Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 17


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Trasfigurazione di Cristo. Giovanni è Elia. Del fanciullo lunatico, cui non avean potuto sanare gli Apostoli. Efficacia della fede, dell'orazione, e del digiuno. Predice la sua passione, e paga il tributo.

1Sei giorni dopo Gesù prese con se Pietro, e Giacomo, e Giovanni suo fratello, e li menò separatamente sopra un alto monte.2E fu dinanzi ad essi trasfigurato. E il suo volto era laminoso come il sole: e le sue vesti bianche come la neve.3E a un tratto apparvero ad essi Mosé, ed Elia, i quali discorrevan con lui.4E Pietro prendendo la parola disse a Gesù: Signore, buona cosa è per noi lo star qui: se a te piace, facciam qui tre padiglioni, uno per te, uno per Mosé, e uno per Elia.5Prima che egli finisse di dire, ecco che una nuvola risplendente gli adombrò. Ed ecco dalla nuvola una voce, che disse: Questi è il mio Figliuolo diletto, nel quale io mi sono compiaciuto; lui ascoltate.6Udito ciò, i discepoli caddero bocconi per terra, ed ebbero gran timore.7Ma Gesù si accostò ad essi, e toccogli, e disse loro: Alzatevi, e non temete.8E alzando gli occhi non videro nessuno, fuori del solo Gesù.9E nel calare dal monte, Gesù ordinò loro dicendo: Non dite a chicchessia quel, che avete veduto, prima che il Figliuol dell'uomo sia risuscitato da morte.10E i discepoli lo interrogarono, dicendo: Perché dunque dicono gli Scribi, che prima deve venire Elia?11Ed egli rispose loro: Certo, che prima è per venire Elia e ordinerà tutte le cose.12Ma io vi dico, che Elia, è già venuto, e non lo hanno riconosciuto; ma hanno fatto a lui tutto quello, che han voluto. E nella stessa maniera sarà da essi trattato il Figliuolo dell'uomo.13Allora i discepoli compresero, che aveva loro parlato di Giovanni Batista.14Ed essendo egli giunto, dove eran le turbe, se gli accostò un uomo, e si gettò in ginocchio davanti a lui, dicendo: Signore, abbi pietà di mio figlio, perché è lunatico, e soffra molto: imperocché spesso cade nel fuoco, e spesso nell'acqua.15E io l'ho presentato a' tuoi discepoli, e non hanno potuto sanarlo.16Ma Gesù rispose, e disse: O generazione incredula, e perversa, sino a quando starò con voi? sino a quando vi sopporterò? Menatelo qui da me.17E Gesù sgridò il Demonio, e questi usci dal fanciullo, il quale da quel momento fu risanato.18Allora i discepoli presero in disparte Gesù, e gli dissero: Per qual motivo non abbiam noi potuto scacciarlo?19Rispose loro Gesù: A motivo della vostra incredulità. Imperocché in verità vi dico: Se avrete fede, quanto un granello di senapa, potrete dire a questo morte: Passa da questo a quel luogo, e passerà; e nissuna cosa sarà a voi impossibile.20Ma questa sorta (di demonj) non si discaccia, se non mediante l'orazione, e il digiuno.21E mentre trattenevansi nella Galilea, Gesù disse loro: Il Figliuolo dell'uomo ha da esser dato nelle mani degli uomini:22E lo uccideranno, ed ei risorgerà il terzo giorno. Ed essi restarono afflitti sommamente.23Ed essendo entrati in Cafarnaum, si accontarono a Pietro quelli, che riscuotevano le due dramme, e gli dissero: Il vostro Maestro non paga egli le due dramme?24Ed ei rispose: Certo che si. Ed entrato che egli fu in casa, Gesù lo prevenne, e gli disse: Che te ne pare, o Simone? Da chi ricevono il tributo, od il censo i re della terra? da' proprj figliuoli, o dagli estranei?25Dagli estranei, rispose Pietro. E Gestì soggiunsegli: Dunque esenti sono i figliuoli.26Con tutto ciò per non recare adessi scandalo, va al mare, e getta l'amo; e prendi il primo pesce, che verrà su: e apertagli la bocca, vi troverai uno statere: piglialo, e paga per me e per te.

Note:

17,1:Sopra un alto monte. Per antichissima tradizione credesi, che fosse il monte Tabor nella Galilea.

17,2:E il suo volto era luminoso come il sole. Si per la maestà divina, che era in Cristo, sì per la beatitudine dell'anima, la quale e nella faccia, e in tutto il corpo di lui si diffuse: imperocchè, come dice s. Agostino epist.50 ad Dioscor., di si possente natura fece Dio l'anima, che della piena beatitudine di lei ne ridonda anche nel l'inferiore natura la pienezza di sanità, e il vigore della incorruzione.

