Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 2


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1Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro,4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo.6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei?8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia,10della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti,11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».12Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?».13Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce».
14Allora Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò a loro così: «Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole.15Questi uomini non sono ubriachi, come voi supponete: sono infatti le nove del mattino;16accade invece quello che fu detto per mezzo del profeta Gioele:
17Avverrà: negli ultimi giorni – dice Dio –
su tutti effonderò il mio Spirito;
i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,
i vostri giovani avranno visioni
e i vostri anziani faranno sogni.
18E anche sui miei servi e sulle mie serve
in quei giorni effonderò il mio Spirito
ed essi profeteranno.
19Farò prodigi lassù nel cielo
e segni quaggiù sulla terra,
sangue, fuoco e nuvole di fumo.
20Il sole si muterà in tenebra
e la luna in sangue,
prima che giunga il giorno del Signore,
giorno grande e glorioso.
21E avverrà:
chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.
22Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –,23consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso.24Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.25Dice infatti Davide a suo riguardo:
Contemplavo sempre il Signore innanzi a me;
egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.
26Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua,
e anche la mia carne riposerà nella speranza,
27perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi
né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione.
28Mi hai fatto conoscere le vie della vita,
mi colmerai di gioia con la tua presenza.
29Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora oggi fra noi.30Ma poiché era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discendente,31previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne subì la corruzione.
32Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni.33Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.34Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice:
Disse il Signore al mio Signore:
siedi alla mia destra,
35finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi.
36Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso».
37All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».38E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo.39Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro».40Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!».41Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
42Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.43Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.44Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune;45vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno.46Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore,47lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Note:

At 2,1:il giorno della pentecoste stava per finire: traduzione letterale. Altri, ugualmente con riguardo del calendario liturgico giudaico, traducono: «per la pentecoste, a giorno inoltrato». Volg. e versioni antiche traducono: «al compiersi dei giorni della pentecoste». BJ traduce: «Essendo giunto il giorno della pentecoste», ossia essendo terminato il periodo di cinquanta giorni fra pasqua e pentecoste. Primitivamente festa della mietitura (Es 23,14+), la pentecoste era successivamente divenuta anche festa della rinnovazione dell'alleanza (cf. 2Cr 15,10-13 ; Giubilei 6,20; Qumran). Questo nuovo valore liturgico ha potuto ispirare la messa in scena di Luca, che richiama il dono della legge al Sinai. - nello stesso luogo: non si tratta dell'assemblea di centoventi persone di At 1,15-26 , ma del gruppo apostolico descritto in At 1,13-14 .

At 2,2:come di vento: c'è un'affinità fra lo Spirito e il vento; la medesima parola greca (pneuma) significa «spirito» e «vento» o «soffio» (cf. Gv 3,8+).

At 2,3:lingue come di fuoco: BJ traduce: «lingue che si sarebbero dette di fuoco». La forma delle fiamme (Is 5,24 cf. Is 6,6-7) qui deve esser messa in relazione con il dono delle lingue.

At 2,4:parlare in altre lingue: il miracolo della pentecoste secondo uno dei suoi aspetti (vv 4.11.13) ha una certa parentela con il carisma della glossolalia frequente alle origini della chiesa (vedere At 10,46; At 11,15; At 19,6; 1Cor 12-14 ; cf. Mc 16,17). Se ne trovano i precedenti nell'antico profetismo israelitico (cf. Nm 11,25-29; 1Sam 10,5-6; 1Sam 10,10-13; 1Sam 19,20-24; 1Re 22,10 ; Cf. Gl 3,1-5 , citato da Pietro nei vv 17s).

At 2,5:Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti: lezione che combina S (seguito qui da BJ: «c'erano uomini devoti») con il testo occ. che ha: «Ora i giudei che risiedevano a Gerusalemme erano...».

At 2,8:parlare la nostra lingua nativa: la glossolalia utilizzava parole derivate da lingue straniere per cantare le lodi di Dio (v 11; cf. 1Cor 14,2+). Luca vede, in questo esprimersi in tutte le lingue del mondo, la restaurazione dell'unità perduta a Babele (cf. Gen 11; Gen 1-9). E' un simbolo e un anticipo meraviglioso della missione universale degli apostoli.

