Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Proverbi 20


font

Fuggire l'ubbriachezza, guardarsi dall'offendere i magistrati, dalle liti, e dall'ozio.

1Lussuriosa cosa è il vino, e madre de' tumulti l'ebbrezza; chiunque ha genio a tali cose non sarà saggio.2Come il ruggito del lione, cosi è l'ira del re; chi lo irrita pecca contro l'anima propria.3E onore per l'uomo l'allontanarsi dalle contese: ma tutti gli stolti si immischiano nelle alterazioni.4Il pigro non volle arare a causa del freddo: egli adunque anderà accattando nell'estate, e non gli sarà dato nulla.5Come un'acqua profonda cosi i consigli dell'uomo nel cuore di lui: ma l'uomo sapiente li trarrà a galla.6Molti uomini sono chiamati misericordiosi: ma un uomo fedele, chi lo ritroverà?7Il giusto, che cammina nella sua semplicità, lascerà beati dietro a se i suoi figliuoli.8Il re assise sul trono, dove rende giustizia, dissipa col suo sguardo ogni male.9Chi è, che dir possa: Il mio cuore è mondo? io son puro da qualunque peccato?10Doppio peso, doppia misura: ambedue queste cose sono abboininevoli presso Dio.11Dalle inclinazioni del fanciullo si riconosce, sé le opere di lui siano per essere pure, e rette.12L'orecchio che ascolta, e l'occhio che vede, l'uno, e l'altro è opera del Signore.13Non amare il sonno affin di non essere oppresso dall'indigenza: tieni aperti gli occhi, ed avrai pane da saziarti,14E cosa cattiva, è cosa cattiva, dice ogni compratore; ma quando se n'è ito (con essa), allora ne fa festa.15Cosa preziosa è l'oro, e le molte gemme: e vaso prezioso sono le labbra scienziate.16Prendi la veste di colui, che entra mallevadore per uno straniero, e portati dalla casa di lui il pegno pel debito del forestiero.17Dolce è all'uomo il pane di menzogna; ma questo in appresso gli empie la bocca di pietruzze.18Col consiglio si da vigore alle imprese: e le guerre si governano colla prudenza.19Non aver familiarità con un uomo che rivela i segreti, ed è raggiratore, e fa grandi sparate.20Chi usa cattive parole verso il padre, o la madre, la sua lucerna si spegnerà nel forte delle tenebre.21Il patrimonio, che fu dapprima messo insieme con celerità, sarà privo di benedizione nel fine.22Non dire: Mi vendicherò: aspetta il Signore, ed ei ti libererà.23E abbominevol cosa dinanzi al Signore la doppia bilancia: non è buona cosa la stadera falsa.24Il Signore è quegli che dirige i passi degli uomini: e chi è degli uomini, che possa conoscere la via, che dee battere?25E rovina per l'uomo il divorare i santi, e tornar a fare dei voti.26Il saggio re disperge gli empj, e alza sopra di essi un arco trionfale.27Fiaccola divina è lo spirito dell'uomo, il quale penetra tutti i nascondigli delle viscere.28La misericordia, e la giustizia custodiscono il re, e il trono di lui si rende stabile colla clemenza.29La gloria de' giovani è la loro fortezza, e la dignità de' vecchi sta nella loro canizie.30Si purgano i mali colle lividure delle percosse, e co' tagli, che vadano fino alle interne viscere.

Note:

20,1:Lussuriosa cosa è il vino, ec. Sono notati tre pessi mi effetti del vino; primo, l'essere incentivo alla libidine; secondo, far perdere la ragione nella ubbriachezza; terzo, far nascere tumulti e risse. L'intemperanza nel bere è principio d'infiniti mali, come sta scritto cap. XXIII. 29. Vedi anche Ephes. V. 18. Non sia perciò meraviglia se Salomone dice, che gl'intemperanti sono incapaci di acquistar la sapienza.

20,2:Pecca contro l'anima propria. Pecca contro se stes so e contro la propria vita, esponendosi a gravissimo e manifesto pericolo.

