Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Esodo 25


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E comandato di offerire primizie, e doni per formare il tabernacolo di Dio, l'arca dell'alleanza, la mensa de' pani della proposizione, ed il candelabro a sette bracci, e tutte le cose, che a ciò appartengono:di tutto questo è mostrato il modello a Mosè.

1E il Signore parlò a Mosè, e disse:2Di’ a' figliuoli d'Israele, che mettano a parte per me le primizie: le riceverete da tutti quelli che spontaneamente le offeriranno.3Ed ecco quali cose dovete accettare: oro, e argento, e rame,4Iacinto, e porpora, e cocco tinto due volte, e bisso, e pelo di capra,5E pelli di montoni di color rosso, e pelli di color violetto, e legni di setim,6Olio per accendere le lampane, aromi per fare gli unguenti, e profumi di grato odore,7Pietre di oniche, e gemme per ornamento dell'Ephod, e del Razionale.8E mi fabbricheranno un santuario, ed io abiterò in mezzo ad essi.9(Lo fabbricherai) secondo l’intero disegno del tabernacolo, che io farotti vedere, e di tutti i vasi pel culto di esso: e lo farete in questo modo.10Fate un'arca di legno di setim, che abbia due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, e parimente un cubito e mezzo di altezza.11E la vestirai di lame d'oro purissimo di dentro e di fuori: e farai al di sopra una corona d'oro, che giri intorno,12E porrai a' quattro angoli dell'arca quattro cerchi d'oro, due da una parte, e due dall'altra.13E farai ancora le stanghe di legni di setim, e le coprirai di lame d'oro.14E le farai passare pei cerchi, che sono ai lati dell'arca, perché servano a trasportarla:15E staranno sempre inserte ne' cerchi, e mai da essi si trarran fuora.16E nell'arca riporrai la legge, ch'io ti darò.17Farai ancora il propiziatorio di oro purissimo: la sua lunghezza sarà di due cubiti e mezzo, e la larghezza di un cubito e mezzo.18Farai anche due cherubini d'oro lavorati al martello dall'una e dall'altra parte del propiziatorio.19Un cherubino da un lato, e uno dall'altro.20Ei copriranno l'uno e l'altro lato del propiziatorio stendendo le ali, e adombreranno il propiziatorio, e si guarderanno l'un l'altro, avendo le facce rivolte al propiziatorio, il quale debb'essere il coperchio dell’arca:21Nella quale porrai la legge che io ti darò.22Di lì io t'intimerò i miei comandamenti di sopra al propiziatorio, e di mezzo ai due cherubini, che saranno sopra l'arca della testimonianza, dirò a te tutte quelle cose, le quali io ordinerò per mezzo di te a' figliuoli d'Israele.23Farai anche una mensa di legni di setim, la quale sarà lunga due cubiti, e larga un cubito, e alta un cubito e mezzo.24E la coprirai di lamine d'oro purissimo: e le farai una cornice d'oro all'intorno:25E alla cornice una corona parte piana, parte scolpita, alta quattro dita: e sopra di questa un’altra corona piccola d'oro.26E preparerai ancora quattro cerchi d'oro, e li porrai a' quattro lati della mensa stessa uno per ognuno de' piedi.27Sotto la corona saranno i cerchi d’oro per far passare per essi le stanghe, onde possa portarsi la mensa.28Le stanghe stesse le farai di legni di setim, e le coprirai di lame d'oro, e serviranno a portarsi la mensa.29E formerai ancora d'oro purissimo le scodelle, e le caraffe, i turiboli, e le coppe, onde offerire le libagioni.30E sulla mensa terrai sempre esposti davanti a me i pani della proposizione.31Farai anche un candelliere d'oro purissimo battuto, il suo tronco, le braccia, le coppe, e le sferette, e i gigli, che di esso usciranno.32Sei braccia usciranno da' due lati, tre dall'uno, e tre dall'altro.33Tre coppe quasi a forma di una noce ad ogni braccio, e una sferetta, e un giglio: e parimente tre coppe di figura di una noce all'altro braccio, e la sferetta, e il giglio: così saran formate le sei braccia che usciranno dal tronco.34Nel tronco poi del candeliere saran quattro coppe di figura di una noce, e ad ogni coppa la sua sferetta, e i gigli.35Dalle palle che saranno in tre luoghi del tronco, usciranno da ognuna due bracci, e saranno in tutto sei bracci.36Le palle adunque, e le braccia saranno d’una stessa massa: il tutto d'oro finissimo lavorato a martello.37Farai ancora sette lucerne, e le porrai sul candelliere, affinché illuminino quello che sta loro dirimpetto.38Parimente le smoccolatoie, e i vasi dove smorzare quello che è smoccolato, saran fatti d'oro purissimo.39Tutto il peso del candelliere con tutti i suoi vasi sarà un talento d'oro finissimo.40Mira, e fa' secondo il modello fatto vedere a te sul monte.

