Scrutatio

Lunedi, 29 aprile 2024 - Santa Caterina da Siena ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA MARTINI
1 Grandi sono i tuoi giudizi, o Signore, e difficili a spiegare i tuoi oracoli; perciò le anime senza istruzione si smarrirono.1 Grandi sono i tuoi giudizj, o Signore, e ineffabili le opere tue: per questo le anime privo di scienza, caddero in errore.
2 Quando invero gli iniqui s’eran persuasi di dominar sul popol santo, stretti [invece] nelle catene delle tenebre e ne' ceppi di lunga notte, rinchiusi sotto i tetti, se ne giacquero esulanti dall’eterna provvidenza.2 Conciossiachè mentre gli iniqui si persuadono di potere opprimere il popol santo; legati da catone di tenebre, e di lunga notte, chiusi dentro le loro case, giacevano esclusi dalla eterna Previdenza.
3 Mentre pensavano di restar nascosti co’ loro segreti peccati sotto il tenebroso velo dell’oblio, furon dispersi, colti da terribil spavento e conturbati da spettri.3 E mentre credono di potere restare ascosi coi neri loro peccati, furon disgiunti l'uno dall'altro con tenebroso velo di obblivione, pieni di orrende paure, e turbati da eccessivo sbigottimento.
4 Neppur l’antro, che li ricettava, li manteneva sicuri; chè gli atterrivano gli echi risonanti dall’alto, e le apparizioni di lugubri spettri gli spaventavano,4 Conciossiaché i nascondigli dove erano ritirati, non li facevan sicuri, ma erano spauriti dai rumori, che si levavano, e spettri orribili ad essi apparivano, da' quali erano spaventati.
5 Non c’era forza di fuoco che potesse loro far luce, ne le brillanti fiamme delle stelle valevano a rischiarar quella notte orrenda, e5 Né il fuoco per grande, ch'ei fosse, poteva ad essi dar lume, né il chiaro splendor delle stelle poteva dar luce a quella orrenda notte.
6 [solo] riluceva ad essi una qualche fiammata improvvisa, piena di terrore; e spaventati da quella visione invisibile, si figuravano ancor peggiori le cose viste.6 Ma un repentino fuoco terribile compariva dinanzi ad essi, e sbalorditi per la paura di que' fantasmi, che mal vedevano, peggiori si figuravan le cose, che comparivano.
7 Le ciurmerle dell’arte magica giacevan giù [impotenti] e la [lor] vanteria di sapienza era smascherata vergognosamente,7 Ed eranvi aggiunti gli scherni dell'arte magica, e i voltamenti di saggezza furon redarguiti con ignominia;
8 Quei che si millantavan di scacciare i terrori e i turbamenti dell’anima malata, eran malati essi stessi d’una ridicola paura!8 Perocché quelli, che facevan professione di sbandire dagli animi abbattuti le paure, e i turbamenti, sopraffatti dal timore con lor vitupero languivano;
9 Perchè anche quando nulla di mostruoso gli spaventava, atterriti già al passar delle bestie e al sibilo de’ serpenti, si morivan di paura, ricusando persino di guardar quell’aria che in niun modo può sfuggirsi.9 Conciossiachè quantunque nulla di mostruoso gli offendesse, al passar, che facevano le bestie, e al fischiar dei serpenti si sbigottivano, e morivano di paura, e avrebbon eletto di non veder l'aria, che da nissuno può evitarsi;
10 La malvagità invero, con l'esser [di sua natura] paurosa, testimonia la [propria] condanna, e sempre si figura il peggio nel turbamento della coscienza.10 Perocché la malvagità essendo paurosa ai condanna colla propria testimonianza: e nella agitata coscienza presagisce cose crudeli.
11 La paura infatti non è altro, se non l’abbandono degli aiuti che provengon dal ragionare,11 E il timore altro non è, se non la privazione degli ajuti della ragione.
12 e minore essendo al di dentro la speranza, maggior caso fa dell’ignorar la causa donde viene il tormento.12 E quanto meno dentro di se uno aspetta soccorso, tanto più ingrandisce la ignota cagione, che a lui da tormento.
13 Essi pertanto in una notte davvero impotente, e sbucata fuori dalle infime profondità dell’[impotente] averno, addormentati nello stesso sonno,13 Quelli però in quella notte veramente intollerabile, e venuta sopra di loro dall'intimo profondissimo inferno, assopiti dal medesimo sonno,
14 ora da paurose ombre di spettri erano agitati, ora prostrati per il tradimento della [loro] anima; che un subito e inaspettato terrore gli aveva invasi.14 Ora dal timor degli spettri erano agitati, ora venivan meno per l'abbattimento dell'animo; sorpresi da subitaneo, e inaspettato terrore.
15 E venendo poi alcuno di loro a cadere, era tenuto rinchiuso in una prigione senza ferri.15 Che se alcuno di quelli fosse venuto a cadere, ivi si stava rinchiuso, e serrato in prigione senza catene di ferro.
16 Foss’egli un contadino o un pastore o un operalo addetto al lavori del campo, sorpreso, era assoggettato all'inevitabile necessità:16 Imperocché o fosse egli un contadino, od un pastore, o mercenario, che lavorasse alla campagna, si trovava involto da quella insuperabile necessità;
17 da una stessa catena di tenebre eran tutti avvinti. Sia il vento che fischiava, o il canto melodioso degli uccelli tra i folti rami, o il rumor d’acqua scorrente con impeto,17 Conciossiaché tutti erano avvinti dalla stessa catena di tenebre. E il susurrare de' venti, e il canto soave degli uccelli trai folti rami degli alberi, e il precipitoso impeto dell'acqua corrente,
18 l’aspro fracasso di sassi precipitanti, o l’invisibile corsa di saltellanti animali, o l’urto fiero di belve ruggenti, o l’eco ripercossa dalle più alte montagne, [tutto] li paralizzava per lo spavento.18 E il forte romore de' sassi cadenti, e il correre dei non veduti animali, che scherzavano, e il forte suono delle bestie, che urlavano, e l'eco da' monti altissimi ripercosso li facean venir meno per lo spavento.
19 Che, tutto il mondo splendeva di fulgida luce, ed era occupato senza impaccio in lavori; ma sovr’essi soli si stendeva gravosa notte, immagine delle tenebre che dovevano accoglierli. E più gravosi ancor delle tenebre erano essi a se stessi!19 Conciossiaché il mondo tutto da luce chiarissima era illuminato, ed era occupato senza impedimento ne' suoi lavori.
20 Sopra quelli soli posava gravosa notte, immagine di quelle tenebre, che dipoi gli aspettavano; per la qual cosa eran eglino più insopportabili a loro stessi, che quelle tenebre.