Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Proverbi 12


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Di quelli, che amano la correzione, e di quelli, che la odiano: dell'empio, e del giusto, dell'uom diligente, e dell'infingardo, dello stolto, e del savio, dei beni, e dei mali della lingua.

1Chi ama la disciplina, ama la scienza; ma chi odia la correzione e un insensato.2L'uomo dabbene si caparrerà la grazia del Signore; ma chi si confida nelle sue invenzioni opera da empio.3Non acquisterà fermezza l'uomo per mezzo della empietà; ma sarà immobile, la radice de' giusti.4La valorosa donna è la corona di suo marito: quella che fa azioni obbrobriose è un tarlo nelle ossa di lui.5I pensieri de' giusti sono giustizia: i consiglj degli empj son fraude.6Le parole degli empj sono insidie tese alla vita degli altri: ma a questi porterà salute la bocca de' giusti,7Volgi in giro gli empj, ed ei più non saranno; ma stabile sarà la casa del giusto.8Colla sua dottrina si farà conoscere l'uomo; ma colui che è vano, e privo di cuore, sarà esposto agli spregj.9Più stimabile o il povero, che basta a se stesso; che un vanaglorioso a cui manca il pane.10Il giusto ha cura della vita delle sue bestie; ma le viscere degli empj sono crudeli.11Colui che lavora la sua terra, avrà pane da saziarsi; ma chi ama l'ozio, è più che stolto. Chi trova piacere a star dove si sbevazza, lascia vituperi nella ben piantata sua casa.12Il desiderio degli empj si è, che si faccian forti i peggiori: ma la radice de' giusti germoglierà.13Co' peccati della lingua si tira addosso la rovina il malvaggio: ma il giusto fuggirà dalle angustie.14L'uomo in virtù de' frutti della sua bocca sarà ricolmo di beni: e avrà, guiderdone secondo le opere delle sue mani.15La via dello stolto è diritta negli occhi di lui: ma colui, che è saggio, da retta ai consigli.16Lo stolto da tosto fuora il suo sdegno; ma chi dissimula l'ingiuria, è uom circospetto.17Colui che afferma quello, ch'ei sa, da segni di annunziare il giusto: colui che mentisce, attesta la propria fraude.18Taluno fa una promessa, e rimane punto dalla coscienza, come da coltello: ma la lingua dei sapienti è santità.19La bocca di verità sarà sempre costante: ma il testimone temerario si forma un linguaggio di menzogne.20Sta la fraude nel cuore di chi macchina il male: ma a quelli, che ruminano consigli di pace, va dietro il gaudio.21Non sarà contristato il giusto per qualunque cosa che gli avvenga: ma gli empj saranno sempre in guai.22Il Signore ha in abominazione le labbra menzognere: ma quelli, che operano con schiettezza, son grati a lui.23L'uomo cauto nasconde quello, che sa: e il cuore degli stolti butta fuora la sua stoltezza.24La mano dei forti dominerà; ma la mano infingarda pagherà il tributo.25L'afflizione del cuore umilia l'uomo, e le buone parole lo rallegrano.26Chi per amor dell'amico non fa caso di patir danno, egli è giusto; ma il fare stesso degli empj li gabberà.27Non farà guadagno l'uom fraudolento e le facoltà dell'uomo accurato saranno oro prezioso.28Ne' sentieri della giustizia sta la vita: ma la strada fuori di mano conduce a morte.

Note:

12,1:Chi ama la disciplina ec. Chi volentieri si lascia correggere da'saggi ogni volta che sia caduto in qualche fallo, questi ama veracemente d'imparare a ben vivere, ama l'onestà e la virtù, ed è già saggio: ma è uno stolto colui, che, mal facendo, non vuol essere ripreso: eglie un malato, che ama la sua malattia, e sarà sempre malato, e del male stesso morrà. S. Agostino de corrept. et grat. cap. IV.: Tu, che non vuoi esser corretto, per questo ancora meriti correzione, perchè la rifiuti: perocchè tu non vuoi, che ti sieno fatti conoscere i tuoi vizi, non vuoi, che vi si metta la mano, e ti si svegli il dolore, affinchè tu vi applichi il rimedio. E dipoi: Quel dolore, per cui un uomo a se stesso dispiace, allorchè la puntura della correzione egli sente, sveglia in lui maggior affetto di orazione, affinchè per misericordia di Dio crescendo in lui la carità, cessi egli di fare quelle cose, che vergogna e dolore gli apportano.

