Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 7


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De' cattivi giudizj: del non dare a' cani le cose sante: dell'efficacia dell'orazione: fare agli altri quel, che vogliamo sia fatto a noi. Alla vita si entra per la porta, stretta. Come si distinguono i falsi profeti dai veri, e il buon arbore dal cattivo. Similitudine dell'uomo, che edifica, con quello, che ascolta Cristo.

1Non giudicate, affin di non essere giudicati.2Imperocché secondo il vostro giudicare sarete voi giudicati: e colla misura, ond' avrete misurato, sarà rimisurato a voi.3E perché osservi tu una pagliuzza nell'occhio del tuo fratello: e non fai riflesso alla trave che hai nell'occhio tuo?4Ovvero come dirai al tuo fratello: Lascia, ch'io ti cavi dall'occhio il filo di paglia; mentre hai tu una trave nell'occhio tuo.5Ipocrita, cavati prima la trave dall'occhio; e allora guarderai di levare il filo di paglia dall'occhio del tuo fratello.6Non vogliate dare le cose sante a' cani, e non buttate le vostre perle agl' immondi animali; perché non accada, che le pestino co' loro piedi, e si rivoltino a sbranarvi.7Chiedete, e otterrete: cercate, e troverete: picchiate, e saravvi aperto.8Imperocché chiunque chiede, riceve: e chi cerca, trova: e sarà aperto a, colui, che picchia.9È chi mai è tra voi, che chiedendogli il suo figliuolo del pane, gli porga un sasso?10E se gli domanderà un pesce, gli darà egli una serpe?11Se adunque voi, cattivi come siete, sapete dare dei beni, che vi sono dati, a' vostri figliuoli: quanto più il Padre vostro, che è ne' cieli, concederà il bene a coloro, che glielo domandano.12Fate adunque agli uomini tutto quello, che volete, che facciano a voi. Imperocché in questo sta la legge, e i profeti.13Entrate per la porta stretta: perché larga è la porta, e spaziosa la via, che conduce alla perdizione; e molti sono quei, che entrano per essa.14Quanto angusta è la porta, stretta la via, che conduce alla vita: e quanto pochi son quei, che la trovano!15Guardatevi da' falsi profeti, che vengono da voi vestiti da pecore: ma al di dentro son lupi rapaci.16Li riconoscerete da' loro frutti. Si coglie forse uva dalle spine, o fichi da' triboli?17Così ogni buon albero porta buoni, frutti: e ogni albero cattivo fa frutti cattivi.18Non può un buon albero far frutti cattivi; né un albero cattivo far frutti buoni.19Qualunque pianta, che non porti buon frutto, si taglia, e si getta nel fuoco.20Voi li riconoscerete adunque dai frutti loro.21Non tutti quelli, che a me dicono. Signore, Signore, entreranno nel regno de' cieli, ma colui, che fa la volontà del Padre mio, che è ne' cieli: questi entrerà nel regno de' cieli.22Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetato nel nome tuo, e non abbiam noi nel nome tuo cacciato i demonj, e non abbiamo noi nel nome tuo fatto molti miracoli?23E allora io protesterò ad essi: Non vi ho mai conosciuti: ritiratevi da me tutti voi, che commettete l'iniquità.24Chiunque pertanto ascolta queste mie parole, e le mette in pratica, sarà paragonato all'uomo saggio, che fondò la sua casa sul sasso:25E cadde la pioggia, e i fiumi inondarono, e soffiarono i venti, e imperversarono contro quella casa, ed ella non andò giù: perché era fondata sul sasso.26Chiunque ascolta queste mie parole, e non le pratica, sarà simile all'uomo stolto, che edificò la sua casa sopra la sabbia.27E cadde la pioggia, e inondarono i fiumi, e soffiarono i venti, e imperversarono contro quella casa, ed ella andò giù, e fu grande la sua rovina.28Or avendo Gesù terminato questi discorsi, le turbe si stupivano della sua dottrina.29imperocché egli le istruiva, come avente autorità, e non come i loro Scribi, e Farisei.

