Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Marco 3


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1Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata,2e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.3Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!».4Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano.5E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.6E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
7Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea8e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.9Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.10Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.11Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!».12Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
13Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui.14Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare15con il potere di scacciare i demòni.16Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro,17poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»;18e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo19e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
20Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare.21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
22Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».23Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana?24Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi;25se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi.26Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.27Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.28In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno;29ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».30Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano».33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Note:

Mc 3,6:Gli erodiani, piuttosto che funzionari propriamente detti, erano giudei sostenitori politici della dinastia di Erode Antipa, tetrarca di Galilea (cf. Lc 3,1+), e influenti su di lui (cf. Mt 22,16+).

Mc 3,7-8:Punteggiatura incerta. Si può legare «dalla Giudea... e Sidone» a ciò che precede o a ciò che segue.

Mc 3,14:Ne costituì Dodici: i nuovi capi del popolo eletto devono essere dodici, come le tribù d'Israele. Questa cifra verrà ristabilita dopo la defezione di Giuda (At 1,26), per essere eternamente conservata in cielo (Mt 19,28p; Ap 21,12-14+).

Mc 3,19:Qui Mc omette il discorso riferito da Mt 5-7 e Lc 6,20-49 , forse come meno necessario per i suoi destinatari, più preoccupati dell'opera e della persona di Gesù che dei dettagli del suo insegnamento sulla legge giudaica.

Mc 3,21:poiché dicevano: si può anche tradurre «poiché si diceva (loro)».

Mc 3,30:Attribuire al demonio ciò che è opera dello Spirito santo, significa rifiutarsi alla luce della grazia divina e al perdono che ne proviene. Un simile atteggiamento colloca per necessaria conseguenza al di fuori della salvezza. Ma la grazia può cambiare questo atteggiamento; diventa allora possibile un ritorno alla salvezza (cf. la nota di Mc 1,23).