la sicera agli afflitti, ec. Vale a dire: si usi il vino e i liquori per rimedio della tristezza, e della affllizione; onde il Grisostomo osservò, che Noè coltivò la vite, e delle uve fece il vino per conforto dell'afflizione, in cui trovavasi nel vedersi ridotto in tanta solitudine per avere Dio sommersi col diluvio tutti gli abitatori della terra. Hom. XXIX. in Genes.

31,8:In favore del mutolo. Di que', che non sanno parlare per difendere la loro ragione, rattenuti o dal timore, o dalla ignoranza. E a difesa di tutti i passeggieri: de' forestieri, che non hanno avvocato, nè difensore, che per essi si adoperi: l'Ebreo dice: figliuoli di transito, che non si fermano in un paese, ma fatti che hanno i loro affari si partono tornando alla loro patria. Questi perchè mancano di ogni protezione meritano di essere protetti specialmente dal re.

31,10:Chi troverà una donna forte? ec. Dopo aver riferiti i documenti gravissimi dati a lui dalla madre, Salomone rendendole quasi il contraccambio, tesse di lei un bellissimo elogio formando un'ammirabil pittura di una donna forte, cioè d'una insigne madre di famiglia; donde argomentar dobbiamo, a quale altezza di virtù e di merito s'innalzasse questa donna dopo la sua penitenza, mentre e stata giudicata degna di tante lodi dallo Spirito santo, che è spirito di verità; ella è ancora considerata dai Padri come una bella figura della Chiesa di Cristo e della Vergine Madre del Salvatore.Vedi s. Epifanio nell'Ancorato, S. Bernardo serm. II. super. Missus, e la catena Gr., s. Gregorio M. Moral. XXIII., August. serm. 57. 58. de divers. Notisi che Salomone per dar l'idea di una degna madre di famiglia ha notati nel suo ritratto i caratteri piu generali, affinchè questa donna servir potesse di modello, e di esemplare a maggior numero di persone di questo sesso. Tutti i versetti di questo elogio e ritratto sono alfabetici, cominciando il primo dalla prima lettera dell'alfabeto Ebraico, e il secondo dalla seconda, e così degli altri fino al numero di ventidue quante sono le lettere degli Ebrei. Nella stessa guisa sono scritti vari salmi, e i treni di Geremia. Dice adunque, che il trovare una donna forte non è impossibileveramente, ma è molto difficile, perocchè poche son tali. In vece di donna forte i LXX dissero: donna maschia, superiore alle debolezze del sesso. Il pregio di lei è come delle cose ec. Ella è di tanto pregio, di quanto sono le cose più pregiate e più rare portate dalle parti più remote da noi, come sono le pietre preziose, le perle ec. Si allude qui all'antico uso di comperare le mogli, del qual costume si è parlato altre volte: ond'è come se dicesse: se tu fossi tanto fortunato di poter aver tal donna in consorte, tu non potresti mai pagarla abbastanza, perchè ogni prezzo ella sorpassa.

31,11:In lei riposa il cuor del suo sposo. Questa sola lode è un grandissimo, e gravissimo elogio: in lei riposa il cuor dello sposo, che è sicuro non tanto della virtù, e della castita di tal donna e del suo amore, ma ancora della prudenza, della sollecitudine e della industria nel governo interior della casa, onde non solo di lei si fida, ma in lei confida interamente e in lei riposa. E da quante cure, da quanti timori, da quante ansieta non libera e sgrava un marito la donna, che è degna di tal confidenza?
Non avrà bisogno di procurarsi bottino. Non avrà bisogno il marito di acquistarsi buttino alla guerra per mantener la famiglia, conciossiachè il lavoro e la buona economia della moglie ingrandiranno il suo patrimonio talmente che a tutto possa supplire.

31,12:Ella del bene darà a lui, e non del male, ec. Non darà un dispiacere al marito, non gli recherà mai verun pregiudizio, ma in ogni tempo sarà utile a lui, in ogni tempo sarà la consolazion del marito.