20,3:È onore per l'uomo ec. Il fuggire le liti e le contese non è cosa da piccolo spirito, come talor dice lo sciocco volgo, ma è cosa onorevole e da saggio: perocchè questi ama piuttosto di cedere senza litigare, che di resistere con perdita della carità. S'immischiano nelle altercazioni: dall'Ebreo e dalle antiche versioni apparisce, che tale è il senso della nostra Volgata. Gli stolti non solo non fug gono le altercazioni e le liti, ma le amano, e se ne pascono, perchè sono stolti.

20,5:Come un'acqua profonda, ec. I consigli e le intenzioni dell'uomo sono sepolte nel cuore di lui come in un'acqua profonda, di cui non si trova il fondo; ma un uomo saggio col suo saper fare, colla sua intelligenza ar riverà a penetrare in que' cupi nascondigli, e le trarrà fuori. Il cuor dell'uomo è imperscrutabile, come dice il profeta, ma a forza d'interrogazioni, di osservazioni e di diligenze, l'uomo saggio arriva sovente a penetrare quest'abisso profondo, e a scoprire l'intenzioni e i disegni dell'uomo.

20,6:Ma un uomo fedele, chi lo ritroverà? Molti hanno il nome di misericordiosi, ma pochi lo sono veramente e realmente, pochi nella misericordia sono fedeli, perchè nella misericordia che esercitano cercan in vanagloria, od altro umano vantaggio, e non sono misericordiosi veramente per amore di Dio e del prossimo. Un'altra sposizione ugualmente buona può darsi a queste parole, e questa sposizione si è: Molti si acquistano il nome di uomini misericordiosi è caritativi, e lo sono in certo modo, perchè fanno sovente opere di misericordia: ma costoro son eglino poi uomini fedeli, vale a dire osservatori perfetti di tutta la legge, e che adempiano tutte le obbligazioni del loro stato? Pochissimi uomini meritano questa lode. Sono adunque molti i misericordiosi, ma rari gli uomini fedeli; e la sola misericordia scompagnata dalla fedeltà nell'osservare la legge, non serve per la salute. Può bensì la misericordia verso de' prossimi essere ottimo mezzo per impetrare da Dio la grazia per fuggire il peccato e per ben vivere, e l'uomo fedele a questo fine principalmente indirizza le opere di misericordia

20,7:Nella sua semplicità. Ovvero, nella sua integrità, nella sua perfezione. Alcuni Padri, come s. Cipriano, de opere, et eleem., questa sentenza applicano al padre, che è generoso co'poveri. La voce semplicità è usata da Paolo a significare la liberalità Cristiana verso de' bisognosi, Vers. 2 Cor. IX. II. Vedi questo luogo.

20,8:Il re assiso ec. Esorta i re a rendere la giustizia da loro stessi, e dice, che il re, il quale rivestito com'è di amplissima sovrana potestà siede sul suo trono amministrando la giustizia, facendo esaminare dinanzi a sè le querele, la liti, i negozi de' sudditi, dissipa col solo suo sguardo ogni male, vale a dire atterrisce i cattivi, mette in fuga le frodi, le imposture, le calunnie, e contiene tutti nel loro dovere.

20,9:Chi è, che dir possa: ec. In primo luogo nissuno può sapere di certo di essere in istato di grazia: per questo diceva il grande Apostolo: Non son consapevole di cosa alcuna a me stesso, ma non per questo son giustificato. In secondo luogo nissuno può dire di essere mondo da qualunque peccato anche veniale: se diremo, che non abbiamo verun peccato, seduciamo noi stessi, e non è in noi verità. I. Jo. 1.8.

20,10:Doppio peso, doppia misura, ec. Non è solamente condannata l'ingiustizia, che si commette nel negoziare, usando altro peso e altra misura nel vendere, e altra nel comperare, ma è ancor condannato l'avere ne' giudizi e nella distribuzione de' premi e delle pene alcun riguardo e considerazione pelle persone piuttosto, che per le cause.

20,11:Dalle inclinazioni del fanciullo ec. Fin dalla prima puerizia traspirano le inclinazioni al bene e alla virtù, le quali promettono della buona riuscita, che farà il fanciullo ne' tempi avvenire, purchè queste inclinazioni sieno mudrite da chi alla loro educazione presiede, e non sieno traversate da' cattivi compagni, e dalla contagione de' mali esempi. Sono pertanto avvertiti i genitori e i maestri da Salomone, che veglino sopra le inclinazioni dei fanciulli, affine di coltivarie se sono buone, ed emendarle se sono cattive.

