Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Proverbi 22


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Del buon nome: del ricco, e del povero; mondezza del cuore; carità, e fiducia in Dio.

1UNA buona riputazione vai più, che le molte ricchezze, e più dell'argento, e dell'oro vale l'essere amato.2Il ricco, e il povero si vanno incontro: tutti due furono fatti dal Signore.3L'uomo prudente vide venire il male, e si nascose: l'imprudente tirò innanzi, e n' ebbe il danno.4Frutto dell'umiltà egli è il timor del Signore, le ricchezze, e la gloria, e la vita.5Armi, e spade nella strada dell'uom perverso: chi ha cura dell'anima propria va lungi da tali cose.6Egli è proverbio: Il giovinetto presa che ha sua strada non se ne allontanerà nemmen quando sarà invecchiato.7Il ricco comanda al povero: e chi prende a cambio, è servo dell'usuraio.8Chi semina ingiustizie, mieterà sciagure, e sarà consunto dalla verga del suo furore.9Chi è inchinevole a compassione sarà benedetto; perché del suo pane fa parte a' poveri.
Chi usa liberalità acquista vittorie, e onori, e rapisce il cuore di chi riceve.
10Manda via il derisore, e con lui se n' andranno le risse; e averan fine le liti, e le contumelie.11Chi ama la schiettezza del cuore, pel suo grazioso parlare, avrà l'amicizia del re.12Gli occhi del Signore custodiscono i sapienti, ed egli rende vane le parole dell'iniquo.13Il pigro dice: Fuori vi è un lione: sarò ucciso in mezzo alla piazza.14Fossa profonda o la bocca dell'adultera: vi caderà chi è in ira al Signore.15La stoltezza sta legata al cuore del fanciullo: la verga della disciplina ne la scaccerà.16Chi opprime il povero per aver più ricchezze, le cederà egli a uno più, ricco, e resterà miserabile.17Porgi le tue orecchie, e ascolta le parole de' saggi: e pon mente a' miei insegnamenti,18I quali saranno amabili per te, quando li custodirai in cuor tuo, e scaturiranno per le tue labbra:19Onde nel Signore sia la tua fiducia: e per questo io oggi te gli ho esposti.20Ecco, che io in tre modi ti ho rappresentata la mia dottrina, con molta riflessione, e studio,21Per farti conoscere la fermezza delle parole di verità, onde tu possi rispondere a quelli, che ti hanno mandato,22Non usar prepotenza col povero, perché egli è povero, e non calpestare il miserabile alla porta:23Perché il Signore patrocinerà la causa di lui, e trafiggerà quelli, che a lui han trafitta l'anima.24Non fare amicizia con uomo iracondo, e non conversare con uomo furioso:25Per paura di non imparare a fare come egli fa, e di non prendere occasione di inciampo per l'anima tua.26Non associarti con quelli, che impegnano la loro mano, e si offeriscono mallevadori per chi ha dei debiti:27Perocché se tu non hai il modo di soddisfare, perché vorrai tu, che ti sia tolta di sul tuo letto la coperta?28Non oltrepassare i termini antichi posti da' padri tuoi.29Hai tu veduto un uomo spedito nel suo lavoro? Egli starà dinanzi ai re, e non tratterà con gente di bassa lega.

Note:

22,1:Una buona riputazione ec. La buona riputazione è quella, che è fondata nella vera virtù; questa buona riputazione è preferibile alle ricchezze. L'uomo saggio però non solamente non cerca nel suo operare la fama, nè la stima degli uomini, ma piuttosto la teme, perchè potrebbe fargli perdere un tesoro infinitamente più prezioso, che è l'umiltà; e quando per adempire i propri doveri convenga gli d'incontrare la disapprovazione e la malevoglienza degli uomini, egli sa servire a Dio per l'infamia come per la buona fama, come insegna l'Apostolo, 2. Cor. VI.8.; perocchè molte volte egli accade, che non si può piacere agli uomini, e servire a Cristo, Gal. I. 10.

