Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Geremia 46


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1Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia sulle nazioni.
2Sull’Egitto.
Contro l’esercito del faraone Necao, re d’Egitto, che si trovava a Càrchemis, presso il fiume Eufrate, esercito che Nabucodònosor, re di Babilonia, vinse nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda.
3«Preparate scudo grande e piccolo
e avanzate per la battaglia.
4Attaccate i cavalli,
montate, o cavalieri.
Schieratevi con gli elmi,
lucidate le lance,
indossate le corazze!
5Che vedo?
Sono spaventati, retrocedono!
I loro prodi sono sconfitti,
fuggono a precipizio
senza voltarsi;
terrore all’intorno.
Oracolo del Signore.
6Il più agile non sfuggirà
né il più prode si salverà.
A settentrione, sulla riva dell’Eufrate,
inciampano e cadono.
7Chi è colui che trabocca come il Nilo,
come un fiume dalle acque turbolente?
8È l’Egitto che trabocca come il Nilo,
come un fiume dalle acque turbolente.
Esso dice: “Salirò, ricoprirò la terra,
distruggerò la città e i suoi abitanti”.
9Caricate, cavalli,
avanzate, carri!
Avanti, o prodi,
uomini di Etiopia e di Put,
voi che impugnate lo scudo,
e voi di Lud che tendete l’arco.
10Ma quel giorno per il Signore, Dio degli eserciti,
è giorno di vendetta, per punire i nemici.
La sua spada divorerà,
si sazierà e si inebrierà del loro sangue;
poiché sarà un sacrificio per il Signore, Dio degli eserciti,
nella terra del settentrione, presso il fiume Eufrate.
11Sali in Gàlaad a prendere il balsamo,
vergine, figlia d’Egitto.
Invano moltiplichi i rimedi,
ma non c’è guarigione per te.
12Le nazioni hanno saputo del tuo disonore;
del tuo grido di dolore è piena la terra,
poiché il prode inciampa nel prode,
tutti e due cadono insieme».
13Parola che il Signore comunicò al profeta Geremia quando Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse per colpire la terra d’Egitto.
14«Annunciatelo in Egitto,
fatelo sapere a Migdol,
fatelo udire a Menfi e a Tafni;
dite: “Àlzati e prepàrati,
perché la spada divora intorno a te”.
15Perché mai il tuo potente è travolto?
Non resiste perché il Signore l’ha rovesciato.
16Una gran folla vacilla e stramazza,
ognuno dice al vicino:
“Su, torniamo al nostro popolo,
al paese dove siamo nati,
lontano dalla spada micidiale!”.
17Chiamate pure fanfarone il faraone, re d’Egitto:
si lascia sfuggire il momento opportuno.
18Per la mia vita
– oracolo del re il cui nome è Signore degli eserciti –,
verrà uno simile al Tabor fra le montagne,
come il Carmelo presso il mare.
19Prepàrati il bagaglio per l’esilio,
o figlia che abiti l’Egitto,
perché Menfi sarà ridotta a un deserto,
sarà devastata, senza abitanti.
20Giovenca bellissima è l’Egitto,
ma un tafano viene su di lei dal settentrione.
21Anche i suoi mercenari in mezzo ad essa
sono come vitelli da ingrasso.
Anch’essi infatti hanno voltato le spalle,
fuggono insieme, non resistono,
poiché è giunto su di loro il giorno della sventura,
il tempo del loro castigo.
22La sua voce è come di serpente che fugge,
poiché i nemici avanzano con un esercito
e vengono contro di lei,
armati di scure come tagliaboschi.
23Abbattono la sua selva – oracolo del Signore –
e non si possono contare,
essi sono più delle locuste, sono senza numero.
24Prova vergogna la figlia d’Egitto,
è data in mano a un popolo del settentrione».
25Il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, dice: «Ecco, punirò Amon di Tebe, l’Egitto, i suoi dèi e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui.26Li consegnerò in mano di quanti vogliono la loro vita, in mano di Nabucodònosor, re di Babilonia, e dei suoi ministri. Ma dopo sarà abitato come in passato. Oracolo del Signore.
27Ma tu non temere, Giacobbe, mio servo,
non abbatterti, Israele,
perché io libererò te dalla terra lontana,
la tua discendenza dalla terra del suo esilio.
Giacobbe ritornerà e avrà riposo,
vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà.
28Tu non temere, Giacobbe, mio servo
– oracolo del Signore –,
perché io sono con te.
Sterminerò tutte le nazioni
tra le quali ti ho disperso,
ma non sterminerò te;
ti castigherò secondo giustizia,
non ti lascerò del tutto impunito».

