Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Siracide 23


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA MARTINI
1 Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
1 Signore, padre, e padrone della mia vita non mi abbandonare alle suggestioni delle mie labbia, e non permettere, che per cagione di esse io cada.
2 Chi fustigherà i miei pensieri
e chi insegnerà la sapienza al mio cuore,
perché non siano risparmiati i miei errori
e i loro peccati non restino impuniti,
2 Chi adoprerà su' miei pensieri la sferza, e sul mio cuore la disciplina della sapienza? Talmente che non siano (da lei) risparmiati gli errori di quelli, e non ne spuntino fuora i peccati,
3 perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
e io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca su di me?
Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.
3 Affinchè non si moltiplichi la mia ignoranza, e non crescan di numero i miei mancamenti, e non si aumentino i miei peccati, ond'io cada per terra in faccia a' miei avversari, e di me rida il mio nimico?
4 Signore, padre e Dio della mia vita,
non darmi l’arroganza degli occhi
4 Signore, Padre, e Dio della mia vita non mi abbandonare al pensiero di que' peccati.
5 e allontana da me ogni smodato desiderio.
5 Non dare a me l'altura degli occhi, e tien lungi da me ogni concupiscenza.
6 Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me,
a desideri vergognosi non mi abbandonare.
6 Togli da me le intemperanze del ventre, e i desiderj della libidine non abbian potere sopra di me, e non lasciarmi in balìa di un'anima invereconda, e imprudente.
7 Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca,
chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante.
7 Udite, o figliuoli, i documenti per governare la lingua, e chi li osserverà, non perirà per colpa delle sue labbra, e non inciamperà in opere malvage.
8 Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
8 Nella sua stoltezza riman preso il peccatore, e il superbo; e il maldicente ne trarrà la sua rovina.
9 Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a proferire il nome del Santo.
9 Non avvezzarti al giuramento, perché frequenti per esso son le cadute.
10 Infatti, come un servo interrogato accuratamente
non mancherà di prendere lividure,
così chi giura e pronuncia il Nome di continuo
di certo non sarà esente da peccato.
10 Il nome di Dio non sia di continuo nella tua bocca, e non mescolare col discorso i nomi de' santi; perocché non ne anderai impunito.
11 Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità;
il flagello non si allontana dalla sua casa.
Se sbaglia, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso, non sarà giustificato,
e la sua casa si riempirà di sventure.
11 Conciossiachè siccome il servo messo ogni po' alla tortura ne porta sempre le lividure; così uno, che giura, e ripete quel nome, non sarà mai purgato interamente da colpa.
12 C’è un modo di parlare paragonabile alla morte:
che non si trovi nella discendenza di Giacobbe!
Da tutto questo infatti staranno lontano i pii,
così non si rotoleranno nei peccati.
12 L'uomo, che giura molto si empierà di peccati, e non partirà dalla casa di lui il flagello.
13 Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità,
in esse infatti c’è motivo di peccato.
13 E se non adempie il giuramento, il suo delitto sarà sopra di lui, e se non ne farà conto, avrà doppio peccato:
14 Ricorda tuo padre e tua madre
quando siedi tra i grandi,
perché non lo dimentichi davanti a loro
e per abitudine non dica sciocchezze,
e non giunga a desiderare di non essere nato
e maledica il giorno della tua nascita.
14 E se ha giurato invano, non sarà tenuto per giusto; perocché sopra la casa di lui pioveranno i gastighi.
15 Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
15 Havvi ancora un altro linguaggio, che confina colla morte: non siane esempio tragli eredi di Giacobbe.
16 Due tipi di persone moltiplicano i peccati,
e un terzo provoca l’ira:
una passione ardente come fuoco acceso
non si spegnerà finché non sia consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non desisterà finché il fuoco non lo divori;
16 Imperocché tutte queste cose staran lungi dagli uomini religiosi, che non si immergono in tali delitti.
17 per l’uomo impudico ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
17 Non si avvezzi la tua bocca alla temerità del parlare, perché in essa si trova il peccato.
18 L’uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: «Chi mi vede?
C’è buio intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, perché temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l’Altissimo».
