Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Siracide 32


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Uffizj del capo del convito. Rispetto, che dee aversi pe' vecchj; i giovinetti debbono tacere. Cercare Dio; non far cosa veruna senza consiglio.

1Se' tu fatto capo? non insuperbirti: sii tra di loro, come uno di loro.2Abbi cura di essi, e dopo che avrai pienamente soddisfatto all'ufficio tuo, va a metterti a tavola;3Affinchè eglino siano a te di allegrezza, e per decoroso ornamento tu riceva la corona, e ne ottenga l'onore delle porzioni messe a parte per te.4Tu maggiore di età, cui si conviene di essere il primo a parlare, parla5Con iscelta dottrina, e non disturbare l'armonia.6Dove non è chi ascolti, non buttar via le parole, e non volere a mal tempo far pompa di tua saggezza.7Un concerto di musica in un convito, dove si beve, è come un prezioso carbonchio legato in oro.8L'armonia de' cantori col giocondo, e moderato bere, è come uno smeraldo incastrato in anello di oro.9Ascolta in silenzio, e colla tua ritenutezza ti concilierai amore.10Giovinetto parla al bisogno a mala pena.11Interrogato due volte, ristrìngi in poco la tua risposta.12In molte cose diportati come ignorante, e ascolta tacendo, e domandando.13In mezzo ai grandi non ti azzardare, e dove sono vecchj, non parlar molto.14La grandine è preceduta dal lampo, e la verecondia è preceduta dalla buona grazia, e la tua ritenutezza farà, che tu sii ben veduto.15E quando è tempo di alzarti, non istare a bada: vattene il primo a tua casa, ed ivi divertiti, e scherza,16E fa quel, che ti piace, ma senza peccare, o parlar con superbia.17E dopo tutto questo benedici il Signore, che ti ha fatto, e ti inebria con tutti i suoi beni.18Chi teme il Signore, abbraccerà gli insegnamenti di lui; e quelli, che di buon mattino lo cercano, troveranno benedizione.19Chi ama la legge, da lei sarà fatto ricco: ma chi opera con finzione, prenderà da lei occasione di inciampo.20Quelli, che temono il Signore, sapran far giudizio di quello, che è giusto, e la loro giustizia sarà quasi accesa face.21L'uom peccatore fugge la riprensione, e trova de' paragoni secondo la sua volontà.22L'uomo, che ha prudenza, non trascura di ben riflettere: l'uomo, che non ne ha, e il superbo non teme mai nulla;23Anche dopo aver operato da se, senza consiglio; ma le sue stesse intra prese il condanneranno.24Figliuolo, non far cosa veruna senza consiglio, e non avrai da pentirti dopo il fatto.25Non camminare per istrade rovinose, e non inciamperai nei sassi, e non ti impegnare in una strada faticosa per non esporre alle cadale l'anima tua:26Guardati anche da' propri figliuoli, e pon mente alla gente di tua casa.27In ogni opra tua segni la fede dell'anima tua, perché in questo sta l'osservanza de' comandamenti.28Chi è fedele a Dio, è intento a' suoi comandamenti; e chi confida in lui, non iscapiterà.

Note:

32,1:Se' tu fatto capo? ec. I Greci lo chiamavano simposiarca, come chi dicesse, re, o principe del convito. A lui si apparteneva l'ordinare e disporre tutte le cose, accogliere i convitati, assegnare a ciascuno il suo posto e procurare, che tutto andasse con buona regola, senza tumulto e con soddisfazione di tutti. Quello però, che a tal capo insegna il Savio, ottimamente si applica a qualunque superiore di comunità, riguardo al governo domestico.

32,3:La corona. Al capo del convito si metteva in testa la corona di fiori. Vedi Plutarco Sympos. quaest. lib. 4. 4.
L'onore delle porzioni ec. I convitati rendevano onore al re del convito col presentargli una scelta del meglio, che avesse la tavola, ed anche del denaro raccolto da tutta l'adunanza.

32,4-6:Tu maggiore di età, ec. Vuole, che ai vecchi si dia l'onore di essere i primi a parlare nelle adunanze, e ch'ei parlino con quella saviezza, che è propria dell'età loro, nè colla severità disturbino l'armonia e i suoni e i canti, che si usavano alla fine de' conviti; ma si tacciano prima che gli altri si stanchino di ascoltare, e non amino di far mostra di lor sapere quando il tempo e le circostanze nol permettono.

