Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 13


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Parabole del seminatore, e della zizzania; del granello di senapa, del lievito, del tesoro ritrovato, della perla, e della rete. Il profeta non è onorato nel proprio paese.

1In quel giorno poi Gesù uscito dalla casa stava a sedere alla riva del mare.2E si radunò intorno a lui gran turba di popolo; talmente che entrato in una barca vi si pose a sedere: e tutta la turba restò sul lido.3E parlò ad essi di molte cose per via di parabole, dicendo: Ecco, che un seminatore andò per seminare.4E mentre egli spargeva il seme, cadde parte lungo la strada: e sopraggiunsero gli uccelli dell'aria, e lo mangiarono.5Parte cadde in luoghi sassosi, ove non avea molta terra: e subito spuntò fuora, perchè non avea profondità di terreno.6Ma levatosi il sole lo infocò: e per non avere radice seccò.7Un'altra parte cadde tra le spine: e crebber le spine, e lo suffocarono.8Un'altra finalmente cadde sopra una buona terra, e fruttificò, dove cento per uno, dove sessanta, e dove trenta.9Chi ha orecchie da intendere, intenda.10E accostatisi i suoi discepoli gli dissero: Per qual motivo parli tu adessi per via di parabole?11Ed ei rispondendo disse loro: Perchè a voi è concesso d'intendere i misterj del regno de' cieli; ma ad essi ciò non è stato concesso.12Imperocché a chi ha, sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello, che ha.13Per questo parlo loro per via di parabole, perchè vedendo non vedono, e udendo non odono, né intendono.14E adempiesi in essi la profezia d'Isaia, che dice: Udirete colle vostre orecchie e non intenderete: e mirerete co' vostri occhi e non vedrete.15Imperocché questo popolo ha un cuore crasso, ed è duro d'orecchie, ed ha chiusi gli occhi: affinchè a sorte non veggano cogli occhi, ne odano con le orecchie, nè comprendano col cuore, onde si convertano, ed io li risani.16Ma beati sono i vostri occhi che vedono, e le vostra orecchi, che odono.17Imperocché vi dico in verità, che molti profeti, e molti giusti desiderarono vedere quello che voi vedete, e non lo videro, e di udire quello, che udite e non l'udirono.18Sentite pertanto voi la parola del seminatore.19Chiunque ascolta la parola del regno (di Dio), e non vi pon mente, viene il maligno, e toglie quel, che era stato seminato nel di lui cuore: questi è quegli, che ha ricevuto la semenza lunga la strada.20Quegli, che riceve la semenza in mezzo alle pietre, è colui, che ascolta la parola, e subito la riceve con gaudio.21Ma non ha in se radice, ed è di corta durata: e venuta la tribolazionee la persecuzione a causa della parola tosto è scandalizzato.22Colui, che riceve la semente tra le spine, è quegli, che ascolta la parola: ma la sollecitudine del secolo presente e l'illusione delle ricchezze soffogano la parola, onde rendesi infruttuosa.23Ma quegli, che riceve la semente in un buon terreno, è colui, che ascolta la parola, e vi pon mente, e porta frutto, e rende questo il cento, quello il sessanta, quell'altro il trenta per uno.24Propose loro un'altra parabola,dicendo: Il regno de' cieli è simile ad un uomo, il quale seminò nel suo campo buon seme.25Ma nel tempo, che gli uomini dormivano, il nemico di lui andò, e seminò della zizzania in mezzo al grano,e si partì.26Cresciuta poi l'erba, e venuta a frutto, allora comparve anche la zizzania.27E i servi del padre di famiglia accostatisi gli dissero: Signore, non avete voi seminato buon seme nel vostro campo? Come dunque ha della zizzania?28Ed egli rispose loro: Qualche nemico uomo ha fatto tal cosa. E servi gli dissero: Volete voi, che andiamo a coglierla?29Ed egli rispose: No, affinchè cogliendo la zizzania non isterpiate con essa anco il grano.30Lasciate, che l'uno, e l'altra crescano sino alla ricolta: e al tempo della ricolta dirò ai mietitori: Sterpate in primo luogo la zizzania, e legatela in fastelli per bruciarla; il grano poi radunatelo nel mio granaio.31Propose loro un'altra parabola, dicendo: E simile il regno de' cieli a un grano di senapa, che un uomo prese, e seminò nel suo campo:32La quale è bensì la più minuta di tutte le semenze: ma cresciuta, che sia, è maggiore di tutti i legumi, e diventa un albero; dimodoché gli uccelli dell'aria vanno a riposare sopra i di lei rami.33Un' altra parabola disse loro: E' simile il regno de' cieli a un pezzo di lievito, cui una donna rimescola con tre staia di farina, sintanto che tutta sia fermentata.34Tutte queste cose Gesù disse alle turbe per via di parabole: né mai parlava loro senza parabole:35Affinchè si adempisse quello, che era stato detto dal Profeta: Aprirò la mia bocca in parabole: manifesterò cose, che sono state nascoste dalla fondazione del mondo.36Allora Gesù, licenziato il popolo, se ne tornò a casa: e accostatisi i suoi discepoli dissero: Spiegaci la parabola della zizzania nel campo.37Ed ei rispondendo disse loro: Quegli, che semina buon seme, si è il Figliuol dell'uomo.38Il campo è il mondo: il buon seme sono i figliuoli del regno: la zizzania poi sono ì figliuoli del maligno.39Il nemico, che la ha seminata, è il Diavolo: la raccolta è la fine del mondo: i mietitori son gli Angeli.40Siccome adunque si raccoglie la zizzania, e si abbrucia; così succederà alla fin del secolo.41Il figliuol dell'uomo manderà i suoi Angeli: e torranno via dal suo regno tutti gli scandali, e tutti coloro, che esercitano l'iniquità.42E li getteranno nella fornace di fuoco. Ivi sarà pianto, e stridore di denti.43Allora splenderanno i giusti come il sole nel regno del loro Padre. Chi ha orecchie da intendere, intenda.44Di più il regno de' cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo: il qual tesoro un uomo avendolo trovato, lo nasconde, e tutto allegro perciò va, e vende quanto ha, e compra quel campo.45E ancora simile il regno de' cieli a un mercadante, che cerca buone perle.46Il quale trovata una perla di gran pregio, va, e vende quanto ha, e la compra.47E ancora simile il regno de' cieli a una rete gettata in mare, che raccoglie ogni sorta di pesci.48La quale, allorché fu piena, (i pescatori) tiratala fuori, e postisi a sedere sul lido, scelsero, e riposero i buoni ne' vasi, e buttarono via i cattivi.49Cosi succederà nella consumazione del secolo: verranno gli Angeli, e separeranno i cattivi di mezzo a giusti:50E li getteranno nella fornace di fuoco. Ivi sarà pianto, e stridore de' denti.51Avete voi inteso tutte queste cose? Sì, Signore, risposero essi.52Ed ei disse loro: Per questo ogni Scriba instruito pel regno de' cieli è simile a un padre di famiglia, il quale cava fuora dalla sua dispensa roba nuova, e usata.53Terminate, che ebbe Gesù queste parabole, partì di là.54E andatosene alla sua patria, insegnava nelle loro sinagoghe: dimodoché restavano stupefatti, e dicevano: Onde mai ha costui tal sapienza, e miracoli?55Non è egli figliuolo d'un artigiano? Non è ella sua madre quella, che chiamasi Maria? e suoi fratelli quelli, che chiamatisi Giacomo, Giuseppe, Simone, e Giuda?56E non son elleno tra di noi tutte le sue sorelle? Donde adunque son venute a costui tutte queste gran cose?57E restavano scandalizzati di lui. Ma Gesù disse loro: Non è senza onore un profeta, fuorichè nella sua patria, e in casa propria.58E non fece quivi molti miracoli a motivo della loro incredulità.

