Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Sapienza 17


font

Le tenebre d'Egitto e la colonna di fuoco.

1Grandi sono i tuoi giudizi, o Signore, e difficili a spiegare i tuoi oracoli; perciò le anime senza istruzione si smarrirono.2Quando invero gli iniqui s’eran persuasi di dominar sul popol santo, stretti [invece] nelle catene delle tenebre e ne' ceppi di lunga notte, rinchiusi sotto i tetti, se ne giacquero esulanti dall’eterna provvidenza.3Mentre pensavano di restar nascosti co’ loro segreti peccati sotto il tenebroso velo dell’oblio, furon dispersi, colti da terribil spavento e conturbati da spettri.4Neppur l’antro, che li ricettava, li manteneva sicuri; chè gli atterrivano gli echi risonanti dall’alto, e le apparizioni di lugubri spettri gli spaventavano,5Non c’era forza di fuoco che potesse loro far luce, ne le brillanti fiamme delle stelle valevano a rischiarar quella notte orrenda, e6[solo] riluceva ad essi una qualche fiammata improvvisa, piena di terrore; e spaventati da quella visione invisibile, si figuravano ancor peggiori le cose viste.7Le ciurmerle dell’arte magica giacevan giù [impotenti] e la [lor] vanteria di sapienza era smascherata vergognosamente,8Quei che si millantavan di scacciare i terrori e i turbamenti dell’anima malata, eran malati essi stessi d’una ridicola paura!9Perchè anche quando nulla di mostruoso gli spaventava, atterriti già al passar delle bestie e al sibilo de’ serpenti, si morivan di paura, ricusando persino di guardar quell’aria che in niun modo può sfuggirsi.10La malvagità invero, con l'esser [di sua natura] paurosa, testimonia la [propria] condanna, e sempre si figura il peggio nel turbamento della coscienza.11La paura infatti non è altro, se non l’abbandono degli aiuti che provengon dal ragionare,12e minore essendo al di dentro la speranza, maggior caso fa dell’ignorar la causa donde viene il tormento.13Essi pertanto in una notte davvero impotente, e sbucata fuori dalle infime profondità dell’[impotente] averno, addormentati nello stesso sonno,14ora da paurose ombre di spettri erano agitati, ora prostrati per il tradimento della [loro] anima; che un subito e inaspettato terrore gli aveva invasi.15E venendo poi alcuno di loro a cadere, era tenuto rinchiuso in una prigione senza ferri.16Foss’egli un contadino o un pastore o un operalo addetto al lavori del campo, sorpreso, era assoggettato all'inevitabile necessità:17da una stessa catena di tenebre eran tutti avvinti. Sia il vento che fischiava, o il canto melodioso degli uccelli tra i folti rami, o il rumor d’acqua scorrente con impeto,18l’aspro fracasso di sassi precipitanti, o l’invisibile corsa di saltellanti animali, o l’urto fiero di belve ruggenti, o l’eco ripercossa dalle più alte montagne, [tutto] li paralizzava per lo spavento.19Che, tutto il mondo splendeva di fulgida luce, ed era occupato senza impaccio in lavori; ma sovr’essi soli si stendeva gravosa notte, immagine delle tenebre che dovevano accoglierli. E più gravosi ancor delle tenebre erano essi a se stessi!