Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 21


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Cristo entra trionfante in Gerusalemme sopra un asina. Caccia dal tempio i negozianti, e risponde a' Farisei offesi del suo trionfo. I discepoli ammirano l'efficacia della parola di Cristo nella ficaia seccata. Virtù della fede. Interrogato intorno alla sua podestà risponde con una interrogazione sopra il battesimo di Giovanni. Parabola de1 due figliuoli, e del padre di famiglia, il cui figliuolo erede è ucciso dai lavoratori della vigna. Il regno di Dìo passerà dagli Ebrei ai gentili.

1E avvicinandosi a Gerusalemme, arrivati che furono a Betfage al monte Oliveto, allora Gesù mandò due discepoli,2Dicendo loro: Andate nel castello, che vi sta dirimpetto, e subito troverete legata un'asina, e con essa il suo asinino: scioglietela, e conducetemela.3E se alcuno vi dirà qualche cosa, dite, che il Signore ne ha bisogno: e subito ve li rimetterà.4Or tutto questo segui affinchè si adempisse quanto era stato detto dal Profeta, che disse:5Dite alla figliuola di Sion: Ecco, che il tuo re viene a te mansueto, cavalcando un'asina, ed un asinello puledro di un'asina da giogo.6I discepoli andarono, e fecero, come aveva lor comandato Gesù:7E menarono l'asina e l'asinello, e misero sopra di essi le loro vestimento, e lo fecero montar sopra.8E moltissimi delle turbe disteser le loro vesti per la strada; altri poi tagliavano rami dagli alberi, e li gettavano per la strada:9E le turbe, che precedevano, e quelle, che andavangli dietro, gridavan dicendo: Osanna al Figliuolo di David: benedetto colui, che viene nel nome del Signore: Osanna nel più alto de' cieli.10Ed entrato ch'ei fu in Gerusalemme, si levò tutta la città a rumore, domandando: Chi è costui?11I popoli però dicevano: Egli è Gesù il profeta da Nazaret nella Galilea.12Ed entrò Gesù nel tempio di Dio, e scacciò tutti quelli, che compravano, e vendevano nel tempio; e rovesciò le tavole de' banchieri, e le sedie di coloro, che vendevano le colombe:13E disse loro: Sta scritto: La casa mia sarà chiamata casa di orazione: ma voi l'avete fatta spelonca di ladri.14E si accostarono a lui nel tempio de' ciechi, e degli zoppi: e li risanò.15Ma avendo i principi de' sacerdoti, e gli Scribi vedute le maraviglie da lui operate, e i fanciulli, che gridavano nel tempio: Osanna al figliuolo di David, arsero di sdegno.16E dissero a lui: Senti tu quel, che dicono costoro? Ma Gesù disse loro: Si certamente. Non avete mai letto: dalla bocca de' fanciulli, e de' bambini di latte hai renduta perfetta laude?17E lasciati coloro, se ne andò fuori della città a Betania; e quivi pernottò.18La mattina poi nel ritornare in citta ebbe fame.19E vedendo lungo la strada una pianta di fico, si accostò ad essa: e non vi trovò altro, che foglie, e le disse: Non nasca mai più da te frutto in eterno. E subito il fico si seccò.20Avendo ciò veduto i discepoli ne restarono ammirati, e dicevano: Come si è seccato in un attimo?21Ma Gesù rispose, e disse loro: In verità vi dico, che se avrete fede, e non vaccillerete, farete non solo (quel, che è stato) di questo fico: ma quand' anche diciate a questo monte: Levati, e gettati