Note:

13,2:Entrato in una barca. Sì per non essere oppresso dalle turbe, e sì per avere davanti a sè tutti i suoi uditori.

13,3:Per via di parabole. Le parabole, o comparazioni, o similitudini dicono con espressioni, e termini figurati una cosa, e ne celano un' altra più importante. L'uso di queste era comune presso gli Ebrei, e ne sono piene le Scritture. S. Agostino dice, che l'oscurità di questi enim mi è usata ne' libri santi per esercizio di quelli, che cercano, e per diletto di quei, che trovano la verità ascosa sotto il loro velame. Contra Faust. XII. 7.

13,11:A voi è concesso ec. A voi, che credete, e bramate d'intendere, e di ubbidire alla verità, per dono singolare è dato di udire chiaramente esposti i misteri del regno di Dio. Non si parla qui de' precetti evangelici, i quali come necessari a tutti furono a tutte le turbe spiegati nei capi 5. 6. 7. ec.: ma si parla di molte cognizioni utilissime a stabilire nella fede, e a confermare nel bene concedute agli umili, e agli ubbidienti, negate a'superbi, e a quelli, i quali, benchè avidi di sapere, non fanno uso della scienza per emendare la loro vita, e molto più a coloro, i quali tai cose disprezzano, ed empiamente de ridono.

13,12:A chi ha, sarà dato, ec. La parola avere significa in questo luogo fare buon uso: imperocchè (dice s. Agost.) chi di quello, che ha, non fa l'uso, per cui gli fu dato, è come se non l'avesse. È costume di Dio ricompensare con nuovi accrescimenti di grazia il buon uso della grazia, e per lo contrario ordina, che sia tolto il talento al cattivo servo, che non sa farne altro, fuorchè seppellirlo. Vedi cap. XXV.

