Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 15


font

Disputa di Cristo co' Farisei intorno alle loro tradizioni preferite da essi alla legge di Dio. Fede della Cananea. Miracolo de' sette pani, e pochi pesci.

1Allora se gli accostarono degli Scribi, e de' Farisei di Gerusalemme, e gli dissero:2Per qual motivo i tuoi discepoli trasgrediscono le tradizioni de' seniori? Imperocché non si lavano le mani, quando mangiano.3Ma egli rispose loro: E voi ancora perché trasgredite il cornando di Dio in grazia della vostra tradizione? Imperocché Dio ha detto:4Onora il padre, e la madre, e, chi maledirà il padre, o la madre, sia punito di morte.5Ma voi altri dite: Chicchessia potrà, dire al padre, o alla madre: Qualunque: offerta, che è fatta da me, gioverà a te:6E non assisterà il padre, o la madre: e avete colla vostra tradizione annichilato il comandamento di Dio.7Ipocriti, ottimamente profetò di voi, Isaia, dicendo:8Questo popolo m'onora colle labbra: ma il loro cuore è lungi da me.9E invano mi onorano insegnando dottrine, e comandamenti di uomini.10E chiamate a se le turbe disse, loro: Udite, e intendete.11Non è quello, che entra per la bocca, imbratta l'uomo: ma quello, che esce dalla bocca, questo è, che l'uomo rende immondo.12Allora accostatisi a lui i discepoli gli dissero: Sai tu, che i Farisei, udito questo discorso, se ne sono scandalezzati?13Ma egli rispose: Qualunque pianta non piantata dal celeste mio Padre sarà sradicata.14Non badate a loro: sono ciechi, e guide di ciechi: e se un cieco ne guida un altro, cadono amendue nella fossa.15Pietro allora prese la parola, e disse: Spiegaci questa parabola.16Ma egli disse: Siete tutt'ora anche voi senza intelletto?17Non comprendete voi, che tutto ciò, che entra per la bocca, passa nel ventre, e di lì nel secesso?18Ma quel, che esce dalla bocca, viene dal cuore, e questo imbratta l'uomo.19Imperocché dal cuore partono i mali pensieri, gli omicidj, gli adulterj, le fornicazioni, i furti, i falsi testimonj, le maldicenze.20Queste sono le cose, che imbrattano l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non imbratta l'uomo.21E partitosi Gesù da quel luogo si ritirò dalle parti di Tiro, e di Sidone.22Quand' ecco una donna Cananea uscita da que' contorni alzò la voce, dicendogli: Abbi pietà di me, Signore, figliuolo di Davidde: la mia figliuola è malamente tormentata dal demonio.23Ma egli non le fece motto. E accostatisi a lui i discepoli lo pregavano dicendogli: Spediscila: attesoché ci grida dietro.24Ma egli rispose, e disse: Non sono stato mandato se non alle pecorelle perdute della casa d'Israele.25Ma quella se gli approssimò, e lo adorò dicendo: Aiutami, Signore.26Ed egli le rispose: Non è ben fatto di prendere il pane dei figliuoli, e gettarlo ai cani.27Ella però disse: Benissimo, Signore; imperocché anche i cagnolini mangiano le bricciole, che cadono dalla tavola de' loro padroni.28Allora Gesù le rispose, e disse: O donna, grande è la tua fede: ti sia fatto come desideri. E da quel punto fu risanata la sua figliuola.29Ed essendo Gesù partito di là, andò verso il mare di Galilea, e salito sopra un monte stava quivi a sedere.30E se gli accostò una gran turba di popolo, che conduceva seco de' muti, de' ciechi, degli zoppi, e stroppiati, e molti altri (malati): e li gettarono a' suoi piedi, e li guarì:31Talmente che le turbe restavano ammirate, vedendo, come i muti parlavano, camminavano gli zoppi, e i ciechi vedevano: e ne davano gloria al Dio d'Israele.32Ma Gesù, chiamati a se i suoi discepoli, disse loro: Ho pietà di questo popolo, perché sono già tre giorni, che non si distaccan da me, e non hanno niente da mangiare: e non voglio rimandarli digiuni, perché non isvengano per strada.33E gli dissero i discepoli: Ha donde caverem noi in un deserto tanto pane da saziare turba sì grande?34E Gesù disse loro: Quanti pani avete voi? Ed essi risposero: Sette, ed alcuni pochi pesciolini.35Ed egli ordinò alla turba, che se desse per terra:36E presi i sette pani, ed i pesci, e rendute le grazie, gli spezzò, e li diede a' suoi discepoli: e i discepoli li dettero al popolo.37E tutti mangiarono, e si saziarono: e raccolsero de' pezzi avanzati sette sporte piene.38Or quelli, che avevano mangiato, erano quattromila persone senza i ragazzi, e le donne.39E licenziate le turbe, entrò in una barca, e andò nei contorni di Magedan.