in mare, sarà fatto.22E ogni qualunque cosa, che domanderete nell'orazione, credendo, la otterrete.23Ed essendo egli andato al tempio, i principi de' sacerdoti, e gli anziani del popolo se gli accostarono, mentre insegnava, egli dissero: Con quale autorità fai tu queste cose? E chi ha dato a te tal podestà?24E Gesù rispose loro: Fo ancor io a voi un'interrogazione, alla quale se mi risponderete, vi dirò io pure, con quale autorità fo queste cose.25Il battesimo di Giovanni donde era egli? dal cielo, o dagli uomini? Ma eglino andavan pensando dentro di se, e dicevano:26Se diremo, dal cielo, egli ci dirà: Perché dunque non gli avete creduto? Che se diremo, dagli uomini, abbiam paura del popolo; imperocché tutti tenevan Giovanni per profeta.27Risposero pertanto a Gesù con dire: Noi sappiamo. Ed egli pure disse loro: Nemmen io dico a voi, con quale autorità faccia tali cose.28Ma che ne pare a voi? Un uomo aveva due figliuoli, e accostatosi al primo, gli disse: Figliuolo va, lavora oggi nella mia vigna.29Ed egli rispose: Non voglio. Ma poi ripentito vi andò.30E accostatosi al secondo, gli disse lo stesso. E quegli rispose: Signore, io vado, e non andò.31Quale dei due ha fatto la volontà del padre? Il primo, risposer essi. Gesù disse loro: In verità vi dico, che i pubblicani, e le meretrici anderanno avanti a voi al regno di Dio.32Imperocché venne a voi Giovanni nella via della giustizia, e voi non gli credeste; ma i pubblicani, e le meretrici gli credettero: e voi ciò vedendo nemmen di voi vi pentiste per credere a lui.33Udite un'altra parabola. Bravi un padre di famiglia, il quale piantò una vigna, e la cinse di siepe, e scavò, e ti fece un fattoio, e fabbricò una torre, e la diede a lavorare ai contadini, e andossene in lontan paese.34Venuta poi la stagione de' frutti, mandò i suoi servi dai contadini per ricevere i frutti di essa.35Ma i contadini, messe le mani addosso a' servi, altro ne bastonarono, altro ne uccisero, e altro ne lapidarono.36Mandò di nuovo altri servi in maggior numero di prima, e coloro li trattarono nello stesso modo.37Finalmente mandò ad essi il sua figliuolo, dicendo: Avràn rispetto al mio figlio.38Ma i contadini, veduto il figliuolo, dissero tra di loro: Questi è l'erede: venite, ammazziamolo, e avremo la sua eredità.39E presolo, lo cacciarono fuora della vigna, e l'uccisero.40Tornato adunque che sia il padrone della vigna, che farà di que' contadini?41Essi risposero: Manderà in malora i malvagi; e rimetterà la sua vigna ad altri contadini, i quali gliene renderanno il frutto a' suoi tempi.42Disse loro Gesù: Non avete mai letto nelle scritture: La pietra, che fù rigettata da coloro, che fabbricavano, è divenuta fondamentale dell'angolo? Dal Signore è stata fatta tal cosa, ed è mirabile negli occhi nostri:43Per questo vi dico, che sarà tolto a voi il regno di Dio, e sarà dato a un popolo, che produca i frutti di esso.44E chi cadrà sopra questa pietra, si fracasserà: e quegli, su di cui ella cadrà, sarà stritolato.45Ed avendo i principi de' sacerdoti,e i Farisei udite le sue parabole compresero, che parlava di loro.46E cercando di mettergli le mani addosso, ebber paura del popolo; perché lo teneva per profeta.

