Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Esodo 34


font

Mosè, preparate le nuove tavole, torna sul monte: è proibita ogni società coi Gentili, e l'idolatria. Comandamenti intorno ai primogeniti, intorno al sabato, ed agli azzimi, e intorno alle altre feste. Dopo un digiuno di quaranta giorni Mosè scende dal monte con le corna sulla fronte, ed al popolo parla col velo sulla faccia.

1E di poi disse (il Signore): Fatti due tavole di pietra simili alle prime, e sopra di esse io scriverò le parole, che erano nelle tavole, che tu spezzasti.2Sarai preparato domattina per tosto salire al monte Sinai: e starai meco sulla vetta del monte.3Nissuno venga con te, né uomo si vegga per tutto il monte: i buoi ancora, e le pecore non pascolino a dirimpetto.4Segò egli adunque due tavole di pietra, quali eran le prime: e alzatosi la notte salì al monte Sinai, conforme gli avea ordinato il Signore, e portò le tavole.5Ed essendo disceso il Signore in una nuvola, Mosè si stette con lui, e quegli intuonò il nome del Signore.6Il quale passando davanti a lui, disse: Dominatore, Signore Dio, misericordioso e clemente, paziente, e di molta misericordia, e verace,7Che mantieni la misericordia a mille generazioni: che togli le iniquità, e le scelleratezze, e i peccati, e nissuno è di per sé innocente davanti a te: che punisci l'iniquità dei padri sopra i figli e i nipoti fino alla terza e quarta generazione.8E Mosè tosto s'incurvò profondamente fino a terra, e adorando (Dio)9Disse: Signore, se io ho trovato grazia nel tuo cospetto, pregoti, che tu venga con noi (perocché questo popolo è di dura cervice), e che tu tolga le nostre iniquità, e i peccati, e prenda possesso di noi.10Rispose il Signore: Io fermerò l'alleanza al cospetto di tutti: farò prodigi, quali non si son veduti mai sulla terra, né presso alcuna nazione: affinché queste popolo, cui tu conduci, vegga le terribili opre, che io Signore sono per fare.11Osserva tutte quelle cose, che io oggi ti comando; io stesso discaccerò davanti a te l'Amorrheo, e il Chananeo, e l'Hetheo, e anche il Pherezeo, e l'Heveo, e' l Jebuseo.12Guardati dal contrar giammai amicizia cogli abitatori di quella terra, lo che sarebbe tua rovina:13Ma distruggi i loro altari, spezza le statue, e incendia i boschetti.14Non adorare alcun Dio straniero: il Signore ha nome Zelatore: Dio è geloso.15Non far lega cogli uomini di que' paesi, affinché non avvenga, che dopo aver essi fornicato co' loro dii, e aver adorati i loro simulacri, alcun di loro ti chiami a mangiare delle cose immolate.16Né le loro figlie farai sposare a' tuoi figliuoli; perché non avvenga, che dopo aver esse fornicato co' loro dii, a fornicazione inducano anche i tuoi figliuoli.17Non ti farai Dei di getto.18Osserverai la solennità degli azzimi. Per sette giorni mangerai azzimo, come ti ho comandato, nel mese delle nuove biade; perocché nel mese, che principia la primavera, tu sei uscito dall’Egitto.19Tutti i primi parti maschi saranno miei: d'ogni specie d'animali tanto de' buoi, come delle pecore, saranno miei.20Riscatterai con una pecora il primogenito dell'asino: che se non dai il suo riscatto, sarà ucciso: i primogeniti dei tuoi figliuoli li riscatterai; e non comparirai dinanzi a me colle mani vote.21Sei giorni lavorerai: il settimo giorno cesserai dall'arare e dal mietere.22Celebrerai la solennità delle (sette) settimane colle primizie della tua messe di frumento, e la (altra) solennità, quando alla fine dell’anno il tutto è ritirato.23Tre volte l'anno si presenteranno tutti i tuoi maschi al cospetto del Signore onnipotente Dio d'Israele.24Perocché quando io ti avrò tolto davanti quelle nazioni, e avrò dilatati i tuoi contini, nissuno penserà a invadere la tua terra nel tempo che tu anderai a presentarti al cospetto del Signore Dio tuo tre volte l'anno.25Non offerirai il sangue della mia vittima col fermentato: e non rimarrà pel mattino parte alcuna di quella vittima solenne della Pasqua.26Offerirai le primizie della tua terra nella casa del Signore Dio tuo. Non cuocerai il capretto nel latte di sua madre.27E il Signore disse a Mosè: Scrivi tu queste cose, mediante le quali ho contratto alleanza teco, e co' figliuoli d'Israele.28Egli adunque ivi si stette col Signore per quaranta giorni, e quaranta notti: non mangiò pane, e non bevve acqua; e scrisse sulle tavole le dieci parole dell’alleanza.29E nello scendere che fece Mosè dal monte Sinai, portava le due tavole del testamento; ma non sapea che la sua faccia era tutta splendente dopo che ei si era trattenuto a parlar col Signore.30Ma veggendo Aronne, e i figliuoli d'Israele, come splendente era la faccia di Mosè, non avevano ardire di accostarsegli da vicino.31Ed essendo chiamati da lui andarono sì Aronne, e sì i principi della sinagoga. E dopo che egli ebbe parlato con essi,32Andarono a lui anche tutti gli altri figliuoli d'Israele, a' quali intimò tutto quello che avea sentito dirsi dal Signore nel monte Sinai.33E finito che ebbe di parlare, pose un velo sulla sua faccia:34Il quale (velo), quando andava a parlar col Signore, se lo levava, per fino a tanto che uscendo annunziava a' figliuoli d'Israele tutto quello che gli veniva comandato.35Vedevano quelli, come la faccia di Mosè era tutta splendente, quando egli usciva; ma copriva egli la sua faccia ogni volta che parlava con essi.

