Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 10


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1Vi era a Cesarèa un uomo di nome Cornelio, centurione della coorte detta Italica.2Era religioso e timorato di Dio con tutta la sua famiglia; faceva molte elemosine al popolo e pregava sempre Dio.3Un giorno, verso le tre del pomeriggio, vide chiaramente in visione un angelo di Dio venirgli incontro e chiamarlo: «Cornelio!».4Egli lo guardò e preso da timore disse: «Che c’è, Signore?». Gli rispose: «Le tue preghiere e le tue elemosine sono salite dinanzi a Dio ed egli si è ricordato di te.5Ora manda degli uomini a Giaffa e fa’ venire un certo Simone, detto Pietro.6Egli è ospite presso un tale Simone, conciatore di pelli, che abita vicino al mare».7Quando l’angelo che gli parlava se ne fu andato, Cornelio chiamò due dei suoi servitori e un soldato, uomo religioso, che era ai suoi ordini;8spiegò loro ogni cosa e li mandò a Giaffa.
9Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare.10Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi:11vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata a terra per i quattro capi.12In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo.13Allora risuonò una voce che gli diceva: «Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!».14Ma Pietro rispose: «Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro».15E la voce di nuovo a lui: «Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano».16Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato nel cielo.17Mentre Pietro si domandava perplesso, tra sé e sé, che cosa significasse ciò che aveva visto, ecco gli uomini inviati da Cornelio: dopo aver domandato della casa di Simone, si presentarono all’ingresso,18chiamarono e chiesero se Simone, detto Pietro, fosse ospite lì.19Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse: «Ecco, tre uomini ti cercano;20àlzati, scendi e va’ con loro senza esitare, perché sono io che li ho mandati».21Pietro scese incontro a quegli uomini e disse: «Eccomi, sono io quello che cercate. Qual è il motivo per cui siete venuti?».22Risposero: «Il centurione Cornelio, uomo giusto e timorato di Dio, stimato da tutta la nazione dei Giudei, ha ricevuto da un angelo santo l’ordine di farti venire in casa sua per ascoltare ciò che hai da dirgli».23Pietro allora li fece entrare e li ospitò.
Il giorno seguente partì con loro e alcuni fratelli di Giaffa lo accompagnarono.
24Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli con i parenti e gli amici intimi che aveva invitato.25Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio.26Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».27Poi, continuando a conversare con lui, entrò, trovò riunite molte persone28e disse loro: «Voi sapete che a un Giudeo non è lecito aver contatti o recarsi da stranieri; ma Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo.29Per questo, quando mi avete mandato a chiamare, sono venuto senza esitare. Vi chiedo dunque per quale ragione mi avete mandato a chiamare».30Cornelio allora rispose: «Quattro giorni or sono, verso quest’ora, stavo facendo la preghiera delle tre del pomeriggio nella mia casa, quando mi si presentò un uomo in splendida veste31e mi disse: “Cornelio, la tua preghiera è stata esaudita e Dio si è ricordato delle tue elemosine.32Manda dunque qualcuno a Giaffa e fa’ venire Simone, detto Pietro; egli è ospite nella casa di Simone, il conciatore di pelli, vicino al mare”.33Subito ho mandato a chiamarti e tu hai fatto una cosa buona a venire. Ora dunque tutti noi siamo qui riuniti, al cospetto di Dio, per ascoltare tutto ciò che dal Signore ti è stato ordinato».
34Pietro allora prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone,35ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.36Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.37Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni;38cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.39E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce,40ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse,41non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.42E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio.43A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
44Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola.45E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo;46li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse:47«Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?».48E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni.

Note:

At 10:La conversione (cf. At 3,19+) di Cornelio non costituisce per Luca un semplice caso individuale. Il suo valore universale risulta sia dal racconto stesso, cioè dalla sua insistenza sulle visioni di Pietro e di Cornelio, e specialmente dal legame stabilito dall'autore fra questo avvenimento e le decisioni del «concilio» di Gerusalemme (cf. At 15,7-11; At 15,14). Sembra emergano due distinti insegnamenti: 1. Dio stesso ha indicato che i pagani dovevano essere ammessi nella chiesa, senza venir sottoposti alle prescrizioni della legge mosaica (cf. At 10,34-35; At 10,44-48(a); At 11,1; At 11,15-18; At 15,7-11; At 15,14; Gal 2,1-10); Gal 2 . Dio stesso ha indicato a Pietro che doveva accettare l'ospitalità di un non circonciso. Si coglie qui il problema dei rapporti fra i cristiani di estrazione giudaica e i cristiani di estrazione pagana (cf. At 10,10-16; At 10,28-29; At 11,2-14 ; e Gal 2,11-21).

At 10,2:uomo pio e timorato di Dio: le espressioni «timorato di Dio» (At 10,2; At 10,22; At 10,35; At 13,16; At 13,26) e «credente in Dio» (At 13,43; At 13,50; At 16,14; At 17,4; At 17,17; At 18,7) sono tecniche: indicano quanti simpatizzano per il giudaismo, senza però arrivare all'integrazione con il popolo giudaico attraverso la circoncisione (cf. At 2,11+).