12,2:Nelle sue invenzioni. L'uomo, che si confida nelle sue invenzioni, egli è un superbo, che segue i suoi capricci, e crede di arrivare a' suoi fini pel suo saper fare, per la sua politica, senza immaginarsi di aver bisogno di Dio e del suo aiuto: costui è cattivo, e diventerà sempre peggiore.

12,3:Sarà immobile la radice ec. L'iniquità, il peccato non farà mai l'uomo felice: la giustizia, la probita dà fermo stato al giusto, come le profonde e forti radici danno stabilità ad una pianta rigogliosa.

12,4:La valorosa donna è la corona ec. Vale a dire reca onore, e consolazione al marito. Al contrario la donna di cattivi costumi è un tarlo, che consuma le ossa del povero marito, riempiendolo di mestizia e di crepacuori.

12,5:Sono giustizia: ec. Son giusti, retti tutti i pensieri de' giusti; i consigli, i disegni de' cattivi tendono tutti a ingannare e far male a'semplici.

12,6:Le parole degli empi sono insidie tese ec. Gli empi non solo si studiano di torre altrui coi loro inganni la roba, ma anche la vita: ma i giusti colle loro sagge parole salveranno i semplici dalle mani degl'insidiatori. Cosi Daniele liberò Susanna dalle mani de' tristi vecchioni.

12,7:Volgi in giro gli empi, ed e' più non saranno; ec. E qui una maniera di parlare, cred'io, popolare e quasi proverbiale: Signore, gli empi periranno ogni volta chetu vorrai con somma celerità, con tanta celerità, con quanta un uomo si volge in giro: volgili tu in giro, ed essi più non saranno.

12,8:Colla sua dottrina ec. Le voci dottrina e scienza in questo libro ordinariamente sono usate per la scienza pratica, o sia per la prudenza: l'uomo adunque colla sua dottrina si farà conoscere, vuol dire colla prudenza, che e' mostrerà ne'suoi discorsi e nel suo operare, si farà conoscere per saggio e virtuoso.

12,9:Che basta a se stesso. Che può colle sue fatiche procurare il necessario per sè, e per la sua famigliuola. Questi è più da stimarsi, che un uomo pieno di boria e di vanità, che si gloria di sua nobiltà, e intanto non ha pane da mangiare. Vedi Eccli. X. 30. Vuol dire il Savio, che la vera nobiltà non istà nella oziosità superba, ma nella fatica e nella virtù.

12,10:Il giusto ha cura della vita delle sue bestie. Il Grisostomo, hom. XXIX. in ep. ad IRom.: le anime de' Santi sono al sommo benigne, e amano non solo i propinqui, ma anche gli estranei, talmente che questa benignità estendono sino ai bruti animali, onde il Saggio disse: il giusto ha cura della vita delle sue bestie. Nella legge Dio insegnò in più luoghi agli Ebrei questa misericordia verso gli animali. Vedi Deuter. XXII. 6., Exod. XXV. 19., Levit. XXIII. 28. ec.

12,11:È più che stolto. Non solo perchè si ridurra alla fame, ma molto più per ragione de' mali, che vengono dall'ozio, come altrove insegna lo Spirito santo. Lascia vituperi nella ben piantata sua casa. Consuma il suo, perde il decoro, si riduce in miserie ed egli e tutta la sua famiglia, e di una casa ben piantata e in florido stato, ne fa una casa piena di disonori e d'infamia. I mali della ubbriachezza sono descritti molto bene da s. Ambrogio, de Elia et ieiun. cap. 16.

12,12:Il desiderio degli empi si è, che si faccian forti i peggiori. Perchè coll'aiuto di questi si promettono di soverchiare i buoni; ma Dio deluderà i loro disegni facendo, che gli uomini dabbene vadano di bene in meglio.

12,13:Co' peccati della lingua ec. Colle sue detrazioni, colle bugie, colle imprudenze ec. il giusto non solamente schiva molti mali affrenando la lingua, ma quando in qualche angustia si trovi, colle buone e sagge parole sa liberarsene. Vedi il fatto di Abigail 1. Reg. XXV.

12,14:In virtù de' frutti della sua bocca. I saggi e utili discorsi pascono e chi gli fa e chi gli ascolta: così delle buone parole non meno, che delle buone opere si ha guiderdone.

12,15:Dà retta a' consigli. Il saggio è umile, e diffida di se medesimo; e perciò ricorre a' consigli altrui. Lo stolto e sempre guida a se stesso, vale a dire, va dietro ad un cieco, e caderà in molti errori e peccati, perocchè la passione faragli credere diritta la via, ch'ei batte, quand'ella è storta.