17,3:Mosè, ed Elia. Mosè rappresentava la legge, Elia i profeti; onde colla loro apparizione si volea far comprendere, come e la legge, e i profeti conducono a Cristo, e in lui hanno il perfetto loro compimento.

17,5:Gli adombrò. Ricoperse i tre discepoli; imperocchè questo avvenne dopo, che si furono partiti Mosè, ed Elia, lasciando Gesù solo, affinchè non ad altri, che a lui applicarsi potessero le parole del Padre. Vedi s. Luca, cap. IX.
Lui ascoltate. Alludesi chiaramente alle parole di Mosè, Deuteron. XVIII. 15., le quali dimostransi già adempiute: Un profeta tra i tuoi fratelli farà a te nascere il Signore: lui ascolterai: vale a dire in lui crederai: a lui presterai ubbidienza, come ad unico legislatore, e signore.

17,9:Non dite a chicchessia ec. Affinchè (dice s.Girolamo) divulgandosi un fatto tanto glorioso per Cristo, la morte, ch'egli dovea tra poco patire, non cagionasse più grave scandalo negli animi degli uomini poco esperti nelle cose di Dio; ma quando egli ebbe dato palpabili prove di sua onnipotenza nel risuscitare da morte, e nel salire al cielo, il miracolo della trasfigurazione nulla avea più di incredibile.

17,10:Perchè dunque dicono gli Scribi, ec. Essendo tu il Cristo, e dicendo tu, che tra poco hai da patire, e morire, come sta, che Elia se n'è andato, mentre gli Scribi dicono, ch'egli dee venire prima del Cristo a predicare agli Ebrei? Certamente gli Scribi prenderanno da ciò il pretesto di non credere, che tu sia il Cristo. Gli Apostoli, come tutti gli Ebrei, confondevano le due venute di Cristo annunziate dai profeti, e non sapevano che l'Elia, che dovea precedere la prima venuta, era Giovanni.

17,11-12:Prima è per venire Elia, ec. Prima della mia seconda venuta verrà certamente Elia, il quale ristorerà le rovine d'Israele, riducendo gli Ebrei alla fede, e unendogli alla chiesa delle nazioni. Un altro Elia dovea venir avanti alla mia prima venuta, ed egli è venuto; ma non hanno voluto riconoscerlo per quel ch'egli era.

17,16:O generazione incredula, ec. Da s. Marco, cap. XIV.13.16., si vede, che queste parole vanno a ferire non solo il padre del fanciullo, la fede di cui era assai debole, ma anche più i dottori della legge, i quali poco prima, dice lo stesso s. Marco, avevano avuto da disputare cogli Apostoli.

17,19:A motivo della vostra incredulità. Non vuol dire, che gli Apostoli avessero perduta la fede, e nemmeno, che la loro fede fosse assolutamente piccola; ma sì, che non aveano tal fede, quale era necessaria ad operare un tal miracolo, e quale doveano averla eglino, che da tanto tempo convivendo con lui erano stati testimoni di tanti prodigi.

17,20:Mediante l'orazione, e il digiuno. Aggiunge alla fede questi due mezzi, come necessari a discacciare que' demoni, i quali, quando sono da lungo tempo in possesso degli uomini, più difficilmente ne sono scacciati.

17,23:Le due dramme. Tributo, che tutti gli Ebrei paga vano al tempio, ed era di mezzo siclo, che equivale alle due dramme. Che sia così, sembra evidente per quelle parole del versetto seguente, dove accenna Cristo di esser egli Figliuolo di quel re, a cui si pagava questo tribù to. Or il tributo del mezzo siclo era tutto pel culto di Dio.

17,24:Entrato ch'egli fu ec. Entrato Pietro nella casa, dove era Gesù, questi gli fa conoscere, che come Dio, cui tutto è presente, sapeva il discorso tenuto collo stesso Pietro dagli esattori del tributo.

17,26:Per non recar ad essi scandalo, ec. Perchè non abbiano occasione di pensar male di noi, come se poca sti ma facessimo del tempio. Con memorabile esempio ci insegna a levare anche con proprio dispendio ogni argomento al prossimo di sospettare di noi.Per me, e per te. È cosa degna di considerazione il vedere, che Cristo agguaglia Pietro a se medesimo, facendolo come padre di famiglia pagare insieme seco il tributo. Lo statere valeva quattro dramme.