Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Esodo 20


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L'Angelo, facendo le veci di Dio, dal monte Sina promulga il decalogo a tulio il popolo; ma questo vuole piuttosto, che gli ordini di Dio gli siano intimati coll'interposizione di Mosè. Mosè consola il popolo. Gli è comandato di fare di terra, o di pietre non tagliate l'altare, al quale non si salga per iscalinata.

1E il Signore pronunziò tutte queste parole:2Io sono il Signore Dio tuo, che ti trassi dalla terra di Egitto, dalla casa di schiavitù.3Non avrai altri dii dinanzi a me.4Tu non ti farai scoltura, né rappresentazione alcuna di quel che è lassù in cielo, o quaggiù in terra, o nelle acque sotterra.5E non adorerai tali cose, né ad esse presterai culto: Io sono il Signore Dio tuo forte, geloso, che fo vendetta dell'iniquità de' padri sopra i figliuoli, fino alla terza e quarta generazione di coloro, che mi odiano:6E fo misericordia per migliaia (di generazioni) a coloro, che mi amano, e osservano i miei comandamenti.7Non prendere in vano il nome del Signore Dio tuo: perocché il Signore non terrà per innocente colui, che prenderà invano il nome del Signore Dio suo.8Ricordati di santificare il giorno di sabato.9Per sei giorni lavorerai, e farai tutte le tue faccende.10Il settimo giorno è il sabato del Signore Dio tuo: in questo non farai lavoro di sorta tu, e il tuo figliuolo, e la tua figliuola, il tuo servo, e la tua serva, il tuo giumento, e il forestiero, che sta dentro le tue porte.11Imperocché in sei giorni fece il Signore il cielo e la terra, e il mare, e quanto in essi si contiene, e riposò il settimo giorno: per questo il Signore benedisse il giorno di sabato, e Io santificò.12Onora il padre tuo, e la madre tua, affinché tu abbi lunga vita sopra la terra, la quale ti sarà data dal Signore Dio tuo.13Non ammazzare.14Non fornicare.15Non rubare.16Non dire il falso testimonio contro il tuo prossimo.17Non desiderare la casa del tuo prossimo, non desiderare la sua moglie, non lo schiavo, non la schiava, non il bue, non l'asino, né veruna delle cose, che a lui appartengono.18E tutto il popolo sentiva le voci, e i folgori, e il suono della tromba, e il monte, che fumava: e atterriti e abbattuti dalla paura si stettero in lontananza,19Dicendo a Mosè: Parla tu a noi, e ascolteremo: non ci parli il Signore, affinché per disgrazia noi non muojamo.20E Mosè disse al popolo: Non temete: imperocché Dio è venuto per far saggio di voi, e affinché sia in voi il suo timore, e non pecchiate.21E il popolo si stette in lontananza: e Mosè si appressò alla caligine, in cui era Iddio.22E disse ancora il Signore a Mosè: Queste cose dirai a' figliuoli d'Israele: Voi avete veduto, com'io vi ho parlato dal cielo.23Non farete dii di argento, né vi farete dii d'oro.24Farete a me un altare di terra, e sopra di questo offerirete gli olocausti, e le vostre ostie pacifiche, le vostre pecore, e i bovi in ogni luogo consacrato alla memoria del nome mio: verrò a te, e ti benedirò.25Che se mi fabbricherai altare di pietra, nol farai di pietre tagliate: perché se alzerai sopra di esso lo scalpello, l'altare sarà contaminato.26Al mio altare non salirai per gradini, affinché non si discuopra la tua nudità.

Note:

20,1:E il Signore pronunziò ec. L'Angelo, che rappresentava il Signore, e in nome di lui parlava, pronunziò con voce chiara e intelligibile a tutti gli Ebrei i comandamenti del Signore.

20,2:Io sono il Signore Dio tuo che ti trasse ec. Questoè come un prologo brevissimo, ma pieno di gran senso, e comprende le gravissime ragioni, che ha Dio di comandare, e il popolo di obbedire.