12,16:Chi dissimula l'ingiuria, è uom circospetto. Uomo prudente è colui, che sa soffrire l'ingiuria senza alterarsi, e quando subitamente senta in sè suscitarsi lo sdegno lo raffrena, e nol dimostra all'esterno. È stolto chi per l'ingiuria si accende, e lasciandosi trasportare dalla passione in atti e in parole manifesta lo sdegno, grida, minaccia, dice villanie. Questo si dice dall'Apostolo essere vinto dal male, vinci a malo, per non avere tanta forza di animo da saper sopportare l'ingiuria.

12,17:Colui, che afferma ec. Combinando la nostra Volgata coll'Ebreo emmi paruto, che tale sia il senso di questo luogo, quale ho procurato di esprimerlo nella versione senza staccarmi dalla stessa Volgata. Colui, che attesta la verità, che è a lui nota, lo fa con tale costanza e fermezza, che dà indizio di veracità e di schiettezza; pel contrario poi colui, che attesta la bugia, non è ordinariamente tanto imprudente, che non abbia qualche ribrezzo di dire solennemente una falsità, e tituba, e da accorto giudice sarà conosciuto ch'egli attesta una falsità.

12,18:Taluno fa una promessa, ec. Parla di quelli, che temerariamente promettono alcuna cosa, onde poi hanno motivo di gran pentimento. Tale fu la promessa fatta da Erode alla figliuola di Erodiade, Matth. XIV. 8. 9., la quale incauta promessa impegnò lo sconsigliato principe a far morire il santissimo Precursore di Cristo. Ma il saggio, che non parla se non dopo aver pensato, non solo non fa male a se stesso colla sua lingua, ma a sè e agli altri porta sanità e tranquillità e pace colle sue parole.

12,19:La bocca di verità ec. L'uomo verace, che dice quello, che di certa scienza è a lui noto, è costante nel suo parlare, e colla semplice sua asserzione sostiene la verità di quel che ha detto. Colui, che per la sua loquacità parla temerariamente, non solo dice agevolmente il falso, ma per sostenere il suo dire aggiunge menzogne a menzogne, onde formasi un linguaggio di falsità.

12,20:Sta la fraude nel cuore ec. I pacifici hanno per frutto del loro buon cuore la pace e il gaudio: quelli, che macchinano tradimenti, rovine ec., hanno in cuore la fraude e per conseguenza le inquietudini, e i timori, e le agitazioni di spirito, temendo sempre di non essere scoperti e puniti, ed essendo ancora perturbati da' rimorsi della coscienza.

12,21:Non sarà contristato il giusto ec. Il giusto in tutti gli avvenimenti contrarii mira la volontà di Dio, conserva la speranza in Dio, e sapendo, che tutto coopera al bene di chi ama Dio, non perde la pace del cuore, nè si perturba: l'empio nelle sue avversità essendo privo di tali sostegni agevolmente si perde, e si abbandona e soccombe.

12,23:Nasconde quello che sa. Ben lungi dal farne pompa il savio nasconde quello che sa per modestia e umiltà, e per prudenza, affine di schivare l'invidia e le dispute. Questa ritenutezza può intendersi e riguardo a' segreti confidati all'uomo savio, e riguardo alle cognizioni scientifiche, di cui lo spacciarsi possessore, quando l'utilità, o la necessità nol richiede, è vanità e imprudenza.

12,24:La mano de' forti ec. Gli uomini diligenti, attivi, che non temono la fatica, primeggiano e sovrastano: a' negligenti, a'pigri toccherà di essere soggetti, e dipendenti da quelli.

12,26:Ma il fare stesso degli empi li gabberà. Il giusto non solo non fa torto o danno a chicchessia, ma soffre volentieri di perdere del suo per far comodo e vantaggio ai suoi prossimi. L'empio cerca di arricchire, e di avanzarsi con danno e rovina degli altri; ma anderà fallito ne' suoi disegni, e Dio non permetterà, che egli sia prosperato. il versetto seguente ripete questa verità.

12,27:Le facoltà dell'uomo accurato ec. Le facoltà acquistate dall'uomo retto, mediante la sua industria e le oneste fatiche, queste facoltà sono oro schietto e puro purgato da ogni feccia d'iniquità.

12,28:La vita. La vita di grazia, e poscia anche la vita di gloria. A morte: a morte eterna conduce la via storta della iniquità.