22,2:Si vanno incontro. Aristotile disse, che ogni città di due città è composta, l'una di poveri, l'altra di ricchi, Polit. v. 1.; e s. Agostino serm. XXV. de Verb. D. dice: il ricco e il povero sono due cose tra di loro contrarie; ma l'una è necessaria all'altra... il ricco è fatto pel povero, il povero è fatto pel ricco. Vide adunque Salomone queste due classi di uomini necessitàte da' respettivi bisogni a cercarsi l'una l'altra, e per viepiù stabilire la mutua concordia tra condizioni in apparenza si disparate, con altissimo senso notò, che Dio fece i ricchi e Dio pur fece i poveri: i ricchi adunque rispettino il povero, e si guardino dal tiranneggiarlo, perchè egli secondo la condizione della natura è uguale a ciascuno di essi; il povero sia contento della sua sorte, e rispetti il ricco, nè gli porti invidia per ragione de' beni temporali, che Dio gli ha dati.

22,4:Frutto dell'umiltà. L'umiltà è fondamento e radice del timore di Dio: ella all'uomo procura tutte le spirituali ricchezze e la gloria e la vita eterna.

22,5:Armi, e spade ec. L'Ebreo: spine, e lacciuoli. Questa sentenza ha doppio senso: la via (cioè la maniera di vivere) dell'empio è piena di armi e di spade: primo, perchè l'empio non pensa ad altro, che a far male al suo prossimo colle parole e co' fatti; secondo, perchè colla sua cattiva vita si tira addosso sciagure e dolori. Chi pensa seriamente alla salute dell'anima propria si guarda dal battere una strada di tanto pericolo, che al precipizio con duce.

22,6:Il giovinetto presa che ha sua strada ec. Volgasi egli al bene od al male non saprà più, nè vorrà cangiar di costume neppur nella età avanzata. Errano adunque quei genitori, i quali lascian (come suoi dirsi) la briglia sul collo de' giovanetti, sperando di correggerli, quando saran cresciuti d'età: e frattanto fortificandosi ogni di la prava consuetudine si riducono ad essere incorrigibili.

22,7:E chi prende a cambio è servo dell'usuraio. La legge di Mosè permetteva al creditore divendere il debitore, che non pagasse, e la moglie di lui e i figli. Vedi Exod. XXII. 3. 4., Matth. XVIII.25 E un poeta Greco disse che i debiti sono per l'uomo ingenuo molestissima schiavitù.

22,8:E sarà consunto dalla verga ec. Il furore, col quale egli affligge crudelmente altrui, questo furore sara il flagello, che lo punirà, e lo manderà in perdizione.

22,10:Manda via il derisore, ec. L'Ebreo: manda via l'uomo pestilente, e così pure i LXX. Questo derisore adunque è l'uomo malvagio, l'uomo empio, che non ha rispetto degli uomini, nè timore di Dio, onde è cagione, e principio di mille liti e discordie tra' prossimi.

22,11:La schiettezza del cuore. La sincerita, e l'integrità. Chi ha questa dote, ed è insieme grazioso nell'esporre i propri sentimenti, questi è degno di esser amico del re.

22,12:Custodiscono i sapienti, ec. Il senso, che abbiam esposto nella versione, è confermato dall'Ebreo. Nella Volgata la scienza è posta in vece dell'uomo, che ha la scienza, cioè la sapienza. Dio ha particolarissima cura degli uomini, che amano la vera sapienza; ed egli confonde, rendevane le parole, o sia i vantamenti superbi de' cattivi.

22,13:Fuori vi è un lione: sarò ucciso ec. I LXX: il pigro fa sue scuse, e dice: nelle strade havvi un lione, e nelle piazze vi son de' sicarii. Così egli non va fuori alla campagna a lavorare, perchè teme il lione, e non va fuori di casa, perchè teme i sicari, che son per le piazze, come a lui finge la sua immaginazione, o piuttosto la sua infingardaggine. Così pure nelle cose dello spirito l'uomo dominato dall'accidia si finge difficoltà, si finge impossibilità eziandio dove elle non sono, teme dove non è da temere; orare, digiunare, vincere le cattive inclinazioni ec. sono cose, che l'accidioso reputa imprese quasi sopra dell'uomo, ed elle però sono agevolissime all'uomo aiutato dalla grazia, come l'esempio di tanti altri uomini, che tali cose fecero e fanno, evidentemente dimostra. Quello, che quelli e quelle hanno fatto, perchè non farò ancor io? August. Confess. VIII. II.