At 2,9-11:Questa enumerazione dei popoli del mondo mediterraneo, che va approssimativamente da est a ovest e da nord a sud, si ispira forse a un antico calendario astrologico, noto da altra fonte, nel quale i popoli venivano collegati ai segni dello zodiaco ed enumerati per ordine. Sarebbe stato adottato da Luca come una descrizione comoda dell' oikoumene del suo tempo. La menzione della Giudea si spiega male; nell'antichità ha suscitato parecchi tentativi di correzione.

At 2,11:proseliti: sono coloro che, pur non essendo giudei di origine, hanno abbracciato la religione giudaica e accettato la circoncisione e così sono divenuti membri del popolo eletto (vedere ancora At 6,5; At 13,43; Mt 23,15). Costoro però non sono da confondersi con i «timorati di Dio» (At 10,2+), i quali simpatizzavano per il giudaismo e frequentavano le sinagoghe, ma non giungevano alla circoncisione e alla pratica rituale della legge. «Giudei» e «proseliti» non sono quindi nuove denominazioni di popoli, ma solo termini qualificanti quelli già enumerati.

At 2,14:Pietro... con gli altri undici: Pietro agisce da capo del gruppo apostolico e figura in primo piano (cf. At 1,15; At 2,37; At 3,4; At 3,6; At 3,12; At 4,8; At 4,13; At 5,3; At 5,8; At 5,9; At 5,15; At 5,29; At 10-11 ; vedere Mt 16,19+; Lc 22,32+). Giovanni gli viene spesso associato, ma un po' come una controfigura (At 3,1; At 3,3; At 3,4; At 3,11; At 4,13; At 4,19; At 8,14 ; cf. Lc 22,8).

At 2,15:le nove del mattino: alla lettera: «l'ora terza».

At 2,16:Gioele: con la maggioranza dei codici. BJ, con il testo occ. e alcuni Padri omette. Per la citazione dei vv 17-21 BC segue il testo alessandrino più ampio, tendente all'armonizzazione con la versione dei LXX; BJ preferisce quello occidentale, più conciso, omettendo del v 18: «in quei giorni», «essi profeteranno»; del v 19: «sangue, fuoco e nuvole di fumo»; del v 20: «e splendido».

At 2,17:ultimi giorni: i tempi messianici.

At 2,20:il giorno del Signore: il giorno della venuta gloriosa del Signore, il «giorno di Jahve» (Am 5,18+). Nella predicazione evangelica, questo è il giorno del ritorno di Gesù (Mt 24,1+; 1Cor 1,8+).

At 2,21:I cristiani designano se stessi come «coloro che invocano il nome del Signore» (At 9,14; At 9,21; At 22,16; 1Cor 1,2; 2Tm 2,22); però il nome «Signore» non è riferito più a Jahve ma a Gesù (cf. Fil 2,11; At 3,16+). Nel giorno del giudizio ci sarà salvezza o condanna a seconda che si sarà invocato o no questo nome, si sarà riconosciuto o meno Gesù come Signore (vedere At 4,12 e Rm 10,9).

At 2,22:queste parole: il contenuto della predicazione apostolica primitiva (kerigma), di cui abbiamo qui il primo esempio, ci è stato trasmesso in forma schematica nei cinque discorsi di Pietro (At 2,14-39; At 3,12-26; At 4,9-12; At 5,29-32; At 10,34-43) e in uno di Paolo (At 13,16-41). Al centro una testimonianza (At 1,8+) riguardante la morte e risurrezione del Cristo (At 2,24+) o la sua esaltazione (At 2,33+; At 2,36+). Poi altri dettagli riguardano la sua missione, annunziata da Giovanni Battista (At 10,37; At 13,24); preparata dai suoi insegnamenti e miracoli (At 2,22; At 10,38); portata a termine con le apparizioni del Risuscitato (At 10,40-41; At 13,31) e l'effusione dello Spirito (At 2,33; At 5,32). Prospettive più ampie infine permettono di immergersi nel passato attraverso le profezie dell'AT (At 2,23+; At 2,25+) e di puntare sul futuro: venuta dei tempi escatologici e chiamata dei giudei e dei pagani alla penitenza (At 2,38+), per affrettare il ritorno glorioso del Cristo (At 3,20-21). E lo schema seguito dai Vangeli, sviluppando la predicazione primitiva.

