Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Siracide 15


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Beato chi col timore di Dio si rende idoneo all'acquisto della sapienza, In quale non possono ottenere gli stolti, e i bugiardi: non dee rifondersi in Dio la cagione de' peccati, ma nell'uomo, il quale fu creato col libero arbitrio, e riceve i comandamenti, ch'ei poteva osservare. Tutte le cose sono manifeste agli occhi di Dio.

1Chi teme Dio farà queste buone cose, e chi esattamente osserva la giustizia, possederà la sapienza,2Perocché ella gli anderà incontro qual veneranda madre, e qual vergine sposa lo accoglierà.3Lo nudrirà con pane di vita, e di intelligenza, e daragli da bere dell'acqua di saggezza, e di salute, e in lui fisserà sua sede, ed ei sarà stabile:4E sarà suo sostegno, ed ei non sarà confuso: ed ella lo farà grande tra' suoi fratelli.5Ella aprirà a lui la bocca in mezzo alla adunanza, riempiendolo di spirito di saggezza, e di intelligenza, e lo rivestirà del manto di gloria.6Ella gli accumulerà tesoro di consolazione, e di gaudio, e un nome eterno darà a lui in retaggio.7Gli uomini stolti non ne faranno acquisto; ma i prudenti le anderanno incontro: gli stolti non la vedranno, perché ella si tien lontana dalla superbia, e dalla frode.8I mentitori non faranno menzione di lei; ma gli uomini veritieri si troveranno con lei, e anderanno di bene in meglio fino a veder Dio.9Nulla ha di bello la lode in bocca del peccatore.10Perocché da Dio è la sapienza, e colla sapienza va di conserva la lode di Dio, la quale empierà la bocca dell'uom fedele, e a lui la ispirerà il Signore.11Non istar a dire: da Dio viene, che (la sapienza) lungi si sta. Imperocché non far tu quello, che egli odia.12Non istar a dire: egli mi ha indotto in errore: perocché non ha egli bisogno, che vi sia degli uomini empj.13Il Signore odia ogni malvagità, la quale non sarà amata nemmen da quelli, che hanno il timore di lui.14Dio da principio creò l'uomo, e lascollo in potere de' suoi consiglj.15Gli diede di più i suoi precetti, e comandamenti.16Se serbando costantemente la fedeltà, che a lui piace, vorrai custodire i comandamenti, ei saran tua salute:17Egli ha messo davanti a te l'acqua, e il fuoco: prendi qual più ti piace.18Dinanzi all'uomo sta la vita, e la morte, e saragli dato quei, che egli eleggerà:19Perocché la sapienza di Dio è grande, ed egli è forte in sua possanza, e vede tutti continuamente.20Gli occhi del Signore sono rivolti verso di quei, che lo temono, ed egli tutte osserva le opere degli uomini.21Egli a nissuno ha comandato di vivere da empio, e a nissuno ha dato un tempo per peccare:22Perocché non ama egli di avere molti figliuoli infedeli, e disutili.

Note:

15,1: Farà queste buone cose. Le cose dette nel capo precedente. Chi teme Dio e adempie la legge farà acquisto della sapienza.

15,2:Gli anderà incontro qual veneranda madre, ec. È commendata qui la bontà somma della Sapienza increata, la quale previene e va incontro a quelli, che la desiderano, e con quell'amore gli accoglie, con cui una vergine sposa va intorno allo sposo, rispetto al quale ella si dice ed è onoranda madre di famiglia. Vale a dire adunque, che chi cerca la sapienza, non avrà a soffrire tutta la fatica e la stanchezza del viaggio per giungere a lei, ma la troverà che a lui va incontro, come la donna Cananea (Matth. XV.) appena uscita dai confini del paese infedele, trovò il Salvatore, che andava verso di lei.

15,3:Lo nudrirà con pane di vita, ec. Con pane, che darà vita, e luce al suo spirito. Il pane di vita e d'intelligenza, e l'acqua salutifera della sapienza, dinotano la dottrina pura, santa, utile al vero bene dell'uomo, dottrina molto differente da quella de' filosofi capace forse di dilettare la mente, ma non di purgare e santificare il cuore, e differente ancor molto dalla dottrina degli Eretici, pane di menzogna, che non dà vita, ma morte. E in lui fisserà sua sede, ec. La sapienza per questo stesso, che ella abita stabilmente nel cuore del giusto, al giusto stesso dà stabilità e fermezza invincibile nel bene.

15,5:Aprirà a lui la bocca ec. Nelle adunanze religiose la sapienza, che riempie il suo amatore di spirito di saviezza e d'intelligenza, darà a lui di parlare con efficacia grande e unzione per istruire il popolo nella scienza della pietà, onde ne verrà a lui molta gloria pel bene che avrà colle sue parole procurato a' suoi prossimi.

15,7:Gli uomini stolti non ne faranno acquisto, ec. La voce stolti in questo libro come ne' Proverbi significa i peccatori, che seguono non la ragione, nè la fede, ma la propria concupiscenza. Questi non solo non faranno acquisto della sapienza, ma non ne vedranno neppur la faccia giammai, perocchè ella ha in abominazione la superbia e la frode, che sono i vizi comuni degli stolti amatori del mondo.

