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Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 7


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1Disse allora il sommo sacerdote: «Le cose stanno proprio così?».2Stefano rispose: «Fratelli e padri, ascoltate: il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando era in Mesopotamia, prima che si stabilisse in Carran,3e gli disse: Esci dalla tua terra e dalla tua gente e vieni nella terra che io ti indicherò.4Allora, uscito dalla terra dei Caldei, si stabilì in Carran; di là, dopo la morte di suo padre, Dio lo fece emigrare in questa terra dove voi ora abitate.5In essa non gli diede alcuna proprietà, neppure quanto l’orma di un piede e, sebbene non avesse figli, promise di darla in possesso a lui e alla sua discendenza dopo di lui.6Poi Dio parlò così: La sua discendenza vivrà da straniera in terra altrui, tenuta in schiavitù e oppressione per quattrocento anni.7Ma la nazione di cui saranno schiavi, io la giudicherò – disse Dio – e dopo ciò usciranno e mi adoreranno in questo luogo.8E gli diede l’alleanza della circoncisione. E così Abramo generò Isacco e lo circoncise l’ottavo giorno e Isacco generò Giacobbe e Giacobbe i dodici patriarchi.9Ma i patriarchi, gelosi di Giuseppe, lo vendettero perché fosse condotto in Egitto. Dio però era con lui10e lo liberò da tutte le sue tribolazioni e gli diede grazia e sapienza davanti al faraone, re d’Egitto, il quale lo nominò governatore dell’Egitto e di tutta la sua casa.11Su tutto l’Egitto e su Canaan vennero carestia e grande tribolazione e i nostri padri non trovavano da mangiare.12Giacobbe, avendo udito che in Egitto c’era del cibo, vi inviò i nostri padri una prima volta;13la seconda volta Giuseppe si fece riconoscere dai suoi fratelli e così fu nota al faraone la stirpe di Giuseppe.14Giuseppe allora mandò a chiamare suo padre Giacobbe e tutta la sua parentela, in tutto settantacinque persone.15Giacobbe discese in Egitto. Egli morì, come anche i nostri padri;16essi furono trasportati in Sichem e deposti nel sepolcro che Abramo aveva acquistato, pagando in denaro, dai figli di Emor, a Sichem.
17Mentre si avvicinava il tempo della promessa fatta da Dio ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto,18finché sorse in Egitto un altro re, che non conosceva Giuseppe.19Questi, agendo con inganno contro la nostra gente, oppresse i nostri padri fino al punto di costringerli ad abbandonare i loro bambini, perché non sopravvivessero.20In quel tempo nacque Mosè, ed era molto bello. Fu allevato per tre mesi nella casa paterna21e, quando fu abbandonato, lo raccolse la figlia del faraone e lo allevò come suo figlio.22Così Mosè venne educato in tutta la sapienza degli Egiziani ed era potente in parole e in opere.23Quando compì quarant’anni, gli venne il desiderio di fare visita ai suoi fratelli, i figli d’Israele.24Vedendone uno che veniva maltrattato, ne prese le difese e vendicò l’oppresso, uccidendo l’Egiziano.25Egli pensava che i suoi fratelli avrebbero compreso che Dio dava loro salvezza per mezzo suo, ma essi non compresero.26Il giorno dopo egli si presentò in mezzo a loro mentre stavano litigando e cercava di rappacificarli. Disse: “Uomini, siete fratelli! Perché vi maltrattate l’un l’altro?”.27Ma quello che maltrattava il vicino lo respinse, dicendo: “Chi ti ha costituito capo e giudice sopra di noi?28Vuoi forse uccidermi, come ieri hai ucciso l’Egiziano?”.29A queste parole Mosè fuggì e andò a vivere da straniero nella terra di Madian, dove ebbe due figli.
30Passati quarant’anni, gli apparve nel deserto del monte Sinai un angelo, in mezzo alla fiamma di un roveto ardente.31Mosè rimase stupito di questa visione e, mentre si avvicinava per vedere meglio, venne la voce del Signore:32“Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Tutto tremante, Mosè non osava guardare.33Allora il Signore gli disse: “Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo in cui stai è terra santa.34Ho visto i maltrattamenti fatti al mio popolo in Egitto, ho udito il loro gemito e sono sceso a liberarli. Ora vieni, io ti mando in Egitto”.
35Questo Mosè, che essi avevano rinnegato dicendo: “Chi ti ha costituito capo e giudice?”, proprio lui Dio mandò come capo e liberatore, per mezzo dell’angelo che gli era apparso nel roveto.36Egli li fece uscire, compiendo prodigi e segni nella terra d’Egitto, nel Mar Rosso e nel deserto per quarant’anni.37Egli è quel Mosè che disse ai figli d’Israele: “Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me”.38Egli è colui che, mentre erano radunati nel deserto, fu mediatore tra l’angelo, che gli parlava sul monte Sinai, e i nostri padri; egli ricevette parole di vita da trasmettere a noi.39Ma i nostri padri non vollero dargli ascolto, anzi lo respinsero e in cuor loro si volsero verso l’Egitto,40dicendo ad Aronne: “Fa’ per noi degli dèi che camminino davanti a noi, perché a questo Mosè, che ci condusse fuori dalla terra d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”.41E in quei giorni fabbricarono un vitello e offrirono un sacrificio all’idolo e si rallegrarono per l’opera delle loro mani.42Ma Dio si allontanò da loro e li abbandonò al culto degli astri del cielo, come è scritto nel libro dei Profeti:
Mi avete forse offerto vittime e sacrifici
per quarant’anni nel deserto, o casa d’Israele?
43Avete preso con voi la tenda di Moloc
e la stella del vostro dio Refan,
immagini che vi siete fabbricate per adorarle!
Perciò vi deporterò al di là di Babilonia.
44Nel deserto i nostri padri avevano la tenda della testimonianza, come colui che parlava a Mosè aveva ordinato di costruirla secondo il modello che aveva visto.45E dopo averla ricevuta, i nostri padri con Giosuè la portarono con sé nel territorio delle nazioni che Dio scacciò davanti a loro, fino ai tempi di Davide.46Costui trovò grazia dinanzi a Dio e domandò di poter trovare una dimora per la casa di Giacobbe;47ma fu Salomone che gli costruì una casa.48L’Altissimo tuttavia non abita in costruzioni fatte da mano d’uomo, come dice il profeta:
49Il cielo è il mio trono
e la terra sgabello dei miei piedi.
Quale casa potrete costruirmi, dice il Signore,
o quale sarà il luogo del mio riposo?
50Non è forse la mia mano che ha creato tutte queste cose?
51Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo. Come i vostri padri, così siete anche voi.52Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete diventati traditori e uccisori,53voi che avete ricevuto la Legge mediante ordini dati dagli angeli e non l’avete osservata».
54All’udire queste cose, erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano.
55Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio56e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».57Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui,58lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo.59E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».60Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

