Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Siracide 25


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Tre cose, che piacciono al Signore: e tre cose, che egli ha in odio: nove cose, che si stimano buone dà tutti Elogio del timore di Dio: malizia della donna.

1Tre cose son secondo il mio cuore, le quali sono approvate da Dio, e dagli uomini.2La concordia de' fratelli, e l'amore de' prossimi, e un marito, e una moglie ben uniti tra loro.3Tre specie di persone sono in odio all'anima mia, e mi stomacano i loro costumi.4Il povero superbo, il ricco mendace, e il vecchio stolto, e senza prudenza.5Quello, che tu non raunasti nella tua gioventù, come tel troverai nella tua vecchiezza?6Quanto bell'ornamento per la canizie è il saper giudicare, e pe' vecchi il saper dare consigli!7Quanto bene sta la sapienza all'età avanzata, ed a que', che sono in dignità, l'intelligenza, e il consiglio!8Corona de' vecchi è la molta sperienza, e la loro gloria il timore di Dio.9Nove cose ho io stimato assai, e di esse nissuno avrà cattivo concetto in cuor suo, e la decima la aununzierò agli uomini colla mia lingua.10Un uomo, il quale ha consolazione da' figliuoli, e uno che vive, e vede la ruina de' suoi nemici.11Beato colui, che convive con una donna assennata, e quegli, che non ha peccato colla sua lingua, e quegli, che non è stato servo di persone indegne di lui.12Beato chi trova un vero amico, e chi espone la giustizia a un orecchio, che ascolta.13Quanto è beato chi trova la sapienza, e la scienza! ma nissuno supera colui, che teme Dio:14Il timore di Dio si alza sopra tuttele cose.15Beato l'uomo, a cui è stata dato il dono del timore di Dio: chi n'ha il possesso a qual cosa mai lo paragoneremo!16Il timore di Dio è il principio dell'amore di lui, ma a lui dee congiuugersi il principio della fede.17La tristezza del cuore è piaga somma; e la malvagità della donna è la somma malizia.18L'uomo tollererà qualunque piaga, ma non la piaga del cuore.19E qualunque malvagità, ma non la malvagità della donna:20E qualunque afflizione, ma non quella, che viene da quelli, che odiano:21E qualunque pena, ma non quella, che danno i nemici.22Non v'ha testa peggiore della testa del serpente:23E non è sdegno peggiore di quel della donna. Vorrei piuttosto coabitare con un lione, e con un dragone, che con una donna malvagia.24La malignità della donna cangia il suo volto, e rende fosco il suo visaggio come di un orso, ed ella diventa del colore di un sacco da duolo.25Il marito di lei in mezzo a' suoi vicini geme, e ascolta, e sospira pian piano.26Leggera è qualunque malizia in paragone della malizia della donna, tocchi ella in sorte a un peccatore.27Quello, che è ai piedi di un vecchio il salire un monte di sabbia, lo è all'uomo tranquillo una donna linguacciuta.28Non badare alla beltà della donna, e non desiderare la donna per la sua bellezza.29Grande è l'ira della donna, e l'inverecondia, e la ignominia.30Se la donna ha il comando, è ribelle al marito.31La mala donna affligge il cuore, attrista il volto, e impiaga il cuor del marito.32La donna, che non fa il marito felice, gli snerva le braccia, e gli indebolisce le ginocchia.33Dalla donna ebbe principio il peccato, e per lei muojamo tutti.34Non lasciare un foro nemmen piccolo alla tua acqua, né alla donna malvagia la permissione di andar fuori.35Se ella non cammina sotto la tua direzione, ella ti svergognerà in faccia a' tuoi nemici.36Separala dal tuo convitto, affinchè non si prenda sempre giuoco di te.

Note:

25,1-2:Tre cose sono secondo il mio cuore, ec. Ella è la sapienza che parla anche in questo capitolo, ed espone i suoi insegnamenti in vari ternari di virtùdi e di vizi, come pur vedemmo usato da Salomone ne' suoi proverbi. Il primo precetto adunque della sapienza egli è quello della pace e della concordia, primo, di un fratello coll'altro; secondo, di un prossimo coll'altro prossimo; terzo, del marito colla sua moglie. Noterò, che presso gli Ebrei il nome di fratello abbraccia non solo i fratelli germani e quelli, che noi diciamo cugini, ma anche tutti gli agnati e consanguinei. La radice poi e la causa della concordia si è il mutuo amore, per mezzo del quale i difetti tollera l'uno dell'altro, e l'un l'altro prevengonsi cogli uffici di carità.