Note:

25,2:Che mettano a parte per me le primizie. Pel nome di primizie intendonsi in questo luogo le volontarie offerte, che dovean farsi a Dio per essere impiegate nelle cose concernenti il suo culto. Questa è la prima obblazione comune fatta degli Ebrei al Signore, come a loro re, onde anche in questo senso le conviene il nome di primizie.

25,4:Jacinto. Vale a dire una tinta di color di giacinto, colore corrispondente al violetto pieno, che tira al nero.
La porpora. La luna di color di porpora: il migliore, e più pregiato color di porpora era quello simile al sangue rappreso. Vedi Plin. lib. IX. 38. Il color di porpora si facea per lo piu col sangue del pesce detto Murice,che si trovava principalmente sulle coste del mar di Tiro.
E cocco. La lana del color dei cocco, che era un rosso più acceso, che si accostava al color del fuoco; e questo si facea col cocco, che è una grana grossa, come un pisello, dentro la quale vivono dei vermicciuoli rossi, da' quali si estrae il color di Cocco. Si trova questa grana nell'isola di Candia e nella Palestina. Sia il color di giacinto, sia quel di porpora e di cocco si dava fino a due volte alla lana, che veniva più bella, e di maggior pregio.
E bisso. Il Calme, crede, che in questo luogo s'intenda il cotone, e non il vero bisso. Il cotone si trova nell'Egitto, e nell'Arabia; ma non era comune a' tempi di Mosè, come è a' nostri dopo che il commercio dell'Indie ne somministra in gran quantità. Il bisso della Giudea si cavava da un pesce chiamato Pinna.
E pelo di capra. Vi sono nel levante molte capre, che hanno luogo, finissimo, e candidissimo pelo.

25,5:E pelli di montoni di color rosso. I viaggiatori dicono, che nel levante si vedono molte pecore di lana rossa.
E legno di setim. I LXX. legno incorruttibiie. S. Girolamo dice, che questo è una specie di albero che cresce nel deserto dell'Arabia (dove si trovava Mosè, quando fece il tabernacolo) ed è simile alla spina bianca quanto al colore, e alle foglie, ma non quanto alla grandezza; perocchè il fusto è assai lungo e senza nodi, e se ne cavano tavole assai larghe, ed e legno durissimo e molto bello. Vedi Joel. c. III. 18.

25,7:Pietre di oniche. Il termine Ebreo è preso da alcuni per lo smeraldo.
Per ornamento dell'Ephod. In altri luoghi de la nostra volgata la voce Ephod si traduce Superhumerale ed era ornamento proprio de' sacerdoti; ma quando si tratta di descrivere questo abito, od ornamento, v' ha un'infinita discrepanza tra gl'Interpreti; perocchè Mosè ha parlato solo dell'Ephod del sommo sacerdote, e non ne ha divisata la forma, ma solo l'uso, a cui serviva, e la materia. Alcuni credono, che l'Ephod consistesse in due pezzi di stoffa preziosa pendenti dinanzi, e di dietro dal collo, i quali unendosi intorno a' fianchi, venivano a cingere e serrare la veste Jacintina.
E del Razionale. Descritto nel capo XXVIII. 15.

25,8:E mi fabbricheranno un santuario, ed io ec. il tabernacolo era come un tempio portatile; e tali dovettero essere nell'antichità i primi templi.

25,9:Secondo l'intero disegno... che io ec. Dio adunque fece vedere a Mosè l'idea e il disegno di tutto il tabernacolo e di tutto quello, che ci volea, che si facesse pel suo culto. Notisi, che l'Ebreo, e i LXX, hanno qui il presente, non il futuro, e portano secondo l'intero disegno, che io ti fo vedere: dipingendo Dio nella mente di Mosè l'idea di tutto quello, che egli dovea eseguire; la qual idea è descritta qui da Mosè a parte a parte.

25,11:E la vestirai di lame d'oro. Bisogna tradurre così, e non la indorerai; perché gli antichi non aveano l'arte d'indorare, come facciam noi colla foglia d'oro, e coll'oro liquido.
E farai al di sopra una corona, ec. Questa corona, o sia cornice d'oro era posta intorno alla parte superiore dell'arca, e si alzava sopra di essa.

25,16:Riporrai la legge. Letteralmente potrebbe tradursi l'istrumento; vale a dire le due tavole, che contengono, e provano il patto e l'alleanza formata da me col mio popolo.