32,7:Un concerto di musica ec. Il suono e il canto fanno più lieto il convito, come meglio splende il carbonchio quand'è legato in oro. Gli Ebrei ne' loro conviti canta vano le lodi del Signore, colle quali si cominciava e si terminava la festa,

32,9-12:Ascolta in silenzio, ec. I giovinetti, che intervengono ai conviti o ad altre adunanze, vuole che stieno in silenzio per rispetto ai maggiori, e a malapena aprano la bocca quando lo esige necessità; e se uno è interrogato, vuole, che non risponda se non dopo la seconda interrogazione, prendendo tempo a pensare per ben rispondere; e benchè sappia molte cose si diporti come ignorante, e ascolti tacendo, e al più interroghi gli altri, mostrando desio d'imparare, come a tale età si con Vele.

32,14:La grandine è preceduta dal lampo, ec. Nel Greco invece della grandine si ha il tuono; ma il senso è lo stesso, perchè le grandinate sogliono venire o dopo o insieme col tuono. Dice adunque, che come avanti alla grandine e al tuono viene il lampo, che si vede prima, che l'un si senta e si vegga l'altra, così alla verecondia di un giovinetto va innanzi una certa grazia che amabile lo rende ed accetto a quelli, co' quali egli conversa, e si caparra la loro stima ed amore.

32,15-16:E quando è tempo di alzarti, ec. Quando è tempo di alzarti da mensa non istare a baloccarti, ma alzati, e va' a casa tua, o giovine; li divertiti, guardandoti però sempre dal peccato, e particolarmente dalla superbia.

32,18:Chi teme il Signore, ec. Da'precetti particolari di sobrietà, di modestia e di verecondia, passa a celebrare la legge e il timore di Dio.

32,19:Da lei sarà fatto ricco. Sarà arricchito de' suoi dolcissimi e preziosissimi frutti, che sono la grazia, e il favore di Dio, e tutti i beni spirituali. Ma chi opera con finzione, ec. Ma l'ipocrita, che finge di amar la legge, e in cuor suo la disprezza,per ragion della stessa legge in ciamperà e caderà nella perdizione, che ha meritata colla prevaricazione della stessa legge.

32,20:Sapran far giudizio di quello che è giusto, ec. Col lume della ragione, e molto più col lume della fede conosceranno quello che è giusto; e la loro giustizia splenderà come accesa face a illuminare ed edificare anche i prossimi.

32,21:Trova de' paragoni ec. Trova negli esempi e ne' fatti degli altri uomini degli argomenti onde scusare e difendere quel ch'ei vuol fare. Nulla infatti si ode più frequentemente in bocca de' cattivi, che il citare la maniera di vivere e di operare di questi e di quelli, persuadendosi eglino di chiuder la bocca a chiunque avesse volontà di riprenderli col metter loro davanti una moltitudine di trasgressori della legge, come se l'aver molti compagni nel male, servir dovesse a giustificazione di chi pecca.

32,22-23:L'uomo, che ha prudenza, ec. L'uom prudente considera e riflette ben bene prima di operare; l'uomo, che non ha prudenza, il superbo, non teme nulla, e tira avanti, e opera, e non ha paura di nulla; ma nelle stesse sue imprese, le quali anderanno in sinistro e gli partoriranno dei mali grandi, troverà egli la sua condannazione; perocchè ed egli e tutti gli altri conosceranno alla prova quanto importi il non agire alla cieca e senza matura considerazione, e il cercare eziandio consiglio dai saggi nelle cose d'importanza.

32,25:Non camminare per istrade rovinose, ec. Con questa parabola vuol dire il Savio, esser cosa da uom prudente il tenersi lontano dai negozi pericolosi o per l'anima o pel corpo, ed anche dai negozi molto difficili e scabrosi, per non incorrere in gravi disgrazie e rovine.

32,26:Guardati anche da' propri figliuoli, ec. Non ti fidare ciecamente nè de' propri figliuoli, nè della gente di casa tua. Tra questi stessi tu puoi trovare o degl'imprudenti o de gl'ingrati e infedeli, che ti faccian del male. Veglia adunque sopra di essi, per non avere a pentirti di troppa fidanza.

32,27:In ogni opra tua segui la fede dell'anima tua, ec. Regola di somma importanza si è questa di seguire nell'operare i dettami della coscienza illuminata dalla fede: così si osservano i divini comandamenti; perocchè i dettami della coscienza appoggiati alla fede e alla legge non sono soggetti all'errore e al peccato. Vedi Rom. XIV. 23.

32,28:Non iscapiterà. Non patirà danno o sciagura, ma anzi crescerà in saviezza, in grazia e in merito.