Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Qoelet 7


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA RICCIOTTI
1 Un buon nome è preferibile all’unguento profumato
e il giorno della morte al giorno della nascita.
1 - Ma qual necessità [e qual vantaggio] ha l'uomo di ricercar al disopra di sè, mentre ignora quel ch'è bene per lui nella sua vita, durante i giorni del suo pellegrinaggio, nel tempo che trascorre come un'ombra? E chi potrà far sapere all'uomo, quel che avverrà dopo di lui sotto il sole?
2 È meglio visitare una casa dove c’è lutto
che visitare una casa dove si banchetta,
perché quella è la fine d’ogni uomo
e chi vive ci deve riflettere.
2 Meglio il buon nome che gli unguenti preziosi, e il dì della morte che quello della nascita.
3 È preferibile la mestizia al riso,
perché con un volto triste il cuore diventa migliore.
3 Meglio andare alla casa del lutto, che alla casa del festino: perchè colà è rammentata la fine d'ogni uomo, e il vivente pensa al futuro.
4 Il cuore dei saggi è in una casa in lutto
e il cuore degli stolti in una casa in festa.
4 Meglio la mestizia che il riso; perchè con la tristezza del volto si migliora il cuor del colpevole.
5 Meglio ascoltare il rimprovero di un saggio
che ascoltare la lode degli stolti:
5 Il cuore de' savi è dove sta il lutto, e il cuor degli stolti, dove l'allegria.
6 perché quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola
tale è il riso degli stolti.
Ma anche questo è vanità.
6 Meglio esser rimproverati dal saggio, che ingannati dall'adulazione degli stolti.
7 L’estorsione rende stolto il saggio
e i regali corrompono il cuore.
7 Perchè come il crepitar de' pruni sotto il paiuolo, così è il riso degli stolti. E anche questo è vanità!
8 Meglio la fine di una cosa che il suo principio;
è meglio un uomo paziente che uno presuntuoso.
8 La calunnia conturba il saggioe abbatte la forza del suo cuore.
9 Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti.9 Meglio la fine d'un discorso, che il principio: meglio il paziente che l'arrogante.
10 Non dire: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», perché una domanda simile non è ispirata a saggezza.10 Non esser facile ad adirarti, perchè l'ira riposa in seno dello stolto.
11 Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole.11 Non dire: «Chi sa mai perchèi tempi di prima eran migliori di questi?»; giacchè stolta è una tale domanda.
12 Perché si sta all’ombra della saggezza come si sta all’ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede.
12 Migliore è la sapienza unita agli averi, e giova maggiormente a chi vede il sole.
13 Osserva l’opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo?13 Come infatti protegge la sapienza, così protegge il danaro; ma la dottrina e la sapienza han questo in più, che dàn vita a chi le possiede.
14 Nel giorno lieto sta’ allegro e nel giorno triste rifletti: Dio ha fatto tanto l’uno quanto l’altro, cosicché l’uomo non riesce a scoprire ciò che verrà dopo di lui.
14 Considera le opere di Dio: come niuno possa raddrizzare ciò ch'Egli dispregiò [e torse].
15 Nei miei giorni vani ho visto di tutto: un giusto che va in rovina nonostante la sua giustizia, un malvagio che vive a lungo nonostante la sua iniquità.
15 Nel dì della prosperità goditi i beni, o premunisciti contro il giorno dell'avversità; perchè questo e quello ha fatto parimenti Iddio, onde non trovi l'uomo giusta querela contro di lui.
16 Non essere troppo giusto
e non mostrarti saggio oltre misura:
perché vuoi rovinarti?
16 Anche questo vidi ne' giorni della mia vanità: c'è il giusto che perisce nella sua giustizia, e l'empio che a lungo vive [e prospera] nella sua malvagità.
17 Non essere troppo malvagio
e non essere stolto.
Perché vuoi morire prima del tempo?
17 Tu non esser troppo giusto, e non ti fare eccessivamente savio, perchè tu non abbia a perdere il senno [affatto].
18 È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l’altra: in verità chi teme Dio riesce bene in tutto.
18 Non agire troppo empiamentenè essere stolto, perchè tu non muoia prima del tempo.
19 La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città.19 È bene che tu sostenga il giusto, ma neppure da quell'altro non ritirar la tua mano; giacchè chi teme Iddio, nulla trascura.
20 Non c’è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai.20 La sapienza rende il saggio più fortedi dieci capi [che sian] nella città.
21 Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te;21 Certo non v'ha giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi[mai].
22 infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri.
22 Non badare a tutto quello che si dice, che tu non abbia a udire il tuo servo sparlare di te!
23 Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio diventare saggio!», ma la sapienza resta lontana da me!23 Sa invero la tua coscienza, che spesso tu pure hai sparlato degli altri.
24 Rimane lontano ciò che accade: profondo, profondo! Chi può comprenderlo?
24 Tutto saggiai con la sapienza. Dissi: «Diventerò sapiente!»; ma quella s'allontanò da me,
25 Mi sono applicato a conoscere e indagare e cercare la sapienza e giungere a una conclusione, e a riconoscere che la malvagità è stoltezza e la stoltezza è follia.25 più assai che prima non era. È grande la [sua] profondità: chi può scovarla?
26 Trovo che amara più della morte è la donna: essa è tutta lacci, una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma chi fallisce ne resta preso.
26 Investigai ogni cosa con l'animo mio per sapere, e indagare e cercar la sapienza e la ragione [delle cose], e riconoscer l'empietà dello stoltoe l'errore de' folli.
27 Vedi, questo ho scoperto, dice Qoèlet, confrontando a una a una le cose, per arrivare a una conclusione certa.27 E più amara della morte trovai la donna, ch'è un laccio da cacciatori, e una rete è il suo cuore, e le sue mani catene. Chi è caro a Dio, ne scampa; ma il peccatore sarà accalappiato da lei.
28 Quello che io ancora sto cercando e non ho trovato è questo:
un uomo fra mille l’ho trovato,
ma una donna fra tutte non l’ho trovata.
28 Ecco quel ch'io trovai, - dice l'Ecclesiaste -[osservando le cose]ad una ad una per scoprir[ne] la ragione,
29 Vedi, solo questo ho trovato:
Dio ha creato gli esseri umani retti,
ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni.
29 che l'anima mia ricerca ancora, e io non ho trovato! Un uomo su mille lo trovai, ma una donna tra tutte non la trovai.
30 Questo solo trovai, che Dio fece l'uomo retto, ma egli si perde dietro a infinite questioni. Chi è come il savio? e chi conosce la spiegazione delle cose?