Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Siracide 30


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NOVA VULGATABIBBIA CEI 2008
1 De filiis.
Qui diligit filium suum, assi duat illi flagella,
ut laetetur in novissimo suo.
1 Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta per lui,
per gioire di lui alla fine.
2 Qui docet filium suum, fructum habebit in illo
et in medio domesticorum in illo gloriabitur.
2 Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
3 Qui docet filium suum, in zelum mittet inimicum
et in medio amicorum gloriabitur in illo.
3 Chi istruisce il proprio figlio rende geloso il nemico
e davanti agli amici si rallegra.
4 Mortuus est pater eius et quasi non est mortuus:
similem enim reliquit sibi post se.
4 Muore il padre? È come se non morisse,
perché dopo di sé lascia uno che gli è simile.
5 In vita sua vidit et laetatus est in illo,
in obitu suo non est contristatus.
Nec confusus est coram inimicis:
5 Durante la vita egli gioisce nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
6 reliquit enim defensorem domus contra inimicos
et amicis reddentem gratiam.
6 Per i nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
7 Qui blanditur filio, colligabit vulnera eius,
et super omnem vocem turbabuntur viscera sua.
7 Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
8 Equus indomitus evadit durus,
et filius remissus evadet praeceps.
8 Un cavallo non domato diventa caparbio,
un figlio lasciato a se stesso diventa testardo.
9 Lacta filium, et paventem te faciet;
lude cum eo, et contristabit te.
9 Vezzeggia il figlio ed egli ti riserverà delle sorprese,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
10 Non corrideas illi, ne doleas,
et in novissimo obstupescent dentes tui.
10 Non ridere con lui per non doverti rattristare,
e non debba alla fine digrignare i denti.
11 Non des illi potestatem in iuventute
et ne despicias errata illius.
11 Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi errori.
12 Curva cervicem eius in iuventute
et tunde latera eius, dum infans est,
ne forte induret et non credat tibi,
et erit tibi ab illo dolor animae.
12 Piegagli il collo quando è giovane,
e battigli i fianchi finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
13 Doce filium tuum et operare in illo,
ne in turpitudinem illius offendas.
13 Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai sopportare la sua insolenza.
14 Melior est pauper sanus et fortis viribus
quam dives imbecillis et flagellatus in carne sua.
14 Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
15 Salus carnis melior est omni auro et argento,
et spiritus validus quam census immensus.
15 Salute e vigore valgono più di tutto l’oro,
un corpo robusto più di un’immensa fortuna.
16 Non est census super censum salutis corporis,
et non est oblectatio super cordis gaudium.
16 Non c’è ricchezza superiore alla salute del corpo
e non c’è felicità più grande della gioia del cuore.
17 Melior est mors quam vita amara,
et requies aeterna quam languor perseverans.
17 Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
18 Bona effusa in ore clauso
quasi appositiones epularum circumpositae sepulcro.
18 Cose buone versate su una bocca chiusa
sono come cibi deposti sopra una tomba.
19 Quid proderit libatio idolo?
Nec enim manducabit nec odorabitur:
19 A che serve all’idolo l’offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è per colui che il Signore perséguita.
20 sic qui effugatur a Domino
portans mercedes iniquitatis,
20 Egli guarda con gli occhi e geme,
come un eunuco che abbraccia una vergine e geme:
così è per colui che fa giustizia con violenza.
21 videns oculis et ingemiscens
sicut spado complectens virginem et suspirans.
21 Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
22 Tristitiam non des animae tuae
et non affligas temetipsum in consilio tuo.
22 La gioia del cuore è la vita dell’uomo,
l’allegria dell’uomo è lunga vita.
23 Iucunditas cordis haec est vita hominis
et thesaurus sine defectione sanctitatis,
et exsultatio viri est longaevitas.
23 Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza,
perché la tristezza ha rovinato molti
e in essa non c’è alcun vantaggio.
24 Indulge animae tuae et consolare cor tuum
et tristitiam longe repelle a te.
24 Gelosia e ira accorciano i giorni,
le preoccupazioni anticipano la vecchiaia.
25 Multos enim occidit tristitia,
et non est utilitas in illa;
25 Un cuore limpido e sereno si accontenta dei cibi
e gusta tutto quello che mangia.
26 zelus et iracundia minuunt dies,
et ante tempus senectam adducet cogitatus.
27 Splendidum cor et bonum in epulis est;
epulae enim illius diligenter fiunt.