Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Siracide 31


font

Tribolazioni dell'avaro. Elogio del ricco, che conserva la innocenza. Della modestia, e sobrietà nel mangiare, e nel bere.

1Le vigilie dell'avarizia consuman le carni, e le sue cure levano il sonno.2I pensieri dell'avvenire sturbano la quiete, come la grave malattia fa vegliar l'uomo.3Faticò il ricco per adunare ricchezze, e nel suo riposo è ricolmo di beni.4Lavora il povero per bisogno di vitto, e se fa fine di lavorare diventa mendico.5Chi è amante dell'oro, non sarà giusto, e chi va dietro alla corruzione, di essa sarà ripieno.6Molti sono andati in precipizio a causa dell'oro, e la bellezza di lui fu la loro perdizione.7Legno d'inciampo è l'oro per quelli, che a lui fan sagrifizio: guai a quelli, che gli van dietro; ma tutti gli imprudenti periranno per esso.8Beato il ricco, che è trovato senza colpa, ed il quale non va dietro all'oro né sua speranza ripone nel denaro, e nei tesori.9Chi è costui, e gli darem lode? perché egli ha fatto cose mirabili nella sua vita.10Egli fu provato per mezzo dell'oro, e trovato perfetto; ed avranne gloria eterna. Egli potea peccare, e non peccò, far del male, e nol fece:11Per questo i beni di lui sono stabili nel Signore, e le sue limosine saran celebrate da tutta la congregazione de' santi.12Se' tu assiso a splendida mensa? non essere tu ivi il primo a spalancare la gola.13Non dire: molta è la roba, che è in tavola.14Ricordati, che una mala cosa è l'occhio cattivo.15Non v'ha di peggio di quest'occhio tralle cose create? per questo egli in veggendo, piange con tutto il suo volto.16Non essere il primo a stendere la mano, affinchè maltrattato dall'invidioso tu non abbi ad arrossire.17Nel prendere le vivande non urtare cogli altri.18Giudica del genio del tuo prossimo dal tuo.19Serviti da uomo frugale di quelle cose, che li son messe davanti, affinchè non avvenga, che col molto mangiare tu ti renda odioso.20Sii il primo a finire per verecondia, e non essere smoderato per non disgustare veruno.21E se siedi in mezzo a molti, non istender la mano prima di quelli, e non essere il primo a chiedere da bere.22Quanto poco vino è sufficiente ad un uomo bene educato! e in dormendo non ne sarai inquietato, e non ne sentirai incomodo.23Le vigilie, la colica, e i dolori sono per l'uomo intemperante.24Il sonno salubre è per l'uomo parco: egli dorme sino al mattino, e l'anima di lui sarà lieta con esso.25Che se tu se' stato forzato a mangiar molto, vattene dalla conversazione, vomita, e ti troverai sollevato, e non cagionerai malattia al tuo corpo.26Figliuolo ascoltami, e non disprezzarmi, e da ultimo conoscerai quel, che siano le mie parole.27In tutte le operazioni tue sii diligente, e non si accosterà a te nissun malore.28Colui, che è liberale nel dar del pane, è benedetto dalle labbra di molti e la testimonianza, che rendesi alla bontà di lui, è sicura.29Contro di chi è spilorcio nel dar del pane mormora tutta la città, e la testimonianza renduta alla spilorceria di lui è verace.30Non provocare i bravi bevitori: perocché molti sono stati sterminati dal vino.31Il fuoco prova la durezza del ferro; così il vino bevuto fino all'ebbrezza manifesta i cuori de' superbi.32Buona vita per gli uomini è il vino usato con sobrietà: sarai sobrio, se ne berai con moderazione.33Qual vita è quella di chi sta senza vino?34Che è quello, che ci priva della vita? la morte.35Il vino da principio fa creato per giocondità, non per l'ubbriachezza.36Il vino bevuto moderatamente rallegra l'anima, e il cuore.37Il ber temperato è salute dell'anima, e del corpo.38Il troppo vino fa le contese, e l'ira, e molte rovine.39Il vino bevuto in copia è l'amarezza dell'anima.40L'ubbriacchezza fa ardito lo stolta ad offendere, snerva le forze, ed è cagion di ferite.41In un convito dove si beve, non riprendere il prossimo, e noi disprezzare nella sua allegria:42Non dirgli parola di ingiuria, e noi pressare col chiedergli il tuo.