Note:

34,1:Fatti due tavole di pietra simile ec. Le due prime tavole le avea Dio preparate; queste ordina, che le prepari Mosè in pena dell'avere gli Ebrei violati i precetti, che in esse si conteneano.
E sopra di esse io scriverò ec. Da' versetti 27 e 28, sembra, che passa inferirsi, che Mosè fu quegli, che scrisse le parole dall'alleanza; ma si risponde, che il decalogo fu scritto da Dio stesso, come qui dicesi chiaramente, e anche Deuter. X. 4., e quello che fu ordinato a Mosè di scrivere ( vers. 2), erano tutte le altre cose concernenti l'alleanza di Dio col suo popolo.

34,5:E quegli intuonò il nome del Signore. Egli è Dio stesso quegli, che (secondo la promessa fatta nel capo antecedente vers. 19.) intuonò il nome di Jehovah, che era il segnale dato ivi a Mosè; e di poi soggiunse quello, che segue. Dove è da osservare, che i LXX tradussero gli attributi di Dio in nominativo, dicendo il Dominatore, il Signore... che mantiene la misericordia, ec.; ma la nostra vulgata in vocativo: O Dominatore, Signore... che mantieni, ec.; ma ciò non dee indurci a lasciar il senso proposto: perocchè non è già, che Dio invochi, o preghi se stesso; ma egli da a Mosè una formula d'orazione, come fece Cristo. Allorché insegnò a' suoi discepoli a dire: Padre nostro, che sei ne' cieli, ec. ovvero potremo dire, che questo discorso fù prima pronunziato da Dio, e ripetuto poi da Mosè.

34,7:E nissuno è di per se innocente davanti a te. I LXX. tradussero: egli non giustificherà (non dichiarerà giusto) il colpevole: il senso della nostra volgata è più pieno, e conviene con quelle parole di Paolo: Tutti hanno peccato, e han bisogno della gloria ( della grazia ) di Dio. Rom. III. 23. Vedi ancora Ps.. CXXX. 3., Ps. CXLIII. 3.

34,9:E che tu tolga le nostre iniquità... e prenda possesso di noi. Mondaci dalle colpe passate, e prendendoci per tuo popolo, per tua eredità salvati da quelli, che possiamo commettere.

34,10:Io fermero l'alleanza al cospetto di tutti. Nell'ebreo il discorso è in tempo presente. Io fermo l'alleanza ec.; ma la vulgata anche più chiaramente dell'Ebreo viene a dimostrare, come l'alleanza già fatta era riguardata quasi annullata per colpa del popolo, che avea adorato il vitello. Dice adesso il Signore: tutti ti hanno veduto salire quassù, e tutti ti vedranno, quando scenderai, ornato di nuovo insolito splendore: tutti perciò vedranno, come io rinnuovo adesso l'alleanza, dando le nuove tavole, ec.

34,15:Affinché... dopo aver essi criticato ec. Ottimamente dopo aver detto di sopra, che il Signore è un Dio geloso, si caratterizza per adulterio il render culto a' falsi dei: maniera di parlare frequentissima nelle scritture. Il mangiare delle cose immolate agl'idoli era un prender parte agli stessi sacrifizi. Vedi 1. Cor. VIII. I pagani facean lauti banchetti dopo aver sacrificato agli Dei.

34,16:Nè le loro figlie farai sposare a' tuoi figliuoli. I LXX, aggiungono: Nè mariterai le tue figlie co' loro figliuoli. Ciò veramente era conforme all'intenzione di Dio.

34,20:Non comparirai... colle mani vote. Vedi Exod. XXIII. 15.

34,22:Celebrerai... colle primizie. Offerendo le primizie, cap. XXIII. 16.

34,28:Ivi si stette col Signore quaranta giorni... non mangio, ec. Questa fu la seconda quadragesima osservata da Mosè: la prima è notata, cap. XXIV. 18.
E scrisse sulle tavole ec. Quantunque nelle parole precedenti si parli di Mosè, contuttociò egli è evidente dal Deuteronomio cap. X. 1. 2. 3. 4., che questo si riferiscono a Dio, e nell'Ebreo la cosa non è nuota, come lo è nella nostra lingua; e il versetto 1. di questo capo toglie ogni ambiguità.

34,29:Non sapea, che la sua faccia era tutta splendente. Ha seguitato in questa versione l'Apostolo. I LXX. il Caldeo, e il Siro, e cosi dee intendersi l'Ebreo, e la volgata, dove le corna sono prese per quella maestà grande, che rifulgeva in faccia a Mosè. Che questa luce divina continuasse a splendere nel suo volto per tutto il tempo, che ci sopravvisse, l'insegna s. Ambrogio in Ps. 118., e nissun interprete, che io sappia, pensò altrimenti. Dio volea in tal modo conciliare a questo gran legislatore l'ossequio e la venerazione di quel popolo di dura cervice.

34,33:E finito che ebbe di parlare, pose un telo ec. Secondo qmste parole della volgata convien dire, che Mosè spiegò al popolo i precetti del Signore a lascia scoperta, per rispetto alla santità della legge; ma finita che ebbe di esporre questa, si pose il velo alla faccia, e parlando di poi con essi lo ritenne sempre per levare dagli occhi degl'Israeliti quella luce la quale infondeva in essi timore.
Il mistero grandissimo adombrato in questo fatto è divinamente illustrato da Paolo, II. Cor. III. Vedi quello, che si è notato in quel luogo.