20,12:L'uno e l'altro è opera del Signore. Dio adunque e vede, e sente ogni cosa, e nissuno può ascondersi a lui: colui, che piantò l'orecchia, non udirà? o colui, che formò l'occhio, non osserverà? Ps. XCIII. 9. in un altro senso, dono di Dio è la vista, l'udito, e tutto quello, che siamo: nissuno adunque si glori del suo sapere, delle doti dello spirito, ovvero del corpo. Che hai tu, che non lo abbi ricevuto, e se lo hai ricevuto, perchè ti glori come se noll'avessi tu ricevuto o I. Cor. IX.7.

20,14:Ma quando se n'è ito (con essa), ec. È notata l'ordinaria maniera di fare degli uomini, i quali nel vendere esaltano la merce, se debbon comperare l'avviliscono, onde quel nostro proverbio: chi biasima vuol comperare. Nella stessa maniera colui, che cerca di far acquisto della virtù, sovente dice dentro di sè, che è cosa dura il soffrire le ingiurie, il mortificare le passioni, rinnegare sestesso ec.; ma quando avrà fatto acquisto del bene, a cui aspira, si glorierà di averlo avuto a buon prezzo; perocchè conoscerà e toccherà con mano la verità di quelle parole di Paolo: Non hanno che fare i patimenti del tempo presente colta gloria futura. Rom. VIII. 18.

20,15:Cosa preziosa è l'oro ec. La voce preziosa dee sottintendersi nella prima parte del versetto. Dice, che le labbra d'un uomo scienziato ed eloquente sono preziosa e rara cosa non men dell'oro e delle gemme.

20,16:Prendi la veste ec. Colui, che entra mallevadore per uno straniero, merita di restare spogliato delle vesti, affinchè resti così punita la sua eccessiva bonarietà. Abbiam già veduto come il Savio esorti in più luoghi a guardarsi dalle mallevadorie. Qui poi con maggior enfasi rivolgendosi al creditore gli dice, che per assicurare il credito, che ha collo straniero, prenda dal suo mallevadore il pegno, e se questi non ha altro che la veste, o sia la coperta del letto da dargli, prenda anche questa: serve ciò a sempre più far conoscere il pericolo, a cui si espone l'incauto mallevadore, e particolarmente il malievadore di un forestiero.

20,17:Il pane di menzogna; ec. il pane acquistato per mezzo di bugie, di frodi e di male arti; ovvero più generalmente il pane, che ha bell'apparenza, ma in sostanza è cattivo, come sono tutti i piaceri vietati. Il pane di menzogna sembra da principio dolce all'uomo, che lo mangia, ma quanto più lo masticherà, il troverà pieno di sassolini, che gli romperanno i denti, e gli diserteranno la bocca, volendo significare le amarezze, i dolori, i guai senza fine, che l'uomo troverà nell'abbandonarsi alle proprie passioni, la soddisfazione delle quali sembra sì dolce.

20,19:Chi rivela i segreti, ec. Sono notati i tre gravissimi mancamenti, pe'quali un uomo è indegno, che alcuno di lui si fidi: il primo di rivelare i segreti; il secondo di essere raggiratore, cioè uomo, che cerca di gabbare; e il terzo di far grandi sparate, vale a dire adulare con magnifiche espressioni coloro, co' quali egli tratta. Tutti questi sono indizi di un traditore, che presto o tardi si farà conoscere per quello che è.

20,20:La sua lucerna si spegnerà ec. Una simile espressione si ha Job XVIII. 6. La lucerna e la luce è simbolo di letizia e di prosperità. Dice adunque Salomone, che al figliuolo empio, il quale maltratta con parole il padre o la madre, torrà Dio ogni prosperità, ogni bene, e lo renderà infelice,... ed ei sarà privo di soccorso nelle tenebre della morte, e nelle calamità e temporali ed eterne, con cui sarà punita la di lui empietà.

20,21:Sarà privo di benedizione nel fine. Se a quelli, che con celerità (e in conseguenza per cattive vie) si arricchiscono, se a costoro le cose van bene da principio, vanno male da ultimo, perchè Dio non benedice il lor patrimonio, onde anderà presto in fumo. Vedi cap. XIII. II.