25,4:Il povero superbo, ec. Lo stato di povertà naturalmente dee ispirare sentimenti di modestia e di umiltà, onde è molto strano e odioso un uomo, il quale nella miseria ha sentimenti e idee di altezza e di arroganza. Il ricco, il grande, che non ha bisogno di alcuno, che non ha niente da temere, ed è onorato e rispettato da tutti, è tanto più biasimevole e insoffribile se si disonora colla bugia che è detta il vizio degli schiavi e de' miserabili, i quali o per iscusarsi o per ischivare alcun male ricorrono alla bugia. La vecchiezza, nella quale dee trovarsi la calma delle passioni, e quella saviezza almeno, che dee produrre la lunga sperienza delle umane cose, se e accompagnata dalla stoltezza e dal vizio è cosa sommamente detestabile e mostruosa.

25,5:Quello, che tu non raunasti ec. Avendo parlato del vecchio stolto, che è sì odioso al Signore, soggiunge: egli è però certo, che stolto e senza prudenza sarà un vecchio, quando nella gioventù non abbia atteso a raccogliere virtù e saviezza. Sarà egli possibile, che tu possi avere nella vecchiezza quello, che non hai nè cercato nè amato nella età migliore?

25,9-14:Nove cose ho io stimato assai, ec.Nove sono le cose che io ho stimato assai, e le quali credo, che sieno stimate dagli uomini; v' ha poi la decima, la quale io annunzierò pubblicamente e solennemente a tutti gli uomini, come la più pregevole di tutte: questa decima cosa è il timor santo di Dio. Le nove sono, primo, il padre, che da' figliuoli riceve consolazione mediante i buoni lor portamenti; secondo, uno, che vivendo e godendo buona sanità vede rovinati i nemici suoi, vale a dire ridotti in istato da non più potere a lui nuocere. Non debbo lasciar di osservare come quello che dicesi intorno alla buona sorte di un uomo, il quale trovandosi perseguitato e afflitto da' suoi nemici, vede la loro rovina, non ha da riferirsi al piacere della vendetta, sopra la quale noi vedremo in qual modo si parli in questo libro cap. XXVIII. I. 2. 3. 4. 5. 6., ma bensì a quella consolazione che ha naturalmente un uomo tribolato ingiustamente, di vedersi libero dalla persecuzione e dai timori e dalle angoscie, nelle quali tenevalo l'odio e la crudeltà de' suoi nemici, onde così sovente Davidde ringrazia Dio di averlo sottratto al furore de' suoi avversari. E che qui si parli di un uomo giusto, apparisce chiaramente da quello, che in tutto il novenario si dice, e dal timor di Dio, che si aggiunge come la decima cosa, che perfeziona e santifica tutte le altre. In terzo luogo si dice esser gran buona sorte quella di chi ha una moglie savia: quarto, chi non ha commesso errore nè colpa colla sua lingua: il quale è un uomo perfetto, secondo la parola di s. Giacomo III. 2.; quinto, colui, che non è ridotto a servire a persone indegne di sè, a persone vili, essendo egli di onorata condizione. Perocchè un servo, che arrivi a regnare, nol può sostenere la terra, Prov. XXX. 21., ed è grande la miseria aer un uomo ben nato, il servire a un superbo e crudele tiranno. In un altro senso più sublime e verissimo, misero e indegno cosa ell'è il servire al demonio, e il vivere sotto il dominio delle indegne passioni: sesto, chi trova un amico vero: settimo, chi insegna la giustizia a gente docile, e obbediente; conciossiachè ella è pena grande per un uomo, che conosce il pregio e l'utile della virtù, il doverla insegnare a persone che, o non lo ascoltano, o mettono in non cale le sue istruzioni; ottavo chi trova la sapienza. La voce sapienza in questo luogo significa l'amplissima intelligenza delle cose livine e delle sante Scritture. Nono, chi trova la scienza, vale a dire la prudenza, che conduce l'uomo a bene operare, onde è idoneo a ben regolare se stesso, e a dare anche ad altri de buoni consigli. Ma la decima cosa, la quale non solo le ultime due, ma tutte le altre cose sorpassa, ella è il timor santo di Dio: il che si intende del timore figliale, che include l'amor di Dio: questo timore santo ogni altro bene dell'uomo sorpassa, e più di tutte quelle altre cose lo rende felice.