Note:

21,1:Betfage. Borgo vicino a Gerusalemme alle falde dell'Oliveto, secondo Eusebio, e s. Girolamo.

21,3:Dite, che il Signore ne ha bisogno. Questo fatto contiene mirabili prove della sapienza, e potenza di Cristo, cui nulla è nascosto, e il quale, come Signore di tutto, volge a suo talento con soavità insieme, e con forza i cuori degli uomini.

21,5:Alla figliuola di Sion. A Gerusalemme: così la figliuola di Tiro, la figliuola di Babilonia sono Tiro, e Babilo nia. Sopra il monte di Sion, il quale cingeva Gerusalemme da settentrione, era la fortezza, che fu presa da Davidde, 2. Reg. v. 7.; e siccome molti edifizi vi aveva fatti Davidde, fu perciò chiamata la città di David. Il tuo re viene a te mansueto, cavalcando ec. Che in questa profezia si parli del Cristo, si vede chiaramente da tutto il discorso del Profeta; e i dottori Ebrei sì antichi, come moderni la riferiscono al Messia. Or chi non resterà altamente commosso in vedendo, come tanti avvenimenti della vita del Salvatore sono stati tanto tempo prima non adombrati, ma a parte a parte descritti, e minutamente designati dai santi profeti? Quanto dolce consolazione per un cuor fedele è il riflettere, come l'un testamento all'altro conduce, il vecchio al nuovo; e come la parola del Signore è fatta in tante guise non sol credibile, ma evidente!
Un'asina, ed un asinello. Gesù montò sopra l'asinello, come si legge in tre Evangelisti; ma si dice qui, che cavalcò l'asina, e l'asinello per la stessa maniera di dire, per cui in altro luogo si legge, che i ladroni lo bestemmiavano, benchè uno solo lo bestemmiasse. Ed era poi necessario nonsolamente al perfetto adempimento delle profezie, ma anche per ragion del mistero, che e l'asina, e l'asinello fossero impiegati al servigio di Cristo in tale occasione, e che quanto al portar Gesù Cristo, l'asinello fosse all'asina preferito; imperocchè i Padri hanno ravvisato in questi due animali due popoli, l'Ebreo, e il Gentile. Non sarebbe stata mirabil cosa, che il Messia avesse soggettato al Vangelo il popolo Ebreo avvezzo già al giogo della legge, depositario delle Scritture, e delle profezie, e testimone de' miracoli del Messia: ma gran miracolo dovea essere nel cospetto degli uomini, e degli angeli, che questo nuovo Re in sì umile forma venendo, al suo impero sottoponesse i Gentili, alieni (come dice l'Apostolo) dalla conversazione d'Israele, nissuna parte aventi al testamento, e alle promesse, e che eran senza Dio in questo mondo. Or questo mistero grande fu adombrato nell'asinello non ancora domato.

21,9:Osanna. Voce di preghiera, che significa Salvaci, ed era ripetuta sovente dal popolo nella festa dei tabernacoli; per la qual festa significavasi Dio abitante tra gli uomini: al che alludendo s. Giovanni cap. 1.14. dice: Il verbo si fe' carne, e si fe' un tabernacolo (così il Greco) tra di noi. Non senza alto consiglio la providenza divina, la quale volle, che in questo giorno fosse riconosciuto, e acclamato Gesù, come quel Salvatore lungamente aspettato, e invocato, dispose, che il popolo con sì fatta acclamazione lo salutasse, e figliuolo di Davidde il chiamasse, e lo accompagnasse co' rami in mano, i quali facevano parte anch'essi delle cerimonie usate nella festa de' tabernacoli. Or ognun sa, che era allora imminente la Pasqua, dalla quale erano assai distanti i tabernacoli, che si celebrano in settembre. Notisi ancora, che la voce Osanna, e le parole, che seguono, benedetto colui, che viene nel nome del Signore, sono prese dal Salmo 117.vers. 25. 26., il qual Salmo appartiene al Messia, e de' misteri di lui è pieno; ed essendo letto di continuo nella Sinagoga, e notissimo al popolo, colle parole perciò dello stesso Salmo vollero le turbe riconoscere Gesù per vero Messia, movendo Dio i cuori di quella gente a rendere a lui questa pubblica solenne testimonianza. Osanna nel più alto de' cieli. Si alzino le nostre voci di preghiera, e di laude sino al sommo cielo.

21,10:Si levò tutta la città a rumore. L'entrata trionfante di Gesù Cristo in Gerusalemme attizzò l'invidia de' Farisei, de' Sacerdoti, e de' capi del popolo. Paragonando colle Scritture quel che udivano co' loro orecchi, e vedevan cogli occhi propri, potevano agevolmente comprendere chi egli fosse; ma la loro malizia gli accecò, e vedendo non videro, e udendo non intesero.