20,22:Non dire: Mi vendicherò. È la stessa dottrina insegnata da Cristo e dall'Apostolo, Rom. XII. 17. 19. E ti libererà: non dice, e ti vendicherà: perocchè l'uomo offeso dee contentarsi di essere liberato dal male, e non mai desiderare, che l'offensore sia punito.

20,24:Il Signore è quegli che dirige ec. Iddio solo è quegli che dirige con sicurezza i passi, cioè le azioni e la vita dell'uomo, e le conduce a prospero fine, salvando l'uomo stesso dalle tentazioni e dai pericoli e dalle avversità, ch'egli incontra nella sua vita. Saprebb'egli l'uomo da se solo, e senza l'aiuto di Dio, la strada ch'ei dee tenere per giungere ad essere felice? C'insegna questa bella sentenza come da Dio dobbiam dipendere in tutte le cose, e particolarmente per tutto quel che riguarda il conseguimento della eterna salute, onde nello stesso senso Geremia capo X. 23.: Io so, o Signore, che non è in poter dell'uomo il seguir la sua strada, nè dall'uomo dipende l'andare, e il regolare i suoi andamenti; e in Tobia cap. IV. 20.: Prega Dio che regga i tuoi andamenti, e in lui si fondino tutti i tuoi disegni. Vedi ancora Ps. XXXVI. 23.

20,25:E rovina per l'uomo il divorare i santi, ec. Non ho voluto cangiare la frase della Volgata, che è conforme all'Ebreo, benchè alcuni abbiano tentato di tradurlo in altra maniera, come altri han voluto correggere la Volgata, attesa la difficoltà d'intendere quello, che venga significato con queste parole, divorare i santi, onde sono ancora assai divisi tra loro gl'Interpreti. Mi attengo alla più semplice sposizione del Giansenio, del Brugense, e di molti altri. Dio si lamenta presso Davidde, che gli empi divoravano il popol suo come un tozzo di pane, Ps. XIII.4.; la stessa espressione è ripetuta Ps. XXXIV, e in Habacuc I. 13., III. 14. Per loro rovina adunque, e per loro dannazione gli uomini cattivi rubano, predano, saccheggiano i beni de' giusti, e dipoi si volgono a fare a Dio delle offerte come se queste potessero essere grate a lui. Così talora un usuraio penserà di placare Dio con rendere a lui parte di quello, che ha rubato a' poveri, impiegandolo in usi pii.

20,26:E alza sopra di essi un arco trionfale. Vuol significare come la maggior gloria di un buon re ella è quella, che egli si acquista coll'umiliare e deprimere e scacciar da sè i cattivi. I LXX conformemente all'Ebreo lessero: e fa passare sopra di essi la ruota; supplizio, col quale furon da Davidde puniti i figliuoli di Ammon, 2. Reg. XII. 31. il senso che abbiam dato alla nostra Volgata sembra il più adattato com'è il più semplice.

20,27:Fiaccola divina è lo spirito ec. L'anima dell'uomo è quella face spirituale derivante dalla luce immensa e dallo stesso lucentissimo Spirito di Dio, per mezzo della qual face l'uomo intende e conosce se stesso, e tutti i segreti del cuor suo; onde disse l'Apostolo, I. Cor. 11. II... Chi tra gli uomini conosce le cose dell'uomo fuori che lo spirito dell'uomo, che sta in lui?

20,29:E la dignità de' vecchi ec. La canizie, che onora e distingue i vecchi, è quella, che porta seco la gravità e santità de' costumi, la sapienza e la maturità dei consigli, per le quali cose un antico filosofo disse, che la vecchiezza si rende adorabile. Vedi Ambrogio L. I. Hexamer. 8.

20,30:Si purgano i mali ec. Le battiture e le piaghe, colle quali Dio affligge i cattivi, servono alla loro emendazione particolarmente quando i tagli, cioè le tribolazioni e le vessazioni, penetrano nella più intima parte e più delicata e sensibile dell'uomo, vale a dire quand'egli è afflitto colla perdita delle cose, che più amava, e co' mali, de' quali avea più orrore. Vedi s. Gregorio, Pastor. terza parte Adm. 13.