13,15:Affinchè a sorte non veggano cogli occhi, ec. Si descrive il terribile stato di quei peccatori, de' quali dice si, Ps. XXXV. 3., non ha voluto intendere per ben fare. L'ostinazione de' Farisei era tale, che temevano di esser costretti a riconoscere Gesù Cristo per vero Messia, e perciò a condannar se medesimi.

13,17:Molti profeti, e molti giusti ec. Vedi Hebr. XI. 13.

13,21:Non ha in sè radice, ec. Non ha ben radicato l'amore della pietà: onde riceve bensì con piacere le verità del Vangelo, tratto dalla nativa loro bellezza; ma non resiste, nè persevera nel metterle in pratica ogni volta, che per attenersi a queste verità, si veda in pericolo di perdere alcuna di quelle cose che più ama, come la vita, i piaceri, la stima degli uomini.

13,23:E rende questo il cento, quello il sessanta, quell'altro il trenta per uno. Questa diversità di frutto ed è in ciascheduno degli eletti, ed è ancora in ciascheduno degli stati, che sono nella Chiesa. Quindi s. Agostino, Quaest. Evang. quaest. 9., il frutto centesimo lo attribuisce ai martiri, il sessantesimo ai vergini, il trentesimo a quelli, che santamente vivono nel matrimonio.

13,24:Il regno de' cieli è simile ec. Vale a dire: avviene nel regno de' cieli, cioè nella Chiesa di Dio, quello, che succedette a un uomo, che seminò ec.

13,29:Affinchè cogliendo ec. Questo pericolo vi è allora quando la zizzania è talmente simile al grano, che non è agevol cosa il discernere questo da quella; o quando la zizzania è sì forte, che può trar seco il debole frumento, vale a dire quando vi è pericolo di scisma per l'autorità, la riputazione, e il numero dei delinquenti, come notò Agostino. Fuori di questi casi non v'ha dubbio, che dee avere il suo luogo la severita della carità, e della disciplina Ecclesiastica.

13,31:E simile il regno de' cieli ec. Profetizza qui Cristo la prodigiosa propagazione di sua parola. Questa parola, di cui la sostanza è Gesù crocifisso, questa parola, scandalo per gli Ebrei, follia nel pensiero dei Gentili, distrus se in pochissimo tempo tutte le sette, annullò tutte le false religioni, e si stese per tutta quanta la terra, facendo dappertutto adorare il Crocifisso, e amare la Croce.

13,33:Un pezzo di lievito, cui ec. Come un pezzetto di lievito in tutta una gran massa di pasta si insinua, e il suo sapor le comunica; così il Vangelo, benchè tenue cosa apparisca agli occhi dell'uomo carnale, avrà però forza, e virtù di penetrare i cuori degli uomini, e di cangiare la loro stessa natura.

13,35:Aprirò la mia bocca in parabole: ec. Con queste parole Davidde volle già fare intendere, come le cose tutte, che egli racconta in quel Salmo, avvenute al popolo di Dio, erano tipi, ed immagini di cose future, e di altissimi misteri, i quali in Cristo doveano essere adempiuti. E con gran ragione il Vangelista le applica a Cristo, il quale nell'uso di parlare per via di parabole, come in molte altre cose, dovea essere simile a Davidde.

13,44:E simile a un tesoro ec. Con questa e colla seguente parabola si dimostra l'infinito pregio della dottrina Evangelica, e come per apprenderla, e custodirla dee contarsi per nulla la perdita delle cose più care.

13,47:E ancora simile... a una rete ec. Non tutti quelli, che hanno la sorte di trovare il tesoro, o la perla preziosa, sono abbastanza forti, e vigilanti per custodirla; non tutti conservano la grazia, e l'innocenza, di cui sono ornati nella lavanda di loro rigenerazione: quindi sono nella Chiesa indistinti pel tempo presente e buoni, e cattivi. La separazione si farà alla fine del mondo. I vasi, ne' quali son posti i buoni pesci, sono le mansioni del regno celeste; ma i pesci, e buoni, e cattivi, che han luogo nella medesima rete, dimostrano, che non i soli buoni sono nella Chiesa. Errore condannato nei Donatisti, e risuscitato dagli ultimi eretici.

13,52:Ogni Scriba ...è simile ec. Lo scriba, o sia il dottore Evangelico, dee aver pronti, e alla mano i tesori della scienza divina per istruzione, ed edificazione de' fedeli, come un padre di famiglia tiene in ordine, e preparato tutto quello, che può venire a bisogno per la sua casa.

13,54:Alla sua patria, ec. A Nazaret, come dice s. Luca IV. 13., dove fu educato.

13,56:Le sue sorelle? Le cugine da canto di padre, come notò s. Agostino, vale a dire le figliuole dei fratelli, e delle sorelle di s. Giuseppe, che era creduto padre di Gesù Cristo.

13,57:E restavano scandalizzati ec. Nulla vedendo cogli occhi corporali di grande, nè di straordinario nella per sona di Cristo, ne prendevano occasione di screditare la sua dottrina, e di screditare eziandio i suoi miracoli.