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Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 27


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1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire.2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani,4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!».5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue».7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri.8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi.9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele,10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici».12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla.13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?».14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.
15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta.16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba.17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?».18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».
20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù.21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!».22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!».23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».
24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!».25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli».26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa.28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto,29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!».30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.
33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio»,34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere.35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte.36Poi, seduti, gli facevano la guardia.37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei».38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!».41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano:42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui.43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!».44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere.49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!».50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono,52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono.53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù.58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato.59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò.61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.
62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei,63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”.64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete».66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Note:

Mt 27,2:Pilato: con S, B, ecc. (cf. Mc 15,1); A, C, ecc. leggono: «Ponzio Pilato». - Cf. Lc 3,1+ . Essendosi Roma riservata, come in tutte le province dell'impero, il diritto della pena capitale, i giudei dovevano ricorrere a questo governatore per ottenere la conferma e l'esecuzione della loro sentenza.

Mt 27,4:innocente: con S, A, C; altri testimoni leggono: «giusto» (cf. Mt 23,35); altri: «del giusto».

Mt 27,8:Campo di sangue: in aramaico Haqeldama (cf. At 1,19 e qui volg.). Una tradizione molto antica, e probabilmente autentica, situa questo luogo nella valle di Hinnom.

Mt 27,9:Geremia: è omesso da qualche testimone che legge: «Zaccaria». Si tratta di una citazione libera di Zc 11,12-13 , combinata con l'idea dell'acquisto di un campo suggerita da Ger 32,6-15 . Ciò, unito al fatto che Geremia parla di vasi (Mt 18,2s) che si trovavano nella regione di Haqeldama (l9,1s), spiega come il testo abbia potuto essergli attribuito per approssimazione.

Mt 27,10:Jahve lamentava di aver ricevuto dagli israeliti, nella persona del profeta Zaccaria, un salario irrisorio; la vendita di Gesù per lo stesso misero prezzo sembra a Mt realizzare la profezia.

Mt 27,11:Tu lo dici: con queste parole Gesù riconosce come esatto, per lo meno in un certo senso, ciò che non avrebbe tuttavia detto lui stesso. Vedere già Mt 26,25; Mt 26,64 ; e cf. Gv 18,33-37 .

Mt 27,16:Avevano: traduzione letterale; volg. legge: Habebat. - Barabba: con S, A, D, ecc.; qualche testimone, qui e nel v 17, legge: «Gesù Barabba», ciò che dà alla domanda di Pilato un accento che colpisce; la precisazione sembra venire da una tradizione apocrifa.

Mt 27,24:si lavò le mani: gesto espressivo e che i giudei dovettero ben comprendere (cf. Dt 21,6s; Sal 26,6; Sal 73,13).

Mt 27,25:di questo sangue: con B, D, ecc.; S e altri testimoni leggono: «del sangue di questo giusto». - il suo sangue... figli: espressione biblica tradizionale (2Sam 1,16; 2Sam 3,29; At 5,28; At 18,6); con essa il popolo accetta le responsabilità della condanna che reclama.

Mt 27,26:flagellare: preludio normale alla crocifissione presso i romani.

Mt 27,27:pretorio: il pretorio, cioè la residenza del pretore, deve essere l'antico palazzo di Erode il grande, dove s'installava regolarmente il procuratore quando saliva da Cesarea a Gerusalemme. Questo palazzo, situato a ovest della città, era distinto dalla residenza familiare degli Asmonei, che era vicina al tempio e dove Erode Antipa ricevette Gesù inviato a lui da Pilato (Lc 23,7-12). Alcuni cercano il pretorio nella fortezza Antonia, a nord del tempio. Ma questa localizzazione non si accorda né con le abitudini dei procuratori come ce le fanno conoscere le antiche fonti, né con l'uso della parola «pretorio» che non si presta a simili mutazioni semantiche, né con i movimenti di Pilato e della folla giudaica nei racconti evangelici della passione, soprattutto quello di Giovanni.

Mt 27,28:manto scarlatto: volg. lett.: clamydem coccineam. Mantello di soldato romano (sagum). Il colore rosso vuole evocare, per derisione, la porpora reale.