22,14:Fossa profonda è la bocca dell'adultera: ec. La bocca dell'adultera significa le parole, le lusinghe, le attrattive, le male arti con cui costei seduce i suoi amatori. Tutto questo è un baratro profondo, nel quale cade chi co'suoi precedenti peccati ha meritata l'ira di Dio. Così viene il Savio a dimostrare come sovente un peccato e pena dell'altro, e, come gli Ebrei dicevano, la trasgressione tira seco la trasgressione. Vedi August. in Ps. 57 Greg. Moral. XXVI. 12., e quello, che abbiam detto Rom. I. 24.

22,15:Sta legata al cuor del fanciullo. Ovvero sta attaccata. La leggerezza, la incostanza, l'imprudenza, la corruzione del cuore sono mali, che ogni uomo figliuolo di Adamo porta seco nel nascere: la buona educazione sostenuta da moderata severità servirà grandemente a diminuire questi mali.

22,16:Le cederà egli a uno più ricco ec. Colui, il quale con prepotenza spoglia l'inferiore, sarà per giusta permissione di Dio spogliato egli stesso da un altro, che ne potrà più di lui.

22,17:Porgi le tue orecchie. Comincia qui un nuovo ragionamento, che va fino al capo XXIV. Vers. 23. Dimostrò Salomone ne' primi nove capitoli la dignità e la gloria della sapienza, e i beni, ond'ella è sorgente, affin di risvegliarne in tutti i cuori l'amore: dal capo X in poi espose della stessa sapienza i precetti; interrompe adesso il discorso per animare l'attenzione degli uditori alle molte e gravi cose, che egli è ancora per dire.

22,18:Saranno amabili per te, quando ec. Conoscerai quanto sieno amabili i miei documenti se li conserverai attentamente nel tuo cuore, donde scaturiranno opportunamente a inondar le tue labbra, vale a dire feconderanno la tua mente, e faranno eloquente il tuo parlare a gran vantaggio de' prossimi.

22,19:Onde nel Signore sia la tua fiducia; ec. Questo versetto lega col diciottesimo: Porgi le tue orecchie e ascolta.., onde nel Signore sia la tua fiducia: ec. Affinchè osservando i documenti della sapienza tu abbi motivo di sperare da Dio la grazia nella vita presente, e i beni eterni nel secolo avvenire.

22,20:In tre modi. Vale a dire in vari modi. il numero di tre dinota moltiplicità. Vedi 2. Cor. XII. 8. Amos, 1. II. Altri hanno preteso, che Salomone accenni qui i tre suoi libri, i Proverbi, l'Ecclesiaste e la Cantica: ma Salomone non scrisse questi tre soli. Vedi 3 Reg. V. su fine.

22,21:A quelli che ti hanno mandato. A quelli che ti hanno mandato alla mia scuola, a' tuoi genitori. È un maestro, che parla coi suoi amati discepoli.

22,22:Perchè egli è povero. Perch'ei non può resistere, e perciò è degno di compassione, e ha Dio per suo special protettore. Alla porta, vale a dire in giudizio, perchè alla porta della città tenevansi i giudici.

22,25:E di non prendere occasione di inciampo ec. E affinchè non ti avvenga di prendere con lui delle risse, onde ne resti aggravata dinanzi a Dio l'anima tua; perocchè l'ira provoca l'ira, e non è da uomo saggio il metersi in pericolo di perdere la pazienza.

22,26:Impegnano la loro mano. È l'atto d'uno, che promette, porgendo la mano ad un altro.

22,27:Perchè vorrai tu, che ti sia tolta ec. Se tu entri malievadore, e non hai da pagare pel debitore ti avverrà facilmente, che il creditore ti porti via anche la coperta del letto. Guarda a qual miseria ti esponi.

22,28:Non oltrepassare i termini ec. Letteralmente si parla di non valicare i termini, i confini delle altrui possessioni per occuparle; ma il senso più importante si è: nelle cose, che riguardan la fede o la regola de' costumi, attienti alla dottrina de' Padri e Dottori della Chiesa.

22,29:Egli starà dinanzi a' re, ec. Sarà ministro dei re, sarà adoperato da questi a trattare i loro negozi: egli lo merita per la sua attività, diligenza e prontezza; non si abbasserà ad uffizi di poca levatura, nè a trattare con persone della plebe.