At 2,23:il prestabilito disegno: le profezie dell'AT sono la prova di questo disegno di Dio (At 3,18; At 4,28; At 13,29 ; cf. At 8,32-35; At 9,22; At 10,43; At 17,2-3; At 18,5; At 18,28; At 26,22-23; At 26,27; At 28,23; Lc 18,31+; Lc 22,22; Lc 24,25-27; Lc 24,44). - per mano degli empi: qui i romani. La predicazione primitiva (v 22+) rivolge accuse analoghe ai giudei, ai quali si oppone l'intervento di Dio, che risuscita Gesù (At 2,32; At 2,36; At 3,13; At 3,17; At 4,10; At 5,30-31; At 7,52; At 10,39-40; At 13,27-30; At 17,31 ; cf. Rm 1,4+; 1Ts 2,14+).

At 2,24:della morte: con il testo orientale più comune; BJ con il testo occ. legge: «dell'ade» (cf. vv 27 e 31). L'«ade» nel greco dei LXX corrisponde all'ebraico sheol (Nm 16,33+; Sap 2,1+; Mt 16,18+).

At 2,25-28:La citazione è fatta secondo i LXX. Il testo ebraico esprimeva soltanto l'aspirazione di sfuggire alla morte incombente: «Non permetterai che il tuo fedele veda la fossa». L'argomento suppone l'uso della versione greca che, traducendo «fossa» (= sepolcro) con «corruzione», introduce una prospettiva diversa.

At 2,29:fra noi: sull'antica collina di Sion, sotto il tempio (1Re 2,10). Una interpretazione abusiva di questo versetto ha dato origine alla leggenda della tomba di Davide che si venera oggi nel luogo tradizionale del cenacolo, sul colle occidentale che, fin dai primi secoli cristiani, ha ricevuto il nome di Sion.

At 2,33:innalzato... alla destra di Dio: traduzione possibile. Le parole intese così introdurrebbero allora Sal 110,1 subito citato (v 34) e richiamano uno dei temi della predicazione apostolica (Mt 22,24p; Mt 26,64p; Mc 16,19; At 7,55; At 7,56; Rm 8,34; 1Cor 15,25; Ef 1,20; Col 3,1; Eb 1,3; Eb 1,13; Eb 8,1; Eb 10,12; Eb 12,2; 1Pt 3,22). BJ preferisce tradurre: «esaltato dalla destra di Dio», cogliendo in queste parole un'allusione al Sal 118 (v 16, LXX: «La destra del Signore mi ha esaltato») utilizzato dalla predicazione apostolica, che lo ritiene messianico (At 4,11; 1Pt 2,7; Mt 21,9p; Mt 21,42; Mt 23,39; Lc 13,35; Gv 12,13; Eb 13,6). - che egli aveva promesso: BJ traduce: «oggetto della promessa». Il dono dello Spirito era annunziato dai profeti per i tempi messianici (Ez 36,27+). Per mezzo di questo Spirito, «effuso» secondo l'annunzio di Gl 3,1-2 dal Cristo resuscitato, Pietro spiega il miracolo, del quale gli uditori sono testimoni.

At 2,34:Davide infatti non salì al cielo: il ragionamento sembra questo: Davide, deposto nel sepolcro, non è salito in cielo; perciò l'invito divino non deve ritenersi riferito a lui, ma a colui che è uscito dal sepolcro; D legge: «egli stesso infatti dice», al posto di «ora lui stesso dice» e riporta il ragionamento a quello di Mt 22,43-45 .

At 2,36:Signore e Cristo: conclusione dell'argomentazione biblica. Attraverso la resurrezione Gesù è stato fatto il «Signore», di cui parla il Sal 110 , e il «Messia» (Cristo), cui si riferisce il Sal 16 . Argomentazione analoga, basata su Sal 2,7 (Figlio di Dio), si trova in At 13,33+; Eb 1,5; Eb 5,5; Rm 1,4+ (cf. anche At 5,31 : capo e salvatore; At 10,42+ e Rm 14,9 : giudice e Signore dei vivi e dei morti; Fil 2,9 : Signore in gloria). Con la resurrezione, Gesù è entrato nel godimento di queste prerogative divine, che egli possedeva per diritto fino dalla nascita.