Mt 27,29:Salve, re dei giudei: i giudei si erano burlati di Gesù come «profeta» (Mt 26,68+); i romani si burlano di lui come «re»: queste due scene riflettono bene i due aspetti, religioso e politico, del processo di Gesù.

Mt 27,33:Gòlgota: trascrizione della parola aramaica Gulgolta, «luogo del cranio», lat.: Calvaria (donde «Calvario»).

Mt 27,34:vino mescolato con fiele: bevanda inebriante che donne giudee compassionevoli (cf. Lc 23,27s) avevano la consuetudine di offrire ai condannati per attenuarne le sofferenze. Infatti questo vino era mescolato di solito con «mirra» (cf. Mc 15,23); il «fiele», in Mt, è dovuto a una reminiscenza di Sal 69,22 (come la correzione di «vino» in «aceto» nella recensione antiochena). Gesù rifiuta questo stupefacente.

Mt 27,35:Dopo sorte, alcuni aggiungono: «perché si compisse ciò che è detto dal profeta: essi si sono divisi le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte» (Sal 22,19); glossa derivata da Gv 19,24 .

Mt 27,45:Da mezzogiorno: alla lettera: «dall'ora sesta».

Mt 27,46:Verso le tre: alla lettera «verso l'ora nona». - Grido di reale angoscia, ma non di disperazione. Questo lamento desunto dalla Scrittura è una preghiera a Dio ed è seguito, nel salmo, dall'assicurazione gioiosa del trionfo finale.

Mt 27,47:Costui chiama Elia: brutto gioco di parole, fondato sull'attesa di Elia come precursore del Messia (cf. Mt 17,10-13+) o sulla credenza giudaica che egli veniva in aiuto ai giusti nel bisogno.

Mt 27,48:aceto: bevanda acidula di cui facevano uso i soldati romani. Forse il gesto fu di compassione (cf. Gv 19,28s); i sinottici lo hanno considerato come malevolo (Lc 23,36) e lo hanno descritto in termini che evocano Sal 69,22 .

Mt 27,51:il velo del tempio: sia il tendaggio che chiudeva il Santo, sia piuttosto quello che separava il Santo e il Santo dei santi (cf. Es 26,31s). Seguendo Eb 9,12; Eb 10,20 , la tradizione cristiana ha visto in questa lacerazione del velo la soppressione dell'antico culto mosaico e l'accesso aperto dal Cristo al santuario escatologico. - la terra. . . le rocce. . . i sepolcri: queste manifestazioni straordinarie, come già le tenebre del v 45, erano state annunziate dai profeti come segni caratteristici del «giorno di Jahve» (cf. Am 8,9+).

Mt 27,52:risuscitarono: questa resurrezione dei giusti dell'AT è un segno dell'èra escatologica (Is 26,19; Ez 37; Dn 12,2). Liberati dall'Ade con la morte del Cristo (cf. Mt 16,18+), attendono la sua resurrezione per entrare con lui nella città santa, la Gerusalemme celeste (Ap 21,2; Ap 21,10; Ap 22,19), come l'hanno già compreso alcuni antichi Padri. Si ha qui una delle prime espressioni della fede nella liberazione dei morti mediante la discesa del Cristo agli inferi (cf. 1Pt 3,19+).

Mt 27,59:Lenzuolo «candido» e tomba «nuova» sottolineano la pietà della sepoltura; il secondo tratto spiega che essa è stata possibile, perché il corpo di un suppliziato non poteva essere deposto in una tomba occupata da altri, perché avrebbe profanato le ossa dei giusti.

Mt 27,62:Parasceve: come nel greco; BJ traduce: «preparazione». Parasceve si applicava al venerdì, giorno in cui si facevano i preparativi per il sabato (cf. Gv 19,14+). Sul problema della cronologia, vedere Mt 26,17+ .

Mt 27,65:Avete la vostra guardia: alla lettera «avete una guardia» . Oppure: «servitevi delle vostre guardie» (cf. Lc 22,4+) o «io metto una guardia a vostra disposizione» (cf. Gv 18,3).