18 Ricordati di tuo padre, e di tua madre quando siedi in mezzo dei grandi;
19 Egli teme solo gli occhi degli uomini,
non sa che gli occhi del Signore
sono mille volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le vie degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
19 Affinchè non avvenga, che Dio si scordi di te dinanzi a coloro, onde tu infatuato per la tua familiarità con essi, abbi a soffrirne obbrobrio talmente, che desideri piuttosto non essere venuto al mondo, e mandi imprecazioni al giorno della tua natività.
20 Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note,
allo stesso modo anche dopo la creazione.
20 Un uomo, che si è avvezzato a dire degli improperj, non si correggerà per tutto il tempo di sua vita.
21 Quest’uomo sarà condannato nelle piazze della città,
sarà sorpreso dove meno se l’aspetta.
21 Due generi di persone abbondano di peccati, e il terzo chiama l'ira, e la perdizione.
22 Così anche la donna che tradisce suo marito
e gli porta un erede avuto da un altro.
22 L'animo focoso come una ardente fiamma; il quale non si calma prima di aver divorato qualche cosa;
23 Prima di tutto ha disobbedito alla legge dell’Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha portato in casa figli di un estraneo.
23 E l'uomo, che è schiavo degli appetiti della sua carne, non avrà posa, fino che abbia comunicato il suo fuoco.
24 Costei sarà trascinata davanti all’assemblea
e si procederà a un’inchiesta sui suoi figli.
24 Tutto il pane è dolce al fornicatore, e non si stanca di mal fare sino al fine.
25 I suoi figli non metteranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
25 Ogni uomo, che disonora il talamo conjugale, sprezzatore dell'anima propria, va dicendo: chi è, che mi vegga?
26 Lascerà il suo ricordo come una maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
26 Le tenebre mi stanno attorno, e le pareti mi nascondono, e nissuno bada a me: di chi ho da aver paura? non si prende pensiero de' miei delitti l'Altissimo.
27 I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla è più dolce dell’osservare i suoi comandamenti.
27 Ed ei non riflette, che l'occhio di Dio vede tutte le cose; perocché questa umano timore, la paura degli occhi degli uomini discacciala lui il timore di Dio:
28 Grande gloria è seguire Dio,
essere a lui graditi è lunga vita.
28 Ed ei non sa, che gli occhi del Signore sono più luminosi assai del sole; e tutte mirano attorno le vie degli uomini, e l'abisso profondo, e veggono i cuori umani fino ne' luoghi più riposti.
29 Perocché a Dio Signore furono note le cose tutte prima che fosser create, e anche dopo che furon fatte egli tutte le mira.
30 Costui pertanto sarà punito nella piazza della città; ed ei qual puledro si darà alla fuga, ma sarà sorpreso dove men si pensava.
31 E sarà disonorato nel cospetto di tutti; perché non conobbe il timor dei Signore.
32 Lo stesso sarà di qualunque donna, che lascia il proprio marito, a cui da un erede dal marito d'un'altra:
33 Perocché ella in primo luogo non erede alla legge dell'Altissimo; in secondo luogo oltraggia il proprio marito; in terzo luogo si contamina coll'adulterio, e si fa de' figliuoli da un altro marito.
34 Ella sarà condotta nella pubblica adunanza, e si farà inquisizione sopra de' suoi figliuoli.
35 Que' suoi figliuoli non metteranno radici, e i rami di lei non daran frutto.
36 Ella lascerà sua memoria in maledizione, e il suo vituperio non sarà cancellato.
37 E quelli, che verran dopo, conosceranno come nulla havvi di meglio, che temere Dio, e nulla di più soave, che il tener l'occhio a' comandamenti del Signore.
38 Ella è gloria grande il seguire il Signore; perocché da lui si riceverà lunghezza di giorni.