At 10,4:sono salite, in tua memoria: traduzione quasi letterale; BJ traduce: «sono salite davanti a Dio e lui si è ricordato di te». L'espressione richiama il sacrificio «memoriale» (cf. Lv 2,2; Lv 2,9; Lv 2,16), al quale Tb 12,12 equipara la preghiera.

At 10,11:calata a terra per i quattro capi: con i mss della tradizione alessandrina. BJ con il testo occ. traduce: «Vide il cielo aperto e un oggetto, simile a una grande tovaglia legata ai quattro capi, discendere verso terra».

At 10,15:Pietro è invitato a liberarsi dagli scrupoli circa la purità legale (At 11,9 ; cf. Mt 15,1-20p; Rm 14,14; Rm 14,17). L'applicazione si fa in At 15,9 : per mezzo della fede Dio ha purificato il cuore dei pagani, anche se il loro corpo, non circonciso, resta ritualmente impuro. Conseguenza pratica: Pietro non deve più temere di convivere con i non circoncisi (At 10,27-28).

At 10,19:lo Spirito gli disse: la parte assegnata allo Spirito è parallela a quella dell'angelo del Signore (cf. At 8,26; At 8,29). - tre uomini: cf. At 11,11 . BJ preferisce la variante: «uomini».

At 10,30:Quattro giorni or sono: con volg.; BJ, con D, legge: «tre giorni or sono». - stavo recitando la preghiera: le tradizioni occ. e antiochena fanno menzione anche del digiuno (cf. la variante: «stavo digiunando e recitando la preghiera»).

At 10,31:sono state esaudite: questo modo impersonale di esprimersi, mentre denota rispetto per la maestà divina, richiama anche il ministero degli angeli (cf. Mt 18,11; Mt 18,14; Ap 5,8; Ap 8,3; Tb 12,12).

At 10,35:è a lui accetto: terminologia cultuale (cf. v 4). E' gradito a Dio un sacrificio perfetto o colui che l'offre (Lv 1,3; Lv 19,5; Lv 22,19-27). Isaia (Is 56,7) aveva predetto che alla fine dei tempi i sacrifici dei pagani sarebbero stati graditi a Jahve (Ml 1,10-11 cf. Rm 15,16; Fil 4,18; 1Pt 2,5).

At 10,36:Questa è la parola che egli ha inviato: la costruzione nel testo originale è sintatticamente difficile, da qui le diverse varianti come quella seguita da BJ («egli ha inviato la sua parola») e altre.

At 10,37-42:Questi vv contengono un riassunto della storia evangelica (cf. At 1,21-22; At 2,22+); sottolineano i medesimi tratti messi in evidenza da Luca nel Vangelo.

At 10,37:incominciando dalla Galilea: BJ traduce: «i suoi inizi in Galilea» (di Gesù, masch.); il testo antiocheno legge: «al principio» (neutro).

At 10,40:risuscitato al terzo giorno: formula classica della predicazione e della fede cristiana. Appare già nel Credo in embrione di 1Cor 15,4 , con la precisazione: «secondo le Scritture». La formula riecheggia Gv 2,1 (cf. Mt 12,40 ; vedere anche Os 6,2). Si trova anche in Mt 16,21; Mt 17,23; Mt 20,19; Mt 27,64; Lc 9,22; Lc 18,33; Lc 24,7; Lc 24,46 .

At 10,41:bevuto con lui: un'aggiunta occ. legge: «e abbiamo vissuto familiarmente in sua compagnia per quaranta giorni dopo la sua risurrezione dai morti».

At 10,42:al popolo: «il popolo» per eccellenza è Israele (At 10,2; At 21,8). - giudice dei vivi e dei morti: i vivi, coloro che saranno in vita al momento della parusia; i morti, coloro che, già defunti, allora risusciteranno per il giudizio (vedere 1Ts 4,13-5,10). Dio, risuscitando Gesù, lo ha costituito nella dignità di giudice sovrano (At 17,31; Gv 5,22; Gv 5,27; 2Tm 4,1; 1Pt 4,5); quindi l'annunzio della risurrezione è nello stesso tempo un invito per gli uomini al pentimento (cf. At 17,30-31).

At 10,44:lo Spirito santo scese: è la «pentecoste dei pagani», analoga alla prima pentecoste, come lo constata Pietro (v 47; At 11,15; At 15,8).

At 10,48:E ordinò: di solito gli apostoli non amministravano personalmente il battesimo (cf. At 19,5; 1Cor 1,14; 1Cor 1,17). - alcuni giorni: secondo At 11,2; At 11,3 (cf. At 10,28) è stata questa convivenza di Pietro con i non circoncisi, più dell'autorizzazione a battezzarli, che è sembrata insolita e illegittima agli «ebrei» di Gerusalemme. Questioni simili furono all'origine dell'incidente di Antiochia (Gal 2,11s).