Note:

Ger 46-51:Gli oracoli contro le nazioni, riuniti nel testo ebraico alla fine del libro (cc 46-51), nella versione greca conservano il loro posto primitivo, dopo l'introduzione del c 25. La raccolta originale di questi oracoli ha ricevuto, a quanto sembra, varie aggiunte (cf. Ger 25,17+).

Ger 46,2:Carchemis: attualmente la borgata sira di Djerablus, a nord-est di Aleppo, sull'Eufrate. Situata su un guado che dalla Siria conduceva verso la Mesopotamia, questa città nel 605 fu il teatro della battaglia tra Necao (609-594), che veniva in soccorso dell'impero assiro agonizzante (e che durante il viaggio aveva ucciso Giosia a Meghiddo: 2Cr 35,19-25 ; cf. Ger 22,10), e Nabucodònosor (605-562). La vittoria di quest'ultimo gli attribuì la Siria e la Palestina (cf. 2Re 24,7+).

Ger 46,9:che tendete l'arco: a questo verbo l'ebraico premette: «che portate», probabilmente dittografia. - Etiopia: in ebraico Kush: Put è la Somalia; Lud è una popolazione africana, citata generalmente insieme a Put (cf. Is 66,19; Ez 27,10; Ez 30,5).

Ger 46,13:Oracolo posteriore al precedente. L'invasione ebbe luogo nel 568-567 sotto Amasis co-reggente (cf. Ger 43,12).

Ger 46,15:Api è fuggito: leggendo con i LXX nas haf invece di nishaf, «fu abbattuto». - Il tuo toro sacro: lett.: «il tuo potente», leggendo al singolare con 65 mss ebr., LXX e volg.; il TM ha il plurale. - Il toro Api, incarnazione del dio Ptah, era il protettore di Menfi; vivo, veniva nutrito in un tempio; morto, diventava un Osiride-Api o Osar-Api, donde il nome di Serapeum, necropoli dove veniva imbalsamato e sepolto. Di fronte a questo idolo, il solo vero Dio è precisamente il «Potente di Giacobbe» (cf. Gen 49,24; Sal 132,2; Sal 132,5; Is 1,24; Is 49,26 e Is 60,16).

Ger 46,17:Chiamate pure il faraone: con i LXX e volg.; il TM ha: «chiamarono là». - Il faraone è Cofrà che nel 588 aveva dato a Sedecia una falsa speranza (cf. c 37).

Ger 46,19:Menfi: in ebraico Nof (cf. Ger 2,16+; Ger 44,1).

Ger 46,22:che sibila: con i LXX, il TM ha: «che viene» (cf. stico seguente).

Ger 46,25:Amòn di Tebe: Amòn è il dio ariete di Tebe, città che in ebraico viene indicata con il nome «No» (cf. Na 3,8; Ez 30,14-16)

Ger 46,26:Parola del Signore: lo stesso annunzio di una restaurazione futura dei popoli puniti per opera di Jahve si trova in Ger 48,47; Ger 49,6; Ger 49,39 ; cf. Is 19,21s .

Ger 46,27:non abbatterti, Israele: i vv 27-28, che formano come la contropartita in favore d'Israele dell'annunzio della salvezza dell'Egitto (v 26), utilizzano Ger 30,10-11 . Tuttavia «Giacobbe» e «Israele» non designano più il regno del nord, ma tutto il popolo di Dio nella prospettiva del Deutero-Isaia.