25,17:Il propiziatorio. Era il coperchio dell'arca: siccome sopra di esso stavano i cherubini, e sulle ali di questi si rappresenta nelle Scritture che Dio sedesse, e ascoltasse le preghiere, ed esaudisse i voti rendendosi propizio al suo popolo; quindi il nome di propiziatorio.

25,18:Due cherubini. Erano di una figura rappresentante l'uomo, l'aquila, il lione e il bue. Cosi credono quasi tutti gl'interpreti: e da vari passi delle Scritture sembra certo, che il cherubino era una figura composta d'uomo, e di quegli animali; ma il delinearne la forma precisa è impossibile.
Lavoretti al martello dall'una, ec. I cherubini facean corpo col coperchio dell'arca, ed erano d'oro massiccio lavorato al martello.

25,23:Una mensa ec. Questa era pe' dodici pani, che si mettevano dinanzi al Signore.

25,25:E alla cornice una corona ec. Tutto questo serviva non solo all'ornato della mensa, ma anche ad impedire, che i pani non venissero giammai a cadere.

25,29:Le scodella e le caraffe. Non è possibile di rendere con piena esattezza nel nostro volgare i termini esprimenti questa sorta di vasi da tener liquore, o altro, i nomi de' quali nell'originale, e anche nel Latino, sono di significazione per lo più molto incerta.
I turiboli Credesi che questi s'intendano quelli che noi pure chiamiamo turiboli, e anche quella, che diciam navicella, dalla figura, che noi le diamo, nella quale si tien l'incenso da bruciar ne' turiboli. Dall'Ebreo apparisce, che tutti questi vasi andavano uniti alla mensa dei pani della proposizione.

25,30:I pani della proposizione. Erano dodici secondo il numero delle tribù, e si cambiavano ogni sabato, restando quelli che si lavavano, ad uso de' soli sacerdoti. Comunemente si crede, che i pani, si mettevano sei per parte, l'un sopra l'altro. L'offerta di questi pani era accompagnata col sale, e coll'incenso. Vedi Levit. XXIV. 5. 6.

25,31:D'oro purissimo battuto. Tutto il candelliere era d'un sol pezzo d'oro lavorato al martello. Questo candelliere avea il suo piede, e dal fusto si staccavano sei bracci; tre per parte, e ogni braccio avea una lampone. I bracci e il fusto erano ornati di piccoli pomi, o sferette, di gigli e di piccole coppe.

25,33:Tre coppe quasi a forma di una noce. Giuseppe in cambio di queste coppe, o calici, mette de' meli granati, e alcuni credono, che l'Ebreo possa significare l'istessa cosa.

25,35:Dalle palle, che saranno in tre luoghi. I sei bracci del candelliere scapperanno fuora dalle palle poste in tre punti diversi del fusto; scapperanno fuora tre bracci da un lato, tre dall'altro.

25,37:Farai ancora sette lucerne. Queste erano da mettersi, e levarsi.

25,39:Un talento d'oro finissimo. Il talento del santuario, che era il doppio del talento profano, avea cento venticinque libbre romane di peso.

25,40:Mira e fa' secondo il modello ec. Da queste parole ne inferì già Paolo, Heb. VIII. 5., che tutte le cose sin qui descritte, e quelle che si descriveranno in appresso erano simboli e figure delle cose, che lo stesso Apostolo chiama celesti, e con ciò egli intende la Chiesa di Cristo, la Gerusalemme celeste. Vedi il detto cap. 8., e seg. con le annot. Non possiamo diffonderci nella spiegazione di tali allegorie, che troppo vorrebbeci; ma non possiam lasciar di accennare, che l'arca del testamento significa l'umanità santa di Cristo, secondo molti Padri: il propiziatorio significa lo stesso Salvatore preordinato da Dio nostro propiziatore in virtù del suo sangue, come insegna lo stesso Apostolo, Rom. III. 25. I due cherubini sopra il propiziatorio dimostrano, come i misteri altissimi del Verbo fatto carne sono argomento di stupore, e meditazione agli stessi Angeli, i quali desiderano di penetrarli, come e detto da Pietro, ep. 1. cap. 1. 12.; La mensa co' suoi pani figurata quella mensa, di cui parlava Davidde, quando dicea: Hai preparato davanti a ma una mensa per mio conforto contro coloro, che mi affliggono. Ps. 115.; quella mensa, nella quale si dispensa il vero pane degli Angeli. Il candelliere d'oro figurava la Chiesa di Cristo ricca pe' doni della carità, e splendente per la dottrina, colla quale illuminò tutto il mondo. Vedi Apocal. 1. 12. 13.