Note:

At 7,2ss:Il discorso di Stefano prima riassume la storia di Abramo e di Giuseppe (vv 2-16); poi sviluppa particolarmente la storia di Mosè (vv 17-43; cf. l'accusa mossa contro Stefano, At 6,11). Alla grande missione salvatrice affidata da Dio a Mosè, Stefano contrappone il modo di comportarsi degli israeliti: rigetto, rifiuto d'obbedienza, infedeltà. I temi sono tradizionali (cf. Dt), sviluppati qui in funzione degli avvenimenti cristiani: parlando di Mosè, Stefano pensa al Cristo, di cui è la figura; l'atteggiamento degli israeliti verso di lui è il medesimo dei giudei verso il Cristo. Nella storia di Israele Stefano sottolinea quanto va contro l'attaccamento a un particolare territorio (vv 2-6), contro i sacrifici (vv 39-43) e la costruzione del tempio materiale (vv 44-50;cf. l'accusa di At 6,13). Vi si sente lo spirito del giudaismo ellenizzato della diaspora. Il discorso termina con una appassionata invettiva (vv 51-53), che riprende un tema primitivo della predicazione cristiana (cf. At 2,23+).

At 7,2:in Mesopotamia: secondo Gen 11,31 quest'apparizione ebbe luogo a Carran. Stefano qui dipende da una tradizione extrabiblica.

At 7,7:in questo luogo: al monte Oreb Stefano sostituisce «questo luogo», il tempio di Gerusalemme.

At 7,16:dai figli di Emor, a Sichem: con B e S e altri. L'ambiguità del testo originale è stata interpretata da BJ differentemente: «dai figli di Emor, padre di Sichem» (esplicitato secondo Gen 33,19), mentre un'altra variante legge: «dai figli di Emmor, figli di Sichem» (volg.). - Il v 16 segue una tradizione non conforme alla Bibbia: da qui le correzioni tentate da diverse varianti.