Note:

31,1:Le vigilie dell'avarizia ec. La voce honestas è usata di continuo in questo libro a significare le ricchezze, e qui a signifiare l'amore di esse e lo studio di accumulare, che è l'avarizia. L'avaro adunque veglia e si consuma per l'avarizia, conciossiachè le cure e gli affanni che nascono da questa brutta passione non per mettono all'uomo di dormire tranquillamente.

31,2:I pensieri dell'avvenire sturbano la quiete, ec. Parla tuttora dell'avaro: come nella grave malattia l'uomo perde il sonno, così la gravissima spirituale malattia dell'avaro lo fa vegliare, turbandolo con li continui noiosi pensieri di quello, che ha da essere, vale a dire se questa o quella merce calerà o crescerà di prezzo, se vi saranno occasioni di far ben fruttare il denaro, se bene o male gli riuscirà quell'impresa ec.

31,3-4:Faticò il ricco per adunare ricchezze, ec. Dimostra la differente condizione del ricco e del povero. Il ricco faticò da principio per farsi un buon capitale, ma fatto questo, standosene egli ozioso a sedere, il suo capitale gli frutta in guisa, che si trova carico di ricchezze senza fatica. Si dice, che è più facile con uno scudo farne dieci, che con un mezzo scudo farne uno intiero. Il povero lavora per bisogno di vitto, e guadagnando quanto basta per vivere, e nulla più, se o per poltroneria o per impotenza tralascia di lavorare, è costretto a mendicare.

31,5:Non sarà giusto. Si dice il meno perchè s'intenda il più; perocchè l'avaro non solo non sarà giusto, ma sarà cattivo e perverso; perocchè egli ama con disordinato amore le cose corruttibili, e sarà pieno fino al collo di corruzione e di peccato. L'avarizia è chiamata dall'Apostolo idolatria, I. Tim. VI. 9. Vedi qui sotto Vers. 7.

31,7:Legno d'inciampo è l'oro ec. Per questo legno d'inciampo, o sia di scandalo, si intende l'idolo, perocchè assai comune cosa pe' meno ricchi si era l'avere gl'idoli di legno. Vedi Sap. XXIII. II., Isai, XLIV. 13. Alcuni intesero l'albero della scienza del bene e del male, che fu occasion di caduta ai nostri progenitori; ma la prima sposizione è più vera: l'oro, a cui sagrificano gli avari, è un idolo, che è cagione della loro caduta e perdizione, e guai a quelli che amano e adorano questo nume; gli stolti però tutti quanti si perderanno per amore di esso. ù

31,8-9:Non va dietro all'oro ec. Andar dietro all'oro è quello stesso che Davidde disse: porre il cuore nelle ricchezze, possedendo con soverchio affetto quelle che uno ha, e cercando quelle che non ha il ricco adunque sarà beato, se in primo luogo conserverà l'innocenza e sarà esente dai gravi peccati; secondo, se non andrà dietro all'oro; terzo, se sua speranza non porrà nel denaro e nei tesori. Ma siccome un tal ricco è rara cosa sopra la terra, perciò il Savio soggiunge: chi è costui ec.? e che egli ha fatte cose mirabili, serbando l'innocenza, non andando dietro all'oro ec. Vedi l'Omilia IX. tralle 50. di s. Agostino.

31,10:Fu provato per mezzo dell'oro, e trovato perfetto, ec. La parola trovato, inventus, si trova in molte edizioni della Volgata. Mirabil cosa! Questo ricco si trovò in mezzo alle ricchezze, e lo splendore dell'oro e dell'argento noll'abbagliò. Dio lo provò colle ricchezze, come altri prova colle afflizioni, colla povertà ec., e Dio gli darà gloria eterna, perchè lo ha trovato fedele nelle ricchezze, delle quali ha fatto uso, non per fare il male, che potea fare, ma il bene, che Dio voleva ch'ei facesse.

31,12:Se' tu assiso a splendida mensa? ec. Dopo aver parlato del buon uso delle ricchezze passa a dare de' precetti di onestà e di temperanza nel mangiare. Ell'è cosa immodesta e impropria (dice il Savio) che sedendo tu a splendida mensa con molti altri, e non essendo tu il primo nè il più degno tra quelli, vogli però essere il primo a menar le mani, e a mangiare con troppo sordida avidità.