Note:

7,1:Non giudicate, ec. Giudicare vale qui censurare, condannare; e s'intende de' privati giudizi temerari, e maligni, co' quali sinistramente s'interpretano le altrui parole, o azioni. A simili giudizi ingiusti, e senza misericordia è minacciato il terribile divino giudizio.

7,2:Secondo il vostro giudicare ec. Sarete con benignità giudicati da Dio,se con benignità giudicherete il prossimo; ma con giusto rigore ei vi giudicherà, se con malignità giudicherete i fratelli.

7,6:Non vogliate dare le cose sante. Due spezie di uomini o fedeli, o infedeli sono intesi per le due spezie di animali qui mentovati, ai quali vien proibito di dare le cose sante, e preziose; vale a dire, i divini misteri, la dottrina celeste: primo, quelli, i quali tali cose dispregiano come cani; i quali veruna differenza non fanno tra 'l sacro, e il profano: secondo, quelli, che non solo le disprezzano, ma se ne offendono, e contro gli stessi predicatori, e ministri delle cose sante si rivoltano: l'uomo animale non capisce le cose dello spirito: conciossiachè per lui sono stoltezza, I. Cor. II. I2.

7,7:Chiedete, e otterrete: cercate, ec. Una stessa cosa significano queste parole chiedere, cercare, picchiare; ma con questo cumulo di parole viene a indicarsi l'infinita importanza, e necessità dell'orazione, e anche l'istanza, e continuità, per così dire, dell'orazione.

7,8:Chiunque chiede, riceve. Sopra questa sentenza di Cristo egli è da notare, ch'ella ha luogo ogni volta, che quello, che domandiamo è buono, e utile per la salute (vers. 9. I0.), e lo domandiamo con fede, e con perse veranza. Vedi s. Luca cap. VI. 18. Imperocchè talvolta Iddio non così presto ci esaudisce, affinchè impariamo a stimare i suoi doni, e chiedendogli, e cercandoli ce ne rendiamo capaci. Aug. serm. 5. de verb. Domini.

7,9-11:E chi mai è tra voi, ec. Il Signore a chi gli domanda grazie, non dà nè un sasso, perchè è inutile, nè una serpe, nè uno scorpione, perchè sono nocivi; e siccome nocivi diventar possono all'uomo i beni di questo mondo, e le consolazioni terrene; quindi è, che con misericordia le niega, quando all'orazione nostra le niega.

7,12:Fate...agli uomini tutto quello, ec. Principio di grande evidenza, e conosciuto ancor da' filosofi del gentilesimo, e facilissimo ad applicarsi: imperocchè quello, che sia giusto, e doveroso, che gli altri facciano a noi, agevolmente lo conosciamo; onde non vi vuol altro, che usare con gli altri la stessa misura, la quale in eguali circostanze vorremmo usata con noi. Un Imperadore pagano diceva, che gli piacevano i Cristiani, perchè ponevano esattamente in pratica questo insegnamento. In esso dice Cristo, che sta la legge, e i profeti; perch' egli è come un compendio pe dei precetti riguardanti l'amore del prossimo, che si hanno nelle Scritture: E chi ama il prossimo, ha adempiuta la legge, Rom. XIII. 8.