At 7,23:quarant'anni: secondo le tradizioni giudaiche.

At 7,27:capo e giudice: Dio, risuscitato Gesù, l'ha costituito «capo» (At 5,31) e «giudice» (cf. At 10,42; At 17,31).

At 7,29:a queste parole: secondo Es 2,15 , Mosè fuggì per paura del faraone; qui invece perché è rigettato dai suoi.

At 7,35:avevano rinnegato: la Bibbia non usa questo verbo a proposito di Mosè; si trova invece in At 3,13-14 a proposito di Gesù. Ugualmente il titolo di «liberatore» (BJ: redentore) non è mai attribuito nella Bibbia a Mosè. L'immagine del Cristo, di cui egli è la figura, è proiettata su quella di Mosè.

At 7,37:Dio vi farà sorgere...: testo messianico, già citato in At 3,22 . Un altro - il Messia - doveva quindi avere un compito analogo a quello di Mosè (Mt 16,14+; Gv 1,21+).

At 7,38:mentre erano radunati nel deserto: alla lettera «nell'assemblea del deserto». La parola greca corrispondente ekklesia è passata nel nostro linguaggio come ecclesia, chiesa (cf. At 5,11+; Mt 16,18+). In Dt 4,10+ è usata per indicare l'assemblea del popolo santo nel deserto. Cf. la «adunanza sacra» (Es 12,16; Lv 23,3; Nm 29,1). La chiesa, nuovo popolo dei santi (At 9,13+), è l'erede del popolo antico. - i nostri padri: Mosè adempiva il compito di intermediario fra l'«angelo» e il popolo. Nei testi antichi «l'angelo di Jahve» è Jahve stesso, che si manifesta (Gen 16,7+ ; cf. Mt 1,20+); in tempi più recenti, la trascendenza divina è stata messa in risalto distinguendo fra Jahve e il suo angelo. Così Mosè non avrebbe avuto rapporti immediati con Dio, ma con uno o più angeli. Tracce di questa concezione appaiono in Gal 3,19 Eb 2,2 . - parole di vita: l'osservanza deila legge procura la vita (Dt 4,1; Dt 8,1; Dt 8,3; Dt 30,15-16; Dt 30,19-20; Dt 32,46-47; Lv 18,5 , citato in Gal 3,12; Rm 10,5). Si parlava perciò della legge come di «precetti di vita» (Ez 33,15; Bar 3,9). Per i cristiani, la predicazione evangelica sarà la «parola di vita» (Fil 2,16 ; cf. At 5,20), cioè la «parola della salvezza» (At 13,26). Fonte di vita, la stessa parola di Dio è «vivente» (cf. Eb 4,12; 1Pt 1,23). Infine, lo stesso Gesù Cristo è la «parola di vita» (1Gv 1,1).

At 7,39:verso l'Egitto: cf. Nm 14,3 ed Es 16,3 . Vedere anche Ez 20,8-14 .

At 7,42:esercito del cielo: modo biblico di indicare gli astri, spesso divinizzati (cf. Dt 4,19; Dt 17,3; 2Re 21,3-5 , Ger 8,2; Ger 19,13 , Sof 1,5).

At 7,46:per il Dio di Giacobbe: con la maggioranza dei codici. BJ con B, S, D ecc., legge: «per la casa di Giacobbe».

At 7,51:Spirito santo: che parlava per mezzo di Mosè e dei profeti.

At 7,55:che stava: o, con BJ, «in piedi». Stefano vede Gesù in piedi e non seduto, come in Lc 22,69p , forse come testimone del martirio. - La visione di Stefano deve collegarsi con la sua trasfigurazione (At 6,15+).

At 7,58:lapidarlo: invece di un regolare giudizio da parte del sinedrio si assiste a un linciaggio popolare. Forse è la realtà storica, che Luca avrà presentato come un processo regolare, per rendere la morte del primo martire simile a quella di Gesù. - i testimoni: sono i «falsi testimoni» descritti in At 6,13-14 . Toccava ai testi d'accusa eseguire per primi la sentenza di condanna (Dt 17,7) . - Saulo: il futuro apostolo Paolo (At 13,9+).

At 7,59:Signore Gesù: bell'esempio di «invocazione del nome del Signore» (At 2,21+). Luca sottolinea con due particolari (vv 59-60) la somiglianza fra Stefano morente e Gesù durante la passione.