31,13-14:Non dire: Molta è la roba, ec. Non dire: la tavola è bene ammannita e copiosa di vivande, io mi empierò: perocchè se la copia de' cibi ti alletta a mangiar molto, dei però ricordarti, che tu hai addosso il cattivo occhio del padrone di casa, il quale non sarà certamente contento di vedere la tua voracità. Reprimila adunque anche per questo riflesso.

31,15:Non v'ha di peggio di quest' occhio ec. Parla dell'occhio dell'invidioso e avaro, di cui dice non esservi cosa peggiore; e ne rende ragione dicendo, che egli veggendo i convitati, che divorano il suo, piange con tutta la sua faccia, nella quale dà segni di dolore e di noia, 16. Affinchè maltrattato dall'invidioso ec. Affinchè l'invidioso avaro o con qualche occhiata a traverso, o con qualche parola brusca non ti abbia a pungere, e tu ne abbi vergogna essendo fatto passare per uom goloso e mal costumato.

31,17:Nel prendere le vivande non urtare cogli altri. Lo che avviene, se tu metti la mano nel piatto in tempo, che altri prendono per loro. Che tale debba essere il senso di questo luogo apparisce dal Greco: ed è qui un avvertimento non solo di buona creanza, ma anche di buon esempio per non dar occasione di disgusto agli altri, nè argomento di intemperanza; e un uomo fedele, cioè umile, anche a queste piccole cose bada attentamente per ri spetto alla carità.

31,19:Serviti da uomo frugale ec. È celebrata in questo particolare la temperanza di Socrate. Vedi Laerzio lib. n. 5,

31,22:Quanto poco vino è sufficiente ec. Raccomanda fortemente la temperanza nel bere, come conveniente al buon costume di un uomo bene educato, e alla conservazione della sanità.

31,24:E l'anima di lui sarà lieta con esso. Si leverà dal letto contento di sè e quanto allo spirito e quanto al corpo.

31,25:Che se tu se' stato forzato ec. Può avvenire talora, che un uomo per non saper resistere all'altrui importunità si carichi di cibo oltre il solito, e per conseguenza si trovi talmente aggravato, che può temerne qualche grave incomodo di sanità. Dopo l'errore commesso convien trovare un rimedio al mal corporale, che ragionevolmente si teme, e questo rimedio è il vomito consigliato in tali circostanze da Ippocrate e dagli altri scrittori di medicina. Dice adunque il Savio: se ti senti fuor di modo grave lo stomaco, perchè ti hanno fatto forza perchè tu mangiassi più di quello, che la tua costituzione richiede, levati da tavola, e previeni il male, che te ne potrebbe venire col suo rimedio. Ognun vede, che non è qui nulla di simile a quello, che fanno certi veramente sor didi e malnati uomini, nati solo per crapulare, i quali si empiono fino a gola, e vanno di poi a sgravarsi col vomito per tornare ad empirsi di nuovo.

31,26-27:Figliuolo, ascoltami ec. Vuol raccomandare l'attività, la prontezza nell'operare, come utile a conservare la sanità del corpo, come per lo contrario la morbidezza e la infingardaggine rovinano i migliori temperamenti.

31,28-29:Colui, che è liberale ec. La liberalità verso dei poveri è compensata dalle loro benedizioni, che sono in dizio sicuro della bontà di cuore del ricco limosiniere, come le mormorazioni pubbliche, che si fanno contro il ricco avaro, sono testimonianza indubitata di sua tenacità.

31,31:Il fuoco prova la durezza del ferro: ec. Siccome il ferro più duro è ammollito e domato dalla potenza del fuoco, così non v' ha petto sì valido e superbo, che non senta i danni del troppo vino.

31,32:Buona vita per gli uomini è il vino ec. Il vino (dicono i medici), non solo corrobora, ma nutrisce ancora con gran celerità, e usato con sobrietà è gran sostegno particolarmente pe' vecchi.

31,33-34:Qual vita è quella ec. È privo di un gran vantaggio per la conservazione della vita chi è privo del vino, e una tal privazione è come una diminuzione e abbreviazione della vita. Vi furono degli eretici, come i Manichei, gli Encratiti, i Catatisti, che dissero essere il vino cosa mala fatta dal diavolo, le idee de' quali furono adottate da Maometto nel suo Alcorano, e lo Spirito santo può aver voluto prevenire i fedeli contro tali bestemmie lodando il vino usato con moderazione e saviezza; perocchè egli (dice il Grisostomo) è creatura di Dio; l'ebbrezza si, che viene dal diavolo.