Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Matteo 12


font

1In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.2Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».3Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame?4Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti.5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa?6Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio.7Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa.8Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
9Allontanatosi di là, andò nella loro sinagoga;10ed ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, domandarono a Gesù: «È lecito guarire in giorno di sabato?».11Ed egli rispose loro: «Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori?12Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene».13E disse all’uomo: «Tendi la tua mano». Egli la tese e quella ritornò sana come l’altra.14Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
15Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti16e impose loro di non divulgarlo,17perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
18Ecco il mio servo, che io ho scelto;
il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
Porrò il mio spirito sopra di lui
e annuncerà alle nazioni la giustizia.
19Non contesterà né griderà
né si udrà nelle piazze la sua voce.
20Non spezzerà una canna già incrinata,
non spegnerà una fiamma smorta,
finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
21nel suo nome spereranno le nazioni.
22In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva.23Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?».24Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni».
25Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi.26Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi?27E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici.28Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.29Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.30Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
31Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata.32A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.
33Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero.34Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.35L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive.36Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio;37infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato».
38Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».39Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta.40Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.41Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona!42Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!
43Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova.44Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna.45Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia».
46Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.47Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».48Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».49Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!50Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

Note:

Mt 12,2:Non si rimprovera ai discepoli di cogliere le spighe, passando nei campi altrui (Dt 23,26 lo permetteva), ma di farlo nel giorno di sabato. I casisti vi vedevano un «lavoro» proibito dalla legge (Es 34,21).

Mt 12,5:Il sabato non sopprimeva, ma piuttosto aggravava le attività dei ministri del culto.

Mt 12,8:In quest'occasione e al momento delle guarigioni che opera in giorno di sabato (Mt 12,9-14p; Lc 13,10-17; Lc 14,1-6; Gv 5,1-18 e Gv 7,19-24; Gv 9), Gesù ne afferma che neppure un'istituzione divina come quella del riposo sabbatico ha un valore assoluto; che essa deve cedere davanti alla necessità o alla carità; che egli stesso ha il potere d'interpretare con autorità la legge mosaica (cf. Mt 5,17+; Mt 15,1-7p; Mt 19,1-9p). Egli ha simile autorità come «Figlio dell'uomo», come capo del regno messianico (Mt 8,20+) e incaricato di stabilire fin da quaggiù (Mt 9,6) la nuova economia (Mt 9,17+), superiore all'antica perché «qui c'è qualcosa più grande del tempio». I rabbini ammettevano deroghe alla legge del sabato, ma i loro scrupoli le restringevano il più possibile.

Mt 12,17:si adempisse: con la discrezione di cui Gesù circonda la sua attività benefica.

Mt 12,18:annunzierà la giustizia: BJ «il diritto»; è il «diritto» divino, che regola i rapporti di Dio con gli uomini e si esprime essenzialmente con la rivelazione e con la vera religione che ne deriva.

Mt 12,24:Beelzebùl: divinità cananea il cui nome significa «Baal il principe» (e non «Baal del letamaio» come si è spesso detto); ciò spiega come per l'ortodossia monoteista sia il «principe dei demòni». La forma «Beelzebùb» (sir. e volg.) è un gioco di parole (cf. già 2Re 1,2s) che trasforma questo titolo in «Baal delle mosche».

Mt 12,27:i vostri figli: traduzione letterale; locuzione semitica per designare, secondo BJ, «i vostri adepti».

Mt 12,32:L'uomo è scusabile se si inganna sulla dignità divina di Gesù, velata dalle umili apparenze del «Figlio dell'uomo» (Mt 8,20+), ma non lo è se chiude gli occhi e il cuore alle opere evidenti dello Spirito. Negandole, egli rigetta la proposta suprema che Dio gli fa e si mette fuori della salvezza (cf. Eb 6,4-6; Eb 10,26-31).

Mt 12,36:ogni parola infondata: non si tratta semplicemente di parola «inutile», ma di parola cattiva, di calunnia.

Mt 12,38:segno: un prodigio che esprime e giustifica l'autorità rivendicata da Gesù (cf. Is 7,11s; Lc 1,18+; Gv 2,11+). Egli rifiuta di dare un altro segno, diverso da quello della sua resurrezione, che sarà il segno decisivo e di cui fa qui l'annunzio velato.

Mt 12,39:perversa e adultera: immagine tratta dalla Bibbia (cf. Os 1,2+). - Giona: in Mt 16,4 Mt non precisa, come qui (v 40), il senso del «segno di Giona»; Lc 11,29s lo intende della predicazione di Gesù che è un segno per i suoi contemporanei, come Giona lo fu per i niniviti. Questa seconda interpretazione, d'altronde, è sottintesa nel v 41. Essa però è meno verosimile. Non solo la predicazione già attuale di Gesù non può essere annunziata come futura, ma ancora, e soprattutto, nella tradizione giudaica Giona era famoso per la sua liberazione miracolosa, molto più che per la sua predicazione ai pagani, che piuttosto dispiaceva. Anche se l'esplicitazione del v 40 è tardiva, l'interpretazione di Mt deve dunque riflettere meglio di Lc il pensiero di Gesù: egli annunzia in modo velato il suo trionfo finale. Quanto a Mc, forse egli avrà soppresso ogni allusione a Giona, che giudicava troppo difficile per i suoi lettori (cf. Mc 8,12+).

Mt 12,40:tre giorni e tre notti: quest'espressione stereotipa, tratta tale e quale da Gn 2,1+ , si applica solo in maniera approssimativa all'intervallo tra la morte e la resurrezione del Cristo.

Mt 12,43:se ne va per luoghi aridi: gli antichi consideravano i luoghi deserti come popolati da demoni (cf. Lv 16,8+; Lv 17,7+; Is 13,21; Is 34,14; Bar 4,35; Ap 18,2; Mt 8,28). Tuttavia costoro preferiscono ancor più abitare negli uomini (Mt 8,29+).

Mt 12,46:fratelli: non figli di Maria, ma parenti prossimi, come per es. cugini, che l'ebraico e l'aramaico chiamano anche fratelli (cf. Gen 13,8; Gen 14,16; Gen 29,15; Lv 10,4; 1Cr 23,22s ; vedere ancora i Mt 13,55p Gv 7,3s; At 1,14; 1Cor 9,5; Gal 1,19).

Mt 12,47:BJ omette questo v, basandosi su buoni testimoni; sembra una ripetizione del v 46, imitata da Mc e Lc.

Mt 12,50:I legami della parentela carnale vengono dopo quelli della parentela spirituale (cf. Mt 8,21s; Mt 10,37; Mt 19,29).