25,15:Beato l'uomo, a cui è stato dato il dono del timore di Dio, ec. L'autore del libro della vocazione delle genti, capo io, spiegando in qual modo la grazia della conversione dal timore incominci, dice così: La grazia di Dio in ogni giustificazione ha certamente le prime parti, persuadendo colle esortazioni, ammonendo cogli esempli, spaventando co' pericoli, incitando co' miracoli, dando intelligenza, ispirando consigli, e il cuore stesso illuminando ed empiendolo delle affezioni della fede... Che l'aiuto poi della grazia sia rigettato da molli, dalla malvagità loro procede: che da molti sia abbracciato è effetto e della grazia e della umana volontà. Il consenso poi della volontà non solo dalle esortazioni de' predicatori e dall'efficacia della dottrina, ma anche dal timore è prodotto, onde sta scritto: Principio della sapienza il timor del Signore, il quale, per qualunque terrore venti a formarsi, non altro opera, se non che fa si che colui che teme, voglia pur anco; e non solo volente il fa, ma anche sapiente, onde sta scritto: beato l'uomo, a cui e stato dato il dono del timore di Dio. Perocchè, che è mai tanto beato quanto questo timore, il quale genera e istituisce la sapienza?
Chi ne ha il possesso a qual cosa mai lo paragoneremo? Come per dire, che l'uomo temente Dio non ha paragone sopra la terra, che egli è una creatura più celeste che terrena.

25,16:Il timore di Dio è il principio dell'amore di lui, ec. Il timore (come si è veduto di sopra) principia l'opera della conversione; la quale opera è compiuta dalla carità; ma affinchè il timore possa essere principio della di lezione, dee aggiungersi al timore la fede, come principio di tutti i doni e di tutti i beni spirituali; perocchè senza la fede non può conoscersi Dio, nè temersi, nè amarsi. Chi adunque brama di crescere nel timore e nell'amore, procuri di crescere nella fede.

25,17:La tristezza del cuore è piaga somma: ec. Peggiore di tutti i mali è il male dell'afflizione del cuore: cosi parimente peggiore di ogni malizia è la malizia della donna; ogni altro male sopporterai più facilmente che la tristezza del cuore: e ogni altro male sopporterai più facilmente che la donna malvagia, perchè ella è un male, che tutti i mali sorpassa.

25,20:Ma non quella, che viene da quelli che odiano. Perchè quelli che odiano, e i nemici affliggono e tormentano senza misura e senza compassione, e aggravano la stessa afflizione cogli insulti e con tutte le dimostrazioni di mala volontà, onde il male, che vien da essi, si rende insoffribile.

25,24:La malignità... cangia il suo volto, ec. Lo fa cangiar di colore la donna in furore il suo volto prima benigno e ridente cangia in tetro, torvo, nero, orrido come quello d'un orso, o del colore di uno di que'sacchi, che portavansi in tempo di lutto, fatti di pel di capra, ovver di cammello.

25,26:Tocchi ella in sorte ec. Un cattivo uomo, un empio, è degno di avere una donna cattiva per moglie. Il Grisostomo: Chi ha moglie cattiva sappia, che ha avuto la mercede dovuta a' suoi peccati. Vedi Prov. V.4.

25,28:Non badare alla beltà ec. Se tu hai da prender moglie, non badare alla bellezza, ma a' costumi, e non credere, che la esterna avvenenza sia sicuro indizio di animo ben composto.

25,34:Non lasciare un foro ec. Se ad una cisterna tu lasci un buco anche piccolo e appena visibile, l'acqua se ne va tutta senza che tu te ne accorga: così se tu dai alla donna un po' di libertà d'andare e di stare, ella ne abuserà, e si arrogherà la licenza di fare tutto quel che vorrà.

25,36:Separala dal tuo convitto, ec. Era permesso agli Ebrei il ripudio, quando la moglie fosse contumace e incorrigibile. Vedi Deuter. XXIV. I. Gesù Cristo richiamò i coniugati alla prima legge del matrimonio, secondo la quale l'uomo non può disunire quello, che Dio ha congiunto, avendo insieme preparata ai coniugati istessi maggior copia di grazie per vivere santamente nel matrimonio innalzato alla dignità di Sacramento della nuova legge, e Sacramento grande, come lo chiama l'Apostolo.