Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Vangelo secondo Marco 2


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1Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa2e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
3Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone.4Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico.5Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
6Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro:7«Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?».8E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore?9Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”?10Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra,11dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».12Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
13Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro.14Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
15Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano.16Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».17Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
18I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».19Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.20Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.21Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore.
22E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
23Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe.24I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?».25Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame?26Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».27E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!28Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

Note:

Mc 2,5:Qui Gesù rivendica il potere divino di perdonare i peccati (Is 1,18+), potere che eserciterà spesso durante il ministero. E il significato del suo nome (Mt 1,21). Egli stesso metterà questo potere in relazione con la sua morte (Mt 20,28+) e con il sangue dell'alleanza (Mt 26,28p+). Le comunità cristiane a loro volta attribuiranno quest'opera divina al Cristo morto e risorto (per esempio At 2,38; At 3,19; At 10,43; At 13,38; Rm 3,21-26+; Rm 5,6-9; Ef 1,7; Ef 4,32; Col 1,14; Col 3,13; 1Gv 1,7; 1Gv 2,12; Eb 9,26; Ap 1,5). Gesù ha affidato questo potere anche ai discepoli impegnando Dio a ratificare le loro decisioni (Mt 16,19; Mt 18,18; Gv 20,23).

Mc 2,13:lungo il mare: il mare di Galilea o lago di Tiberiade.

Mc 2,23:In Mc la mancanza dei discepoli non sta, come in Mt e Lc, nel raccogliere spighe per placare la fame, ma nello strapparle per aprirsi la strada. Presentando il fatto in questo modo, Mc avrà voluto rendere la mancanza più comprensibile per i lettori poco avvertiti della casistica giudaica: come era poco evidente che raccogliere alcune spighe fosse «mietere», altrettanto era chiaro che non si doveva devastare un campo per attraversarlo. Questa nuova presentazione non si accorda bene con il resto del racconto, che Mc ha lasciato invariato.

Mc 2,26:sotto il sommo sacerdote Abiatàr: il sommo sacerdote di 1Sam 21,2-7 era in realtà Achimèlech. O viene qui nominato suo figlio Abiatàr (Ebiatar) perché più celebre come sommo sacerdote del tempo di Davide (2Sam 20,25), oppure Mc segue una tradizione diversa che faceva di Abiatàr il padre di Achimèlech (2Sam 8,17 TM).

Mc 2,27:Questo versetto, assente in Lc e Mt, sarà stato aggiunto da Mc in un'epoca in cui lo spirito nuovo del cristianesimo aveva relativizzato l'obbligo del sabato in modo definitivo (cf. Lc 5,39+)