31,13:Si procura della lana e del lino, ec. Questa donna benchè di splendida nobiltà, benchè principessa e regina lavora colle sue mani la lana e il lino, e ne fa la tela, e a tal lavoro sono esercitate le industriose e intelligenti sue mani. Veggonsi in Omero delle regine, che fan la tela, e Alessandro il grande portavavesti fatte a lui dalle sue sorelle; simil cosa si legge del primo imperadore Romano, le cui vesti erano opera della moglie, della sorella e delle figlie e nipoti, e finalmente di un altro imperadore, Carlo Magno.

31,14:Simile alla nave di un mercatante, ec. Ella lavorando assiduamente con le sue mani è simile a una nave ali mercatante, la quale da lontani paesi porta merci da vendere, in cambio delle quali altre ne prende, onde il mercatante ricava il suo sostentamento, e tutto quello che gli abbisogna; così ella de' lavori suoi si provvede eziandio delle cose, che son portate di fuora, che al manitenimento della famiglia sono necessarie.

31,15:Ella si alza che è ancor notte, ec. Ella non dorme tutta la notte, ma sorge avanti l'aurora, distribuisce il vitto a' servi che vanno a lavorare alla campagna, i quali non tornano a casa se non la sera, e fa preparare il cibo per le donne di casa. il vitto davasi a' servi o giorno per giorno, o a mesi. Invece di quelle parole e il mangiare alle sue serve, il Caldeo e i LXX portano: Assegna il la voro alle sue serve.

31,16:Pose gli occhi sopra un podere, ec. Osservò un podere di buona terra e fruttifera, e se ne invaghi, e co' suoi risparmi trovò il modo di farne acquisto.

31,17:Ella si cinge di fortezza ec. Non serve, che una madre di famiglia comandi, esorti: fa d'uopo, che ella stessa metta le mani all'opera, perocchè l'esempio di lei renderà non solo facile, ma dolce e amabile ogni fatica: quindi la donna forte con viril coraggio s'impiega nelle opere più faticose.

31,18:Ella provò e vide ec. Coll'esperienza (facendo i suoi conti) ella conobbe, che il suo negozio è molto utile: e come no? mentre ella non solo il giorno, ma molte ore della notte è intenta al lavoro!

31,19:A forti cose stende la mano: ec. Cose forti chiama il Savio tutti i lavori, che son convenienti a una madre di famiglia, come apparisce dall'esempio ch'ei porta del filare, come se dicesse: ella non isdegna alcun de' lavori, che a donna convengono, e in questi sua fortezza dimostra: conciossiachè se ella volgesse l'animo a cose maggiori, ma non adattate alla condizion del suo sesso, ella non sarebbe degna di lode.

31,20:Apre la mano a' miserabili, ec. La madre di famiglia quanto più è attenta, tanto più è esposta al pericolo di divenire troppo amante delle ricchezze, e anche di cadere nell'avarizia: la donna forte è buona, e generosa con tutti, ma specialmente co' poveri: quindi è, che la mano, cui le donne di minor fede e virtù ordinariamente tengon ristretta, l'apre ella a soccorrere con liberalità i prossimi, che sono in bisogno.

31,21:Non teme per quei di sua casa il freddo, ec. Ella ha gran pensiero del ben essere della gente di casa; i servitori e le serve son ben vestiti e provveduti contro i rigori della fredda stagione.

31,22:Ella si fa de' tappeti ec. La voce latina significa le coperte, che si stendevano sulle mense, su letti, e per terra, ricamate e dipinte con vari colori.

31,23:Bella figura farà il suo sposo ec. Ornato di belle vesti comparirà il suo sposo alla porta della città, o del luogo, in cui egli abita, assiso tra'giudici per render ragione. Ella fa onore al marito, e liberandolo da ogni pensiero dell'azienda domestica, di cui ella prende sopra di sè tutto l'incarico, lo pone in stato di attendere a' pubblici affari e all'amministrazione della giustizia.

31,24:Dà ai Cananei ec. A' mercanti della Fenicia, che negoziano per tutto il mondo, ella vende delle cinture preziose. Queste cinture le portavano gli uomini e le donne, e n'erano delle ricchissime talmente che leggesi avere i re di Persia assegnati i tributi di qualche città o di qualche provincia per la cintura delle mogli. Vedi Platone in Alcibiade e Atheneo de urbe Antylla lib. I.

