Ecclesiasticus 41
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VULGATA | BIBBIA CEI 2008 |
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1 O mors, quam amara est memoria tua homini pacem habenti in substantiis suis : | 1 O morte, com’è amaro il tuo ricordo per l’uomo che vive sereno nella sua agiatezza, per l’uomo senza assilli e fortunato in tutto e ancora in forze per provare il piacere. |
2 viro quieto, et cujus viæ directæ sunt in omnibus, et adhuc valenti accipere cibum ! | 2 O morte, è gradita la tua sentenza all’uomo indigente e privo di forze, al vecchio decrepito e preoccupato di tutto, a colui che è indocile e ha perduto ogni speranza. |
3 O mors, bonum est judicium tuum homini indigenti, et qui minoratur viribus, | 3 Non temere la sentenza della morte, ricòrdati di chi ti ha preceduto e di chi ti seguirà. |
4 defecto ætate, et cui de omnibus cura est, et incredibili, qui perdit patientiam ! | 4 Questo è il decreto del Signore per ogni uomo; perché ribellarsi al volere dell’Altissimo? Siano dieci, cento, mille anni: negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita. |
5 Noli metuere judicium mortis : memento quæ ante te fuerunt, et quæ superventura sunt tibi : hoc judicium a Domino omni carni. | 5 Figli d’infamia sono i figli dei peccatori, frequentano le case degli empi. |
6 Et quid superveniet tibi in beneplacito Altissimi ? sive decem, sive centum, sive mille anni : | 6 L’eredità dei figli dei peccatori andrà in rovina, con la loro discendenza continuerà il disonore. |
7 non est enim in inferno accusatio vitæ. | 7 Contro un padre empio imprecano i figli, perché a causa sua sono disonorati. |
8 Filii abominationum fiunt filii peccatorum, et qui conversantur secus domos impiorum. | 8 Guai a voi, uomini empi, che avete abbandonato la legge dell’Altissimo! |
9 Filiorum peccatorum periet hæreditas, et cum semine illorum assiduitas opprobrii. | 9 Se vi moltiplicate, è per la rovina, se nascete, nascete per la maledizione, e se morite, la maledizione sarà la vostra sorte. |
10 De patre impio queruntur filii, quoniam propter illum sunt in opprobrio. | 10 Quanto è dalla terra alla terra ritornerà, così gli empi passano dalla maledizione alla rovina. |
11 Væ vobis, viri impii, qui dereliquistis legem Domini Altissimi ! | 11 Il lutto degli uomini riguarda i loro corpi, la cattiva fama dei peccatori sarà cancellata. |
12 Et si nati fueritis, in maledictione nascemini : et si mortui fueritis, in maledictione erit pars vestra. | 12 Abbi cura del tuo nome, perché esso sopravviverà a te più di mille grandi tesori d’oro. |
13 Omnia quæ de terra sunt in terram convertentur : sic impii a maledicto in perditionem. | 13 I giorni di una vita felice sono contati, ma il buon nome dura per sempre. |
14 Luctus hominum in corpore ipsorum : nomen autem impiorum delebitur. | 14 Figli, custodite l’istruzione in pace; ma sapienza nascosta e tesoro invisibile, a che cosa servono entrambi? |
15 Curam habe de bono nomine : hoc enim magis permanebit tibi quam mille thesauri pretiosi et magni. | 15 Meglio l’uomo che nasconde la sua stoltezza di quello che nasconde la sua sapienza. |
16 Bonæ vitæ numerus dierum : bonum autem nomen permanebit in ævum. | 16 Perciò provate vergogna per le cose che qui di seguito vi indico: non è bene infatti vergognarsi di qualsiasi cosa, come non si può approvare sempre tutto. |
17 Disciplinam in pace conservate, filii : sapientia enim abscondita, et thesaurus invisus, quæ utilitas in utrisque ? | 17 Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla madre, della menzogna davanti al capo e al potente, |
18 Melior est homo qui abscondit stultitiam suam, quam homo qui abscondit sapientiam suam. | 18 del delitto davanti al giudice e al magistrato, dell’empietà davanti all’assemblea e al popolo, dell’ingiustizia davanti al compagno e all’amico, |
19 Verumtamen reveremini in his quæ procedunt de ore meo : | 19 del furto davanti all’ambiente dove abiti, di Dio, che è veritiero, e dell’alleanza, di piegare i gomiti sopra i pani, a tavola, di essere scortese quando ricevi e quando dai, |
20 non est enim bonum omnem reverentiam observare, et non omnia omnibus bene placent in fide. | 20 di non rispondere a quanti salutano, dello sguardo su una donna scostumata, |
21 Erubescite a patre et a matre de fornicatione : et a præsidente et a potente de mendacio : | 21 del rifiuto fatto a un parente, dell’appropriazione di eredità o donazione, del desiderio per una donna sposata, |
22 a principe et a judice de delicto : a synagoga et plebe de iniquitate : | 22 della relazione con la sua schiava – non accostarti al suo letto –, di dire parole ingiuriose davanti agli amici e, dopo aver donato, di rinfacciare un regalo, |
23 a socio et amico de injustitia, et de loco in quo habitas : | |
24 de furto, de veritate Dei, et testamento : de discubitu in panibus, et ab obfuscatione dati et accepti : | |
25 a salutantibus de silentio, a respectu mulieris fornicariæ, et ab aversione vultus cognati. | |
26 Ne avertas faciem a proximo tuo, et ab auferendo partem et non restituendo. | |
27 Ne respicias mulierem alieni viri, et ne scruteris ancillam ejus, neque steteris ad lectum ejus. | |
28 Ab amicis de sermonibus improperii : et cum dederis, ne improperes. |