15,8:Non faranno menzione di lei. Perchè nè la conosco no nè si mettono in pensiero di lei. Notisi, che col nome di menzogna è inteso sovente nelle Scritture qualun que peccato, e col nome dimentitore qualunque vizioso.

15,9-10:Nulla ha di bello la lode in bocca del peccatore. Che se talora i cattivi parlano con onore della sapienza e ardiscono ancora di rammentare gli insegnamenti di lei, stanno male in bocca di costoro gli encomi della sapienza, cui fan disonore colla turpe lor vita, e con far tutto il contrario di quel ch'ella insegna. Osservò il Grisostomo come nelle Scritture, e particolarmente ne' salmi di Davidde essendo invitate e introdotte a lodare Dio tutte quante le creature, e fino i serpenti e i dragoni, il solo peccatore è escluso da questo invito, e dal sacro coro (come ei dice) di tutte le cose crehte, che onorano il Creatore. Ne rende ragione il Savio dicendo: la sapienza è cosa divina, e a lei si appartiene di lodare il Signore; quindi la bocca dell'uomo fedele, che onora Dio e lo ama, è piena delle laudi del medesimo Dio, le quali da lui stesso gli sono ispirate. Così noi sappiamo, che nella primitiva Chiesa i Fedeli portavano alle sacre adunanze de' cantici dettati loro dallo Spirito del Signore. Vedi prima Cor. XIV. 26.

15,12:Non ha egli bisogno, che vi sieno degli uomini empi. Con una figura che è usata più volte nelle Scritture, si dice qui il meno perchè s'intenda il più: confuta il Savio la bestemmia di quelli, che non ebbero orrore di fare Dio autore del peccato. Ha egli forse bisogno, che l'uomo pecchi? È egli forse utile a Dio il peccato dell'uomo? Non ha egli piuttosto un' opposizione e un odio necessario contro il peccato? Dio adunque non può esser cagione del mal morale, ma egli lo permette per fini de gni di sua sapienza. S. Agostino in Ps. 58. sopra quelle parole: Non aver misericordia di tutti quelli che operano l'iniquità dice, che ciò s'intende della iniquità di coloro, che fanno Dio autore del peccato. Havvi (dic'egli) una certa iniquità, della quale chi è reo non può darsi, che trovi presso Dio misericordia, ed è il voler difendere e scusare i peccati: chi si fa difensore de' propri peccati commette grande iniquità: perocchè difende quello che Dio odia; e notate con quanta perversità e iniquità: se egli fa qualche cosa di bene, vuole, che a Dio si attribuisca: se fa del male, vuole, che a Dio sia imputato... Così adunque si scusa il reo, e nel giudice si rifonde la colpa.

15,13:La quale non sarà amata ec. Da quelli, che temon Dio, non sarà amato quello, che Dio odia. I giusti come veri figliuoli di Dio si rivestono di tutte le inclinazioni ed affetti del Padre loro, e siccome amano e cercano quello che a lui piace, così detestano quello che lui disgusta ed offende.

15,14:E lasciollo in potere de' suoi consigli. Ovvero: di sua volontà. Gli diede il libero arbitrio, onde egli può e leggere il bene o il male, l'acqua o il fuoco, la vita o la morte, come si dice in appresso.

15,15-16:Gli diede di più i suoi precetti. Ma Dio dando all'uomo il libero arbitrio, nol lasciò però senza freno, nè senza legge: ma qual sovrano Rettore degli uomini, diede loro una legge, che li dirigesse al bene e li ritraesse dal male, agiungendo la promessa de' premi, per chi la osservasse, e la minaccia de' gastighi pe' trasgressori; chi adunque mantiene la fede a Dio e osserva questi comandamenti, avrà da questi salute e terna. Se tu sarai fedele a Dio, Dio sarà fedele con te adempiendo le promesse, che ha fatte di darti vita e sa lute. Notisi che il libero arbitrio non esclude la necessità della grazia per far il bene e per vincere la cupidità, che al male ci porta. Vedi August. De Grat. et tib. arb. capo XV., dove spiega mirabilmente e profondamente queste sentenze del Savio.

15,17-18:L'acqua e il fuoco. Pell'acqua, la quale rinfresca, s' intende il premio promesso ai buoni: pel fuoco le fiamme dell'inferno minacciate ai peccatori. La vita e la morte sono la vita eterna e la morte eterna; e si allude al luogo del Deuteronomio XXX. 15.

15,21:E a nissuno ha dato un tempo per peccare. Errano adunque, ed errano grandemente quelli, che credono di poter abusare della più florida età per isfogare le passioni coll'idea di convertirsi e darsi a Dio negli anni più maturi.

15,22:E disutili. Cioè non buoni pel fine, per cui furon creati; e tali sono i peccatori, i quali essendo stati fatti per onorare e servire Dio, e conseguire l'eterna felicità, colla mala lor vita disonorano il Creatore e Padre loro, e si precipitano ne' mali eterni.