21,11:Il Profeta. Vale a dire quel Profeta per eccellenza, del quale parlò Mosè, quando disse, che il Signore avrebbe fatto nascer tra loro un Profeta, la voce del quale doveano ascoltare.

21,12:Scacciò tutti quelli che compravano, ec. S. Girolamo crede, che i sacerdoti stessi facessero vendere nell'atrio esteriore del tempio gli animali da immolarsi: altri però son di parere, che eglino solamente allogassero il posto ai venditori. La facilità, colla quale Cristo mise da se solo in iscompiglio tutta quella turba di gente, rende più che verisimile il pensiero dello stesso s. Girolamo, e di altri, che dalla faccia del Salvatore trasparisse in quel l'atto alcun raggio della maestà di Dio, che gli atterrisse. I banchieri stavano in quel luogo a cambiar le monete.

21,13:La casa mia sarà chiamata casa di orazione. In san Marco si aggiunge: per tutte le nazioni, come sta in Isaia. Or egli è da notare, che questa profezia riguarda principalmente non il tempio di Gerusalemme, ma il nuovo spirituale tempio di Dio, che è la chiesa di Cristo. Di questa chiesa però era figura il tempio Giudaico, onde a questo adattò Cristo quello, che della chiesa avea scritto Isaia: e con tanto miglior ragione lo adattò, perchè colle stesse parole veniva non solamente a stabilire il rispetto dovuto al luogo consacrato pel culto del vero Dio, ma di mostrava ancora imminente l'adempimento della profezia, e la formazione della nuova casa, la quale non sarebbe più casa di sagrifizi carnali, ma casa di orazione, in cui dalle nazioni tutte riunite nella medesima fede si offerissero ostie spirituali, e si adorasse il Padre in ispirito, e verità. Il luogo, che Cristo purgò dall'indegno traffico favorito, o permesso dai sacerdoti, era quell'atrio esteriore detto dei Gentili, in cui andavano questi ad adorare il Dio d'Israele; e lo zelo dimostrato da Cristo per questo luogo dovea far conoscere, che i Gentili stessi non doveano essere o mai riguardati come immondi, nè come stranieri nel vero popolo di Dio, nello spirituale Israele. Alcuni però credono, che quel luogo fosse l'atrio del polo.

21,16:Dalla bocca de' fanciulli, ec. Colle parole di Davidde Ps. 8. fa vedere a quelli invidiosi, che le laudi, che da vano a lui i fanciulli, non potendo per la tenera età loro procedere dalla lor volontà, Dio era quegli, che ad essi scioglieva la lingua, e faceali prorompere in que'cantici, dei quali forse non intendevano il senso.

21,17:A Betania. Borgo distante quindici stadi da Geru salemme, vale a dire circa 1900 passi. Ivi abitavan Maria, e Marta sorelle di Lazzaro.

21,19:Non vi trovò altro, che foglie. Gesù sapeva, che quella pianta non aveva frutti, perchè non ne era ancora il tempo, come dice s. Marco; ma li cerco, primo per aver occasione di dare nel gastigo di una creatura insensata un esempio della giusta, e terribile severità, colla quale punito avrebbe la sterilità delle creature ragionevoli, verso le quali avea dato tanti segni di pazienza, e di carità; in secondo luogo per significare il mistero della riprovazione della sinagoga, nella quale Cristo alla sua venuta non altro trovò, che inutili foglie, vane dispute in torno alle legge, falso zelo per le cerimonie, e per le tradizioni dei maestri, un'ombra in fine di religione. Punisce Cristo questa pianta infelice colla, maledizione di sterilita. Non nasca mai più da te frutto in eterno: vale a dire per lunghissimo tratto di tempo, come spiega s. Girolamo: imperocchè rinverdirà un di questa pianta, e tornerà ad esser feconda, ma solamente alla fine de' tempi. Vedi Rom. cap. II.