31,25:Si ammanta di fortezza e di decoro. In tutto il suo esteriore risplende la fortezza, vale a dire la gravità e il decoro, cioè la modestia e l'onestà: ecco i suoi ornamenti e gli abbigliamenti preziosi, che la rendono amabil non meno che venerabile. E sarà lieta negli ultimi giorni: le donne, che passarono il fior dell'età nelle delizie, ne'divertimenti, nello studio perpetuo di ornarsi e di piacere a tutt'altri, che al marito e a Dio, nella età a vanzata perduta la naturale avvenenza, che non può con veruna industria più ripararsi, menano vita trista e infelice, e la considerazione stessa delle colpe commesse, dello infinito abuso del tempo, e de' danni recati all'anime dei prossimi, le ricolmera di afflizione; mentre la donna forte in quell'età principalmente è lieta e contenta, perchè il di s'avvicina, in cui di sue fatiche e di sue buone opere è per raccogliere il frutto.

31,26:Con sapienza apre ella la sua bocca, ec. I suoi discorsi sono conditi di sapienza: non parla di cose vane, o pericolose, ma di cose utili e di edificazione: soprattutto però la sua lingua è governata dalla bontà: ella non è aspra nel suo parlare, non noiosa, non iraconda, non altiera, ma dolce, graziosa, soave, modesta con tutti.

31,27:Sta attenta agli andamenti ec. Ella sa, che le sarà domandato conto delle persone, che sono a lei subordinate e soggette; veglia perciò con sollecita carità sopra i loro andamenti, sopra i loro costumi. Ella sa chi viene in sua casa, tutto quel che si fa in sua casa, e in qual maniera ciascuno de' domestici si diporti nell'uffizio, che gli è assegnato. Così ella mangia non il pane dell'ozio e della pigrizia, ma pane di fatica e di molto sudore. Si potrebbe forse la voce otiosa riferire alla voce domus: sta attenta agli andamenti di sua gente, la quale non mangia il pane nell'ozio. Ella bandisce l'ozio da' suoi domestici non tanto per principio di economia, quanto ancora perchè bandito questo si sbandiranno molti vizi, ond'eila non permette, che il pane dovuto a que”, che faticano, lo mangino gli oziosi.

31,28:Sorgon i figli di lei, ec. Donna grande ella è veramente questa, in cui nulla trovano da riprendere, nulla da dolersi i figli, e il marito, ma questi anzi la celebrano e la esaltano con somme lodi: la esaltano quelli, che hanno sotto gli occhi continuamente la sua vita e la sua maniera di operare.

31,29:Molte son le fanciulle, ec. Si sono vedute altre fanciulle, le quali divenute madri di famiglia hanno arricchita la casa, in cui entrarono: tu le hai sorpassate tutte, perchè non solo di ricchezze, ma di gloria, di virtu e di ogni bene hai ricolma tutta la famiglia.

31,30:Fallace è l'avvenenza, ec. Vale a dire: un gran numero di donne cercano lode dall'avvenenza e dalla bellezza esteriore: ma l'avvenenza e la beltà sono doti vane e fallaci, che presto marciscono, e vanno in fumo: questa donna, la donna forte, ha cercata sua lode nel timor santo di Dio, e ha trovata la vera lode, perocchè il timore di Dio ha frutto durevole per tutti i secoli. Temere Dio, obbedire alla sua legge santa, ecco la gloria stabile, la gloria eterna della donna forte, la quale indarno avrebbe tutte le altre condizioni, se fosse priva di questa, che santifica, e a Dio indirizza tutte le altre.

31,31:Date a lei de' frutti delle sue mani. Goda ella de' frutti di sue buone opere e nel tempo e nell'eternità. E le opre sue la celebrino alle porte: sia ella pubblicamente, e solennemente lodata non per la sua nobiltà, non per lo splendore de' suoi maggiori, ma per le opere sue virtuose. Ma prendendo nel suo ordinario significato la parola alle porte potrà anche intendersi, che ella sarà lodata e premiata con ricompensa eterna da Dio nel giudizio: e unendo l'uno e l'altro senso dirà: sarà ella adesso celebrata per le opere e virtù sue da' senatori, e da' giudici della città, che seggono alle porte, e sarà anche più esaltata nel giudizio di Dio, e beatificata per tutti i secoli.