At 2,38:Pentitevi: ogni grande discorso apostolico termina con un invito al pentimento (cf. Mt 3,2+) per ottenere il perdono dei peccati (At 3,19; At 3,26; At 5,31; At 10,43; At 13,38 ; cf. At 17,30; At 26,20; Lc 1,77; Lc 3,8; Lc 5,32; Lc 13,3). - battezzare nel nome di Cristo: il battesimo è dato «nel nome di Gesù Cristo» (cf. At 1,5+); è ricevuto «invocando il nome del Signore Gesù» (cf. At 2,21+; At 3,16+; At 8,16; At 10,48; At 19,5; At 22,16; 1Cor 1,13; 1Cor 1,15; 1Cor 6,11; 1Cor 10,2; Gal 3,27; Rm 6,3 ; cf. Gc 2,7). Tale modo di dire, più che riguardare forse la formula rituale del battesimo (cf. Mt 28,19), si riferisce al significato del rito stesso: professione di fede nel Cristo, presa di possesso da parte del Cristo di coloro che ormai saranno a lui consacrati.

At 2,39:la promessa: riguarda prima di tutto i giudei (At 3,25-26; At 13,46; Rm 1,16+; Rm 9,4+). - quelli che sono lontani: cioè i pagani, con allusione a Is 57,19 , citato e spiegato da Ef 2,13-17 (cf. anche At 22,21).

At 2,40:li scongiurava, oppure «rendeva testimonianza» (cf. At 8,25; At 28,23).

At 2,41:Luca ha la cura costante di sottolineare l'incremento numerico della chiesa (v 47; At 4,4; At 5,14; At 6,1; At 6,7; At 9,31; At 11,21; At 11,24; At 16,5 ; cf. At 12,24; At 13,48-49; At 19,20).

At 2,42-47:Il brano è da confrontare con At 4,32-35 e At 5,12-16 . Questi tre «sommari», dalla redazione composita, descrivono con caratteristiche analoghe la vita della comunità cristiana primitiva.

At 2,42:insegnamento degli apostoli: istruzioni ai nuovi convertiti, nelle quali le Scritture venivano spiegate alla luce degli avvenimenti cristiani, e non semplicemente proclamazione della buona novella ai non-cristiani (cf. At 15,35). - unione fraterna o comunione (BJ). Il termine «comunione» (1Cor 1,9+) è qui usato senza complemento (cf. Gal 2,9). E' certamente da intendersi qui la comunanza dei beni (v 44; At 4,32-35), che esprime e rafforza l'unione dei cuori (v 46; At 4,32), effetto del condividere insieme, nella comunità apostolica, il vangelo e tutti i beni ricevuti da Dio mediante Gesù Cristo. Il senso non si limita a un reciproco aiuto solo dal punto di vista sociale, né a una ideologia comunitaria o a un sentimento di solidarietà. - frazione del pane: vedere v 46; At 20,7; At 20,11; At 27,35; Lc 24,30; Lc 24,35 . L'espressione per sé richiama un pasto giudaico, nel quale chi presiede, prima di dividere il pane, pronunzia una benedizione. Ma nel linguaggio cristiano si intende il rito eucaristico (1Cor 10,16; 1Cor 11,24; Lc 22,19p; Lc 24,35+). Questo (v 46) non veniva celebrato nel tempio, ma in qualche casa e non era disgiunto da un vero pasto (cf. 1Cor 11,20-34). - e nelle preghiere: le preghiere in comune erano presiedute dagli apostoli (At 6,4); un esempio: At 4,24-30 ; cf. At 1,14+; At 1,24; At 12,5 .

At 2,43:per opera degli apostoli: autorevoli mss aggiungono: «a Gerusalemme, e c'era un grande timore su tutti».

At 2,46:con letizia: è la gioia che accompagna la fede (At 8,8; At 8,39; At 13,48; At 13,52; At 16,34 ; cf. At 5,41; Lc 1,14+; Rm 15,13; Fil 1,4+).

At 2,47:lodando Dio: cf. At 3,8; At 3,9; At 4,21; At 21,20; Lc 2,20+ .

At 2,48:quelli che erano salvati: la salvezza al momento del giudizio è assicurata ai membri della comunità cristiana (At 2,21+ ; cf. At 13,48 e lettere paoline). In tal modo la chiesa si identifica con il «resto di Israele» (Is 4,3+ ; cf. Rm 9,27).