Scrutatio

Domenica, 28 aprile 2024 - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi)

Siracide 20


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BIBBIA CEI 2008NOVA VULGATA
1 C’è un rimprovero che è fuori tempo,
c’è chi tace ed è prudente.
1 Quam bonum est arguere quam irasci,
et confitentem in oratione non prohibere!
2 Quanto è meglio rimproverare che covare l’ira!
2 Concupiscentia spadonis devirginans iuvenculam:
3 Chi si confessa colpevole evita l’umiliazione.
3 sic qui facit per vim iudicium iniquum.
4 Come un eunuco che vuol deflorare una ragazza,
così chi vuole fare giustizia con la violenza.
4 Quam bonum est correptum manifestare paenitentiam!
Sic enim effugies voluntarium peccatum.
5 C’è chi tace ed è ritenuto saggio,
e chi è riprovato per la troppa loquacità.
5 Est tacens, qui invenitur sapiens,
et est odibilis, quia procax est ad loquendum.
6 C’è chi tace, perché non sa che cosa rispondere,
e c’è chi tace, perché conosce il momento opportuno.
6 Est tacens non habens responsum,
et est tacens sciens tempus aptum.
7 L’uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno,
il millantatore e lo stolto non ne tengono conto.
7 Homo sapiens tacebit usque ad tempus,
lascivus autem et imprudens non servabunt tempus.
8 Chi esagera nel parlare si renderà riprovevole,
chi vuole imporsi a tutti i costi sarà detestato.
Com’è bello quando chi è biasimato mostra pentimento,
perché così tu sfuggirai a un peccato volontario.
8 Qui multis utitur verbis, exsecrabitur;
et, qui potestatem sibi assumit iniuste, odietur.
9 Nelle disgrazie qualcuno può trovare un vantaggio,
ma c’è un profitto che si può cambiare in perdita.
9 Est processus in malis viro indisciplinato,
et est inventio in detrimentum.
10 C’è una generosità che non ti arreca vantaggi
e c’è una generosità che rende il doppio.
10 Est datum, quod non est utile,
et est datum, cuius retributio duplex.
11 C’è un’umiliazione che viene dalla gloria
e c’è chi dall’abbattimento alza la testa.
11 Est propter gloriam minoratio,
et est qui ab humilitate levat caput.
12 C’è chi compra molte cose con poco
e chi le paga sette volte il loro valore.
12 Est qui multa redimat modico pretio
et restituens ea in septuplum.
13 Il saggio si rende amabile con le sue parole,
ma le cortesie degli stolti sono sciupate.
13 Sapiens in verbis seipsum amabilem facit,
gratiae autem fatuorum effundentur.
14 Il dono di uno stolto non ti giova,
e ugualmente quello dell’invidioso, perché è frutto di costrizione;
i suoi occhi, infatti, sono molti invece di uno.
14 Datum insipientis non erit utile tibi,
oculi enim illius septemplices sunt:
15 Egli dà poco, ma rinfaccia molto;
apre la sua bocca come un banditore.
Oggi fa un prestito e domani lo richiede;
quanto è odioso un uomo del genere!
15 exigua dabit et multa improperabit,
et apertio oris illius quasi clamantis.
16 Lo stolto dice: «Non ho un amico,
non c’è gratitudine al bene che faccio».
Quelli che mangiano il suo pane sono lingue cattive.
16 Hodie feneratur quis et cras expetit:
odibilis est homo huiusmodi.
17 Quanti si burleranno di lui, e quante volte!
Poiché non accoglie l’avere con spirito retto,
e il non avere gli è ugualmente indifferente.
17 Fatuus dicit: “ Non est mihi amicus,
et non est gratia bonis meis ”.
18 Meglio inciampare sul pavimento che con la lingua;
è così che la caduta dei cattivi giunge rapida.
18 Qui enim edunt panem illius, falsae linguae sunt.
Quoties et quanti irridebunt eum!
19 Un discorso inopportuno è come un racconto inopportuno:
è sempre sulla bocca dei maleducati.
19 Neque enim, quod habendum erat, directo sensu distribuit,
similiter et, quod non erat habendum, est indifferens ei.
20 Non si accetta un proverbio dalla bocca dello stolto,
perché non lo dice mai a proposito.
20 Melius lapsus in pavimento quam lapsus linguae:
sic casus malorum festinanter veniet.
21 C’è chi è trattenuto dal peccare a causa della miseria
e quando riposa non avrà rimorsi.
21 Homo acharis quasi fabula importuna;
in ore indisciplinatorum assidua erit.
22 C’è chi si rovina per rispetto umano
e di fronte a uno stolto si dà perduto.
22 Ex ore fatui reprobabitur parabola,
non enim dicit illam in tempore suo.
23 C’è chi per rispetto umano fa promesse a un amico,
e in tal modo gratuitamente se lo rende nemico.
23 Est qui vetatur peccare prae inopia, et in requie sua non stimulabitur.
24 Brutta macchia nell’uomo la menzogna,
è sempre sulla bocca dei maldicenti.
24 Est qui perdit animam suam prae confusione,
et ab imprudenti persona perdet eam;
personae autem acceptione perdet se.
25 Meglio un ladro che un mentitore abituale,
tutti e due avranno in sorte la rovina.
25 Est qui prae confusione promittit amico,
et lucratus est eum inimicum gratis.
26 L’abitudine del bugiardo è un disonore,
la vergogna che si merita è sempre con lui.
26 Opprobrium nequam in homine mendacium,
et in ore indisciplinatorum assidue erit.
27 Chi è saggio nel parlare si apre una strada
e l’uomo prudente piace ai grandi.
27 Potior fur quam assiduitas viri mendacis;
perditionem autem ambo hereditabunt.
28 Chi lavora la terra accresce il suo raccolto,
chi piace ai grandi si fa perdonare i suoi torti.
28 Mos hominis mendacis est sine honore,
et confusio illius cum ipso sine intermissione.
29 Regali e doni accecano gli occhi dei saggi,
come bavaglio sulla bocca soffocano i rimproveri.
29 Verbum parabolarum.
Sapiens in verbis producet seipsum,
et homo prudens placebit magnatis.
30 Sapienza nascosta e tesoro invisibile:
a che servono l’una e l’altro?
30 Qui operatur terram suam, inaltabit acervum frugum,
et, qui operatur iustitiam, ipse exaltabitur;
qui vero placet magnatis, effugiet iniquitatem.
31 Meglio l’uomo che nasconde la sua stoltezza
di quello che nasconde la sua sapienza.
31 Xenia et dona excaecant oculos iudicum
et quasi camus in ore avertunt correptiones eorum.
32 È meglio perseverare nella ricerca del Signore
che essere un libero auriga della propria vita.
32 Sapientia absconsa et thesaurus invisus,
quae utilitas in utrisque?
33 Melior est, qui celat insipientiam suam,
quam homo, qui abscondit sapientiam suam.