20,3:Non avrai altri dii ec. Non mescolerai col culto dovuto a me vero Dio il culto di alcuno dei falsi dii delle genti.

20,4-5:Non ti farai scoltura, nè rappresentazione ec. Sono proibite le statue e la pitture rappresentanti false divinità,le quali statue e pitture se le faceano i Gentili per adorarle. Dio non vuole né meno, che gli Ebrei abbiano statue o pitture rappresentanti lui stesso, affinchè non si avezzino a figurarsi Dio come un essere materiale e sensibile.
Nè rappresentazione di quel che è lassù. Per esempio gli Egiziani adorarano il Sole sotto il nome e la figura di Osiri e d'Ammone, o la luna sotto la figura d'Iside.
O quaggiù in terra, o nelle acque. Gli Egiziani aveano statue e pitture del bue, del vitello, del cane, del coccodrillo, ec. Ma Dio non proibisce per questo a' Cristiani di avere delle pitture e delle immagini rappresentanti lui stesso sotto quelle figure e que' simboli, co' quali si e degnato di apparire egli stesso nel vecchio e nel nuovo testamento; delle quali pittnre, e immagini utilmente servonsi i fedeli a rammemorare i benefizj divini, e a risvegliare la loro riconoscenza, senza che abbiano a temere d'immaginarsi o che Dio sia qualche cosa di materiale e corporeo, o che le tele dipinte e i marmi scolpiti abbiano qualche cosa di divino, come si figurarano i Gentili; mentre tutto l'onore, che ad esso rendiamo, lo riportiamo a quel Dio, cui solo adoriamo; le immagini de' santi uomini noi le ritenghiamo per rammentarci i doni versati da Dio in quelle anime, e animarci ad imitarne le virtù. Qual' ombra d'idolatria può trovare l'Eretico nelle immagini tenuto con tale spirito nella chiesa cattolica per tutti i secoli precedenti? Ma di questo non più, perchè la causa è stata trattata con gran vantaggio da' nostri controversisti.
Io sono il Signore Dio tuo forte, geloso, ec. Il patto di Dio col suo popolo è sovente rassomigliato all'unione di uno sposo colla sua sposa; onde qualunque infedeltà del popolo è caratterizzata di adulterio.
Che fo vendetta dell'iniquità de' padri sopra ec. La massima parte de' Padri e degl'Interpreti intendono queste parole riguardo a' figliuoli, imitatori delle iniquità de' loro padri. Altri osservano che Dio punisce talora i figliuoli innocenti pelle colpe de' loro genitori. Così, dice S. Agostino, i piccoli fanciulli de' Chananei portaron la pena de' peccati de' padri loro, de' quali peccati non potevano essere stati ne partecipi, ne imitatori. Così osserva lo stesso Santo, che Dio non fa alcuna ingiustizia, se pe' falli di un re gastiga il suo popolo; perché i mali del popolo li sentono grandemente i regnanti. Così per tacere d'altri fatti riportati nelle scritture, la vanità di un principe, che volle fare il novero del suo popolo, in cagione di gravissimi mali ad Israele. Dio (come notò Tertulliano) conoscendo la durezza del cuore degli Ebrei, fece loro questa minaccia, affinchè per amore almeno de' loro figliuoli si piegassero ad osservare la legge. Quello, che noi dobbiamo apprendere da tali cose egli è, che le vie di Dio non sono come le vie degli uomini, che egli è sempre giusto, né mai punisce senza ragione, ma occulti sono a noi i motivi, e i fini di quel che egli fa.

