Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Siracide 41


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Per chi sia amara la memoria della morte, e per chi noi sia. La maledizione serbata agli empj. Tener conto del buon nome. La sapienza nascasto è inutile come il tesoro nascosto. Diverse cose, delle quali dee aversi rossore.

1O morte quanto e amara la tua ricordanza per un uomo, che in pace vive tra le sue ricchezze;2Per un uomo tranquillo, e a cui tutto riesce felicemente, ed il quale può ancora gustare il cibo!3O morte, la tua sentenza è dolce all'uomo meschino, e privo di forze,4Spossato dall'età, e pieno di cure, e senza speranza, ed a cui manca lapazienza!5Non temere la sentenza della morte. Ricordati di quello, che fu prima di te, e di quello, che sarà dopo di te: questa è la sentenza data da Dio a tutti gli animali:6E che ti verrà aggiunto oltre la sentenza dell'Altissimo, siano essi o dieci, o cento, o mille i tuoi anni?7Perocché nell'inferno non si conta quel, che uno ha vissuto.8I figliuoli de' peccatori sono figliuoli di abominazione, e similmente quelli, che bazzicano per le case degli empj.9L'eredità de' figliuoli de' peccatori va in perdizione, e l'obbrobrio accompagnerà di continuo i loro posteri.10I figliuoli dell'empio si querelano del loro padre, per colpa del quale vivono nell'ignominia.11Guai a voi uomini empj, che avete abbandonata la legge dell'Altissimo.12Quando voi nascerete, nella maledizione nascerete, e quando morrete, la maledizione avrete per vostro retaggio.13Tutto quello, che vien dalla terra, tornerà nella terra; cosi gli empj dalla maledizione anderanno alla perdizione.14Gli uomini fanno lutto sopra i loro cadaveri; ma il nome degli empj sarà scancellato.15Tien conto del buon nome; perocché questo sarà tuo più stabilmente, che mille tesori preziosi, e grandi.16I giorni della buona vita si contano, ma il buon nome dura eternamente.17Figliuoli, conservate nella pace i i documenti, perocché la sapienza nascosta, è un tesoro, che non si vede, a che giovano l'uno, e l'altra.18E più stimabile colui, che nasconde la propria stoltezza, che chi nasconde la sua saggezza.19Or voi abbiate rossore delle cose, che io vi dirò:20Imperocché non è bene di arrossire per qualunque cosa; e non tutte le cose ben fatte piacciono a tutti.21Vergognatevi della fornicazione dinanzi al padre, e alla madre; della menzogna dinanzi al governatore, e all'uomo potente:22Della colpa dinanzi al principe, e al giudice; dell'iniquità dinanzi all'adunanza, e dinanzi al popolo:23Dell'ingiustizia dinanzi al compagno, e amico, e del furto dinanzi alla gente del luogo, dove abiti,24Per riguardo alla verità di Dio, ed alla legge. Vergognati di mettere il gomito sul pane, e di non tener chiaro il libro del dare, e dell'avere:25Vergognati di tacere con quelli, che ti salutano: di gettargli occhi sopra una donna impudica; e di non guardar in viso il parente.26Non volgere altrove la faccia per non vedere il tuo prossimo. Vergognati di togliere altrui la sua parte, e di non restituire:27Non guardar in faccia la donna altrui, e non tentare la sua serva, e non accostarti al suo letto.28Cogli amici guardati dalle parole ingiuriose: e se hai fatto alcun dono, noi rimproverare.

Note:

41,1-2:O morte, quanto è amara ec. Acerba è la ricordanza e il pensiero d'aver a morire per un uomo, che in pace possiede grandi ricchezze, e in esse riposa senza disturbo, a cui tutto va a seconda, ed il quale è sano e robusto da poter valersi de' beni, che ha, e mangiare e bere ec. il Grisostomo dice, che la morte di un ricco fortunato è doppia, dovendo l'anima di lui distacccarsi non solo dal corpo, ma anche dalle ricchezze, le quali egli ama non men che il corpo.

41,3-4:O morte, la tua sentenza ec. Considera la morte come un giudice, che condanna ogni uomo a partire dal mondo. La morte sì dura ai ricchi felici, è grata ai miserabili, che non hanno quaggiù speranza, e perciò mancano di sofferenza per tollerare le miserie: a questi la morte par buona cosa: non dice, che per essi sia buona assolutamente.

41,5:Non temere la sentenza della morte ec. Dice, che la morte non dee temersi, perchè ella è stata pel passato e sarà pel futuro legge generale per tutti gli uomini, dalla quale sarebbe temerità il pretendere di essere eccettuato. L'immenso numero di que', che son morti e morranno, può servire a scemar l'orror della morte.

41,6:E che ti verrà aggiunto oltre la sentenza ec. Potrai tu forse aggiungere col tuo pensare e col temer la morte qualche anno o qualche ora oltre la sentenza già pronunziata da Dio sopra la durazione della tua vita? Sia ella o più lunga o più corta, ella sarà quale Dio l'ha fissata, e non potrai allungarla di un sol minuto.

41,7:Nell'inferno non si conta ec. La voce inferno è posta per lo stato di morte, come molte altre volte. Riguardo ai morti non si bada se abbian vissuto lungamente o poco tempo, ma se abbian bene impiegati gli anni conceduti loro da Dio, e nissuno sarà ripreso perchè sia vissuto o più o meno, ma sì perchè abbia abusa to della vita.

