Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 22


font

1«Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi».2Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio. Ed egli continuò:3«Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi.4Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne,5come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.
6Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me;7caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?”.8Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti”.9Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava.10Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”.11E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.
12Un certo Anania, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti,13venne da me, mi si accostò e disse: “Saulo, fratello, torna a vedere!”. E in quell’istante lo vidi.14Egli soggiunse: “Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca,15perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito.16E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome”.
17Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi18e vidi lui che mi diceva: “Affréttati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me”.19E io dissi: “Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nelle sinagoghe quelli che credevano in te;20e quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anche io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano”.21Ma egli mi disse: “Va’, perché io ti manderò lontano, alle nazioni”».
22Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma a questo punto alzarono la voce gridando: «Togli di mezzo costui; non deve più vivere!».23E poiché continuavano a urlare, a gettare via i mantelli e a lanciare polvere in aria,24il comandante lo fece portare nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagello, per sapere perché mai gli gridassero contro in quel modo.
25Ma quando l’ebbero disteso per flagellarlo, Paolo disse al centurione che stava lì: «Avete il diritto di flagellare uno che è cittadino romano e non ancora giudicato?».26Udito ciò, il centurione si recò dal comandante ad avvertirlo: «Che cosa stai per fare? Quell’uomo è un romano!».27Allora il comandante si recò da Paolo e gli domandò: «Dimmi, tu sei romano?». Rispose: «Sì».28Replicò il comandante: «Io, questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo». Paolo disse: «Io, invece, lo sono di nascita!».29E subito si allontanarono da lui quelli che stavano per interrogarlo. Anche il comandante ebbe paura, rendendosi conto che era romano e che lui lo aveva messo in catene.
30Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.

Note:

At 22:Dopo i tre discorsi rappresentativi della predicazione di Paolo (cc 13.17.20), il libro degli Atti riferisce tre apologie personali: davanti alla folla dei giudei a Gerusalemme (c 22), davanti al procuratore Felice (c 24) e davanti al re Agrippa (c 26); ognuna è abilmente adattata all'uditorio (cf. At 9,1+). Davanti alla folla, Paolo sostiene che la sua condotta è come quella di un giudeo molto pio.

At 22,4:nuova dottrina: alla lettera «via», la chiesa (cf. At 9,2+). Su Paolo persecutore, vedere At 7,58; At 8,1; At 8,3; At 9,1-2; At 9,21; At 22,19-20; At 26,10-11; 1Cor 15,9; Gal 1,13; Gal 1,23; Fil 3,6; 1Tm 1,13 .

At 22,12:Anania, un devoto osservante...: Paolo descrive Anania semplicemente come un buon giudeo, senza precisare che era cristiano (At 9,10), né ricordare la visione che aveva avuto (At 9,10-16).

At 22,14:vedere il Giusto: il Cristo (cf. At 3,14; At 7,52).

At 22,15:che hai visto e udito: cf. At 9,15 . Qui Anania parla a nome del «Dio dei padri», come un profeta dell'AT. Paolo dovrà essere testimone «davanti a tutti gli uomini». Non si precisa ancora: «davanti ai pagani» (v 21).

At 22,17:Dopo il mio ritorno a Gerusalemme: le prospettive sono raccorciate: sono passati tre anni prima di questo ritorno a Gerusalemme (cf. At 9,23+). L'estasi, della quale Paolo parla qui, non è ricordata altrove; non deve però esser confusa con quella di 2Cor 12,1-4 .

At 22,18:non accetteranno la tua testimonianza: il grande tema di Luca quando descrive l'apostolato di Paolo (cf. At 13,46-48; At 18,6; At 28,25-28).

At 22,20:tuo testimone: in greco «tuo martire ». La parola non ha però ancora il suo valore preciso, ma vi si avvicina: la massima testimonianza è quella del sangue (cf. Ap 2,13; Ap 6,9; Ap 17,6).

At 22,21:ti manderò lontano: «apostolo» significa «inviato». Queste parole del Cristo equivalgono quindi alla costituzione di Paolo come apostolo (cf. Gal 1,1; 1Cor 9,1; 2Cor 12,11-12) e specialmente come apostolo dei pagani (Gal 1,16; Gal 2,7-8; Rm 1,5; Rm 11,13; Rm 15,16; Rm 15,18; Ef 3,6-8; Col 1,25-29; 1Tm 2,7), sebbene gli Atti (se si eccettua At 14,4; At 14,14) riservino abitualmente questo titolo ai dodici.

At 22,29:e che lui lo aveva messo in catene: in realtà però Paolo resterà ancora incatenato (v 30; At 23,18; At 24,27; At 26,29). Forse è opportuno distinguere due specie di catene: quelle più pesanti, che costituiscono già una pena e che sarebbero state tolte a Paolo; e quelle più leggere, necessarie per una custodia più sicura del prigioniero.

At 22,30:e lo presentò davanti a loro: secondo la predizione di Gesù ai discepoli (Mt 10,17-18 = Mc 13,9-10; Lc 21,12), Paolo sta per comparire davanti «ai sinedri» (At 22,30-23,10), «ai governatori» (Felice, c 24) e «ai re» (Agrippa, cc 25-26).