Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Proverbi 3


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1Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento
e il tuo cuore custodisca i miei precetti,
2perché lunghi giorni e anni di vita
e tanta pace ti apporteranno.
3Bontà e fedeltà non ti abbandonino:
légale attorno al tuo collo,
scrivile sulla tavola del tuo cuore,
4e otterrai favore e buon successo
agli occhi di Dio e degli uomini.
5Confida nel Signore con tutto il tuo cuore
e non affidarti alla tua intelligenza;
6riconoscilo in tutti i tuoi passi
ed egli appianerà i tuoi sentieri.
7Non crederti saggio ai tuoi occhi,
temi il Signore e sta’ lontano dal male:
8sarà tutta salute per il tuo corpo
e refrigerio per le tue ossa.
9Onora il Signore con i tuoi averi
e con le primizie di tutti i tuoi raccolti;
10i tuoi granai si riempiranno oltre misura
e i tuoi tini traboccheranno di mosto.
11Figlio mio, non disprezzare l’istruzione del Signore
e non aver a noia la sua correzione,
12perché il Signore corregge chi ama,
come un padre il figlio prediletto.
13Beato l’uomo che ha trovato la sapienza,
l’uomo che ottiene il discernimento:
14è una rendita che vale più dell’argento
e un provento superiore a quello dell’oro.
15La sapienza è più preziosa di ogni perla
e quanto puoi desiderare non l’eguaglia.
16Lunghi giorni sono nella sua destra
e nella sua sinistra ricchezza e onore;
17le sue vie sono vie deliziose
e tutti i suoi sentieri conducono al benessere.
18È un albero di vita per chi l’afferra,
e chi ad essa si stringe è beato.
19Il Signore ha fondato la terra con sapienza,
ha consolidato i cieli con intelligenza;
20con la sua scienza si aprirono gli abissi
e le nubi stillano rugiada.
21Figlio mio, custodisci il consiglio e la riflessione
né mai si allontanino dai tuoi occhi:
22saranno vita per te
e ornamento per il tuo collo.
23Allora camminerai sicuro per la tua strada
e il tuo piede non inciamperà.
24Quando ti coricherai, non avrai paura;
ti coricherai e il tuo sonno sarà dolce.
25Non temerai per uno spavento improvviso,
né per la rovina degli empi quando essa verrà,
26perché il Signore sarà la tua sicurezza
e preserverà il tuo piede dal laccio.
27Non negare un bene a chi ne ha il diritto,
se hai la possibilità di farlo.
28Non dire al tuo prossimo:
«Va’, ripassa, te lo darò domani»,
se tu possiedi ciò che ti chiede.
29Non tramare il male contro il tuo prossimo,
mentre egli dimora fiducioso presso di te.
30Non litigare senza motivo con nessuno,
se non ti ha fatto nulla di male.
31Non invidiare l’uomo violento
e non irritarti per tutti i suoi successi,
32perché il Signore ha in orrore il perverso,
mentre la sua amicizia è per i giusti.
33La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio,
mentre egli benedice la dimora dei giusti.
34Dei beffardi egli si fa beffe
e agli umili concede la sua benevolenza.
35I saggi erediteranno onore,
gli stolti invece riceveranno disprezzo.

Note:

Pr 3,8:per il tuo corpo: o alla lettera «per la tua carne» con i LXX e sir. (cf Pr 4,22); il TM ha: «per il tuo ventre»; la volg. traduce: «per il tuo ombelico»

Pr 3,10:di grano: con i LXX; «di abbondanza» secondo il TM. L'offerta delle primizie (Dt 16,1+) è l'unico atto di culto esplicitamente comandato dai Proverbi; spesso però si parlerà della preghiera.

Pr 3,28:al tuo prossimo: il «prossimo» originariamente era il compagno, l'amico, il commensale, cioè l'uomo con il quale si hanno precise relazioni. Ma nei Pr questa parola acquista un significato più largo: «altro» (cf. Pr 6,1; Pr 6,3; Pr 6,29; Pr 25,9; Pr 27,17). E' il primo passo verso l'allargamento del precetto dell'amore (Lv 19,18), che culminerà nel precetto evangelico dell'amore dei nemici (Mt 5,43ss).

Pr 3,31:l'uomo violento: l'apparente affermazione degli empi («violenti», «perversi», «cattivi», «beffardi», «stolti», tutti questi termini indicano l'unica categoria dei nemici di Dio) è stata sempre per gli israeliti una tentazione (cf. Pr 24,1; Pr 24,19; Sal 73), fino a diventare uno scandalo (Ger 12,1; Gb 21,7 , ecc.).

Pr 3,35:riceveranno: BJ congettura morishim, «erediteranno». Il TM, invece, ha il singolare merim, «elevando» (?).