41,8:I figliuoli de' peccatori sono ec. I figliuoli imitano facilmente i costumi de' padri, e di più chi famigliarmente conversa co' cattivi, o è già cattivo o cattivo diverrà.

41,10:Per colpa del quale ec. Perchè egli lascia loro l'infamia di sua mala vita, e perchè colla mala educazione ha avvezzati anch'essi a meritarsi un cattivo nome.

41,12:Quando voi nascerete, nella maledizione nascerete: ec. Sarà degna di maledizione la vostra nascita, sarà degna di maledizione la vostra morte. Quando venite voi al mondo, voi portate sopra la terra gli scandali, i vizi, l'empietà contro Dio, il disamore de' prossimi, e d'infiniti mali siete cagione funesta a' vostri fratelli. Così sareto maledizione nella vita e maledizione nella morte, la quale sarà accompagnata dalla eterna dannazione.

41,13:Così gli empi dalla maledizione ec. Come tutto quello che vien dalla terra va a finir nella terra, così gli empi, de' quali è come il primo elemento la maledizione, dalla maledizione passeranno alla perdizione eterna dell'inferno, dove ogni maledizione va a finire.

41,14:Gli uomini fanno lutto ec. Gli uomini rendono agli empi gli ultimi uffici quando muoiono, si erigono per essi de' monumenti, s' incide il loro nome in pietra o in bronzo per memoria di essi: tutto ciò non servirà a farli vi vere nella memoria de' posteri; che se mai da alcuno per accidente fossero rammentati, con esecrazione e orrore saran rammentati.

41,16:I giorni della buona vita ec. Tanto l'uomo dabbene e giusto, quanto l'uomo felice, vivono poco tempo, ma il buon nome del giusto è eterno dinanzi a Dio e dinanzi a tutto il cielo, e sovente anche tragli uomini della terra

41,17:Conservate nella pace i buoni documenti, ec. Conservate nella pace, vale a dire nella prosperità, i buoni insegna nenti, perocchè allora principalmente è tempo di far uso delle lezioni della sapienza da voi ascoltate; così voi trarrete l'utilità, che dee cercarsi da tale studio; conciossia chè una sapienza, che non si fa palese colle buone opere, è come un tesoro nascosto e tenuto occulto dall'avaro, vale a dire è inutile. Apparirà il frutto di vostra sapienza quando nella prosperità sappiate conservare la modestia, l'umiltà, la mansuetudine ec. Quando ciò non faceste, sarebbe segno, che voi non avete conservato in voi i documenti della sapienza.

41,18:È più stimabile colui, che nasconde ec. Vedi cap. XX. 32.

41,20:Non tutte le cose ben fatte piacciono a tutti. Vi sono di quelli, a' quali le opere anche virtuose non piacciono: si dovrà egli per cattivo rossore e vergogna tralasciare tali opere per non dispiacere ad essi, o vergognarsi di parlare come si dee di questa o di quella virtù? No certamente, dice il Savio.

41,21:Della fornicazione dinanzi al padre, ec. Un figliuolo, che non abbia perduto ogni principio di buona edu cazione, si vergognerà grandemente, che il padre e la madre sappiano, che egli abbia peccato in tal materia, che è per essi di somma confusione e dolore. Della menzogna dinanzi al governatore ec. Tutti quelli, che sono costituiti in dignità, amano gli uomini veraci e schietti, e odiano i bugiardi, perchè non vogliono essere gabbati.

41,22:Della colpa dinanzi al principe e al giudice. Posti da Dio per punirla. Dell'iniquità dinanzi all'adunanza. Se tu se' convinto pubblicamente di peccato, perderai la riputazione e sarai sicuro del gastigo.

41,23:Dell'ingiustizia dinanzi al compagno ec. Ogni in giustizia è vergognosa, ma molto più se è fatta all'amico e al compagno. Così il furto fatto nel luogo, in cui uno dimora, per esempio in casa di un vicino.

41,24:Per riguardo alla verità di Dio ed alla legge. Vergognati del furto e delle ingiustizie e delle altre cose dette di sopra, perchè elle offendono la verità di Dio, cioè la giustizia e la legge.
Vergognati di mettere il gomito sul pane. Ovvero sulla tavola. Era considerata, com' ella è, per cosa improprissima l'appoggiarsi sulla mensa, lo che era anche notato, come un poco rispetto de' doni di Dio, che sono sopra la stessa mensa, e particolarmente del pane. E di non tener chiaro il libro del dare e dell'avere. Lo che farà sospettare o che tu vogli fraudare alcuno, o che tu abbi dissipate le tue sostanze.

41,25:Di tacere con quelli che ti salutano. Di non rispondere loro, come è di dovere. A' Cristiani l'Apostolo comanda, che si prevengano l'un l'altro con simili uffici.

41,26:Non volgere altrove la faccia ec. È cosa da vergognarsi (dice il Savio) non solo di non guardar in viso il parente, ma anche qualunque prossimo ancorchè povero e meschino; e ciò sarebbe argomento d'animo superbo e arrogante. È ancora cosa vergognosa l'appropriarsi la parte, che spettava ad altri, per esempio nella divisione di una eredità, e di non restituire, lo che è gran peccato, e dee fare arrossire un uomo, che abbia qualche idea della naturale onestà.