20,6:E fo misericordia per migliaia (di generazioni). Ti sembra forse cosa assai forte o uomo, che Dio punisca i peccati de' padri fin sopra la quarta generazione? ma quanto più, se hai cuore, ti dee parer forte cosa, che Dio in grazia della pietà de' padri, ricolmi di benefizj i loro posteri non per quattro, ne per mille, ma per migliaia di generazioni? Veggiamo nelle Scritture quante volte Dio si protesta o di rattenere i gastighi, o di spendere i benefizj sopra gli Ebrei in grazia degli antichi lor padri, Abramo, Isacco, Giacobbe. Gli Ebrei per significare, quanto Dio sia più pronto, e disposto a beneficare, che a punire, dicono che l'Angelo s. Michele esecutore delle Vendetta di Dio, vola con un'ala solamente, Gabriele annunziatore delle misericordia del Signore con due.

20,7:Non prenderti invano il nome del Signore Dio tuo. È proibito non solamente lo spergiuro, ma anche ogni irreverenza al santo nome di Dio; e perciò ogni giuramento vano e temerario.

20,10:Il settimo giorno... non farai lavoro ec. Un celebre rabbino moderno scrive così. E grande errore il credere, che il sabato sia fatto per l'ozio: perocchè essendo mio il principio di tutti i vizj, ne verrebbe dal sabato piuttosto del male, che del bene. Bisogna adunque persuadersi, che il sabato fu ordinato, affinché l'uomo libero dalla cure dell'anima e del corpo si applichi tutto allo studio della legge, frequenti le sinagoghe: ec.; onde nel Thalmud di Gerusalemme sta scritto, che i sabati, e i dì festivi sono dati a questo solo fine di meditare la legge. Vedi Gen. II. 3.

20,12:Affinché tu abbi lunga vita ec. Osservano i Padri, che le promesse di Dio in favore di quei che osservan la legge, sono promesse temporali; ma contutto ciò sotto di questa scorza sono nascosti i beni Spirituali, ed eterni, che sono la vera ricompensa de' giusti. Così in questo luogo per la terra di Chanaan è figurata e intesa, come notò S. Girolamo, la terra de' vivi, cioè il cielo. Vedi Ephes. cap. VI. 3.

20,17:Non desiderare ec. Gli Ebrei a' tempi di Cristo, e dietro loro qualche moderno rabbino, credettero, che nel pensiero e nella volontà di far male, la qual volontà non sia ridotta all'effetto, non fosse verun peccato: è inescusabile la loro cecità, attese le parole di Dio chiarissimo, che qui si leggono, ed è gran vergogna per essi il non aver voluto conoscere quello che i filosofi Pagani, e gli stessi poeti col solo lume della ragione conobbero o confessarono.

20,22-23:Avete veduto, come io vi ho parlato dal cielo ec. Il cielo qui significa l'aere. Io vi ho parlato da quest' alto luogo senza farmi vedere a voi sotto alcuna figura, o immagine; voi perciò non farete immagine alcuna per rappresentare la maestà divina. Vedi Deuter. v. 12. 15. 16. Da' quali luoghi, apparisce, che tale è il senso di queste parole.

20,24:In ogni luogo consacrato alla memoria del nome mio: verrò a te, ec. L'Ebreo porta in ogni luogo, dove io farò, che si rammenti il mio nome: io verrò, ec. lo accetterà i tuoi sacrifizj, e le ostie in que' luoghi, i quali io farò dedicare al mio nome, e ne' quali io farò mia dimora. Così è accennato prima il tabernacolo, di poi il tempio.

20,25:Nol farai di pietre tagliate; perché ec. Dio adunque volea, che il suo altare fosse o di terra, o di cespugli, o di pietra non lavorata. Alcuni credono, che Dio ordinasse tanto semplicità, affinché i rozzi Ebrei, quando avessero avuto altari di preziosi marmi, e di nobil lavoro, non ne facessero occasione di superstizione e d'idolatria. Parmi assai giusta la riflessione di quelli, che dicono, che Dio veniva cosi a dimostrare, che il culto ordinato nell'antica legge era solamente temporario, e di poca durata.