Note:

15,2:Le tradizioni de' seniori? Erano queste gli insegnamenti ricevuti di viva voce dai maggiori, e tramandati di padre in figlio; ma i Farisei faceano passare per tradizioni dei maggiori i particolari riti, e le superstizioni da essi inventate; e siccome molte erano le cose, il toccamento delle quali (secondo che eglino insegnavano) rendeva immondo l'uomo, aveano introdotto di lavarsi frequentemente le mani per essere vie più sicuri da ogni immondezza legale. Ciechi maestri, i quali tutta la santità e tutta la legge ponevano in vane esterne cerimonie, trascurato frattanto il sostanziale della legge.

15,3:Della vostra tradizione? Non intacca egli adunque le tradizioni dei maggiori, ma le capricciose novità in trodotte da' moderni maestri, intorno alle quali veggasi s. Girolamo ep. 1.31 ad Algas. Il talmud, ed altri libri composti da questi dottori della sinagoga intorno al principio del secondo secolo della chiesa, fanno vedere con quanta empietà stravolgessero costoro tutta quanta la legge per accreditare gli strani loro ritrovamenti.

15,5-6:Chicchessia potrà dire ec. L'onore, che Dio comanda di rendere ai genitori, consiste massimamente nell'aiutargli, e soccorrerli. I Farisei dicevano, ch'era dispensato da questa obbligazione un figliuolo, quando ciò che poteva dare al padre o alla madre, lo offeriva a Dio per sè, e per loro. Questa invenzione crudele serviva a coprire l'avarizia de' sacerdoti; ma distruggeva il comandamento di Dio. Ho seguito nella versione, e nella sposizione di questo luogo il senso, che più naturalmente può ricevere la Volgata; e in simil maniera e spongono il Grisostomo ed altri Padri. Il figliuolo offerendo per sè, e pe' genitori quello, onde avrebbe potuto e dovuto assisterli ne' loro bisogni, dice, che non hanno da dolersi di lui, perchè hanno parte al merito dell'offerta. Il Greco però non può ricevere questo senso; ma può tradursi: è un' offerta quelto, onde tu possa essere da me aiutato. È consacrato a Dio, e non può in altro uso essere impiegato quello, che io avea da poter dare a te. Questa interpretazione si confà colla dottrina de' moderni Rabbini.

15,11:Non quello, che entra ec. Non toglie qui Gesù Cristo la differenza de' cibi stabilita nella legge; imperocchè non era ancora venuto il tempo di toglierla: ma egli vuol dire, che di lor natura tutte le creature di Dio sono buone; e obliquamente accenna, che la distinzione legale dei cibi, fondata essendo non sopra l'essere di tali cibi, ma nella ordinazione della legge, poteva per ciò questa distinzione essere tolta: e ciò essendo, molto più potevano essere tolte tante loro osservanze, le quali non dalla legge venivano, ma dalle loro invenzioni. Egli è ancora visibile, che queste parole di Cristo non tolgono, che possa l'uomo macchiarsi di colpa coi disordini della bocca, come avviene ai golosi, agli ubbriachi, e a quelli, che violano i digiuni ordinati dalla Chiesa. Vedi Agostin. contra Faust. lib. XXXV. 5.

15,12:Se ne sono scandalizzati? Tale era il falso zelo, che aveano costoro per le loro costumanze, che si offendevano altamente, perchè Cristo non ne facesse gran caso, come se egli avesse impugnato qualche punto essenziale della legge.