21,23:Con quale autorità fai tu queste cose o insegnare nel tempio, cacciarne quelli, che vendevano le vittime, ec. Gli domandano in una parola le prove di sua missione, quando ne aveano già infinite.

21,28:Un uomo aveva due figliuoli, ec. S. Girolamo ravvisa in questi i due popoli, il Gentile, e l'Ebreo. Al Gentile, che è il primo, fu ordinato da Dio per mezzo della legge naturale di lavorar nella vigna; ma egli non volle farlo, e violò la legge naturale, e si allontanò dal suo Creatore; ma poi ripentito andò alla vigna; e non solamente ubbidì alla legge naturale, ma abbracciò anche il Vangelo. Il Giudeo secondogenito promise di lavorar nella vigna, osservando la legge scritta, ma non la osservò, e si oppose ancora ostinatamente al Vangelo.

21,32:Nella via della giustizia. Camminando nella integrità, e santità di costumi. Ma la santità di lui non servi a muovere i vostri cuori per credere a lui.

21,33:Un padre di famiglia, il quale piantò ec. Dio aveva piantato il popolo Ebreo nella terra di Canaan: aveva cinto, e munito questa vigna eletta colla sua protezione, ornatala di tempio, di cerimonie, di sagrifizi. Ordinò a' vignaiuoli, ai sacerdoti e dottori della legge, di coltivarla, e si ritirò, quando cominciò a non far più risplendere, come prima, frequenti segni di sua presenza.

21,34:Mandò i suoi servi. I profeti mandati da Dio ad esortare il popolo a penitenza.

21,35:Messe le mani addosso ec. Così furon trattati Geremia, Isaia, Zaccaria, e altri.

21,38:Ammazziamolo, e avremo la sua eredità. Si accenna qui, che i sacerdoti, e i dottori conobbero, che Gesù era il figliuolo, e l'erede; ma per sostenere l'autorita, che si erano usurpata sopra del popolo, e per continuare a far servire la legge alla loro ambizione e avarizia, l'uccisero.

21,42:La pietra, che fu rigettata ec. Il figliuolo, ed erede, della precedente parabola è qui chiamato colle parole di Davidde pietra angolare, la quale unisce le muraglie maestre dell'edifizio, che è la chiesa. I fabbricatori, o sia quelli, che senza di questa pietra pretesero di edificare, sono quegli stessi, che sopra si chiamarono vignaiuoli.
Dal Signore è stata fatta tal cosa. Non di altri certamente, che dell'Onnipotente potè esser opera, che quel Gesù riprovato dalla Sinagoga, e messo a morte, a dispetto di lei, e di tutto l'inferno divenisse capo, e principe della chiesa, e in tal modo lo divenisse, che riuniti nella sua fede i Giudei suoi omicidi, e i Gentili (tra'quali popoli veruna specie di società non avea potuto esser giammai), e gli uni e gli altri lo adorassero come unico fondamento, e speranza di lor salute. Questo grandissimo avvenimento era stato già mostrato a Davidde, e cominciava gia ad adempirsi.

21,43:Sarà tolto a voi il regno di Dio, ec. Il regno di Dio significa in questo luogo la cognizione di Dio, della sua legge, de' suoi misteri. Rimarrà nel suo accecamento e nella sua sterilità la Sinagoga; e la luce del Vangelo sarà portata ai Gentili, i quali come vigna feconda, ed eletta produrranno frutti di vita eterna.

21,44:Chi'cadrà sopra questa pietra, si fracasserà. Guai a coloro, pe' quali questa pietra (fondamento, e base d'ogni salute) diverrà pietra d'inciampo, pietra di scandalo. E sono qui notati i Giudei, i quali da quelle stesse cose, per le quali dovean essere mossi a credere in Cristo, argomento prendevano di calunniarlo.
E quegli, su di cui ella cadrà, sarà stritolato. Miseria infinita ed eterna sarà per quegli, i quali colla loro ostinazione meriteranno, che questa pietra cada sopra di essi, e col peso di sue vendette gli opprima in eterno.