Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Genesi 39


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BIBBIA CEI 2008VULGATA
1 Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l’avevano condotto laggiù.1 Igitur Joseph ductus est in Ægyptum, emitque eum Putiphar eunuchus Pharaonis, princeps exercitus, vir ægyptius, de manu Ismaëlitarum, a quibus perductus erat.
2 Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone.2 Fuitque Dominus cum eo, et erat vir in cunctis prospere agens : habitavitque in domo domini sui,
3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva.3 qui optime noverat Dominum esse cum eo, et omnia, quæ gerebat, ab eo dirigi in manu illius.
4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi.4 Invenitque Joseph gratiam coram domino suo, et ministrabat ei : a quo præpositus omnibus gubernabat creditam sibi domum, et universa quæ ei tradita fuerant :
5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna.5 benedixitque Dominus domui Ægyptii propter Joseph, et multiplicavit tam in ædibus quam in agris cunctam ejus substantiam :
6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto.
6 nec quidquam aliud noverat, nisi panem quo vescebatur. Erat autem Joseph pulchra facie, et decorus aspectu.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Còricati con me!».7 Post multos itaque dies injecit domina sua oculos suos in Joseph, et ait : Dormi mecum.
8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi.8 Qui nequaquam acquiescens operi nefario, dixit ad eam : Ecce dominus meus, omnibus mihi traditis, ignorat quid habeat in domo sua :
9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nient’altro, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?».9 nec quidquam est quod non in mea sit potestate, vel non tradiderit mihi, præter te, quæ uxor ejus es : quomodo ergo possum hoc malum facere, et peccare in Deum meum ?
10 E benché giorno dopo giorno ella parlasse a Giuseppe in tal senso, egli non accettò di coricarsi insieme per unirsi a lei.
10 Hujuscemodi verbis per singulos dies, et mulier molesta erat adolescenti : et ille recusabat stuprum.
11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era alcuno dei domestici.11 Accidit autem quadam die ut intraret Joseph domum, et operis quippiam absque arbitris faceret :
12 Ella lo afferrò per la veste, dicendo: «Còricati con me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e se ne andò fuori.12 et illa, apprehensa lacinia vestimenti ejus, diceret : Dormi mecum. Qui relicto in manu ejus pallio fugit, et egressus est foras.
13 Allora lei, vedendo che egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori,13 Cumque vidisset mulier vestem in manibus suis, et se esse contemptam,
14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per divertirsi con noi! Mi si è accostato per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce.14 vocavit ad se homines domus suæ, et ait ad eos : En introduxit virum hebræum, ut illuderet nobis : ingressus est ad me, ut coiret mecum : cumque ego succlamassem,
15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito e se ne è andato fuori».
15 et audisset vocem meam, reliquit pallium quod tenebam, et fugit foras.
16 Ed ella pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa.16 In argumentum ergo fidei retentum pallium ostendit marito revertenti domum,
17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per divertirsi con me.17 et ait : Ingressus est ad me servus hebræus quem adduxisti, ut illuderet mihi :
18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori».18 cumque audisset me clamare, reliquit pallium quod tenebam, et fugit foras.
19 Il padrone, all’udire le parole che sua moglie gli ripeteva: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d’ira.19 His auditis dominus, et nimium credulus verbis conjugis, iratus est valde :
20 Il padrone prese Giuseppe e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione.
20 tradiditque Joseph in carcerem, ubi vincti regis custodiebantur, et erat ibi clausus.
21 Ma il Signore fu con Giuseppe, gli accordò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.21 Fuit autem Dominus cum Joseph, et misertus illius dedit ei gratiam in conspectu principis carceris.
22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione, e quanto c’era da fare là dentro lo faceva lui.22 Qui tradidit in manu illius universos vinctos qui in custodia tenebantur : et quidquid fiebat, sub ipso erat.
23 Il comandante della prigione non si prendeva più cura di nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché il Signore era con lui e il Signore dava successo a tutto quanto egli faceva.23 Nec noverat aliquid, cunctis ei creditis : Dominus enim erat cum illo, et omnia opera ejus dirigebat.