15,13:Qualunque pianta ec. Non può essere pianta buona, e fruttifera alcun uomo, se dal Padre celeste non è rinnovato, e innestato a Cristo. Vedi Isai. LX.2I. LXI. 3. Alle piante cattive, e inutili sovrasta il taglio; e tali erano i Farisei avversi a Cristo, e degni dell'ira del Padre.

15,14:Non badate a loro. Vuol dire, non vi faccia pena, che costoro si offendano, e si scandalizzino di quello, ch'io dico. Non dee lasciarsi di annunziare le verità necessarie alla salute per paura dello scandalo, che possano prenderne i cattivi.

15,15:Spiegaci questa ec. La richiesta di Pietro fa conoscere, che anche gli Apostoli erano stati turbati dal di scorso di Cristo. Ma è degna di osservazione la differenza che passa tra 'l modo di procedere degli Apostoli, è quello de' Farisei. I Farisei gonfi della pretesa loro sapienza, giudicano, che le parole di Cristo vadano a ferire il rispetto dovuto alla legge, e senza cercar d'istruirsi bestemmiano adirittura quel che non sanno, o non vogliono intendere. I discepoli per lo contrario, quantunque sorpresi della maniera di parlare di Cristo, non si fanno però lecito di dubitare della verità delle sue parole, ma son persuasi di non aver sufficiente lume per capirle, e al maestro dimandano con umiltà questo lume. Gli increduli, e i libertini, i quali leggono le Scritture con uno spirito non dissimile da quello, con cui i Farisei ascoltavano il Verbo del Padre, incorrono quotidianamente nella stessa sciagura; ed è per essi occasione di scandalo quella stessa parola, che è fonte di sapienza e di salute pei piccoli, i quali diffidati di loro stessi a Dio chiedono, che ne dia loro l'intelligenza.

15,22:Una donna Cananea ec. Credesi, che il titolo di Cananea sia dato a questa donna, perchè ella fosse di una di quelle sette nazioni noverate nel Deuteron. VII. I., che portava specialmente il nome di Cananea. Questa gente era tenuta dagli Ebrei per la più empia di tutto il gentilesimo.
Figliuolo di Davidde. Si può credere, che la notizia del Messia aspettato in questo tempo da tutti gli Ebrei fosse divulgata anche tra' popoli confinanti.

15,24:Non sono stato mandato ec. In virtù delle antiche promesse fatte ad Abramo, ed agli altri santi patriarchi, Gesù Cristo era venuto per Israele; onde dall'Apostolo egli è chiamato ministro, cioè predicatore dei circoncisi. Ai Gentili non era stato promesso; ma doveva anche a questi per singolare misericordia essere annunziato il Vangelo rigettato dagli Ebrei. Io dico (così l'Apostolo Rom. XV. 9. ) che Cristo Gesù fu il ministro de' circoncisi ad effetto di far conoscere la veracità di Dio nell'adem pir le promesse fatte ai Padri. Quanto poi ai Gentili, diano essi a Dio laude per la sua misericordia.

15,26:Il pane de' figliuoli, ec. Gli Ebrei erano considerati come figliuoli per la specialissima cura, ehe ebbe mai sempre Dio di quella nazione. Cani sono detti i Gentili per la sfacciataggine, colla quale si prostituivano ad ogni più abbominevole idolatria.

15,27:Benissimo, Signore; ec. Questa donna comprese maravigliosamente il senso della figura, colla quale Cristo volle far intendere la differenza, ch'ei faceva tra gli Ebrei, e i Gentili. Le parole del Signore le fecero conoscere la sua miseria: e questa cognizione aumentò la sua umiltà; ma non diminuì la speranza, ch'ella avea nella bontà del Salvatore: e questa speranza le fece trovare nelle stesse parole un nuovo argomento, onde astrignerlo, per così dire, ad esaudirla. Se il pane è pe' figliuoli, le briciole, che cadono dalla mensa, si danno ai cani. Riserbate per gli Ebrei l'abbondanza delle grazie, e de' doni vostri, e non negate a me così piccola cosa, come (atteso il poter vostro infinito) si è quella, ch'io vi domando.

15,28:Grande è la tua fede. La grandezza di questa fede appariva dal fervore dell'orazione, dalla fiducia di impetrare, dalla perseveranza dopo tante ripulse, dalla somma, e ammirabile umiltà.