7,13-14:Entrate per la porta stretta: La via larga è quella dell'amore del secolo, e delle massime regnanti nel secolo: la via stretta è quella del Vangelo. Così Gesù Cristo distrugge lo storto pregiudizio degli uomini mondani, i quali si difendono, e si acquietano sull'esempio del maggior numero, benchè lo stesso Cristo abbia predetto, che il gran numero non sarà di quelli, che seguiranno le vie della vita. Ma non dice egli altrove, che soave è il suo giogo, e leggiero è il suo peso? Sì certamente. Ma per chi è egli tale, se non per quelli, che son persuasi non essere paragonabili tutti gli affanni di questa vita alla gloria futura, che n'è la mercede? Rom. VIII.18; per quelli, i quali come un nulla tengono il momentaneo delle presenti tribolazioni, perchè mirano alla ricompensa? In una parola soave è il giogo di Cristo a chi ama, a chi distaccato dalla terra colassù ha fisso il suo cuore, dov'è l'oggetto delle sue brame: al quale oggetto, purchè ei pervenga, non cura la malagevolezza della strada, che dee battere.

7,15-16:Guardatevi da' falsi profeti, ec. Non vi fidate leggermente di tutti coloro, i quali si offerissero a voi per guide nella via stretta della salute. Havvene di quelli, i quali sotto mentita semplicità, e sotto le esteriori dimostrazioni di pietà nascondono il genio crudele di divorare le pecorelle del Signore. Li distinguerete da' veri pastori a' loro frutti. Per questi falsi maestri s'intendono principalmente gli eretici.

7,18:Non può un buon albero far frutti cattivi; ec. Nel buon albero è figurato il maestro della verità; nell'albero cattivo il maestro di falsita, e di dommi contrari agli insegnamenti del Vangelo.
Il segno, che da Gesù Cristo per distinguere il vero dal falso maestro, che sono le opere buone, o cattive, è, segno non certo, assolutamente parlando, e infallibile; ma probabile, e volgare. Imperocchè può il cattivo maestro ingannare i giudizi particolarmente de' semplici con tutte le apparenze della virtù; ma Cristo vuol dire, che, ove si ponga a esame tutto il corpo (per così dire) dell'opere del cattivo maestro, si scoprirà o prima o dopo la malvagità di lui: e Dio stesso non permettera, che lungamente egli possa colla mentita sua spoglia deludere i fedeli. Similmente il vero maestro può e peccare, e far frutti cattivi; nè perciò dovra' lasciarsi di ascoltarlo, co me insegnò Cristo parlando de' Farisei, XXIII. 2.3.; ma siccome in generale egli è verissimo, che dell'abbondanza del cuore parla la bocca, I. 34.; così dalla bontà delle esteriori operazioni si argomenta la rettitudine dei principi, e della dottrina concernente i dommi, e la morale Cristiana. La stessa regola nel medesimo senso è applicata in s. Luca cap. VI. al giudizio, che può farsi di qualsivoglia uomo in particolare.

7,21:Non tutti quelli, che a me dicono, Signore, ec. Si continua a parlare dei falsi profeti, i quali fingono di avere grande affetto per la verita, e per Gesù Cristo, mentre di fatto son suoi nemici.

7,22:Non abbiam noi profetato ec. E la profezia, e i miracoli possono essere scompagnati dalla vera carità.

7,24-25:Fondò la sua casa sul sasso ec. La fede in Cristo, ma fede viva operante per la carità, ella è il fondamento dell'edifizio dell'uomo Cristiano: edifizio, che resisterà a tutte le tentazioni, e a tutti gli sforzi dell'inimico.

7,26-27:Sopra la sabbia. Credere, e non viver di fede, nè secondo la fede, egli è un fabbricare sopra la sabbia; è un appoggiarsi a debolissimo, e instabilissimo fonda mento: e un tal edifizio non reggerà agli urti delle tentazioni; ma anderà per terra.

7,29:Le istruiva, come avente autorità. Parlava non come Mosè a nome di un altro; ma qual sommo, e assoluto imperante, e legislatore intimava i suoi comandi, ordinava i premi, e le pene, la vita, e la morte. Parlava con quell'autorità, e dignità, che conveniva all'uomo Dio facendo vedere lo spirito della legge, manifestan done la perfezione, congiungendo colle parole i miracoli, e molto più l'unzione interiore della sua grazia, la quale non solo persuadeva, ma ammolliva, e vinceva i cuori.